VIRUS = INTERNET DELLA VITA. La vita sulla Terra è sbocciata 3,7 miliardi
di anni fa. Per i primi due miliardi di anni c’erano solo i procarioti (per
semplificare: batteri) che svilupparono tutte le biotecnologie (permeabilità
selettiva, fermentazione, fotosintesi, ossido-riduzione, catalisi, etc.)
essenziali anche per gli esseri viventi superiori. Inoltre i batteri
stabilizzarono le condizioni macro-ambientali (temperatura, umidità, salinità,
Ph, etc.) che tengono aperta la finestra della vita sul nostro pianeta (Gaia1).
Poi comparvero i protozoi (cellule con nucleo ben definito) e organismi
pluricellulari come meduse, molluschi e vermi, fino all’esplosione cambriana
(pesci, anfibi, rettili, uccelli). Poi ancora le piante sessuate (coi fiori) e
gli insetti, i grandi sauri, e infine i mammiferi. Per ogni specie presente
oggi, almeno 999 altre specie si sono estinte, ma la Vita ha sempre potuto
poggiare sullo zoccolo duro dei batteri, e così rifiorire e continuare a
differenziarsi nella caleidoscopica varietà che ammiriamo.
A qualsiasi livello di complessità, la differenziazione è possibile grazie
alla sessualità (ricombinazione di codici genetici). Mentre nella specie umana
bisogna attendere almeno una dozzina di anni prima che due individui possano
ricombinare i geni delle proprie cellule sessuali, i batteri e, in misura
minore, le cellule eucariotiche (comprese le cellule somatiche dell’uomo)
ricombinano il proprio DNA in qualsiasi momento, tramite i virus.
I virus non sono altro che pezzetti di codice genetico, messaggi (con o
senza bottiglia) nell’oceano della vita. E sono talmente diffusi (molto più dei
batteri) da costituire l’internet della Vita.
Circa l’8% del DNA di ogni nostra cellula codifica lo sviluppo del corpo
(ossa, muscoli, organi, cervello, sangue, etc., ciascuno alla propria
“postazione di lavoro”). Il rimanente 92% sono frammenti di codici accumulati
negli eoni della co-evoluzione, sono un “archivio virale” grazie al quale gli
embrioni ripercorrono le maggiori tappe della storia evolutiva prima di giungere
al traguardo della nascita.
La maggior parte dei ricercatori in tutto il mondo, selezionata in base
all’ideologia meccanicistico-deterministica e neo-darwinista, non capendo a che
cosa serva quel 92% del nostro DNA, lo chiama “DNA spazzatura”. Per loro, batteri,
virus, parassiti, sono solo nemici da combattere, senza se e senza ma. Però la
vita non potrebbe mantenersi, e tantomeno co-evolvere, senza i batteri e senza
l’internet virale. Ogni cellula vivente è interconnessa in un’intricata rete di
endo-simbiosi (es: i mitocondri di ogni cellula animale) ed eco-simbiosi (es:
la flora intestinale, l’alveare, fino a Gaia stessa). Quelli che noi
chiamiamo parassiti sono semplici commensali, come dice l’etimologia greca.
Le malattie infettive sono “incidenti di percorso” lungo il cammino
co-evolutivo. Infatti le leggi della vita sono tali da incentivare la
convivenza pacifica e da penalizzare ogni conflitto cruento: un parassita che
uccida il proprio ospite sega il ramo su cui poggia. Nelle infezioni la
malattia è un’eccezione, mentre la regola è lo stato di portatore sano.
Non solo: in molti casi la malattia è scatenata da una risposta immunitaria
anomala contro un pacifico intruso.
I virus, non essendo esseri viventi, non possono essere “aggressori”. La
loro funzione basilare è di mantenere il “consenso informato” ad ogni livello
di interazione vitale. Anche coi virus si possono avere incidenti di percorso:
quando la modifica all’informazione cellulare provoca crescita tumorale,
suicidio, aggressività. In ogni caso l’attore è la cellula, non il virus. A che
cosa servono i coronavirus in particolare? Non lo sappiamo, ma di sicuro
svolgono un compito utile nella co-evoluzione. E che succede quando un coronavirus
muta e provoca malattie anche mortali? Ci sono due possibilità: o rientra nei
ranghi per la semplice legge statistico-biologica della regressione alla media,
o è condannato all’emarginazione.
