La Banca
Mondiale ha continuato a investire nei combustibili fossili nonostante si fosse
impegnata a contrastare la crisi climatica. Lo rivela nel suo ultimo rapporto l’organizzazione tedesca Urgewald in
concomitanza con gli incontri annuali delle Istituzioni Finanziarie
Internazionali (la stessa Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale),
che quest’anno per l’emergenza covid-19 si stanno svolgendo su piattaforme
digitali.
Proprio
online è prevista una mobilitazione globale della società civile. Per saperne
di più: https://worldbankactionday.org/
Tornando allo studio di Urgewald, in esso di evidenzia come la World Bank
abbia speso più di 12 miliardi di dollari in progetti per l’estrazione di
combustibili fossili da quando nel 2015 è stato adottato l’Accordo di Parigi.
L’ultimo conteggio di Urgewald sulla spesa della Banca Mondiale per i
combustibili fossili ha mostrato che la maggior parte del denaro investito
negli ultimi cinque anni, circa 10,5 miliardi di dollari, è stato costituito da
nuovi finanziamenti diretti per progetti, inclusi nuovi prestiti, garanzie e
capitale proprio.
La Banca Mondiale ha di recente affermato di aver smesso di finanziare gli
investimenti nel petrolio e nel gas nel 2019, ma che continua ad assistere i
“paesi in via di sviluppo dipendenti da tali risorse” con “consigli su
soluzioni energetiche economicamente valide”.
I ricercatori del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente hanno scoperto
che il mondo è attualmente sulla “buona strada” per sfruttare il 120% in più di
combustibili fossili entro il 2030, in aperto contrasto con l’obiettivo
dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento medio delle temperature globali
al di sotto di 1,5 gradi Celsius.
La stessa Banca Mondiale ha fatto sapere che senza misure urgenti per
mitigare gli effetti del riscaldamento globale, entro il 2030 il cambiamento
climatico porterà più di 100 milioni di persone alla povertà. Ma l’istituzione
è “una grande parte del problema”, ha spiegato Urgewald in un comunicato.
“Il nuovo rapporto mostra come i banchieri di Washington non abbiano ridotto il loro sostegno ai combustibili fossili”, ha dichiarato Heike Mainhard, campaigner di Urgewald. “Hanno promesso di aiutare i paesi più poveri ad affrontare la transizione energetica, ma quello che stanno realmente facendo è sostenere l’espansione dei combustibili fossili”.
Urgewald ha citato come esempi i seguenti progetti recentemente sostenuti dalla
Banca Mondiale:
• maggio
2020, 38 milioni di dollari per continuare un programma di assistenza tecnica a
sostegno del petrolio e del gas in Brasile.
• marzo
2019, 20 milioni di dollari per il Petroleum Resource Governance and Management
Project in Guyana, con un progetto di assistenza dovrebbe durare almeno fino ad
aprile 2021.
Il rapporto
di Urgewald è stato di fatto “sottoscritto” anche dal Segretario Generale delle
Nazioni Unite, Antonio Guterres, che questa settimana ha chiesto a tutte le
banche multilaterali di sviluppo di smettere di finanziare il settore dei
combustibili fossili.
Guarda il
video: “Come
la Banca Mondiale sta trasformando la Guyana nell’ultima vittima mondiale della
maledizione del petrolio”:
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