Ken Loach, uno dei registi britannici più acclamati, ha passato più di
mezzo secolo a mettere in scena il calvario dei poveri e dei vulnerabili. I
suoi film hanno spesso presentato l’indifferenza casuale o l’attiva ostilità
dello stato mentre esercita sulla gente comune un potere non chiamato a
rispondere.
Il mese scorso Loach si è trovato gettato in una vicenda feroce che avrebbe
potuto essere stata tratta direttamente da uno dei suoi film. Questo cronista
veterano dei mali della società è stato costretto a dimettersi da giudice di un
concorso scolastico antirazzista, accusato falsamente di razzismo lui stesso e
senza mezzi per rimediare.
Voce degli inermi
Dovrebbero esserci pochi dubbi sulle credenziali di Loach sia come
antirazzista, sia come caustico difensore degli inermi e dei denigrati.
Nei suoi film ha rivolto il suo sguardo risoluto su alcuni degli episodi
più odiosi della repressione e della brutalità dello
stato britannico in Irlanda, nonché su lotte storiche contro il fascismo in altre
parti del globo, dalla Spagna al Nicaragua.
Ma la sua attenzione critica è stata concentrata principalmente sul
vergognoso trattamento della Gran Bretagna dei suoi stessi poveri, delle sue
minoranze e dei suoi rifugiati. Nel suo recente film I,
Daniel Blake ha esaminato l’insensibilità della
burocrazia statale nell’attuare politica di austerità, mentre l’uscita di
quest’anno di Sorry We Missed You si è
concentrata sulle vite precarie di una forza lavoro a zero ore costretta a
scegliere tra la necessità di lavorare e la responsabilità della famiglia.
Inevitabilmente, questi studi aspri della disfunzione sociale e politica
britannica – esposta in modo ancor più feroce dall’attuale pandemia del
coronavirus – significano che Loach è onorato molto meno in patria che nel
resto del mondo, dove i suoi film ricevono regolarmente premi.
Il che può spiegare perché le straordinarie accuse di razzismo contro di
lui – o più specificamente di antisemitismo – non sono state più diffusamente
denunciate come maligne.
Campagna di denigrazione
Dal momento in cui è stato annunciato a febbraio che Loach e Michael Rosen,
un famoso poeta di sinistra per bambini, dovevano giudicare un concorso
artistico per le scuole contro il razzismo, la coppia ha subito una campagna di denigrazione incessante e
di alto profilo. Ma considerato il fatto che Rosen è ebreo, a fare le spese
dell’attacco è stato Loach.
L’organizzazione del premio, ‘Show Racism the Red Card’ [Mostra il
cartellino rosso al razzismo], che inizialmente aveva rifiutato di capitolare
al bullismo, si è trovata rapidamente a subire minacce al suo status di
associazione di beneficenza e alla sua opera di sradicamento del razzismo dal
calcio.
In una dichiarazione la società di
produzione di Loach, Sixteen Films, ha affermato che Show Racism the Red Card
era stata “oggetto di una campagna aggressiva per convincere sindacati,
dipartimenti governativi, squadre di calcio e politici a smettere di finanziare
o di sostenere in altro modo l’associazione di beneficenza e il suo lavoro”.
“Pressioni dietro le quinte” sono state esercitate dal governo e da squadre
di calcio che hanno cominciato a minacciare di tagliare i legami con
l’associazione di beneficenza.
Più di duecento figure di spicco dello sport, dell’accademia e delle
arti, si erano schierate a difesa di Loach, ha
segnalato Sixteen Films, ma era presto in gioco “l’esistenza stessa”
dell’associazione di beneficenza. Di fronte a questo continuo attacco Loach ha
accettato di dimettersi il 18 marzo.
Questa non è stata una protesta comune, bensì una organizzata con feroce
efficienza che ha trovato rapidamente orecchie favorevoli nei corridoi del
potere.
Lobby israeliana in stile statunitense
A guidare la campagna contro Loach e Rosen sono stati il Consiglio dei
Deputati degli Ebrei Britannici e il Movimento Laburista Ebreo [JLM], due
gruppi con cui molti a sinistra hanno familiarità.
