Non ne posssiaaamooo piùùù
– non sappiamo neppure chi
siamo diventati- ci sentiamo soffocare- Perché adesso non serviamo più dopo
anni di giovanilismo di corteggiamento dei giovani come modello di vita, per
spingere al consumo di merce prodotta appositamente per un target studiato e
voluto a tavolino da grandi imprese della moda ? Perché su di noi fanno cadere
responsabilità immense come l’ aumento del debito pubblico o la protezione dei
nonni perché persone fragili ? Siamo considerati vuoti a perdere? Senza
corpo con i suoi bisogni- senza sentimenti senza capacità di elaborare
pensiero, senza possibilità di accedere alla cultura cui abbiamo diritto? Molti
di noi, sono ancora minorenni e allora qualche responsabilità ci sarà pure per
abbandono nei loro confronti. E’ un problema di responsabilità da parte di chi
ha il dovere di intervenire e invece finge di non vedere e non sentire. Mentre
i costi della scuola, in questo periodo, PER NOI senza senso, continuano a
pesare sulle nostre famiglie impoverite
NOI TRE chi siamo
Joy Pepe 21 anni secondo anno
DAMS
Oggi più che mai noi giovani
viviamo una condizione di forte precarietà che ci colpisce su tutti i fronti
del quotidiano. La dinamicità e la forza vitale che invadono i nostri corpi e
le nostre menti di universitari sono smorzati da
questa situazione pandemica e da tutti coloro che hanno paura di avvicinarci in
quanto considerati gli untori di turno praticanti di una promiscua socialità
non protetta…
Siamo caricati di tutte le
responsabilità che questa situazione comporta, ma cosa ci lasciate, cosa ci
rimane? Nessuna garanzia, nessuna tutela- e bruciate molte delle occasioni di
confronto nelle quali la nostra identità di studenti, lavoratori, persone… si
costruisce.
Per Aristotele l’uomo è un
animale sociale, per Lorenz un animale culturale. Come possiamo crescere e
diventare la versione migliore di noi stessi se i due presupposti su cui si
fonda la nostra natura di esseri umani vengono a mancare?
I nostri rapporti sociali sono
ridotti all’osso: ormai definiamo amici soltanto coloro che sono più prossimi
alla nostra abitazione, almeno riusciamo a dedicare loro una quantità di tempo
“live” sufficiente per essere considerati amici
in carne e ossa e non ologrammi sul telefono. “Fare nuove amicizie”non rientra
in nessuna regola comportamentale di un qualsiasi DPCM. E soprattutto per chi è
solo (di ogni età) come la mettiamo? Gli eventi culturali ora sono del tutto
fuori portata in primo luogo perchè sabato e domenica tutti i musei sono chiusi
e poi perchè con così poche possibilità di arrotondare, i prezzi sono del tutto
fuori portata.
Confermando ancora una volta
che il sapere è prerogativa dei più abbienti; certamente le iniziative online
sono tantissime, e forse è ciò che ci salva dalla monotonia di alzarsi,
studiare, seguire lezione… e così via!
Meglio un seminario a distanza
che n-ulla.
Ma il punto cruciale è
l’università, ore di lezioni al computer, nessun compagno, esami online che
penalizzano in funzione della connessione (pagata da noi). La nostra laurea
online varrà quanto le altre?
Tali questioni, ci fanno
esplodere, mettono in evidenza una comune esigenza: vederci dal vivo, sentire
l’odore degli altri, udire voci non ovattate dal microfono di un telefono…
abbracciarci.
Questi sono esempi di come
siamo i primi contro cui puntare il dito e gli ultimi verso cui tendere lamano.
Da sempre e soprattutto ora.
Io abito a Padulle un paesino fuori Bologna vicino S.Giovanni in
Persiceto e spesso la connessione non arriva rischiando così la perdita degli
esami e di conseguenza l’aggravio delle tasse universitarie. Poi di fatto la
presente crisi ha prodotto e continua a produrre problemi in molte famiglie
come malattie perdita di lavoro dei genitori e altre difficoltà che ovviamente
incidono su tutti gli appartenenti al nucleo familiare e la mia famiglia non è
esente. Io cerco di seguire l’informazione nella quotidianità anche per capire
come siamo arrivati a questo punto e come i diversi Paesi del globo stanno
reagendo. E’ vero nel disastro siamo in buona compagnia ma questo non consola.
