In questi mesi abbiamo assistito a continue giravolte sulla tematica
delle vaccinazioni e sui provvedimenti anti-contagio. A destra la
Lega ha ripetutamente denunciato la dittatura delle misure di contenimento
assumendo le stesse posizioni dei proprietari delle discoteche e
dei settori padronali che anche nei mesi di maggiori contagi invocavano
la riapertura delle attività. La libertà di non vaccinarsi viene
oggi cavalcata, così come hanno rivendicato il diritto dei datori di
lavoro di mantenere aperti i luoghi della produzione anche nei momenti
più drammatici dei contagi, una sorta di somma libertà individuale e
di impresa a prevalere sulla salute pubblica. Nella prima fase pandemica,
così come nella seconda, i padroni hanno sempre sostenuto la necessità
di salvaguardare produzione, i loro profitti, chiedendo interventi
statali a sostegno delle imprese, anche quelle che non hanno subito
cali di fatturato. E per mesi hanno invocato il ripristino dei licenziamenti
collettivi ottenendo il via libera dagli stessi sindacati che pur
sapevano gli effetti devastanti che avrebbe avuto questa insana decisione
(sono già migliaia i licenziamenti arrivati nel solo mese di luglio).
Nei mesi sindemici una parte del mondo industriale e finanziario ha accumulato
enormi fortune, le sperequazioni economiche e sociali si sono acuite,
i vaccini continuano ad essere disponibili, pur con il contagocce
per mesi, nei paesi occidentali, ma non è così nel cosiddetto Terzo
Mondo. L'arrivo del Governo Draghi, fortemente voluto dagli Usa,
dalla Bce, dalle associazioni datoriali e dal sindacato rappresentativo,
ha permesso all'Italia di ottenere i soldi del Recovery presentando
un piano di rilancio del paese basato sulle infrastrutture e sulle grandi
opere, al contempo sono ritornati i licenziamenti collettivi e si
va riscrivendo il codice degli appalti secondo i desiderata delle
imprese. L'arrivo di nuove varianti, il raddoppio dei contagi e dei
ricoveri nell'ultima settimana di luglio, ha richiamato l'attenzione
sul fatto che i contagi non sono stati arrestati e stanno riprendendo
con numeri considerevoli. Il Governo dal canto suo, per assecondare
Regioni e associazioni datoriali, ha modificato le regole in
corso d'opera e così il tasso dei contagi non è più il parametro di riferimento
e al suo posto subentra il numero dei ricoveri ospedalieri. Metà
della popolazione italiana è stata vaccinata con la doppia dose, tuttavia
con mesi di ritardo rispetto alla iniziale previsione e con vaccini
testati dalla Ue e dagli Usa, ai vaccini prodotti da altri paesi come Russia,
Cuba e Cina sono state chiuse le porte senza mai giustificare questa scelta
con dati scientifici inoppugnabili. Attorno ai vaccini si è scatenata
una guerra interna al capitalismo con le multinazionali produttrici
che hanno accumulato enormi fortune anche in virtù della proprietà intellettuale
detenuta e mai resa pubblica, gratuita e accessibile a tutti\e. I
loro profitti sono stati resi possibili da finanziamenti a fondo perduto
pubblici secondo il principio capitalista della socializzazione
delle perdite e della privatizzazione dei profitti. Non mancano poi
i casi di operatori sociosanitari sottoposti a vaccinazione obbligatoria
nonostante gli anticorpi elevati e ancora oggi sprovvisti del Green
pass indispensabile a lavorare. È impossibile non soffermarsi su
un passaggio della presa di posizione di Agamben e Cacciari laddove i
due filosofi presentano il green pass come la classica foglia di fico
"ipocrita", "per coprire i disastri del sistema liberale
nel tutelare la salute dei cittadini". Chi si sentirebbe di dar
loro torto davanti a oltre 130 mila morti? Non saremo certo noi a fare le
barricate sul Green pass, chi le fa spesso vede la libertà solo dal punto
di vista individuale, paragona il foglio verde a un passaporto per
la circolazione interna e invoca la resistenza all'autoritarismo.