Hanno lavorato in precedenza all’interno e all’esterno del Partito
Laburista per contribuire a indebolire Jeremy Corbyn, il suo leader eletto.
Corbyn si è dimesso questo mese per essere sostituito da Keir Starmer, il suo
ex ministro della Brexit, dopo aver perso elezioni generali a dicembre contro
il Partito Conservatore al governo.
Sforzi clandestini e di lungo corso del Movimento Laburista Ebreo per deporre
Corbyn sono stati rivelati due anni fa in un’inchiesta sotto
copertura filmata da Al-Jazeera.
Il JLM è piccolo gruppo lobbistico, fortemente filoisraeliano affiliato
al Partito Laburista, mentre il Consiglio dei Deputati afferma falsamente di rappresentare
la comunità ebrea britannica quando in realtà opera da lobby per gli elementi
più conservatori di essa.
Echeggiando la loro più recente campagna contro Loach, i due gruppi hanno
regolarmente accusato Corbyn di antisemitismo e di
presiedere quello che hanno definito un Partito Laburista “istituzionalmente
antisemita”. Pur attirando molta attenzione mediatica acritica alle loro
affermazioni, nessuna delle due organizzazioni ha prodotto una qualsiasi prova se non aneddotica.
Il motivo di queste campagne di denigrazione è stato scarsamente celato.
Loach e Corbyn hanno condiviso una lunga storia di difensori appassionati dei
diritti dei palestinesi in un tempo in cui Israele sta intensificando gli
sforzi per estinguere qualsiasi speranza che i
palestinesi ottengano mai la condizione di stato o un diritto
all’autodeterminazione.
In anni recenti il Consiglio dei Deputati e il Movimento Laburista Ebreo
hanno adottato le tattiche di una lobby in stile statunitense decisi a cancellare
le critiche di Israele dalla sfera pubblica. Non per caso, quanto peggiore è
cresciuta la violenza di Israele contro i palestinesi, tanto più intensamente
questi gruppi hanno reso difficile parlare di giustizia per i palestinesi.
Starmer, il successore di Corbyn, si è scomodato a placare la lobby durante
la campagna del mese scorso per la direzione del Partito Laburista,
allegramente rendendo una cosa sola la critica di
Israele e l’antisemitismo, per evitare uno scontro simile. La sua vittoria è
stata apprezzata sia dal Consiglio sia dal
JLM.
Diffamazione
Ma il trattamento riservato a Ken Loach dimostra che l’uso
dell’antisemitismo come arma è lungi dall’essere terminato, e continuerà contro
critici di spicco di Israele. E’ una spada pendente su futuri leader laburisti,
che li costringe a sradicare i membri del partito che persistono
nell’evidenziare o l’intensificazione israeliana della violenza contro i
palestinesi o il ruolo nefasto di gruppi lobbistici filoisraeliani quali il
Consiglio e il JLM.
Le basi per le accuse contro Loach erano, al meglio, inconsistenti,
radicate in una logica circolare che è divenuta ultimamente la norma nel
giudicare presunti esempi di antisemitismo.
Il reato di Loach secondo il Consiglio dei Deputati e il Movimento
Laburista Ebreo è consistito nell’aver negato – coerentemente con tutti i dati – che il Partito Laburista sia
istituzionalmente antisemita.
La richiesta di prove a sostegno delle affermazioni fatte da questi due
organismi che il Partito Laburista abbia una crisi di
antisemitismo è ora trattata anch’essa come prova di antisemitismo,
trasformandola nell’equivalente della negazione dell’Olocausto.
Ma quando Show Racism the Red Card ha inizialmente mantenuto la posizione
contro le calunnie, il Consiglio e il Movimento Laburista Ebreo hanno prodotto
un’accusa successiva. L’associazione di beneficenza antirazzista è risultata
usarla come pretesto per tirarsi fuori dai guai
montanti associati a sostenere Loach.
La nuova affermazione contro Loach è consistita non tanto in una
diffamazione quanto in una diffamazione mediante tenue associazione.
