Cosa sta
succedendo nella scuola italiana dopo quasi due anni di pandemia?L’anno
scolastico 2020-2021 è stato molto burrascoso, e a farne le spese sono stati
soprattutto i ragazzi e le loro famiglie. Nonostante un protocollo molto
restrittivo rispetto alle scuole europee, diverse Regioni italiane hanno chiuso
le scuole anche in assenza di situazioni epidemiologiche preoccupanti, in forma
“precauzionale”, con ordinanze volte a “prevenire la diffusione del contagio”.
Tali misure sono state impugnate da diversi comitati di genitori.
Grazie alle
relazioni scientifiche redatte da alcuni scienziati, tra cui quelli del
Comitato Scientifico e Giuridico “Goccia a Goccia”, sia i ricorsi al Tar che al
Consiglio di Stato sono stati vinti. Diversi studi internazionali (a cominciare
dal nostro, pubblicato su Lancet Regional Health il 26 marzo 2021 – 1) hanno
mostrato sin da ottobre 2020 che la scuola è uno dei setting di contagio più
sicuri. Le meta-analisi condotte su tutti gli studi pubblicati riguardo alle
scuole hanno dimostrato che i giovani trovati positivi hanno il 74% in meno di
probabilità rispetto agli adulti di favorire la diffusione virale, e che i
minori sono il 40% significativamente meno suscettibili al contagio rispetto
agli adulti (2).
Questi dati
sarebbero dovuti bastare per tenere le scuole quasi sempre aperte, come è
accaduto all’estero; le vaccinazioni degli insegnanti e di gran parte degli
studenti dai 12 anni in su avrebbero dovuto ulteriormente agevolarne
l’apertura.
Eppure, a
tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico, la situazione è preoccupante. La
sottosegretaria al Ministero dell’istruzione Barbara Floridia ha reso noto che, a fine novembre, l’Italia aveva già messo in
quarantena 7.019 classi di primarie, medie e superiori, per un totale di circa
143.870 alunni (cui si sommerebbero altre 1.076 classi delle materne).Questi
valori sembrano però attualmente sottostimati, poiché l’Associazione Nazionale
Presidi del Lazio dichiara di avere 2.000 classi in Dad soltanto in questa
Regione.
Ed è notizia
recente che i medici, per evitare la circolazione del virus, stanno facendo
pressing per chiudere anticipatamente le scuole. Per quale motivo, a fronte di
una situazione di gran lunga migliore rispetto all’anno scorso, oltre a tutti
gli insegnanti e gran parte degli alunni vaccinati (proprio con l’illusione di
poter affrontare un anno sereno e in presenza), l’Italia continua a ricorrere
alla Dad?
Perché si
introducono misure come l’obbligo del green pass per gli studenti che devono
andare a scuola, ledendo di fatto il diritto all’istruzione?
Noi abbiamo
fatto un appello per ripensare a queste restrizioni ingiuste e insensate dal
titolo “No al Super Green Pass per i ragazzi sotto i 19 anni” (3). Il nostro appello a Draghi, a
Mattarella, al Garante per l’infanzia e l’adolescenza denuncia la gravità di
discriminare il 30% di ragazzi, escludendoli “dalla piena partecipazione alla
vita culturale e artistica del paese” (in contraddizione all’Art 31 della
Convenzione Onu), ostacolando perfino il tragitto casa-scuola. Inoltre a fronte
di un protocollo meno restrittivo a scuola ma comunque severo (ad esempio,
quarantene dai 7 ai 10 giorni laddove all’estero sono di massimo 5-7 giorni), e
la persistenza da parte dei dirigenti scolastici a interpretarlo comunque in
maniera restrittiva (molte classi vanno in quarantena anche con 1 solo positivo
o 2 in classe, quando il protocollo lo prevede con 3), a essere saltato sembra
sia anche il tracciamento. Il governo ha infatti adottato, l’estate scorsa, la
decisione di effettuare screening preventivi nelle scuole, che insieme con gli
hub vaccinali riservati ai bambini e agli adolescenti, sottrarrebbero tempo e
risorse al tracciamento.
Che
differenza c’è tra screening e tracciamento? Lo screening viene fatto sugli
alunni sani, per “intercettare e prevenire” la diffusione del virus, e di
solito raccoglie una percentuale molto bassa di positivi. In Italia sono state
individuate diverse “scuole sentinella” dove gli studenti sani vengono testati
a tappeto e regolarmente. Viceversa, il tracciamento viene fatto sugli studenti
sintomatici e sui loro contatti stretti, in caso compaia in classe uno studente
con sintomi. Accade che diverse Asl locali – impegnate anche nello screening –
non siano in grado di tamponare tempestivamente l’intera classe per assicurarsi
che non ci siano altri positivi rispetto al caso indice, e dunque, nell’attesa,
l’intera classe, “per precauzione”, venga messa in Dad.
Non solo: le
meta-analisi che abbiamo condotto hanno confermato che la percentuale di
positivi è sotto l’1% e non ci sono evidenze che gli screening possano ridurre
i cluster. Anzi, un importante studio pubblicato su The Lancet riguardo ai
contagi nelle scuole ha mostrato che solo il 2% dei contatti stretti di un
positivo si contagia e che mettere in quarantena i contatti stretti, rispetto a
tenerli in classe con i tamponi, non diminuisce i focolai (4).Questa politica
sanitaria finisce inoltre per andare ad alterare i dati nazionali: quasi il 20%
dei tamponi effettuati in Italia sono per screening su soggetti sani, in buona
parte effettuati nelle scuole; e quando questi dati vengono pubblicati nei
bollettini ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, non hanno denominatore
e non sono raffrontati a nessun altro setting di contagio (ad esempio, casa,
posti di lavoro, Rsa, ecc), facendo quindi risultare la scuola come un luogo in
cui il virus circola di più, e non è vero. Infine, gli esiti degli screening
non sono neanche resi pubblici, mentre da mesi abbiamo chiesto di conoscere
quelli relativi a numero di tamponi fatti e numero di positivi per fascia di
età e status vaccinale. Inutile sottolineare che la Dad provoca ormai da due
anni gravi problemi psicologici nei ragazzi, sono tanti gli studi scientifici
internazionali che mandano questo allarme.Al fine di evitare l’uso e l’abuso
della didattica a distanza, nonché una medicalizzazione sempre più marcata
della scuola italiana, la strada intrapresa in diversi Paesi europei è quella
del tracciamento e dei test dei soli casi sintomatici e il mantenimento della
scuola in presenza, proprio per il principio di precauzione.
Grazie al Il Fatto Quotidiano per averci ospitato sul mio bloghttps://www.ilfattoquotidiano.it/…/scuola-a…/6424805/
Referenze
1)https://www.thelancet.com/…/PIIS2666-7762(21…/fulltext
2)https://www.medrxiv.org/con…/10.1101/2021.09.03.21263088v1
3)https://www.change.org/…/esonero-dal-super-green-pass…
4)https://www.thelancet.com/…/PIIS0140-6736(21…/fulltext
* Epidemiologa/biostatistica, coordinatrice della
pagina scientifica Gocciaagoccia.net
** Portavoce della Rete Nazionale Scuola in Presenza
*** Pedagogista
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