Una lettera di Emilio Scalzo – rinchiuso da oltre un mese nel carcere di
d’Aix Luynes per un mandato europeo che lo accusa di aver difeso il diritto
alla solidarietà con i migranti al confine con la Francia – a Chiara
Sasso, con cui ha scritto il libro A
testa alta e con cui condivide la straordinaria lotta del movimento No Tav.
Ciao
Chiara, sono contento per Zoe, sono sicuro che Desi gli vorrà molto
bene come tutti voi. Mi raccomando di farla socializzare con il branco delle
mie, così in qualsiasi eventualità potrete lasciarla in buona compagnia. Tu sai
che da noi è un Hotel a 5 stelle per quadrupedi…
Sto impegnando
un po’ di tempo scarabocchiando degli accadimenti e mi sembra che il materiale
non manchi. Giuro che non ho le ansie o il magone e non sono
spaventato, sono pronto anche a una sentenza assurda, lo metto in conto. Ma
ciò non toglie che delle volte mi guardo intorno e con il sorriso mi
chiedo che ci faccio io qua dentro, cosa c’entro con questa gente qua. Già
mi sono adeguato, che poi a me la gente piace e vedo che di conseguenza io
piaccio a loro.
Con le
guardie basta farle sentire importanti e sono contenti e di conseguenza non
creano problemi, gli basta poter chiudere e aprire sbarramenti e un po’ di
tintinnio di chiavistelli e hanno guadagnato trenta denari, loro dicono il
pane.
Con la
comunicazione ho un problemino: siete un po’ troppi a scrivere e
sto proprio attento a gestire la spesa al minimo storico perché non voglio
assolutamente finanziare nessun penitenziario. Vedo che riescono a sfruttare
anche i disperati, tutto è molto più caro di quello che già lo è fuori, allora
assolutamente spendo solo per prodotti di igiene personale. Sento tanta
solidarietà e questo mi dà ancora più forza, qui non sono abituati e sono
perplessi sia i carcerati che i carcerieri e questo mi dà modo di
“catechizzare” sia gli uni che gli altri.
Nel libro
che scriveremo (“A testa alta“) è evidenziato che ringrazio tutti. Ora non ho
riesco a rispondere tutti, tu sei famiglia e allora come vedi sto esprimendoti
tutto il mio affetto personale, ma tu per favore estendi i miei saluti
facendoti da tramite a tutta quella parte del nostro caro movimento Notav,
sempre nel mio cuore e nei miei pensieri.
Un abbraccio
affettuoso No Covid a tutti. Felice 2022
Francia
Meison d’Arrêt d’Aix Luynes, 12 gennaio 2022
Emilio
Ps. Per
Bertin e Bianca un abbraccio così caloroso che gli scaldo oltre il cuore anche
casa. Non so se è perché mi sento un po’ orfano, ma mi piacerebbe essere come
un figlio per loro. A presto!
da Comune-Info
*******
Aggiornamenti
su Emilio
“Siamo
arrivati stamattina al carcere d’Aix-Luynes, con Marinella, per il suo primo
colloquio con Emilio da quando è stato estradato in Francia il 3 dicembre.
Marinella è entrata al colloquio, e noi la stiamo aspettando fuori dal carcere.
Intorno a noi ci sono i parenti dei detenuti, donne con bambini piccoli,
famiglie immigrate, come in Italia i poveri di questo mondo.
Emilio sta
bene, Marinella l’ha trovato in forma e di ottimo umore! Ringrazia tutti e
tutte per le lettere e per l’affetto.
Sono riusciti a vedersi per un’ora circa e a consegnare anche un po’ di viveri
e indumenti.
In attesa di novità da parte dell’avvocato resta il fatto che la prima visita
concessa sia arrivata dopo 45 giorni dall’estradizione, costringendo la moglie
a un lungo viaggio notturno per arrivare in tempo al colloquio fissato alle 7
del mattino.
Ma non sarà questo a minare la sua forza e la nostra solidarietà, continuiamo a
scrivere ad Emilio, a muoverci e a mantenere alta l’attenzione!”
Emilio
libero! Libertà per i/le No Tav!