Il Consiglio e il Movimento Laburista Ebreo hanno sollevato il fatto irrilevante
che un anno fa Loach ha risposto a una e-mail di un membro del sindacato GMB
che era stato espulso.
Peter Gregson aveva chiesto la valutazione professionale di Loach di un
video in cui accusava il sindacato di averlo perseguitato per la sua opposizione
a una nuova definizione consultiva dell’antisemitismo da parte dell’Alleanza
Internazionale per il Ricordo dell’Olocausto (IHRA) che parifica apertamente
l’antisemitismo con la critica di Israele.
La definizione dell’IHRA è stata propinata al Partito Laburista due anni fa
dagli stessi gruppi – il Movimento Laburista Ebreo e il Consiglio dei Deputati
– in larga misura come modo per isolare Corbyn. C’era stata una gran quantità
di opposizione da parte dei membri della base.
Opposizione alla nuova definizione
Al gruppo lobbistico filoisraeliano è piaciuta questa nuova definizione –
sette dei suoi esempi di antisemitismo si riferiscono a Israele, non agli ebrei
– perché rendeva impossibile a Corbyn e ai suoi sostenitori criticare Israele
senza finire sotto la forca mediante affermazioni che erano antisemiti nel
farlo.
Loach è stato tra i molti sostenitori di Corbyn a tentare di opporsi
all’imposizione della definizione dell’IHRA. Così non è stata certo una
sorpresa, considerate le affermazioni di Gregson e i paralleli della sua
vicenda con molte altre che Loach ha documentato per decenni, che il regista
avesse risposto, offrendo la sua opinione critica del video.
Solo in seguito è stato raccontato a Loach che c’erano problemi separati
riguardo al comportamento di Gregson, tra cui un’accusa che si era scontrato con un
membro ebreo del sindacato. Loach ha preso le distanze da Gregson e appoggiato
la decisione del GMB.
Ciò avrebbe dovuto dire la parola fine alla vicenda. Loach è una figura
pubblica che considera parte del suo ruolo coinvolgersi con persone comuni
bisognose d’aiuto; nulla di meno, considerate le sue idee politiche, lo
renderebbe un ipocrita. Ma non è onnisciente. Non può conoscere il passato di
ogni individuo che gli attraversa la strada. Non può controllare ogni persona
prima di inviare una e-mail.
Sarebbe sciocco, tuttavia, prendere alla lettera le manifestazioni di
preoccupazione a proposito di Loach del Consiglio e del Movimento Laburista
Ebreo. Di fatto la loro opposizione a lui è relativa a un dissenso molto più
fondamentale circa che cosa possa o non possa essere detto riguardo a Israele,
un dissenso su cui la definizione dell’IHRA serve da cruciale campo di
battaglia.
Discorso tossico
I loro attacchi evidenziano un discorso sempre più, e intenzionalmente,
tossico a proposito dell’antisemitismo che oggi domina la vita pubblica
britannica. Attraverso la recente pubblicazione dei suoi cosiddetti
dieci impegni, il Consiglio dei Deputati ha richiesto a tutti i futuri leader
laburisti di accettare questo stesso discorso tossico o subire il destino di
Corbyn.
Non è una coincidenza che il caso di Loach abbia echi così forti della
persecuzione pubblica di Corbyn.
Entrambi sono figure pubbliche rare che hanno dedicato per molti decenni il
loro tempo e le loro energie a schierarsi dalla parte dei deboli contro i forti,
difendendo i meno in grado di difendersi da soli.
Entrambi sono sopravvissuti di una generazione che sta svanendo di
attivisti politici e intellettuali che continuano a promuovere la tradizione di
una lotta di classe manifesta, basata su diritti universale, anziché sulla
politica più alla moda, ma fortemente divisiva, dell’identità e delle guerre
culturali.
Loach e Corbyn sono i rimasti di una sinistra britannica postbellica le cui
ispirazioni erano molto diversa da quelle del centro e della destra politica, e
dalle influenze su molti giovani di oggi.
