Il libro (edito da Ombre corte, 2021, al prezzo di 14 euro) affronta la questione più importante dei prossimi anni, e cioè come la specie umana riuscirà a sopravvivere sul nostro Pianeta.
Michael
Lowy espone la sua tesi, che è quella di unire ecologia e socialismo, abbandonando
di corsa il capitalismo per il socialismo, che non sia una copia “sostenibile”
del capitalismo, ma, con una posizione profondamente ecologica, sia un cambio
di paradigma.
Ecco, il cambio di paradigma è quello che manca ai piani
alti, si fanno e faranno aggiustamenti, qualche cambio tecnologico, ma mai
viene e verrà messo in discussione il dogma della crescita.
L’autore spiega cos’è l’ecosocialismo e analizza i passaggi
logici e teorici del marxismo, e gli avvertimenti sui pericoli crescenti a
partire da Rachel Carson (Primavera silenziosa,
1962).
Si sofferma sul “problema” della pubblicità, anima del
capitalismo, che sostiene i bisogni artificiali, falsi o simulati (a p.49, e
sopratutto nel sesto capitolo).
Lowy riprende il pensiero di Walter Benjamin (Sul concetto di storia), un profeta che
aveva indicato le sfide che oggi ci troviamo ad affrontare.
Si
sofferma poi sui casi del Brasile e degli Usa e sulle vie d’uscita alla crisi
in atto, nel decimo capitolo, nel quale espone tredici tesi sulla imminente catastrofe(ecologica) e i mezzi
(rivoluzionari) per scongiurarla.
Dopo
aver smontato pezzo per pezzo le miniriforme verdi del capitalismo Lowy dice scrive
che “Le sole alternative efficaci in
grado di scongiurare il disastro sono le alternative radicali. Se la radice è
il sistema capitalista, abbiamo bisogno di alternative antisistemiche, cioè
anticapitaliste – come l’ecosocialismo, un socialismo ecologico all’altezza
delle sfide del XXI secolo.”e che “le
forze che sono in prima linea nello scontro sono i giovani, le donne, gli
indigeni e i contadini”.
E
conclude con le parole di Bertolt Brecht: “Chi
lotta può perdere. Chi non lotta ha già perso”.
Se mi chiedessero perché leggere questo libro direi semplicemente che è uno strumento utile per chi non si rassegna e non accetta di essere impotente.
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