Dalla pagina Emilio Libero – Comitato di solidarietà
https://www.osservatoriorepressione.info/non-spaventato-lettera-emilio/
Felice anno, Emilio - Daniela Bezzi
E con oggi, 1 gennaio
2022, è passato un mese esatto dal giorno in cui senza neppure suonare il
campanello, scavalcando come dei ladri il muro di cinta intorno al giardino,
incitandosi l’un l’altro come di fronte a un pericoloso criminale (“… eccolo
che esce, prendilo, dai, non lasciartelo scappare…”), sono arrivati in
forza a casa di Emilio Scalzo e se lo sono portato via, auto nera che sgomma
rabbiosa lungo la statale che da Bussoleno porta dritto al carcere Le Vallette
di Torino. I compagni che da giorni si erano avvicendati davanti a casa sua nel
più conviviale dei presidii, che registrano ogni attimo dell’arrembaggio mentre
protestano con quanto fiato hanno in gola. La moglie Marinella che dopo un
ultimo rapido abbraccio, si fa da parte con ammirevole compostezza. Cani
abbaianti mentre lui esce di scena A Testa Altissima, come e più
del libro che Chiara Sasso ha tratto dal suo percorso di vita. E quel murales del
lupo preso in trappola, che lo street artist Alleg aveva
dipinto solo pochi giorni prima sul primo piano della facciata, che sembra
prendere vita, più che mai premonitore – con quell’orologio che incombe da
sopra, mentre cerca di divincolarsi.
Spettacolo vergognoso
per sfoggio di blindati, blocco delle strade, carabinieri, digos, elmetti
caschi scudi, stra-potenza militare, contro un uomo che da settimane, già da
prima che anche alla Corte di Cassazione venisse confermato il verdetto della
Procura di Torino, era tranquillamente pronto a partire, valigia fatta, sorriso
rassicurante per i tanti che passavano a trovarlo al presidio. Un uomo che quella
stessa mattina, nelle ore precedenti la cattura, era stato solo un po’
più serenamente occupato del solito: verso le
9 c’era stata la diretta con Radio Popolare, per ricostruire una
vicenda così simile a quella di Mimmo Lucano, e persino più difficile – per via
di quel MAE, Mandato di Arresto Europeo, insindacabile,
che la Francia aveva emesso contro di lui, che era stato così supinamente
accettato dalle autorità italiane nel silenzio generale. Come Mimmo
Lucano, anche Emilio Scalzo era infatti impegnato sul fronte dei migranti,
che giungendo dalla rotta Balcanica fanno tappa agli ultimi avamposti italiani,
le cittadine di Oulx e Claviere, al confine con la Francia lungo la via delle
Alpi: percorso quanto mai pericoloso, per chi non conosce i sentieri. E verso
le 11 della stessa mattina, ecco che era passato a trovarlo anche Zero Calcare,
che in un video aveva sintetizzato la vicenda giudiziaria di Emilio, la sua
leggendaria generosità verso i tanti che aveva accompagnato lungo quei
sentieri, l’accusa di aggressione verso un gendarme durante una manifestazione
lo scorso maggio – video brevissimo ma quanto mai provvidenziale date le
circostanze, e che infatti tutte le testate hanno poi ripreso con la notizia
dell’arresto.
Alle Vallette Emilio è
restato solo per poco, il 3 dicembre eccolo già consegnato alle
autorità francesi. E diversamente da quanto il suo stesso legale aveva
ipotizzato, la detenzione non è riuscita neppure lontanamente a replicare
i domiciliari che gli erano stati concessi in Italia, ma è
carcere vero, per giunta a Aix en Provence, a centinaia di chilometri dalla Val
Susa. Particolare inquietante, inspiegabile: a un mese dall’avvenuta
estradizione, i suoi cari, persino sua moglie, ancora non sanno quando potranno
vederlo, andarlo a trovare. Le comunicazioni avvengono
attraverso il legale francese che per fortuna parla un ottimo
italiano e solo recentemente ha trasmesso una lettera in cui Emilio
dice di star bene, di non preoccuparsi per lui, di essere felice per le tante
lettere che arrivano. Ma ancora non si sa quando il procedimento potrà
avere inizio, con quali scadenze: queste le scarne notizie circa questa storia
di incredibile ingiustizia nella legalità, che vede protagonista il “gigante
buono” Emilio Scalzo.
Come redazione
di Pressenza abbiamo pensato che il miglior augurio di Buon
Inizio Anno potesse quindi essere questo corale “Caro Emilio” che abbiamo
raccolto in Val Susa, e che vi condividiamo qui sotto. E senz’altro
continueremo a seguirla questa storia, importante tenere viva
l’attenzione. Non meno importante (raccomandano gli amici di Emilio) è
continuare a scrivergli, nel carcere in cui si trova detenuto, c/o Maison
d’arrêt d’Aix Luynes, 70 Route Deus, Chateaux du Mont Robert, CS 20600, 13595
Aix en Provence, “per far capire quanto è amato e benvoluto da tutti e NON
il criminale che vorrebbero far credere e processare”. Perché questo
avrebbero in mente di fare. E sarebbe gravissimo!
