Ho presentato una mozione per impegnare il governo a intraprendere ogni utile iniziativa finalizzata a garantire la protezione e l'incolumità di Julian Assange da parte delle autorità britanniche e a scongiurarne l'estradizione.
Ad Assange bisognerebbe riconoscere lo status di rifugiato politico e la
protezione internazionale, in virtù delle riconosciute e accettate disposizioni
internazionali sul diritto d'asilo
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Questo il testo della mozione:
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MOZIONE
La Camera,
premesso che:
il 28 marzo 2021 Stella Morris, moglie di Julian Assange, ha riportato la
notizia di una lettera personale da parte di Papa Francesco recapitata al
marito, incarcerato nel Regno unito dal 2019, per il tramite del prete del
penitenziario;
Julian Assange, cittadino australiano, è al centro di un caso diplomatico e
giuridico che dura ormai da undici lunghissimi anni;
giornalista, attivista e programmatore informatico, nel 2006 Assange ha
fondato il sito wikileaks.org (WikiLeaks) con l’obiettivo di offrire uno spazio
libero ai whistleblower disposti a pubblicare documenti sensibili e
compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati;
il sito, negli anni, è stato curato da molti giornalisti, attivisti e
scienziati riscuotendo sempre maggiore attenzione nell’opinione pubblica,
rivelando segreti e scandali, relativi, tra gli altri, a guerre, loschi affari
commerciali, episodi di corruzione e di evasione fiscale;
le rivelazioni di WikiLeaks hanno contribuito ad aumentare la
consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a
governi, uomini di potere, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione
ufficiale;
nel 2010 Assange è assurto ad ampia notorietà internazionale per aver
rivelato tramite WikiLeaks documenti classificati statunitensi, ricevuti dalla
ex militare Chelsea Manning, riguardanti diversi crimini di guerra;
nell’ottobre del 2010, pochi mesi prima delle accuse avviate contro Julian
Assange in Svezia, WikiLeaks pubblicò video e documenti diplomatici relativi
alle guerre in Afghanistan e in Iraq. Fu una delle più grandi fughe di notizie
della storia che documentarono abusi delle forze americane, compresa l’uccisione
di decine di civili, compresi due giornalisti della Reuters, da parte di un
elicottero da guerra statunitense Apache a Baghdad nel 2007;
WikiLeaks, attraverso il così denominato “Cablegate”, diffuse più di 300
mila documenti riservati dell’esercito statunitense che rivelarono gravi
inadempienze della autorità nel perseguire abusi, torture, violenze perpetrate
durante le guerre in Afghanistan e Iraq;
durante le primarie presidenziali del Partito Democratico statunitense del
2016, WikiLeaks pubblicò delle e-mail inviate e ricevute dalla candidata
Hillary Clinton dal suo server di e-mail privato quando era Segretario di stato
dimostrando, tra l'altro, il coinvolgimento dell'Arabia Saudita e del Qatar in
varie azioni di supporto alla formazione dello Stato Islamico in Siria e in
Iraq (ISIS) e ponendo concreti dubbi sul coinvolgimento statunitense in esse;
per le sue rivelazioni Julian Assange ha ricevuto svariati encomi da
privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la
"Gold medal for Peace with Justice" da Sydney Peace Foundation e il
"Martha Gellhorn Prize for Journalism"), ed è stato ripetutamente
proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e
trasparenza;
nel 2012, per sfuggire all’arresto da parte della polizia britannica,
Julian Assange trovò asilo presso l’ambasciata dell’Ecuador, il cui governo gli
avrebbe riconosciuto in quello stesso anno lo status di rifugiato politico e il
diritto d’asilo;
l’11 aprile 2019, la polizia britannica ha arrestato Julian Assange
all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londa, con il consenso delle
autorità ecuadoriane dopo che, in seguito al cambio di governo, le stesse gli
avevano revocato lo status di rifugiato;
nella serata del 11 aprile, Julian Assange è stato condotto dinanzi alla
Westminster Magistrates' Court, dove sembrerebbe sia stato riconosciuto
colpevole ipso facto d'aver violato nel 2012 i termini della cauzione: ovvero
quando aveva deciso di rifugiarsi nell'ambasciata ecuadoriana e di non
comparire di fronte a un giudice britannico che lo aveva convocato per conto
