Corpo mio, ora che non viaggeremo più molto a lungo insieme
comincio a provare una nuova tenerezza verso di te, molto cruda e inconsueta,
come i ricordi che ho dell’amore quand’ero giovane -
l’amore che era così spesso sciocco nei suoi intenti
ma mai nelle sue scelte, nelle sue intensità.
Troppo chiedere in anticipo, troppo che non poteva essere promesso -
La mia anima è stata così paurosa, così violenta:
perdona la sua brutalità.
Come fosse quell’anima, la mia mano si muove cauta sopra di te,
non volendo recare offesa
ma impaziente, finalmente, di raggiungere l’espressione come sostanza:
non è la terra che mi mancherà,
sei tu che mi mancherai.
Louise Glück è una poeta statunitense nata nel 1943. Ha vinto il premio
Pulitzer per la poesia nel 1993 e il premio Nobel per la letteratura nel 2020.
Questa poesia – tratta dalla sua undicesima raccolta, A village life (Farrar,
Straus and Giroux 2009) – è stata pubblicata sul numero 1038 di
Internazionale. Traduzione di Francesca Spinelli.
Grazie. La farò conoscere anch'io dal mio blog. Noto qualche somiglianza tra la Szymborska e la Glück.
RispondiEliminai poeti sono come i pittori, se usano poche parole, come i pittori astratti, con poche righe fanno un quadro, e se i poeti sono bravi (e brave) si fanno capire da tutti.
EliminaSzymborska e Glück sono di quelle brave