I reati per cui Patrick si trova in galera, da un tempo lunghissimo, sono "istigazione a proteste e propaganda di terrorismo sul proprio profilo Facebook"
Sono gli stessi reati di Dana Lauriola, in realtà, con l’aggravante, per
lei, di aver usato un megafono (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/no-tav-lappello-per-la-scarcerazione-di-dana-lauriola/6123143
e https://www.notav.info/post/la-dichiarazione-di-dana-sui-fatti-del-1-maggio-2019-basta-accanimenti
)
Amnesty chiede, giustamente, la liberazione di Patrick Zaki, “arrestato solo
perché attivista”, scrivono nell’appello.
(https://www.amnesty.it/appelli/liberta-per-patrick/)
Amnesty chiede, giustamente, la liberazione di Dana Lauriola, arrestata
solo perché attivista.
Si moltiplicano le iniziative per chiedere la libertà e per dare la
cittadinanza italiana a Patrick Zaki, d’accordo la maggioranza del Parlamento
Italiano (leggi qui ),
diversi comuni danno la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki.
A Dana Lauriola nessuno, in Parlamento, chiede di dare la
cittadinanza italiana, visto che ce l’ha già, e gli stessi nessuno non chiedono
la liberazione, nessun comune pensa alla
cittadinanza onoraria par Dana Lauriola.
Chi ha il coraggio di spiegare a Patrick che, quando tornerà in Italia,
potrebbe essere un cittadino italiano?
E quindi, se istigasse a proteste e propaganda contro la TAV in Val di
Susa, potrebbe essere indagato, come Erri De Luca?
E se magari sostenesse le sue ragioni pubblicamente con un megafono
andrebbe in prigione, come Dana?
E chi riuscirebbe a spiegargli che le prigioni italiane sono più belle
di quelle egiziane e che i giudici italiani sono brava gente, mica come quelli
cattivi egiziani, e che le leggi democratiche italiane sono più civili di
quelle della dittatura egiziana?
Lettera di Dana: sempre a testa alta, siate saldi!
Carcere delle Vallette, 19
marzo 2021
Car* tutt*,
rieccoci qua dopo un po’ di tempo dall’ultima lettera.
Non è mai facile iniziare a scrivervi, molte sono le cose che vorrei
condividere e, giorno dopo giorno, si accumulano a tal punto che non so bene
come smaltire il grosso. Comunque, ci provo.
Intanto vi rassicuro sulla mia situazione: sto bene,
nonostante il passare del tempo e vari accadimenti. Ho passato dei giorni bui a
causa della positività da Covid-19 di mia mamma e di mio papà. Mi è stata
comunicata tempestivamente e, inevitabilmente, la notizia mi ha provocato
angoscia e paura. Per fortuna ad oggi la loro condizione sanitaria appare buona
e, nonostante qualche inevitabile strascico, sembrano avviarsi verso la
guarigione. Ad altre famiglie, ad altri figli, non è andata così e a tutti loro
mi stringo in un sincero è commosso abbraccio…
In questo luogo, dove molte cose non sono concesse, anche
il dolore è qualcosa che trova a fatica uno spazio di libertà, per esprimersi.
Più passano i mesi e più mi chiedo come una società che
si definisce “civile” possa anche solo tollerare l’esistenza di un’istituzione
come quella carceraria. Vorrei davvero essere in grado di trasmettervi la
bellezza e la profonda umanità delle mie compagne di detenzione. Vorrei potervi
convincere, uno per uno, di quanto meritino la possibilità di vivere una vita
diversa, con altri strumenti, essere messe nella condizione di diventare la
migliore versione di loro stesse. Il carcere, questo luogo disumano, non ha
alcuna utilità e può solo ferire più profondamente di quanto la vita lo abbia
già fatto.
A breve si saprà quali saranno le “riforme” messe in
campo dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. C’è molta speranza tra la
popolazione detenuta che spero, almeno in parte, non venga delusa. So bene che
per poter anche solo immaginare un “sistema” equilibrato, bisognerebbe smontare
pezzo per pezzo tutto il sistema giudiziario, fare cenere delle sue fondamenta,
eliminare le fonti di ingiustizia all’interno della società in cui viviamo e
ridefinire collettivamente una serie di priorità e valori. Insomma, per quanto
Cartabia abbia, sulla carta, un profilo da costituzionalista di alto livello,
non credo sia portatrice di questi ampi interessi e, anche se li avesse, non
sarà il Governo Draghi (Governo “acchiappafondi”) a fornire l’opportunità per
un reale e profondo cambiamento.