UOMO = VITA AUTOCOSCIENTE. Quanto riguarda salute e malattia del corpo
umano rientra nel quadro generale riassunto sopra. Ma l’uomo ha anche una
dimensione mentale, spirituale, sociale ed ecologica, ciascuna con relative
dinamiche fluttuanti fra stato di ben-essere e mal-essere, ciascuna interagente
col corpo fisico. Ebbene, filosofie/ religioni/scienze di ogni epoca e
latitudine concordano su poche dinamiche fondamentali, in definitiva sulla
dialettica Eros/Thanatos, Amore/Morte, Salute/Malattia,
Fiducia/Paura.
Esaminiamo un caso “meccanicistico” per eccellenza: l’incidente stradale.
Nelle nostre statistiche registriamo solo pochi, specifici, fattori
concorrenti: alcool, droghe, coperture assicurative…
Tuttavia quell’incidente può essere stato causato da un particolare stato
mentale (euforia o depressione); o spirituale (conflitto di coscienza); o
sociale (lex versus jus); o ecologico (da una banale allergia fino a una
perturbazione elettromagnetica cosmica…). Nessuno ha difficoltà ad ammettere
quelle variabili come possibili cause di un incidente stradale, eppure è
impossibile trattarle a livello scientifico: nessuna ricerca su simili
correlazioni verrebbe mai pubblicata. Perché? Perché quelle variabili non sono
quantificabili, non si sottomettono al dogma della misurabilità.
La Medicina ufficiale respinge qualsiasi approccio che non sia galileiano,
cartesiano; accetta solo “spiegazioni” in base ai postulati della chimica e
della fisica classica: poco importa se, da più di un secolo, nelle scienze
esatte per eccellenza, Matematica e Fisica, viene considerata non-scientifica
qualsiasi pretesa di misurazione certa, oggettiva.
In tale contesto, delle dinamiche Eros/Thanatos possono occuparsi preti,
filosofi, poeti, liberi pensatori. Un medico può spingersi fino al limite
consentitogli dalla scienza ufficialmente costituita. Su quel confine troviamo
le malattie psico-somatiche (dermatiti atopiche, colon irritabile,
fibromialgie, cefalee essenziali, etc.). La “scienza medica” riconosce solo due
cose: che tali malattie sono manifestazioni somatiche di dis-equilibri psico-affettivi;
che certi dis-equilibri psico-affettivi trovano “sfogo” di preferenza su certi
“organi-bersaglio”.
Domanda: il polmone è organo-bersaglio di quali disordini? La scienza
glissa, mentre preti e poeti di ogni epoca e latitudine rispondono all’unisono:
il polmone è organo-simbolo della Vita. Antropologi culturali e filologi
confermano: Vita = Pneuma, Respiro, Spirito, Anima, Soffio (vitale). Gli
attacchi di Thanatos si somatizzano nei polmoni determinando difficoltà
respiratoria (angor, angina, ansia, angoscia, mors). E chi muore esala l’ultimo
respiro.
Ma c’è una terza caratteristica, tipica della cultura occidentale, che
complica ulteriormente le cose: è la lotta senza quartiere contro ogni
manifestazione legata a Thanatos, fino alla rimozione della morte stessa, e
alla colpevolizzazione di chiunque mostri anche solo qualche “sbavatura
tanatologica”. Di segno opposto, ma di ugual significato, è l’esaltazione delle
manifestazioni legate a Eros (erotismo, salutismo, edonismo, consumismo, etc.).
Invece le culture orientali, e le culture “native” in generale, promuovono un
bilanciamento di entrambi i principi, dimostrando una saggezza molto prossima a
quella di madre Natura. Infatti la paura è alla base dell’istinto di
conservazione; una sana dose di paura è vitale di fronte a pericoli immediati,
veri o presunti, attivando il sistema neuro-vegetativo simpatico (quello che
attrezza al massimo l’organismo per la lotta o per la fuga). Invece la paura
diventa patologica se cronicizzata, o socializzata o, peggio ancora, avvitata
su se stessa nella fallimentare pretesa di “uccidere la morte”. Si giunge così
all’esaurimento energetico e alla depressione, con abnorme predominio del
sistema parasimpatico (rilassamento, abbandono, resa). Se poi si aggiungono
suggestioni di pene infernali nell’aldilà, il terrore aumenta…
Ma tornando nel campo della medicina ufficiale, vediamo le Polmoniti
Atipiche Primarie (PAP). Già il nome puzza di psico-somatico, ma un po’ alla
volta esse sono state attribuite ad alcuni micro-organismi (Clamidie, Coxielle,
Micoplasmi, Legionelle, Pneumocisti) a confortare la fede deterministica in
base alla quale per ogni effetto fisico dovrebbe esserci una causa fisica…
Le PAP si differenziano dalle broncopolmoniti esogene per due
caratteristiche: i batteri sopra citati sono intra-cellulari, cioè causano
malattia non direttamente ma per una disordinata risposta immunitaria contro la
cellula che li ospita; le PAP non colpiscono le cellule dell’albero
broncopolmonare in diretta comunicazione con l’aria inspirata, bensì il tessuto
connettivo interno, intimo, che è il regno del sistema immunitario: in una
parola è il regno del “self”.
