"Eh, ma era anziano". "Eh, ma aveva altre patologie". Si sentono e si leggono sempre più spesso questi commenti davanti alla notizia della morte di qualcuno che era risultato positivo al coronavirus. È successo anche ieri, dopo il decesso di Fabio Lecis, 33 anni, di Isili, operatore socio sanitario contagiato durante una vacanza in Costa Smeralda. Morto appena arrivato al pronto soccorso del Santissima Trinità, dopo una disperata corsa in ambulanza che lo ha prelevato in condizioni critiche dalla casa in paese, dove si era isolato. Oggi on ospedale ci sono anche gli anziani genitori: sono positivi. E di fronte a questo quadro, e a quelle affermazioni, prende posizione Marco Mura, medico del reparto di Radiologia dell'ospedale cagliaritano teatro del dramma. Non usa mezze misure, nell'esprimersi. E riportiamo integralmente il suo pensiero.
A tutti quelli che si attaccano alla frase “aveva patologie pregresse” come
a una zattera nel mare in tempesta, ricordo che parliamo di un ragazzo le cui
fantomatiche patologie pregresse consentivano di svolgere un’attività
lavorativa e, non ultimo, andare a ballare e divertirsi in Costa Smeralda come
altri coetanei.
È morto di insufficienza respiratoria acuta determinata da polmonite
interstiziale.
Se poi aveva il colesterolo alto o l’unghia incarnita questo non modifica
il senso generale del discorso che dovrebbe essere chiaro a tutti.
Di Covid si può morire, a qualunque età.
Leggo che si muore anche di infarto, e sono d’accordo, infatti esistono le
unità coronariche.
Ma un cardiopatico che ti starnutisce in faccia non ti fa diventare un
cardiopatico.
Quindi mettetevi quella stracazzo di mascherina.
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