Nonostante questo, qui incrociamo le dita e facciamo
lunghi elenchi di possibilità: libertà anticipata di 75 giorni, misure di
clemenza, fondi e percorsi per il reinserimento abitativo e lavorativo,
tribunale di sorveglianza “obbligati” a concedere misure alternative al carcere
laddove ce ne sia la possibilità, ecc…
Qui continuiamo a convivere col Covid, noi come al
maschile e in molte altre carceri del Paese.
Per fortuna nessuna di noi si è ammalata troppo
seriamente ed anche le “positive”, poco alla volta, recuperano in salute. C’è
preoccupazione mista ad un senso di impotenza e per quanto si possa fare
“attenzione”, la promiscuità è inevitabile negli spazi ristretti in cui siamo
costrette 24 ore su 24.
Mi distacco ora dalla realtà inframuraria per condividere
altri pensieri…
Proprio oggi ho letto dell’iniziativa dei giovani del
Fridays For Future (che il saluto con affetto!!!) e mi chiedo come sia
possibile che i media, impegnati in maratone no stop sulla pandemia da tempo
immemore, omettano sistematicamente di dire che gli unici responsabili di
questo disastro e dei suoi morti siamo solo noi! Noi che con la violazione
degli ecosistemi e lo sfruttamento e la devastazione dei territori abbiamo
rotto il patto con la natura, lo stesso che fino ad oggi ci ha permesso di
vivere!
In molti si chiedono come tutto questo sia possibile e se
finirà mai.
Se la prima risposta sta nel capitalismo verace e
sfruttatore, la seconda e sì e che dipende solo da noi! Nessuno però lo dice, il
rischio è quello di far passare un messaggio rivoluzionario su scala globale.
Spetta a noi, quindi, sostenere i giovani che lottano per un pianeta vivibile e
per un futuro che, francamente, per loro, mi sembra nero sotto molti punti di
vista!
In quest’ultimo mese si sono susseguiti molti avvenimenti
e le lotte, che con fatica si sono manifestate a causa delle restrizioni della
pandemia, mi sono giunte forti e chiare: l’8 marzo delle donne e le
manifestazioni di studenti ed insegnanti sono solo alcune, senza dimenticare la
mia amata Valle a cui dedicherò l’opportuno spazio a fine lettera. Con emozione
ricevo queste immagini e ne sono stimolata.
Vorrei ringraziare con tutto il cuore le Mamme in Piazza
per la Libertà di Dissenso e i/le compagn* tutt* che ogni giovedì sono una
presenza amica sotto al carcere che dà forza a tutte noi.
Mando un altrettanto grosso ringraziamento alle compagne
dell’Udi di Palermo e a tutti coloro che si stanno battendo per la mia
liberazione e per accendere un faro sulla difficile condizione di noi detenute
e detenuti.
Un ringraziamento, perché forse finora non ne ho fatti
troppo pochi, a tutte le persone che da oltre sei mesi e da tutto il Paese
continuano a scrivermi lettere, cartoline, disegni, e mi inviano, fiori, gatti
e farfalle. Mi aprite ogni volta un’inaspettata finestra sul mondo e grazie a
voi, per qualche minuto, non vedo sbarre né cemento.
Per concludere, il mio pensiero va là alla mia amata
Valle.
In questi giorni state lottando, di nuovo, contro gli
incendi. So bene quanto doloroso sia vedere bruciare i nostri boschi e i nostri
alberi e non posso che non condividere con voi questo dispiacere. Mentre la
valle brucia e lotta contro la pandemia, si vede espropriare manu militari i
terreni di nostra proprietà da parte dell’azienda Telt, su mandato dello Stato
italiano. Non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti, credo che la realtà
sia sotto gli occhi di tutti!
La lotta No Tav, irriducibile come il suo no alla
devastazione della nostra terra e allo sperpero di denaro pubblico, mi insegna
ogni giorno il valore della resistenza e della lotta. Se potessi scegliere
oggi, dal carcere in cui sono rinchiusa, tra altre mille vite, quella accanto a
voi sarebbe per me l’unica desiderabile. I giganti che da decenni ci troviamo a
fronteggiare hanno i piedi d’argilla perché sono stati costruiti su menzogne e
inganni, prima o poi, se sapremo restare uniti e determinati, li faremo andare
giù!