C’è in atto una ridefinizione degli Stati con una divisione netta tra i potenti
della terra da una parte e i miserabili dall’altra . Questi ultimi ovviamente
devono essere controllati per una totale sottomissione; volenti o nolenti. Ogni
insubordinazione viene repressa anche nel sangue con efferata violenza. Nella
geo – politica internazionale per i poveri e nuovi poveri non c’è speranza.
SORVEGLIARE E REPRIMERE In pratica siamo terrorizzati dal terrorismo. L’altra
sera, quando ancora Bologna era in zona gialla, ho visto in piazza Maggiore un
uomo sui 50 anni puntare una pistola alle tempie di un giovane che non aveva la
mascherina. In questo clima come posso pensare al mio futuro e mettere a fuoco
le mie energie per una ri-costruzione del paese … se non so neppure se il
giorno dopo sarò viva ? So soltanto che non mi piegherò a nessuna sottomissione
nell’eventuale mia vita futura lavorativa . Ma quale futuro?
Andreas Argiropoulos – 16 anni secondo anno scuola tecnica
professionale
All’inizio della pandemia,
causa il fatto che le scuole di Bologna non accoglievano più studenti mi
sono dovuto trasferire in una scuola che dista da casa
mia 50 km e il viaggio in autobus mi porta via molto tempo oltre al fatto
che sono costretto ad alzarmi presto con ore sottratte al sonno. A scuola
lezioni con professori svogliati impreparati , poco interessati al loro
lavoro, capaci soltanto di rendere le lezioni noiose e insignificanti
culturalmente. Ho provato “difendermi” cercando di vivere il meglio di
tale situazione , così ho deciso di seguire solamente le lezioni che
ritenevo utili per il mio interesse e per la mia formazione . In
tutte le altre ore di lezione , del tutto insignificanti, ero presente in
maniera totalmente passiva. Non partecipavo e non interagivo. Quello che
mi è mancato di più in questo periodo di crisi pandemica è stato il
rapporto con i miei amici e con tutti i miei conoscenti, tale mancanza di
fisicità sta mostrando delle conseguenze; la maggior parte
delle persone , per contrastare la solitudine ha cominciato a sentirsi sempre
più frequentemente via internet in modo da tenere sempre vivo
l’interesse per quello che succede nel mondo e quello che si fa.
All’inizio un po’ di
disorientamento non potendo più uscire, fare movimento all’aperto o
andare in palestra … poi la cerchia degli internet-dipendenti si è sempre più
allargata conoscendo nuove persone e altri ragazzi anche a livello
internazionale. E’ successo anche che molti studenti si sono allontanati
, estraneati completamente dalla scuola soprattutto a causa
dell’inadeguatezza dei professori che hanno dimostrato fragilità emotiva
e incapacità a gestire il gruppo classe con una didattica adeguata e maggiore
interesse per gli studenti anche come persone. Conosco molti miei coetanei
–studenti che hanno deciso di lasciare la scuola per dedicarsi ad altro.
Io ricordo una insegnate che addirittura piangeva in classe lasciandoci
soli a guardare dei video a distanza. Senza discussione senza porsi il
problema di come stavamo vivendo noi ragazzi Personalmente io, a parte la
delusione , non credo di aver vissuto particolari traumi in tale situazione,
del resto la mia scuola che è un istituto tecnico professionale A Cento e
il gruppo docenti, apparivano già disastrati da tempo e questo aggiunto
all’incertezza di un futuro lavorativo hanno prodotto
ulteriore abbandono degli studi. Molti ragazzi, anche differenti
fra di loro, hanno mollato gli studi e vagano in per le più
strane aggregazioni o anche da soli, in stato di isolamento e
solitudine In giro si vedono giovani abbandonati a loro
stessi . Vivono alla giornata. Non riescono neppure a realizzare
lavoretti saltuari per la loro sopravvivenza, nell’abbandono totale anche
da parte delle istituzioni che dovrebbero curarsi di loro. Io nel mio piccolo
ho scelto di non disperdere il mio tempo ma utilizzarlo per studiare ,
imparare cose che desideravo sapere e che mi gratificano adesso
come conquista culturale e delle quali necessiterò in un mio futuro
lavorativo. Posso affermare che continuo ad andare a scuola per
avere il diploma e non per imparare. Questo produce anche una mia
posizione altalenante , al momento delle verifiche, a quanto pare siano
le uniche prove alle quali gli insegnanti tendono . Il loro
giudizio nei miei confronti non sempre è sufficiente.