Tanti Auguri caro
Emilio, a Testa Alta…!
da Nicoletta
D.
… sono andata a
cercare le immagini del carcere che ti tiene recluso. Quale sarà la tua, tra le
finestrelle che popolano come tanti occhi dolenti le mura di questa moderna
fortezza? Che cosa vedi oltre le sbarre? Il reticolo delle recinzioni che
intersecano i cortili? O il muro di cinta con le garitte delle guardie? C’è
qualche macchia d’alberi, qualche prospettiva in lontananza che ti ricordi la
tua casa e la tua valle? E come trascorri il non-tempo di quel non-luogo?
Penso alla tua grande
figura costretta nel breve perimetro della cella. Tu sei davvero il grande
lupo, quello affrescato da Alleg sui muri di casa tua, preso alla tagliola
della “Giustizia”, comunque deciso a non arrendersi. E con te ci sono pur
sempre la cornacchia e il topolino, piccole, forse insignificanti creature, ma
determinate a lavorare di tronchese per tagliare l’immane catena che ti tiene
in trappola…
Certo la tua
generosità sarà un dono prezioso per i tanti ultimi con te rinchiusi: storie di
povertà, inferni da cui fuggire, dignità calpestata e fame… Quella tua mano
forte e dolce sarà per loro una carezza.
Caro Emilio, ti
vogliamo libero subito, insieme a noi, a lottare ancora.
Con rabbia, affetto e
nostalgia,
da Franco T.
… poche ore prima che
ti portassero via, avevamo trascorso la notte insieme ai giovani e meno
giovani, che tu sapevi unire, con la forza del tuo amore incondizionato per la
verità!
Hai scelto di
rinunciare a un’esistenza tranquilla, per privilegiare la “felicità comune”, la
fede senza confini nell’aiutare il prossimo… Ti abbraccio con infinito affetto.
da Maurizio P. con A.B.
e I.P.
… buone feste caro
Emilio, anche se sei dietro le sbarre.
Sei prigioniero perché
hai dato le tue scarpe a chi ne aveva bisogno per camminare, il tuo cuore ai
perseguitati, agli ultimi, perché sei fratello di chi è oppresso, amico,
compagno di tutte e tutti noi e per questo tuo esempio, per la tua sete di
giustizia e libertà sei ostaggio e prigioniero dell’ingiustizia e
dell’arroganza del potere.
Grazie di esserci,
grazie di esistere. Le loro sbarre non possono dividerci. Ci stringiamo a Te
complici e solidali.
da Giulia F.
… da un mese ti
hanno portato via dai compagni, dalla tua famiglia, dalla tua terra, ma non
dalle tue lotte. Sono arrivati come ladri, hanno scavalcato i cancelli, invaso
la tua casa, come fanno i persecutori e i vigliacchi, senza il coraggio di
guardarti dritto negli occhi, come invece sai fare tu.
Non c’è stato giorno
in cui tu non sia stato pensato da tutti noi, ciascuno a modo suo ma con
l’intensità che sai. Ci siamo, siamo con te, ti siamo vicini, con la voglia di
dimostrarti solidarietà e vicinanza, e non senza il timore di recarti un
qualche danno con la nostra testarda resistenza, con la fratellanza che
rappresenta una colpa per chi semina discriminazione e odio.
Ti abbracciamo stretto
e ci stringiamo attorno a chi ti attende più di tutti, alla tua famiglia – ma
quanto è difficile sopportare una simile ingiustizia! Come fa arrabbiare il
continuo abuso di potere! Ti scriviamo sperando che tu possa leggere questi
messaggi, per dirti di non lasciare che ti facciano del male, perché abbiamo
bisogno del nostro Emilio, non di un eroe, ma dell’uomo buono, dalle mani
grandi che ciascuno vorrebbe accanto quando la lotta diventata dura.
da Ezio B.
