Pubblichiamo l’appello promosso da BUKO Pharma-Kampagne and medico
international (Germania), Outras Palavras (Brasile), Movimento per la salute
del popolo e Società per lo sviluppo internazionale.
Riportiamo la traduzione dell’appello sottoscritto anche da Medicina
Democratica Onlus, con qualche “licenza poetica” per renderlo più chiaro.
Il mondo è diventato un paziente. Il nuovo virus corona è un enigma medico
globale che i governi, le aziende farmaceutiche e le organizzazioni
internazionali stanno cercando di decifrare con una comunione raramente vista
prima. Il livello di scambio transfrontaliero di dati, metodi di ricerca e
prove sottolinea il ruolo cruciale svolto dalle comunità transnazionali di
scienziati ed esperti. Con lo sviluppo dei vaccini e i relativi test clinici,
molti sperano che il virus sarà completamente sconfitto, arrivati al vaccino i
rimanenti problemi saranno solo questioni di logistica, per la sua
distribuzione.
Purtroppo, non è così semplice. Perché la storia di ogni epidemia è anche una
storia dell’interazione tra conoscenza, potere e politica. Non solo, alcuni
governi minimizzano il pericolo del virus e metteno così in pericolo migliaia
di vite umane. Per poter contrastare con successo il Covid-19, i governi di
tutto il mondo devono prima creare le condizioni per rendere i risultati della
ricerca trasparenti e accessibili e per considerare le conoscenze mediche via
via raccolte, comprese le opzioni terapeutiche, come un bene comune
dell’umanità. Ciò è necessario per trovare un vaccino più rapidamente e allo
stesso tempo per garantire una distribuzione equa di esso.
Come abbiamo appreso dopo l’introduzione del regime di monopolio TRIPS
(Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights, 1995), per
la gestione della proprietà intellettuale, 25 anni fa da parte
dell’Organizzazione Mondiate del Commercio, il sistema globale di brevetti ha
sempre più orientato la produzione di conoscenza nel settore sanitario verso
profitti e rendimenti sugli investimenti, piuttosto che verso la ricerca e lo
sviluppo di farmaci tanto necessari e la loro distribuzione – soprattutto dove
le persone non possono permetterseli. Mentre i sistemi sanitari iniqui
continuano ad escludere molte comunità vulnerabili dalle cure a causa del loro
condizioni sociali, culturali e del loro reddito, allo stesso tempo questa
esclusione ha da tempo cessato di essere confinata geograficamente : le zone di
esclusione vanno dai campi profughi alle baraccopoli urbane a interi paesi.
Un’ingiustizia globale che va oltre il Coronavirus: nonostante il rapido
progresso medico e l’esistenza di farmaci per curare o curare, milioni di
persone muoiono ogni anno in questo mondo a causa di malattie come la
tubercolosi, il diabete o l’AIDS. L’OMS stima che un terzo di tutti i pazienti,
a livello globale, non ha accesso tempestivo a farmaci necessari a causa dei
prezzi elevati e di altre barriere strutturali. Inoltre, solo una frazione di
tutta la ricerca sanitaria si occupa di problemi di salute delle persone
emarginate a livello globale. L’industria farmaceutica ricerca e sviluppa
principalmente farmaci che possono essere commercializzati in modo
redditizio.Questo modello di brevetto assicura che anche quei farmaci
sviluppati con fondi pubblici siano messi a disposizione ad un prezzo elevato.
Si tratta di una forma di privatizzazione che ignora il fatto che un meccanismo
pubblico di ricerca e sviluppo (R-D) sarebbe economicamente più favorevole del
rifinanziamento della ricerca (privata) attraverso brevetti e prezzi elevati.
Interventi di modifica sul sistema brevettuale internazionale vigente, come la
riduzione dei prezzi dei farmaci per l’HIV/AIDS, hanno richiesto anni di
protesta e di attivismo pubblico internazionale, questo non ha impedito che
nuove barriere di accesso per le cure sono emerse quando sono stati resi
disponibili strumenti medici necessari di ultima generazione.
Inoltre, il sistema dei brevetti crea ostacoli alla ricerca stessa
brevettando metodi e strumenti di ricerca sempre più importanti. Questo sistema
è diventato uno dei più grandi ostacoli globali nella fornitura di farmaci
salvavita alle persone. Il superamento di questo sistema anticipa un futuro in
cui i servizi sociali essenziali dovranno essere liberati dal mercato e dal
principio di profitto.
E’ ora – nel bel mezzo della pandemia – che è il momento di uno slancio
per ottenere questo cambiamento politico fondamentale. La pandemia da
coronavirus dimostra che la politica sanitaria è un compito globale che i
governi devono intraprendere con senso di responsabilità per l’interesse
comune, e deve essere guidata da principi fondati sui diritti umani – essere in
grado di salvare vite umane è una strategia chiave per un contratto sociale
sano tra un governo e la sua società.
Noi, sottoscritti, chiediamo ai nostri governi che le esigenze sanitarie
delle persone prevalgano sugli interessi di profitto, i farmaci vanno
considerati e trattati come beni pubblici globali e il potere delle aziende
farmaceutiche deve essere regolamentato. Elementi indispensabili per questo obiettivo
è scollegare i costi di ricerca dal prezzo dei farmaci essenziali e la
trasparenza delle conoscenze mediche.
Le fondamenta di questo approccio devono essere gettate da un trattato
internazionale da negoziare sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della
sanità per il finanziamento obbligatorio e coordinato della ricerca e dello
sviluppo per i medicinali essenziali, la diagnostica e i vaccini al fine della
loro messa universale messa a disposizione.
Poiché questo cambiamento fondamentale di direzione necessita di tempi non
brevi anche per raccogliere il necessario consenso politico tra gli Stati,
chiediamo che le seguenti misure siano adottate immediatamente:
– Incrementare la domanda e la registrazione di “brevetti equi” (di
proprietà universale) fondati su attività di ricerca e di sviluppo finanziati
con fondi pubblici per garantire la proprietà pubblica dei risultati.
– La definizione di un gruppo di brevetti riconosciuti come beni pubblici
globali, aggiornabile nel tempo e per necessità, disponibili gratuitamente per
la ricerca e la produzione di conoscenze sanitarie anche per consentire una
gestione più semplice e più conveniente degli accordi di licenza, con sede
presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
– Sostenere la produzione farmaceutica locale nell’ambito della azione pubblica
in paesi che non hanno proprie capacità produttive (attraverso il trasferimento
tecnologico e il riconoscimento di poteri regolatori pubblici).
– Creare efficienti sistemi di distribuzione regionali per i medicinali e tutti
i prodotti medicali necessari per garantire che i prezzi siano accessibili e
non orientati al profitto.
Testo originale qui
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