Comunque complessivamente
la situazione, di vita, non è positiva. A me piace fotografare come imparare
tutto ciò che è meccanico tecnologico, elettronico che può avere un riscontro
immediato nella pratica. Ho voluto fare un giro nel centro storico di Bologna e
in alcune aree periferiche e la situazione costruita dall’amministrazione
comunale, appare edulcorata , rassicurante con messaggi attraenti come ad
indicare vita presente e futura rosea. Mi sembrava tutto bello, luminarie,
messaggi di amore e convivenza pacifica… benessere, con i negozi di lusso
affollati… Tutto il contrario di quello che stiamo vivendo, noi
deprivati e rinchiusi nelle nostre camerette.
Ho incontrato gruppi di giovani
di origine migrante, musulmani , appartati isolati davanti a
bottiglie di alcool e diffidenti anche nei miei confronti. Rifiutavano
qualunque contatto con “ altri “ da loro. E’ stata una grande impresa
conquistare la loro fiducia e poterli fotografare .
Delle cause che hanno
determinato LO STRANO PERIODO CHE STIAMO VIVENDO sto prendendo coscienza
via via, studiando e nei pochi incontri con altri giovani conosciuti durante il
periodo “giallo” in cui ho cominciato a frequentare anche un centro culturale
privato aperto anche ai giovani per studiare , stare assieme senza
vincoli e spese … ma nel rispetto –riconoscimento reciproci e osservando le
norme di sicurezza.
Frequentandolo ho scoperto il
piacere di essere autonomo,uscire da casa e sapere dove andare, di poter
conoscere altri ragazzi o semplicemente studiare senza il controllo dei
familiari. Ci andavo con un mio amico per studiare assieme lo spagnolo e
così ho incontrato anche un altro ragazzo che è stato molto tempo in America
latina che si è dichiarato pronto a mettere a disposizione la sua
conoscenza dello spagnolo , per aiutarci in una più corretta pronuncia .
Straordinario per me che ero stato anche settimane chiuso in camera mia, di
notte e di giorno, fra didattica a distanza e collegamento telematico.
A dire il vero mi sento
tranquillo , e vedo positivamente il mio futuro che io stesso voglio
costruire. Da sempre ho vissuto spronato ad essere autonomo e a saper
fare di tutto per gestire la mia quotidianità. So cosa significa non sprecare
cibo e risorse ed- essere oculato- saper individuare le priorità essenziali,
credere in una economia circolare, sapere riciclare barattare ,
donare e ricevere nelle relazioni interpersonali. Vedo che in giro molti
ragazzi sono disposti a tutto per indossare vestiti all’ultima moda,
firmati e anche se sono tutti omologati credono che così il loro
valore aumenti. Come se gli abiti che costano molto dessero più valore.
Non si rendono conto che il sistema capitalistico di cui la nostra
società è espressione li sfrutta e li opprime sempre più. Nelle dinamiche
sociali – chi ha il potere è chi gestisce l’economia, la produzione delle
merci, impartisce gli ordini e controlla chi deve ubbidire e
lasciarsi controllare.
Io sul mio futuro ho chiarezza. Intendo puntare
ad una fetta di potere per condurre in maniera autonoma un’attività
imprenditoriale . Non voglio fare un lavoro intellettuale. Intendo
perfezionarmi nelle competenze tecniche informatiche e tecnologiche, verso cui
sono portato e che mi appassionano. Io intendo elevarmi per me, in modo
da non essere subordinato a nessuno, essere libero di fare ciò che
ritengo giusto. Sarò soddisfatto se riuscirò a garantire lavoro ad altri,
aiutare le persone meritevoli non come miei subordinati ma collaboratori,
sostenendoli in modo proporzionale alle loro necessità. So che continuerò a
studiare ciò che mi è utile per il mio lavoro e per capire quello che
accade fuori, intorno a me. Punto ad essere anche un
imprenditore stimato e rispettato, e capisco perché la
cultura rende anche autorevoli. L’ignoranza e l’incultura favoriscono
l’oppressione e lo sfruttamento.
