sabato 18 luglio 2020

Il commissario Habib. Due gialli in Africa - Moussa Konaté

il commissario Habib, come tutti i bravi investigatori, non può non tenete conto del mondo e della società dove avvengono gli omicidi, non lo fa Montalbano, non lo fa Maigret, non lo fa Habib.
ha tutte le qualità dei più bravi, sa ascoltare, sa osservare, sa decidere le cose giuste al momento giusto.
se amate Maigret e Montalbano, fra gli altri, non privatevi del commissario Habib, nella polvere delle strade non asfaltate, in un mondo così lontano e così vicino.
buona lettura.





Non poteva esserci migliore inaugurazione per la nuova serie iTascabili di Del Vecchio Editore: tocca infatti a due romanzi di Moussa Konaté, qui riuniti in un singolo volume, aprire le danze per questa collana di titoli che vengono riproposti a prezzi economici e con ottima grafica, due opere che Del Vecchio aveva già portato nelle librerie italiane nel 2010 ( L’assassinio di Banconi) e nel 2011 (L’onore di Kéita).
Nato nel 1951 a Kita, nel Mali, e scomparso prematuramente nel 2013 a Limoges, Moussa Konaté è stato uno straordinario scrittore, editore, insegnante, autore di teatro e cinema e tanto altro ancora, una figura di spicco che ha sempre, attraverso ogni sua opera, parola e azione, cercato di far conoscere la sua terra, di amarla, di soffrirne le contraddizioni e pensare a possibili modi di curarne le ferite.
Direttore di associazioni e organizzatore di fiere del libro, mosso da un profondo impegno sociale, instancabile artigiano della parola, i suoi romanzi riguardanti Il commissario Habib hanno la struttura del giallo classico ma sfruttano questo impianto per riflettere in modo profondo e originale sul suo Paese…

Chiave di lettura ed elemento imprescindibile per comprendere e gustare appieno la scrittura di Moussa Konaté è l’Africa stessa, con tutte le sue contraddizioni, bellezze, riti, tradizioni e panorami che sarebbe impossibile non apprezzare.
La lettura di questo romanzo si esprime e culmina in un confronto tra ciò che viviamo quotidianamente e ciò che, per la maggior parte di noi, rimane sconosciuto per tutta la vita.
Vi è infatti una chiara ed evidente opposizione sia fisica, per cui tutta reale, sia mistica e quindi più sfuggente, tra ciò di cui facciamo diretta esperienza e ciò che la nostra scarsa curiosità, il poco tempo e le difficoltà della vita ci impediscono di percepire: tradizioni e culture con cui facciamo fatica ad approcciarci, che crediamo essere lontanissime da noi, mentre in realtà vivono a pochi passi di distanza.
Il commissario Habib. Due gialli in Africa è un romanzo che testimonia il fermento culturale e la qualità della letteratura africana.
La spettacolare delicatezza di Moussa Konaté ci permette di vivere una scrittura maggiormente legata alla terra, alle origini e a tutti i sentimenti che ci legano alle nostre radici. In questo, Konaté batte tutti.

Due romanzi di Moussa Konaté - L’assassino di Banconi e L’onore dei Kéita - che hanno per protagonista il commissario Habib, funzionario di polizia burbero e disilluso, convinto che non bastino le forze dell’ordine ad estirpare il male dal mondo: questo è un compito che richiede una trasformazione sociale poderosa, forse anche spirituale. I suoi gialli sono tutt’altro che classici, e muovono dalla cultura, dalle tradizioni, dal linguaggio simbolico dei luoghi ancor prima che dagli indizi e dalle testimonianze: è sul piano di quella critica alla società - in funzione rigenerativa, non meramente distruttiva - che l’autore esprime il meglio di sé. Sullo sfondo, l’amore per il Mali, terra dai mille colori e profumi ma anche dalle mille storture e sofferenze, venato dall’Islam e dall’animismo, dalla magia rossa, da una cronica carenza di istruzione che rende difficile la comunicazione tra persone, ambienti, modi diversi di intendere la vita. Una scrittura originale, per una lettura molto diversa dal solito, con due indagini in mezzo al karitè, alle noci di cola e… ai coccodrilli.

Nessun commento:

Posta un commento