Lotta contro il fascismo
In patria sono stati ispirati dalle lotte antifasciste dei loro genitori
negli anni Trenta con le Camice Brune di Oswald Moseley, quali la Battaglia di Cable Street. E in gioventù
sono stati incoraggiati dalla solidarietà di classe che costruì un Servizio
Sanitario Nazionale dagli anni Quaranta in poi, che per la
prima volta forniva assistenza sanitaria uguale per tutti nel Regno Unito.
All’estero furono galvanizzati dalla lotta popolare, estesa in tutto il
pianeta, contro il razzismo istituzionale dell’apartheid in Sudafrica, una
lotta che gradualmente erose il sostegno dei governi occidentali al regime
bianco. E sono stati in prima linea nell’ultima grande mobilitazione politica
di massa contro le menzogne ufficiali che giustificavano
la guerra di aggressione di USA-Regno Unito contro l’Iraq nel 2003.
Ma come la maggior parte di questa sinistra morente sono perseguitati dal
maggior fallimento della solidarietà internazionale della loro generazione. Le
loro proteste non hanno fatto finire i molti decenni di oppressione coloniale
sofferti dal popolo palestinese e patrocinati dagli stessi stati occidentali
che un tempo erano schierati con il Sudafrica dell’apartheid.
I paralleli tra questi due progetti coloniali d’insediamento appoggiati
dall’occidente, in gran parte oscurati da politici e da media britannici, sono
estremi e inquietanti per loro.
Purga della politica di classe
La demonizzazione di Loach e Corbyn quali antisemiti – e gli sforzi
paralleli attraverso l’Atlantico di zittire Bernie Sanders (resi più complicati
dal suo essere ebreo) – sono prova di una purga pubblica finale da parte delle
dirigenze politiche e mediatiche occidentali di questo tipo di coscienza di
classe della vecchia scuola.
Attivisti come Loach e Corbyn vogliono una resa dei conti storica per
l’interferenza coloniale dell’occidente in altre parti del mondo, tra cui
l’eredità catastrofica da cui i cosiddetti “migranti” stanno fuggendo oggi.
E’ stato l’occidente che ha saccheggiato per secoli suoli stranieri, poi
armato i dittatori che avrebbero portato l’indipendenza a quelle ex colonie e
oggi invadono o attaccano quelle stesse società in falsi “interventi
umanitari”.
Analogamente la lotta internazionalista, su basi classe, di Loach e Corbyn
rigetta una politica identitaria che, anziché riconoscere la lunga storia di
crimini commessi dall’occidente contro donne, minoranze e profughi, incanala le
energie degli emarginati in una competizione per chi possa avere il permesso di
sedere al massimo tavolo con una élite bianca.
E’ precisamente questo genere di falsa coscienza che conduce ai
festeggiamenti delle donne quando dirigono il complesso
militare-industriale, o all’eccitazione per un nero che diventa presidente
degli Stati Uniti sono per usare il suo potere per fissare nuovi record
di assassinii extragiudiziali all’estero
e di repressione del dissenso politico in
patria.
L’attivismo di base di Loach e Corbyn è l’antitesi di una politica moderna
in cui le imprese usano la loro enorme ricchezza per condizionare e comprare
politici, che a loro volta usano i loro propagandisti per controllare il
discorso pubblico attraverso media industriali fortemente di parte e
favorevoli.
Preoccupazione ipocrita
Il Consiglio dei Deputati e il Movimento Laburista Ebreo sono fortemente
radicati in quest’ultimo tipo di politica, sfruttando un’identità politica per
conquistare un posto al massimo tavolo e poi usarlo per il lobbismo a favore
della loro causa scelta di Israele.
Se questo sembra scorretto, si ricordi che mentre il Consiglio e il
Movimento Laburista Ebreo hanno martellato su una presunta crisi di
antisemitismo a sinistra definita principalmente in termini di ostilità a
Israele, la destra e l’estrema destra anno ricevuto un lasciapassare per attizzare livelli sempre maggiori di
nazionalismo e razzismo bianco contro minoranze.
