Secondo Max Weber l’autorità di un capo
“carismatico” è “fondata sulla devozione all’eccezionale santità, eroismo o
carattere esemplare di una singola persona”. La storia ci offre molti esempi di
capi carismatici positivi o negativi, da Gesù a
Hitler, e comunque, seppure in modi diversi, tutte queste figure
rappresentavano un’autorità unica, assoluta, non certo eletta democraticamente,
ma impostasi grazie, appunto, al loro carisma.
Mi è tornato alla mente questo principio,
ascoltando in questi ultimi mesi gli innumerevoli osanna al governo dei
“migliori” e alla figura di Mario Draghi, che
peraltro non si è imposto, ma è stato imposto, vista la pochezza del
Parlamento. Ciò che colpisce è il coro di peana a prescindere. Premetto, non
sono un analista politico e non mi cimento in questo campo, ma sono un
cittadino che vota e cerca di farlo alla luce dei fatti e, sinceramente, a un
anno di distanza non sono riuscito a capire in cosa consista questa grande svolta promossa dai “migliori”.
Riguardo alla scuola, al di là di un
susseguirsi di normative sempre più confuse e di una assenza di regole
certe, non si è fatto pressoché nulla: ci si ritrova più o
meno nella situazione precedente. Non sono aumentate le aule e neppure sono
stati adeguati i trasporti scolastici. Inoltre è scomparso anche quel piccolo
aiuto alle famiglie che consisteva nel cosiddetto bonus psicologo, visti i
sempre maggiori problemi riscontrati dalle ragazze e dai ragazzi in seguito
alle restrizioni dovute al virus. La pandemia ha messo in luce molto chiaramente
quanto sia necessario rafforzare la medicina territoriale, nonché l’organico
sanitario a tutti i livelli, vista la carenza di personale e di spazi adeguati.
Cosa è stato fatto? Si è destinata una quota minima del Pnrr, l’8,2%, di cui una
piccola parte alla ricerca. Non certo un gran trampolino per il futuro. Per non
parlare della cosiddetta “transizione ecologica”, che non prevede nessuna
svolta significativa rispetto al consumo energetico e al rispetto
dell’ambiente. La grande novità è stato
rispolverare il nucleare, con gli impianti di quarta generazione (Matteo
Salvini dixit), che al di là della resa, come ha affermato l’ingegner Angelo
Tartaglia, “semplicemente non esistono”. Il finanziamento prolungato del bonus
casa, oltre a far aumentare i prezzi, finisce per fare guadagnare chi è già più ricco, come le nuove norme fiscali. I
migliori non si sono certo impegnati troppo nel ridurre le disuguaglianze
sempre crescenti, basti pensare alla reazione alla timida proposta di Enrico
Letta di tassare i patrimoni sopra i 100 milioni: “Non è ora di prendere”.
Se poi prendiamo il famigerato Pnrr, che
in realtà si chiama Next Generation Eu, sarebbe dovuto servire a innescare una
svolta futura, per i giovani. Per farlo, però, occorre avere una visione del
futuro e quella di questo governo è chiara: “Andare avanti così come si va
ora”, senza nemmeno una gattopardesca finzione di modificare un minimo lo
status quo. Dove sarebbe la svolta? Quale
paese immaginiamo? A vocazione industriale, turistica, agricola? Si è paragonato
il Next Generation Eu a una sorta di Piano Marshall, ma De Gasperi ce l’aveva
una visione del futuro e l’Italia è passata da paese agricolo a industriale.
Non sono un elettore 5 Stelle, ma non sono
riuscito a percepire questa grande svolta rispetto al governo precedente, che
peraltro ha dovuto gestire una situazione anche più difficile e che comunque è
stato quello che ha ottenuto quei fondi europei che Draghi e i suoi possono
gestire. Forse non era proprio questo che intendeva Platone, quando auspicava
il governo dei migliori. Diciamo piuttosto che in democrazia, nella migliore
tradizione italica, affidarsi all’uomo forte è un bel modo per scaricarsi da
ogni responsabilità.
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