… nel 2015 avevo
raccolto una tua video-testimonianza per il Tribunale Permanente dei
Popoli che aveva aperto una sessione su “Diritti fondamentali,
partecipazione delle comunità locali e grandi opere” e il TAV era ovviamente in
primo piano. Eri stato colpito per la prima volta da misure cautelari, dovevi
startene chiuso in casa a Bussoleno. Avevi affrontato la situazione senza
piangerti addosso, ma non riuscivi a darti pace circa quel capo d’accusa,
“infaticabile attivista notav”: inaudito che il concetto di “presunzione di
innocenza” potesse venir rovesciato in “presunzione di colpevolezza”. In quella
testimonianza rivendicavi con fierezza la tua militanza, dalle grandi
manifestazioni alle riunioni di preghiera con i Cattolici per la vita della
valle, alle azioni al cantiere di Chiomonte, sottolineando che mai era stata
messa a repentaglio l’incolumità di esseri viventi. Non è difficile immaginarti
oggi mentre racconti ai tuoi compagni di prigione i tanti capitoli di una vita
vissuta sempre A Testa Alta (questo il titolo del bel libro
che scritto insieme a Chiara Sasso, ndr). Anche nel carcere di Aix en Provance,
sei sicuramente tu che dai coraggio ai più deboli.
Sono passati più di
sei anni da quando scoprivi di essere colpevole del reato di “infaticabile
militanza”, oggi scopri che è reato anche la solidarietà che ti ha portato ad
aiutare i migranti. Di questi crimini, oggi come ieri, puoi essere orgoglioso.
da Irene R.
… ci siamo visti due
sere prima dell’arresto, al presidio che si era creato davanti a casa tua.
Abbiamo chiacchierato attorno al fuoco, ci siamo abbracciati. Poi ecco la
telefonata che temevo: “Sono arrivati a prenderlo!”. Ero appena rientrata da
lavoro, mi rifiondo fuori, e correndo con la macchina arrivo dinnanzi ai posti
di blocco di polizia al bivio verso Susa; poco più in là, verso casa tua, anche
una volante dei carabinieri.
Parcheggio la macchina
un po più giù, a piedi eludo i controlli. Arrivo proprio di corsa, giusto in
tempo per gettare uno sguardo dentro la brutta auto nera che sta per portarti
via.
Sono certa che anche
tu mi hai vista e hai colto l’amore, la compagnanza con cui
intendevo augurarti Buona Fortuna, visto che non ci rivedremo per un po’.
Forza e coraggio, caro
Emilio! A presto!!!
da Valerio C.
… penso a Emilio è mi
sembra di vederlo, che gira in bicicletta per il paese di Bussoleno, salutando
tutti con cordialità e amicizia, conosciutissimo da tutti. Una “persona” di
un’umanità e disponibilità totale per gli altri. Un vero punto di riferimento
per qualsiasi necessità. Ci manca e ci auguriamo di vederlo presto fra noi.
da Beppe S.
Caro Emilio, da un
mese è in prigione in Francia, “colpevole” di solidarietà coi migranti, perché
gli uomini dovrebbero essere liberi ed avere uguali possibilità, e noi dobbiamo
aiutare i nostri “fratelli”. Liberté, Fraternité, Egalité… FRANCIA
IPOCRITA!
da Gabriella
G. e Ezio R.
Per noi Emilio è
l’amico, la persona che semplicemente ha sempre dato voce all’anima del
movimento e di tutti noi, la persona che in silenzio decide di FARE e di non
stare a guardare, sacrificando la sua libertà per il fatto di essersi messo in
gioco. Un pensiero a Marinella: accanto a un grande uomo c’è sempre una grande
donna.
da Mimmo B.
… oggi siamo stati al
cimitero di Meana per commemorare Raul e purtroppo tu non hai potuto
partecipare, però tutti hanno con rabbia rimarcato contro chi te l’ha impedito.
Anch’io ho parlato di te dicendo che in qualche modo tu e Raul siete un po’
simili per tanti aspetti, due giganti buoni che le istituzioni hanno cercato di
etichettare, Raul come un pazzo da ricoverare e tu come un violento da chiudere
in prigione. Ma noi, il popolo valsusino che vi ha conosciuto profondamente,
sappiamo la verità, che siete due giganti buoni, che il potere cerca di
eliminare come fece la chiesa e i potenti del medioevo contro i cosiddetti
eretici che vivevano in questa valle. Questo sistema contro il nostro movimento
lo hanno usato fin da subito con Sole e Baleno, due poveri ragazzi lasciati
soli contro quel potere che vantava contro di loro prove granitiche che si
rivelarono poi false. Adesso però hanno di fronte te, che non sei certo un
ragazzino e hai una grande forza morale per affrontare le infamie che
cercheranno di addossarti e tutti noi che nel frattempo abbiamo imparato da
quale parte stare (con gli ultimi e i più deboli). Tieni duro Emilio. Sappi che
noi ti siamo vicino non ti abbandoneremo mai. Insieme supereremo questa
ingiustizia e repressione che stanno utilizzando nei tuoi confronti. Se pensano
di fare di te un esempio per colpirci sia come movimento No Tav e
sia come gruppo No Border si sbagliano di grosso. A presto
Emilio!
da Giovanni
M.M.
