giovedì 23 luglio 2020

L’altro 14 luglio, l’égalité incompiuta nella Guyana francese - Francesco Ditaranto

Nel giorno della festa nazionale francese più importante, la ex-ministra socialista Christiane Taubira denuncia, in una lettera a Le Monde, le condizioni della sanità nella Guyana francese, “non all’altezza dell’uguaglianza repubblicana”.

L’égalité incompiuta
C’è una voce che oggi, nel giorno della festa nazionale più simbolica, ha deciso di uscire dal coro, tenuto insieme a fatica, che celebrava l’unità nazionale, per denunciare l’uguaglianza incompiuta nei territori d’oltremare francesi. E’ stata l’ex-ministra socialista della giustizia, Christiane Taubira, in una lettera al quotidiano Le Monde, a mettere il dito nella piaga del livello insufficiente dei servizi pubblici in Guyana, regione d’oltremare al confine con il Brasile ma parte integrante della Repubblica Francese.

Colonia da Coonavirus
In questo pezzo di Francia, da sempre in un limbo ideale tra enclave amministrativa e colonia decolonizzanda, il Covid-19 continua a colpire la popolazione, seppur meno che nel vicino Brasile. Sono alcune migliaia i contagiati, poco più di un centinaio i ricoverati e 26 i deceduti, su una popolazione di 250.000 abitanti. Cifre non drammatiche, si potrebbe dire, ma non in linea con quelle attuali della Francia, del territorio francese europeo. Ed è partendo da questa constatazione che Christiane Taubira, che dalla Guyana proviene, può permettersi di denunciare che “i servizi pubblici (ma si legga oggi il servizio sanitario) non sono all’altezza dell’uguaglianza repubblicana”. Tamponi mai fatti, posti letto insufficienti, mezzi e personale sanitario troppo ridotti per far fronte a un’epidemia che non perde forza, anzi, in questo dependance americana di Parigi, nonostante le promesse di vecchi e nuovi responsabili politici arrivati dalle rive della Senna. Tutta colpa, sostiene Taubira, di “trent’anni d’incuria”.

Bastiglia caduta solo a Parigi
Nello stato più centralista d’Europa, nel giorno della presa della Bastiglia, quando simbolicamente libertà, fraternità e uguaglianza si fanno, prima ancora che pilastri e blasone, cerniera del culto laico della République al quale nulla deve sfuggire, le parole della Taubira suonano come un crudo richiamo alla realtà.  Se la Guyana è Francia a tutti gli effetti, se deve seguire gli stessi protocolli imposti a Parigi, Marsiglia o Lione, allora, si potrebbe dire, interpretando le parole dell’ex-guardasigilli di Hollande, “bisogna fornirle tutti i mezzi per farlo”, come fosse appunto parte anche geograficamente integrante dell’Hexagone.

‘Territori d’oltremare’
Il problema è tutto qui, in un anacronismo mai risolto, quello dei territori d’oltremare, la cui situazione reale fa a pugni con i richiami all’orgoglio nazionale per gli sforzi fatti durante l’epidemia che oggi il presidente Macron, nei festeggiamenti dimessi con militari e personale sanitario, ha più volte rilanciato. Il problema è tutto in una condizione, quella della Francia di Serie C (perché la Serie B comincia appena fuori Parigi), che vive ancora in una terra di mezzo.   
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