della magistratura svedese nell'ambito di una controversa inchiesta per
presunto stupro e molestie avviate contro di lui a Stoccolma, accuse poi
archiviate;
oggi quindi Julian Assange risulta essere detenuto nel Regno unito per aver
violato le condizioni di una libertà vigilata imposte sulla base di un mandato
poi revocato, ma la motivazione reale della sua detenzione parrebbe risiedere
nella richiesta di estradizione da parte degli Stati uniti;
le autorità di Washington asseriscono infatti che Julian Assange e
WikiLeaks avrebbero messo a repentaglio la sicurezza nazionale degli Stati
uniti. Con questa stessa accusa Chelsea Manning, che a WikiLeaks fornì i
documenti nel 2010, è stata dapprima condannata a 35 anni di prigione e,
successivamente, graziata dal Presidente Obama;
l’estradizione nei confronti di Assange troverebbe una ragione di
fondamento in un atto di accusa segretamente depositato ad Alexandria, nello
stato del Virginia, che consisterebbe di un solo capo di imputazione, insieme a
Chelsea Manning, relativo al reato di pirateria informatica, anche se
sembrerebbe che il ministero della giustizia statunitense abbia contestato ad
Assange altri reati, tra cui quelli di cospirazione e spionaggio;
dopo quasi undici anni, quello in atto contro Julian Assange assume i
contorni di una persecuzione contro la persona e di una ritorsione contro il
progetto WikiLeaks, ma rappresenta anche un pericoloso precedente per
attivisti, giornalisti e whistleblower negli Stati uniti così come in qualunque
altro Stato;
la detenzione di Julian Assange – i cui presupposti erano già stati
respinti nel 2015 dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria
e rivelatasi anche avvenire in condizioni gravosamente severe – nonché le
eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli USA, hanno suscitato
forte protesta e appelli per il rilascio da parte dell'opinione pubblica e di
svariate organizzazioni per i diritti umani;
nel novembre 2019 il relatore Onu sulla tortura ha dichiarato che Assange
avrebbe dovuto essere rilasciato e la sua estradizione negata, dichiarazione
successivamente fatta propria anche dal Consiglio d'Europa, di cui il Regno unito
è peraltro Stato membro fondatore;
nel dicembre 2020 lo stesso relatore Onu sulla tortura, oltre a rinnovare
l'appello per l'immediata liberazione di Assange, ha chiesto, senza esito, che
questi venisse almeno trasferito dal carcere ad un contesto di arresti
domiciliari;
il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese ha negato l'estradizione di Assange
per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute
mentale per l’alto rischio di tendenze suicide;
tuttavia, nonostante quanto espresso in precedenza e nonostante le precarie
condizioni di salute, Julian Assange risulta ancora detenuto in condizioni
gravosamente severe presso la prigione di Belmarsh;
per questa ragione è opportuno esercitare la massima pressione sul Regno
unito affinché comprenda la gravità della situazione e garantisca la protezione
di Julian Assange, accogliendo quanto richiesto dal relatore Onu sulla tortura
e quanto fatto proprio dal Consiglio d’Europa, massima istituzione per lo stato
di diritto e per la tutela dei diritti umani di cui il Regno unito è membro
fondatore;
finché a Julian Assange non verrà riconosciuta la piena libertà, lo status
di rifugiato politico e la protezione internazionale, il rischio che egli possa
andare incontro a violazioni dei diritti umani sarà sempre concreto e
incombente, oltre a condizioni detentive che violerebbero il divieto assoluto
di tortura e di altri maltrattamenti e un processo iniquo che, negli Stati
Uniti, potrebbe essere seguito dalla pena di morte, a causa del suo lavoro con
WikiLeaks;
impegna il Governo:
ad intraprendere, anche in aderenza alle Convenzioni internazionali e
specificatamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali, ogni utile iniziativa finalizzata a
garantire la protezione e l’incolumità di Julian Assange da parte delle
autorità britanniche e a scongiurarne l’estradizione;
a riconoscere lo status di rifugiato politico e la protezione
internazionale a Julian Assange, in virtù delle riconosciute e accettate disposizioni
internazionali sul diritto d’asilo.
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