I problemi sono ben altri, dopo un anno e mezzo di contagi per avere una visita
intramoenia, ergo a pagamento in una struttura pubblica, possono
trascorrere mesi, i limiti del sistema sanitario italiano sono evidenti,
le assunzioni e gli investimenti annunciati sono stati ben poca cosa
rispetto alle reali necessità. Noi da tempo dichiamo l'esatto contrario
di quanto asserito dalla Meloni o da Salvini: serve più stato e più pubblico
nella istruzione e nella sanità, maggiori investimenti, ma se guardiamo
ai numeri dei Governi Conte e Draghi non si intravede alcuna inversione
di tendenza rispetto al passato. Sempre nell'anno e mezzo pandemico
alcuni dispositivi repressivi sono stati affinati come dimostra
l'utilizzo dei droni, la campagna orchestrata per la delazione di
massa contro chi non rispettava il distanziamento sociale e le regole
anti-contagio, non si è investito nella ricerca e nella sanità pubblica,
le assunzioni sono in numero del tutto insufficiente rispetto alle
reali necessità. I dispositivi del capitalismo della sorveglianza,
con la motivazione di tutelare la salute pubblica, hanno introdotto
norme e sistemi di controllo ancora più rigidi del passato, gli operai
ribellatisi ai licenziamenti hanno subito, come nel caso della logistica,
repressioni, aggressioni, migliaia di denunce e arresti per associazione
sovversiva. Di questo una società senza scheletri nell'armadio dovrebbe
parlare liberamente senza nascondersi dietro al primato della impresa,
come negli appalti, o alla urgenza della ripresa. La società uscita
dalla pandemia vede la progressiva contrazione delle libertà individuali
e collettive e non per l'adozione del green pass. Per qualcuno la mascherina
è il simbolo della oppressione, un mix di culture anti-vax , antistataliste
e sostanzialmente antioperaie che negli Usa ha determinato la fortuna
del Tea party e di Trump, un mix di liberismo economico e militarizzazione
della società oggi riproposto anche in Europa. Ma degli oppositori
al green pass non dobbiamo fare un unico fascio, le ragioni di Cacciari
e Agamben possono anche non essere condivise ma sicuramente vanno
ben distinte da quelle di Salvini e Meloni o peggio ancora Forza
Nuova e Casa Pound. Noi siamo consapevoli che una svolta reazionaria e
regressiva sia alle porte, ma al contempo siamo convinti che le cause di
questa situazione non siano le misure di contenimento del covid o le
norme antipandemiche. A chi invoca la libertà di non vaccinarsi raccontando
magari storielle degne dell'Azzeccagarbugli di Manzoniana memoria
ricordiamo la velocità repentina con la quale politici no-vax e sostenitori
di Trump abbiano modificato in poche ore la loro opinione facendosi
immortalare dalle telecamere al momento del vaccino salvo poi abbracciare
un minuto dopo posizioni diametralmente opposte. L'assenza di memoria
critica è il vero problema delle società capitaliste nell'epoca
dei social. Non abbiamo conoscenze scientifiche sufficienti a dubitare
della efficacia dei vaccini, siamo tuttavia convinti che le vaccinazioni
andrebbero aumentate senza per questo pensare a soluzioni autoritarie
e impositive che presenteranno i non vaccinati come nemici della
salute pubblica. E a chi invoca la Costituzione a proprio piacimento
ricordiamo che dovrebbe menzionarla anche nelle parti cancellate ove
si parlava di controllo e direzione a fini sociali dell'economia,
per non parlare poi del pareggio di Bilancio imposto nella Carta da
schieramenti bipartisan Se poi pensiamo a Confindustria non possiamo
che denunciare la ipocrisia tipica dei padroni che lasciavano i luoghi
della produzione aperti nei mesi del contagio e oggi per difendere i
profitti vorrebbero licenziare i non vaccinati. La stessa ipocrisia
con la quale si parla oggi di Green Pass. Che fare allora? Intanto potenziare
salute e sanità pubblica, libera circolazione dei vaccini, il nostro
invito è quello di vaccinarsi senza cadere nella trappola della costruzione
del nemico di turno, il non vaccinato, denunciamo i dispositivi repressivi
attuati e la retorica della falsa morale di governanti e padroni,
quella stessa retorica che tace davanti alla crescita esponenziale
di infortuni e morti sul lavoro
Redazione pisana di Lotta Continua
Da: https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/
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