“L’anno in cui ha vinto le elezioni, Donald J. Trump ha pagato 750 dollari di tasse sul reddito. Nel suo primo anno alla Casa Bianca, ha pagato altri 750 dollari. Non ha pagato tasse in dieci dei quindici anni precedenti, in buona parte perché ha dichiarato di aver perso molti più soldi di quanti ne ha guadagnati”.
Il New York
Times ha passato al setaccio migliaia di pagine di documenti. E
la conclusione è che Donald Trump, uno degli imprenditori più famosi e ricchi
degli Stati Uniti, ha grossi guai finanziari e debiti in scadenza per 400
milioni di dollari. Le poche imprese che gli vanno bene stanno in piedi perché
si avvantaggiano del suo essere presidente. E sulle centinaia di milioni di
dollari che incassa ogni anno dalle varie attività ha pagato poche tasse anche
perché gli affari gli vanno così male che ha avuto diritto a cospicue
detrazioni fiscali e ha usato con scaltrezza tutte le norme disponibili per
eludere le imposte.
“Da un punto di vista sostanziale, tuttavia, l’elusione fiscale di Trump è
meno importante della conferma di ciò che molti già sospettavano: la sua
immagine accuratamente coltivata di uomo d’affari di grande successo è, come
direbbe lui, una fake news. In realtà, ha fatto un
pessimo lavoro nella gestione dei suoi affari”, ha scritto Paul
Krugman sul New York Times.
Resta l’oltraggio di così poche tasse pagate da un imprenditore che,
calcola Forbes, ha un patrimonio di 2,5 miliardi di dollari. La deputata
democratica Alexandria Ocasio-Cortez, che prima di essere eletta lavorava come
cameriera in un bar, ha scritto su
Twitter: “Nel 2016 e nel 2017 ho pagato migliaia di dollari all’anno
in tasse facendo la barista. Trump ha pagato 750 dollari. Ha contribuito a
finanziare le nostre comunità meno delle cameriere e degli immigrati senza
documenti. Donald Trump si preoccupa più di se stesso che del nostro paese”. È
ricchissimo, ha montagne di debiti, paga meno tasse possibile: il ritratto del
perfetto capitalista.
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