Car* tutt*, sono al sesto
giorno di detenzione e ho iniziato a comprendere i complessi
meccanismi che regolano la vita delle detenute. Anzi, mi correggo, inizialmente
sono complessi, poi capisci un paio di principi base e tutto diventa più
chiaro. Mi spiegherò meglio dopo.
Al mattino mi sveglio ancora convinta di essere a
casa, poi non appena lo sguardo mette a fuoco qualche dettaglio, realizzo di
trovarmi qui ed è e devo dire che la sensazione mi fa svegliare
repentinamente. Le giornate sono
scandite da una serie di eventi che si ripetono sempre uguali a se stessi:
vitto (colazione), aria/doccia, vitto (pranzo), aria/doccia, vitto (cena).
Mi sveglio però molto prima fuori è ancora buio, ma in sezione iniziano a
pulire le lavoranti, si sente odore di caffè, le agenti parlano ad alta voce.
Sono ancora nella sezione nuovi giunti, a metà dell’isolamento domiciliare
(prevenzione covid) e qui le celle
sono chiuse 24 ore su 24. Si esce solo per andare all’aria, farsi la
doccia, incontrare avvocati ed eventualmente per chi lo richiede educatrici,
psicologa, prete ecc.
Essendo praticamente in isolamento, ho avuto modo di conoscere solo le
detenute che come me sono in isolamento domiciliare (passiamo l’aria
insieme) e sono davvero grata a queste donne che mi hanno accettata come una sorella. La solidarietà è concreta, materiale e umana, c’è qualcosa che fa la
differenza perché nei momenti di sconforto c’è sempre qualcuno, che nel nostro
caso da dietro le sbarre della cella, interrompe le attività che sta svolgendo
per una chiacchierata, una battuta, ecc. Stamattina una detenuta ha
cantato, benissimo oltretutto, per una mezz’oretta e ci ha tutte
rilassate. Devo ammettere che
l’impatto col carcere, soprattutto se sai che dovrai rimanerci per un po’, è
forte, violento.
Il sistema carcerario, nonostante se ne
dica, non ha nulla di educativo.
È una punizione, severa e bisogna fare appello agli strumenti più profondi di
sé per poterlo affrontare. È una scissione netta perché improvvisamente non fai
più nulla di quello che facevi il giorno prima, non hai vicino fisicamente le
persone che ami, non puoi più fare quello che ti piace e nel mio caso, non
ridete so che è cosa nota, non puoi stare con i tuoi amici animali.
Mi consolo con due piccioni (ormai sono
sicura che siano sempre gli stessi) che vivono sulle mura che stanno di fronte
alla finestra della mia cella. Se
Nicoletta aveva dolci uccellini, io ho due piccioni, ma sono svegli e
seguono con attenzione quello che faccio. Questa sciocca considerazione è per
spezzare un po’ il clima cupo che ho creato nelle righe precedenti perché,
nonostante il carcere sia un luogo brutto, io sto bene. Ma ne parlerò ancora
però perché credo che luoghi così non dovrebbero esistere.
Ho visto al Tg le immagini del mio arresto e della mia fiaccolata, da oggi
ho iniziato a ricevere la posta. È stato molto emozionante, devo ammetterlo, e
poco alla volta proverò a rispondere a tutti. Leggo molto, anzi moltissimo, disegno e già solo queste due attività mi danno molta quiete
e soddisfazione. Da oggi riceverò anche i giornali. Insomma, bene così.
Parlo di noi raccontandomi, della lotta al TAV e delle altre e
sento un orgoglio infinito che mi dà molta forza e serenità.
In questo luogo di deprivazione e sofferenza, ciò
che facciamo ha un gran bel valore e serve a mantenere viva la speranza per un futuro che speriamo possa essere più
giusto per tutti, anche per gli ultimi che il sistema nasconde qui dentro.
So che mi mancherà poter contribuire attivamente ai prossimi mesi di
mobilitazione in Valle, ma so anche che il movimento saprà mettere in campo
tutte le risorse per resistere ancora una volta alle aggressioni che verranno
mosse da chi vuole a tutti i costi il TAV. La nostra lotta è per il futuro di tutti, abbiamo una grande
responsabilità.
Per ora vi saluto, ringrazio la Cassa Antirepressione Alpi Occidentali,
Riccardo per “La Valle degli Eretici” e tutti gli amici e compagni, lontani e
vicini, che mi hanno già scritto. Un pensiero particolare va a Stefanino (anche
lui agli arresti) a tutta l’Askatasuna e alla mia amata Valle. Vi voglio bene,
state saldi.
Avanti No Tav!
(Fonte: Notav.info)
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