Vorrei ancora, scusate se sono prolissa ma l’aveva
anticipato, dedicare un pensiero ai compagni dei Si-Cobas colpiti pochi giorni
fa da un’infame inchiesta giudiziaria per la loro attività sindacale di lotta,
a loro va tutta la mia solidarietà e l’impegno, per quanto possibile, a dar
voce alla loro iniziativa per smascherare questa vergognosa operazione!
Solidarietà anche alle sorelle e ai fratelli del comitato
No Grandi Navi di Venezia che, per difendere la laguna dai mostri delle navi da
crociera, si trovano ora sotto attacco e a dover sostenere onerose spese
legali. Sono sicura che anche in questo caso la solidarietà sarà anche diffusa,
io sono sempre con voi! (Anche sui barchini!)
Chiudo, finalmente, confermandovi che il 14 aprile ci
sarà la “Camera di Consiglio” presso il Tribunale di Sorveglianza per valutare
mie eventuali misure alternative al carcere. Sappiate che comunque vada, io
sono serena.
Sono in contatto con me stessa e la mia voglia di lottare
per un mondo più giusto, e più vivace che mai. Sono con voi, in ogni momento.
Sempre a testa alta, siate saldi!
Avanti No Tav!
Dana
Ps. Rispetto alla chiusura indagini e le relative misure
cautelari sul Primo Maggio 2019, non posso che restare allibita dalla
strumentalità messa in campo da Questura e Pubblico Ministero.
Quella giornata, attraversata da migliaia di persone
nello spezzone sociale insieme al movimento No Tav, è stato unicamente un atto
di dignità verso chi, non volendoci in piazza, fa da tempo ormai di temi
importanti come i diritti sociali e quelli lavorativi discorsi ed azioni al
ribasso.
Noi, padroni di niente, ma soprattutto schiavi di
nessuno, abbiamo dato voce a chi lotta per un futuro diverso, per i diritti e a
difesa della Terra e dell’ambiente. Abbiamo difeso il nostro diritto a
manifestare e non ci siamo accontentati di una sfilata fine a se stessa con
unico intento quello celebrativo.
Siamo tanti a non accontentarci delle briciole e a non
credere alle solite bugie.
Ai compagn* colpit* insieme a me dalle misure cautelari
(nel mio caso come il gioco carta-forbice-pietra il carcere in cui già mi trovo
vince il banco quindi le firme sono per ora rimandate) va il mio abbraccio più
sincero.
Siate saldi!
La
dichiarazione di Dana sui fatti del 1 maggio 2019: basta accanimenti!
Condividiamo
molto volentieri la dichiarazione spontanea rilasciata da Dana, a nostro avviso
doverosa e giusta, durante l’interrogatorio di garanzia in seguito alla
denuncia per il Primo Maggio 2019. Questo accanimento deve finire!
“Ho appreso
dall’ordinanza applicativa, notificatami in carcere, che mi sono addebitati
alcuni reati per la giornata del primo maggio 2019.
Sempre della
stessa, ho avuto contezza della ricostruzione dei fatti, evidentemente fornita
dalla Questura cittadina alla Procura, tale ricostruzione non è sicuramente
veritiera.
Vengono omessi
importanti elementi che, inseriti nella corretta cronologia dei fatti,
avrebbero permesso d’interpretare la giornata e le azioni in essa susseguitisi,
sotto un’altra luce, sicuramente non incriminante.
Questa lettura ha
comportato l’emissione di misure cautelari a distanza di due anni dai fatti,
tempo credo troppo lungo per giustificare una reale esigenza delle cautelari.
In quella
giornata, per molte volte e dal principio ossia poco dopo il concentramento in
Piazza Vittorio, la parte più numerosa della manifestazione, costituita da
migliaia di persone, è stata oggetto di tentativi non solo di rallentamento, ma
di una vera e propria espulsione dal corteo.
La negazione del
diritto a manifestare e di quello a veicolare in piazza contenuti dall’alto
valore ideale e morale è stata per tutta la giornata l’elemento che ha
determinato i fatti qui descritti in maniera fuorviante.
Sono stata per
tutta la giornata sopra il fugone dello “spezzone sociale”, impegnata
nell’attività di speakeraggio. Non ho commesso alcuno dei reati che mi vengono
addebitati e, soprattutto, ho esercitato il mio diritto alla “parola” e al
libero pensiero, descrivendo ciò che vedevo con i miei occhi.
Pertanto, ritengo
che ad essere violati oggi siano i miei diritti costituzionali e che questa
misura sia priva di fondamento.”
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