Siamo tutti rimasti increduli di fronte all’omicidio di Willy, un ragazzo
di 21 anni colpevole di essersi opposto alle violenze di un gruppo di bulli.
Eroe inconsapevole di una battaglia contro l’ignoranza, la stupidità e
l’abbandono. Non il primo a Roma e provincia.
Nella grande periferia di Roma, che include molti comuni limitrofi e
sicuramente Colleferro che ha a lungo ospitato l’inceneritore della capitale,
c’è molto abbandono ma non sempre vuoto.
Abbandono perché le condizioni materiali di vita sono peggiorate sempre più
negli ultimi anni. Dove non si è costruito un inceneritore magari si è
costruito un nucleo di case senza servizi o si sono lasciati gli immobili delle
case popolari a marcire senza manutenzione.
Lo spettacolo che offre la campagna romana non è quello raccontato Goethe
ma è quello di lande dimenticate tra qualche scheletro in costruzione e tante
terre di nessuno.
Ma non c’è vuoto perché ci sono migliaia di persone attive che difendono
millimetro dopo millimetro lo spazio pubblico e la comunità. E lo fanno senza
l’aiuto di nessuno, conquistandosi ogni giorno il diritto ad esistere,
resistendo.
Si parla di sport violenti e di palestre dove si insegna a combattere e non
l’etica nobile di ogni disciplina marziale o sportiva. Ma non si
considerano le tantissime esperienze di sport sociale che popolano la periferia
di Roma.
Come i ragazzi del Quarticciolo che con la loro palestra popolare
allontanano decine di giovani dallo spaccio e dalla strada. O le iniziative di
Calcio sociale a Corviale e a Pietralata.
Si parla di comuni dimenticati ma Colleferro ha un sindaco giovane e molto
bravo che opera per rendere la città vivibile e migliorarla. E ci sono
nell’area di Artena due circoli Arci molto presenti e attivi e una parrocchia
che presidia il territorio con attenzione.
E poi sono decine le persone che operano per iniziative sociali, culturali
e onesti imprenditori che offrono svago e intrattenimento, tutti contendendo lo
spazio allo spaccio che è aumentato vertiginosamente negli ultimi dieci anni.
Quanto sostegno hanno queste realtà? Chi sta pensando, oltre le elezioni,
alle periferie della città metropolitana di Roma? A Roma si fa solo
toto-nomi per le candidature? Ma quale è la visione della città che opera per
includere e non escludere? O per sostenere il baluardo rappresentato dalle
scuole.
Quanto spazio ancora si vuole lasciare alla criminalità, che dati alla mano
già governa pezzi di città e provincia, e quanto se ne vuole recuperare alla
comunità? Alterneremo ancora un rogo a Centocelle a un omicidio fatto da
piccoli criminali per molto tempo ancora?
Non so quante vittime di abbandono e degrado bisogna attendere. Quanti
giovani imbottiti di nulla del web, di droga e ideologizzati dalle forze
scioviniste siano necessari per reagire?
Il tempo è molto limitato. La crisi sociale ed economica che colpisce Roma
con il Covid, la cui economia è molto legata al
turismo e al funzionamento degli uffici a pieno regime, non può essere
sottovalutata. Ha bisogno di impegno ampio di soggetti pubblici e privati.
Ha bisogno di impegno civico diffuso. Il disagio esiste ed è forte ma si
può reagire magari cominciando a non sgomberare gli spazi sociali, come accade
a Roma sempre più spesso, ma riempiendoli di iniziative e sostenendoli. E
creandone di nuovi, offrendo alle persone la possibilità di ricostruire un
vivere comune pacifico e solidale.
Non è impossibile: Roma e provincia hanno sempre avuto esperienze del
genere, la città seppur fragile ha ancora cuore e bellezza da vendere. Lo ha
dimostrato durante il Covid con reti solidali uniche e spontanee.
L’AS Roma ha ricordato subito Willy con un messaggio di cordoglio. Avremmo bisogno di
gesti del genere quotidiani da parte di istituzioni ed enti che hanno una voce
ascoltata.
L’indignazione e lo scandalo devono essere collettivi, perpetui e farci
agire ogni giorno per non abbandonare nessun pezzo di città. Ciao Willy che la
terra ti sia lieve.
(Articolo pubblicato anche sul Blog dell’huffingtonpost)
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