Da alcuni decenni si va sviluppando la Medicina di Comunità, con un
approccio identico a quello della medicina classica: anamnesi, esame obiettivo,
ipotesi diagnostiche differenziali, esami strumentali di esclusione/conferma,
diagnosi, prognosi, terapia. Non è stato ancora inaugurato il capitolo delle
malattie socio-somatiche, ma l’attuale pandemia vi si deve iscrivere d’ufficio
poiché la componente emotiva è innegabile, anzi prevalente.
Una volta rimessi a posto, sia pure per sommi capi, il sistema-virus e il
sistema-uomo, potremmo dire che il resettaggio è concluso. Però resta da
capire, possibilmente, come mai l’intera umanità stia andando in tilt, dando la
colpa a virus che di regola provocano solo banali raffreddori. I coronavirus
sono qui da miliardi di anni, e convivono più o meno pacificamente con tante
specie animali, mutando di frequente. Nell’uomo, i coronavirus se ne stanno
nelle prime vie respiratorie e, quando qualcosa va storto, tutto si risolve con
un banale raffreddore, dopodiché i coronavirus tornano al loro posto o vengono
“archiviati”.
Nel 2002 e nel 2012 furono registrati focolai epidemici di polmoniti interstiziali
gravi, associate a varianti assai “indisciplinate” di coronavirus: SARS con
80.000 casi e quasi 8.000 morti; MERS con 800 casi e quasi 300 morti. Tutti
quei focolai si auto estinsero e, in ossequio alla legge primaria della
co-evoluzione, il “killer più temibile” fu quello che più si autoprecluse la
possibilità di propagarsi. Ora abbiamo una nuova variante, Covid19, di cui è
illusorio cercare il “paziente zero” perché l’internet virale è in grado di
suscitare “portatori zero” in mille punti del pianeta, nell’arco di una
giornata. Covid19, essendo associato a malattia grave molto meno della SARS,
può diffondersi più facilmente.
Fin qui non abbiamo nulla di nuovo, anzi, registriamo l’ennesima conferma
delle leggi statistiche co-evolutive in base alle quali Covid19 potrà
diffondersi in tanto in quanto convivrà pacificamente con la specie umana.
Eppure questa volta una novità c’è, eccome, e riguarda proprio la Medicina
di Comunità: è la precocissima dirompente incalzante ondata di terrorismo
mediatico. I soggetti più suscettibili mostrano evidenti sintomi di panico
irrazionale, rivelano uno stato ansioso persistente con punte di angoscia
“soffocante”. Il loro sistema neuro-vegetativo, ormonale, endorfinico,
immunitario si sposta in maniera abnorme dal quadrante di Eros (danza creatrice
di Shiva) al quadrante di Thanatos (inerzia fisica e mentale).
Questo mal-essere si somatizza nel proprio organo-bersaglio: l’interstizio
polmonare sviluppa infiammazione e edema che ostacolano i regolari scambi
gassosi. Tutto ciò avviene nel giro di poche ore, con una rapidità che neppure
il più temibile patogeno a tropismo polmonare è mai stato capace di esibire,
mentre sappiamo bene che può farlo il sistema immunitario dell’ospite.
Controprova: nei pazienti con polmonite interstiziale associata a Covid19,
in tutto il mondo si stanno usando farmaci immunosoppressori con risultati
positivi, ancorché preliminari. Infine va registrata un’ulteriore anomalia:
nelle epidemie in cui l’agente infettivo gioca un indiscutibile ruolo primario
soccombono principalmente i soggetti con un sistema immunitario meno maturo o
meno equilibrato, cioè bambini e anziani.
In questa “epidemia” gli anziani muoiono in proporzione ancora maggiore,
mentre i bambini vengono appena sfiorati… Sta di fatto che la vecchiaia procede
nel territorio di Thanatos, mentre la giovinezza sta nel regno di Eros.
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