Queste due organizzazioni hanno non solo deviato lo sguardo dall’ascesa
della destra nazionalista – che è ora inserita nel governo britannico – ma
si sono schierate dalla sua parte.
In particolare i leader del Consiglio – nonché il rabbino capo Ephraim
Mirvis, che ha pubblicamente oltraggiato Corbyn come antisemita
giorni prima delle elezioni generali dell’anno scorso – si sono a malapena
presi la briga di celare il loro sostegno al governo Conservatore e al
primo ministro Boris Johnson.
Le loro manifestazioni di preoccupazione per il razzismo e i loro attacchi
allo status di associazione di beneficenza di Show Racism the Red Card sono
tanto più ipocrite, considerato i loro precedenti di sostegno del razzismo.
Entrambi i gruppi hanno ripetutamente appoggiato Israele nelle sue
violazioni dei diritti umani e nei suoi attacchi contro i palestinesi, compreso
l’impiego israeliano di cecchini per abbattere uomini, donne e bambini in
protesta contro più di un decennio di strangolamento di Gaza con un blocco.
Le due organizzazioni sono rimaste studiatamente in silenzio riguardo alla
politica razzista israeliana di consentire a squadre di calcio degli
insediamenti ebrei illegali nella West Bank di partecipare alla lega calcio
in violazione delle regole della FIFA.
E hanno appoggiato anche lo status di associazione di beneficenza del Fondo
Nazionale Ebreo nel Regno Unito, anche se finanzia progetti razzisti di insediamento e
i programmi di rimboschimento che sono mirati a cacciare palestinesi dalla loro
terra.
La loro ipocrisia è sconfinata.
La verità capovolta
Il fatto che il Consiglio dei Deputati e il Movimento Laburista Ebreo siano
stati in grado di esercitare una simile influenza contro Loach su accuse prive
di qualsiasi prova indica quanto entusiasticamente la lobby israeliana sia
stata integrata nel sistema britannico e ne serva i propositi.
Israele è un pilastro di un’alleanza militare occidentale informale
desiderosa di proiettare il proprio potere nel Medio Oriente ricco di petrolio.
Israele esporta la sua tecnologia oppressiva e i suoi
sistemi di sorveglianza, affinati nel dominare sui
palestinesi, a stati occidentali affamati di sistemi di controllo più sofisticati.
E Israele ha contribuito a fare a pezzi le regole internazionali radicando la
sua occupazione, oltre che aprendo la strada alla legittimazione della tortura e delle esecuzioni extragiudiziali, oggi perni
della politica estera statunitense.
Il posto centrale di Israele in questa matrice di potere è raramente
discusso, perché le dirigenze occidentali non hanno interesse a vedere rivelati
la loro malafede e i loro doppi metri.
Il Consiglio e il Movimento Laburista Ebreo stanno aiutando a controllare e
imporre tale silenzio su Israele, un alleato chiave dell’occidente. In stile
realmente orwelliano stanno capovolgendo l’accusa di razzismo, usandola contro
i nostri più eminenti e più risoluti antirazzisti.
E meglio ancora per le dirigenze occidentali, figure come Loach e Corbyn
– veterani della lotta di classe che hanno trascorso decenni
immersi nella lotta per costruire una società migliore – sono ora costretti
all’oblio sull’incudine della politica identitaria.
Se a questa perversione del nostro discorso democratico sarà consentito di
proseguire, le nostre società saranno condannate e divenire luoghi più orrendi,
più divisi e divisivi.
Questo articolo è apparso inizialmente sul blog di Jonathan Cook: https://www.jonathan-cook.net/blog/
Jonathan Cook ha vinto il Premio Speciale Martha Gellhorn per il
Giornalismo. I suoi libri includono: “Israel and the Clash of Civilisations:
Iraq, Iran and the Plan to Remake the Middle East” (Pluto Press) e
“Disappearing Palestine: Israel’s Experiments in Human Despair” (Zed Books). Il
suo sito web è www.jonathan-cook.net
da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2020 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.
Nessun commento:
Posta un commento