Stiamo
morendo…» È l’urlo che arriva oggi, come un pugno nello stomaco, da uno dei
barconi in avaria nel Mediterraneo. Non si può rimanere in silenzio davanti a
quanto sta succedendo nel Mediterraneo, frutto amaro di scelte politiche
scellerate sia da parte dell’Europa che dell’Italia. Non è umano restare
insensibili di fronte a tanto dolore. È vergognoso che il corpo di un migrante
incastrato in un gommone da oltre tre settimane vaghi per il Mediterraneo,
senza che nessuno lo raccolga.
Non
trattiamo così neanche i cani. Quel corpo vagante è lì per ricordare che in
quel mare sono sepolti dai cinquanta ai centomila corpi di profughi. Come non
ricordare la fotografia in fondo al mare di una mamma che stringe ancora la
mano al suo bimbo. Stiamo assistendo in silenzio a un genocidio perpetrato
dall’Europa che usa l’Italia per questa sua politica ‘necrofila’.
Ne è la
riprova la visita a Tripoli , a metà luglio, della ministra degli Interni
Lamorgese, che davanti all’uomo forte di Tripoli Al-Serraj, ha detto:
«Confermiamo l’orientamento, già espresso dal governo italiano, secondo il
quale l’impegno profuso dalla Ue nell’ambito dell’accordo con la Turchia possa
e debba essere replicato nel quadrante centrale del Mediterraneo». In poche
parole l’Italia si presta a fare quello che la Germania, a nome dell’Europa, ha
fatto con la Turchia nel 2016 per bloccare il flusso dei profughi siriani.
QUELLO È
STATO un
patto criminale con cui l’Europa ha regalato sei miliardi di euro a un
dittatore come Erdogan per trattenere in squallidi campi quattro milioni di
rifugiati che vivono oggi nella disperazione. Ora l’Italia, sospinta
dall’Europa, fa un patto con la Libia (un paese in piena guerra civile ) perché
trattenga sul suo suolo gli oltre 650 mila profughi rinchiusi in orribili lager
dove gli uomini vengono torturati e le donne violentate, ma anche per bloccare
in Libia l’arrivo di centinaia di migliaia di disperati in fuga dal Sahel, uno
dei nuovi focolai di profughi.
Per questo
la ministra degli Interni si appresta a consegnare entro settembre a Tripoli,
oltre i 30 SUV già consegnati, 17 ambulanze, 20 gommoni, 73 autobus nell’ambito
di un accordo italo-europeo di 57 milioni di euro. Ma ancora più inaccettabile
è il voto con cui il nostro Parlamento ha rifinanziato la Guardia costiera
libica, responsabile di crimini senza numero. Il 16 luglio infatti la Camera ha
votato per rifinanziare tutte le missioni militari internazionali. Si è votato
a parte per rifinanziare la missione militare italiana in Libia e la Guardia
Costiera libica.
Il quorum di
213 voti è stato raggiunto solo grazie ai voti del centrodestra perché la
maggioranza (Pd,M5S, LeU, Più Europa) si è fermata a 206 voti: 23 parlamentari
della maggioranza hanno votato giustamente No: 7 di LeU, 8 Pd, 5 del Gruppo
misto, 3 del M5S. Zingaretti ha tradito quello che l’assemblea nazionale del
partito aveva votato all’unanimità lo scorso febbraio, cioè di non rifinanziare
la criminale guardia costiera libica. E Zingaretti , che aveva dato inizio al
governo giallo-rosso promettendo «discontinuità», si ritrova oggi a portare
avanti le stesse politiche del governo giallo-verde. Infatti la Guardia
Costiera libica, solo nel mese di giugno, ha intercettato 1.500 disperati e li
ha riportati nell’inferno libico.
E di fronte
a questa grave situazione trovo incredibile che il governo italiano voglia
vendere all’Egitto le fregate Fremm per un valore di oltre un miliardo di euro,
in previsione della vendita di altre armi per nove miliardi di euro. L’Egitto
userà queste armi per sostenere il suo alleato in Libia, il generale Haftar in
guerra contro l’uomo forte di Tripoli da noi sostenuto. Il Parlamento egiziano
ha già dato via libera al suo esercito per entrare in Libia. Altro che verità e
giustizia per il nostro Giulio Regeni!
ALTRETTANTO grave è il fatto che la Guardia
Costiera italiana continua a svuotare il Mediterraneo delle navi umanitarie.
Dopo la Alan Kurdi, la Aita Mari e la Sea Watch, è toccato alla Ocean Viking
bloccata a Porta Empedocle per delle sciocchezze. Libera e in procinto di
ripartire è solo la Mare Jonio. Da quindici giorni il Mediterraneo è privo di
soccorsi e di informazioni. Da qui si capisce che razza di politica migratoria
il nostro governo sta portando avanti.
Mentre Alarm
Phone continua a lanciare i suoi SOS dai barconi in avaria : oggi è l’ennesimo
esempio di tanta disumana e brutale indifferenza. Noi invece continuiamo a
gridare chiedendo al nostro governo l’abrogazione dei Decreti Sicurezza, del
Memorandum Italia-Libia e del decreto che chiude i porti italiani per la Covid,
nonché della SAR libica. E chiediamo altresì al governo Conte di smetterla di
vendere armi all’Egitto, alla Turchia e alla Libia, ma che trovi finalmente una
seria politica di vera cooperazione per permettere ai popoli impoveriti di
rimettersi in piedi.
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