Il
Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa cerca di dare una continuità al
proprio lavoro di ascolto attraverso uno sportello telematico, telefonico o
virtuale. Non solo per chi già seguiva un percorso di terapia, ma anche a
tutti/e coloro che vivono la quarantena in isolamento o con condizioni
familiari difficili.
Oggi i CIM (centri di igiene mentale) si limitano alla distribuzione di psicofarmaci, mentre tutti i servizi d’ascolto e di assistenza sono sospesi. Mentre sulle residenze psichiatriche è calato un silenzio totale, non si sa qual è la reale condizione dei detenuti, se vengono applicate o meno le misure di sicurezza e, soprattutto, se c’è una possibilità di farli uscire.
Oggi i CIM (centri di igiene mentale) si limitano alla distribuzione di psicofarmaci, mentre tutti i servizi d’ascolto e di assistenza sono sospesi. Mentre sulle residenze psichiatriche è calato un silenzio totale, non si sa qual è la reale condizione dei detenuti, se vengono applicate o meno le misure di sicurezza e, soprattutto, se c’è una possibilità di farli uscire.
Questa
auto-detenzione forzata ha forti ripercussioni sulla stabilità mentale delle
persone e in tanti/e si affidano agli psicofarmaci (soprattutto antiansiolitici
e antidepressivi) per sostenere questa situazione. Al contempo aumentano i casi
di TSO, dunque di somministrazione forzata di psicofarmaci, anche in chiave
repressiva come s’è palesato a Salerno, dove ad un pestaggio da parte delle
forze armate è conseguito il Trattamento Obbligatorio per il fermato. L’uso di
psicofarmaci crea una forte dipendenza, le prospettive della “cura” all’epidemia
potrebbero essere più nefaste della malattia stessa. Gli psicofarmaci oltre ad
essere un business delle case farmaceutiche sono un vero e proprio strumento di
controllo. Questo paradigma si amplifica nei luoghi di reclusione, dove
l’isolamento forzato e la volontà repressiva delle guardie, favorisce l’uso dei
medicinali pschiatrici come strumento di sopportazione e contenimento.
In questo
momento è negata la radice umana della vita: sono preclusi il tempo, lo spazio
e le relazioni sociali, mentre siamo bombardati da informazioni terroristiche
imperniate da un linguaggio bellico e costretti nello svago,
nell’intrattenimento e nel lavoro a relazionarci unicamente con degli schermi
che, oltre ad essere causa di svariati disturbi, celano anche un sofisticato
controllo.
Spesso le leggi d’emergenza diventano norma, il pericolo è vedere prorogate le limitazioni alla libertà. Probabilmente i primi luoghi a ripartire saranno i luoghi di lavoro, specialmente le fabbriche, per cui le prime forme di relazioni saranno mediate dal rapporto lavorativo e dai ritmi e le gerarchie insite in queste. Oltretutto questa quarantena ha creato sfiducia e sospetto verso il proprio vicino, recidendo ancor di più i legami sociali già logorati dall’isolamento.
Spesso le leggi d’emergenza diventano norma, il pericolo è vedere prorogate le limitazioni alla libertà. Probabilmente i primi luoghi a ripartire saranno i luoghi di lavoro, specialmente le fabbriche, per cui le prime forme di relazioni saranno mediate dal rapporto lavorativo e dai ritmi e le gerarchie insite in queste. Oltretutto questa quarantena ha creato sfiducia e sospetto verso il proprio vicino, recidendo ancor di più i legami sociali già logorati dall’isolamento.
Le
opportunità dobbiamo costruircele a partire dall’ascolto, dal creare relazioni
e percorsi di solidarietà, solo in questo modo potremo combattere l’isolamento
a cui ci voglio confinare e i disturbi che da esso derivano
Ne parliamo con Diego del coll. Antipsichiatrico Artaud, in seguito riportiamo anche il link della campagna d’ascolto promossa dallo stesso
https://artaudpisa.noblogs.org/post/2020/03/29/raccontaci-la-tua-esperienza-di-questi-giorni/
Ne parliamo con Diego del coll. Antipsichiatrico Artaud, in seguito riportiamo anche il link della campagna d’ascolto promossa dallo stesso
https://artaudpisa.noblogs.org/post/2020/03/29/raccontaci-la-tua-esperienza-di-questi-giorni/
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