Amico caro, il 26
siamo stati alla commemorazione di Raul, è stata la prima volta che mancavi, e
sappiamo bene quanto ci tenevi ad esserci, però ci sei stato lo stesso, abbiamo
parlato tanto di Raul e di te!
Raul, il gigante buono
che è stato. Emilio il gigante buono che è (così ha detto Mariano)!
Ovunque mi giro la
gente chiede di te, e non dico solo NoTav, anche gente comune e
persino tanti SiTav, tutti solidali con te…
da Clizia
V. e famiglia
Di Emilio ci restano
impresse le giornate trascorse in attesa della sentenza di estradizione.
Giornate di solidarietà, fratellanza, momenti di condivisione. La quiete prima
della “tempesta”.
Poi la sentenza della
Corte di Cassazione, che ci ha lasciati amareggiati, ma non sorpresi.
Nonostante tutto, non
ci abbattiamo e ora più che mai siamo accanto alla sua dolce figlia e alla sua
coraggiosa moglie, in attesa di riabbracciare Emilio.
da René e Roby
Giorni e notti
trascorsi in strada o nel cortile di casa tua. Un sorriso, un canto, un
racconto, una battuta, una bevuta, ma soprattutto una montagna di solidarietà
portata da moltissimi che ti conoscono da anni, oltre che da quelli che ti
conoscono appena ma sanno la tua forza, la tua determinazione, tenerezza, il
tuo amore per la Valle, il tuo impegno per chiunque si trovi in difficoltà. In
attesa degli sbirri che prima o poi sarebbero venuti a prenderti, hai saputo
accoglierci tutti con un abbraccio. Hai avuto parole per tutti, tempo da
dedicare a tutti, sottraendolo all’intimità della tua famiglia, in quegli
ultimi momenti di semilibertà. Giorno e notte ti preoccupavi che ci fosse
qualcosa da bere, che il fuoco fosse acceso nelle serate fredde, che ci fossero
coperte per chi avrebbe trascorso la notte a guardia del presidio. Emilio che
apriva i cancelli a tutti, quei cancelli che uomini davvero piccoli hanno
scavalcato per spettacolarizzare un arresto del quale si sarebbero loro stessi
vergognati, se avessero semplicemente suonato il campanello. Emilio è oggi
ingiustamente recluso dietro ad altri cancelli perché saperlo libero, per i
signori del potere, vorrebbe dire riconoscere la propria disumanità. In attesa
di riabbracciarlo insieme a tutti i compagni di lotta, ciao Emilio!
da Haidi G.G.
… nel mondo alla
rovescia in cui viviamo, accade che decine di agenti della Digos blocchino una
strada statale con le camionette, scavalchino di soppiatto un recinto, per
afferrare… un pericoloso boss mafioso? No, un uomo profondamente buono e
generoso, già condannato ai domiciliari per aver aiutato il prossimo in grave
difficoltà. Un uomo che aspettava tranquillamente gli agenti in compagnia degli
amici e delle compagne che hanno sopportato giorno e notte il freddo
dell’inverno per non lasciarlo solo. Un uomo consapevole di essere nel giusto e
perciò in grado di essere sereno, sorridente, persino ironico.
Anni fa ho ricevuto da lui la Tessera n°1 (la prima di molte,
tutte Tessere n°1 per non fare torto a nessuno) del NPA. Nucleo
Proletari Armati! esclamerà qualche lettore del quotidiano la Repubblica.
No, tranquilli. La tessera dice: Nucleo Pintoni Attivi, fino
all’ultima battaglia, fino all’ultima bottiglia… di buon vino
valsusino, naturalmente.
Caro Emilio, anche quella che ti ha portato in Francia è una “via dell’aceto”.
Non ho paura per te, ti conosco, so che sei di animo forte. Ho paura per noi
senza di te.
(testo integrale di
questa lettera: https://www.carlogiuliani.it/archives/homepage/7543)
Buon anno al nostro
Emilio Scalzo
https://comune-info.net/felice-anno-a-emilio/
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