Leonardo Albertazzi 20 anni—
secondo anno facoltà scienze politiche
Sinceramente è tale il mio disgusto per tutto quello che sta
accadendo , dalla gestione della pandemia alle inefficienze-incapacità- finte
opposizioni nel governo italiano, conflitti internazionali, affermazione delle
multinazionali,non inclusione dei migranti e loro sfruttamento, non
professionalità di chi ha poteri decisionali, pressappochismo , incoerenza,
de-umanizzazione, leggi non applicate, violazione dei diritti umani … che
l’unico desiderio che sento, è suonare
e fare un grande concerto con i miei amici Penso che la mia vita e
quella di tanti giovani stia avendo una grande lacerazione, delle ferite che
sarà difficile risanare. Ce le porteremo dietro per molto tempo se riusciremo a sopravvivere.
Per me il disastro è oltre la negazione del diritto allo studio,
delle privazioni cui siamo costretti , sostare del recinto in cui ci hanno
collocati. La mia rabbia è su e come si è arrivati a tanto. La fiducia riposta
tacitamente nei governati , negli amministratori locali, nell’essere
complicemente ciechi di fronte alla criminalità organizzata e alla corruzione.
E adesso continuano a chiedere consenso ai cittadini, in una finta democrazia,
implorando la partecipazione di tutti con volontariato , donazioni , idee ,
progetti … Come possono ingannarci ancora?
Io pur avendo da sempre consapevolezza sulle disuguaglianze
sociali , le ingiustizie il razzismo etc non pensavo proprio potessero giungere
a tanto il livello di perversione e bestialità del potere politico, l’odio fra
gli Stati, i delitti e stragi tremende, commessi per il profitto. Per accumulo
di ricchezza. Per avere dei monopoli ed esercitare potere sempre più forte su
cittadini inermi.. Io ero affascinato dalle lotte di liberazione, dai grandi
movimenti dei giovani come quelli del 68 e del 77 .Pensavo che si potesse fare
pressione dall’interno per ottenere magari nuove leggi o riforme a favore dei
più deboli, delle categorie marginali, degli esclusi . Oggi penso che di questa
società , non ci sia nulla da salvare . Ho studiato molto in questo ultimo anno
di “ clausura” e capito che le contraddizioni che emergono, dentro il presente
sistema economico-politico sono irrisolvibili … Si può parlare anche di morte
della politica così come l’abbiamo intesa fino ad ora. Economia e politica sono
la stessa cosa ; nel senso che i grandi monopoli finanziari gestiscono il tutto
servendosi di una parvenza di democrazia parlamentare , utilizzando gli
esponenti di partito come esecutori controfigure servi cui impartire ordini da
eseguire , in una parvenza di democrazia parlamentare. Molta retorica ,
comunicazione mirata per illudere gli elettori , intellettuali asserviti e
politici da spettacolo. La comunicazione è invasiva e decisionale . E’ di fatto
manipolazione e controllo mirata anche alla disgregazione sociale. Mi sembra
che tutti siano contro tutti e rinchiusi nel proprio individualismo. Diffidano
e sono anche pronti a denunciare chi vedono non allineato. Ho visto cambiare i
miei stessi amici. Isolarsi sempre di più per proteggersi e non solamente dal
covid e dalle sue varianti. Ho visto allontanrsi i miei amici di origine
migrante per paura di essere espulsi. Compagni carissimi con i quali ho giocato
e studiato fin dalla scuola materna, svanire e non credo chiusi in casa.
Ritengo che il nostro sia un sistema economico sociale totalitario, in una
competizione globale. A tutto questo mi sento completamente estraneo. Ne devo
rimanere fuori, in disparte . Non ascolto , non credo alle frottole, non
consumo, non ubbidisco.
Io devo ancora capire molte cose , devo studiare, devo avere più
strumenti di conoscenza per potere elaborare riflessioni e possibilità di
intervento. Diffondere analisi- giuste è anche un mezzo di denuncia , le idee
si propagano , il contagio del pensiero è possibile. Nella presente fase la
D-ESISTENZA è la linea giusta . Mi costruisco un’esistenza diversa ma non
passiva. Non intendo sopportare né collaborare. Sto studiando anche chi ha
immaginato società diverse sfociando nell’UTOPIA , come Tommaso Moro e capire
bene se la ricerca di un “non luogo” è sempre destinata all’annientamento.
Anche se sto incassando tanti pugni allo stomaco non credo ancora
in una sconfitta della mia vita, io metto in discussione i principi del sistema
che reprimono gli ideali che sento dentro di me, il mio desiderio di giustizia
e pace sociale, di sviluppo del pensiero , di produzione di una nuova cultura
all’altezza dei tempi, in una vita che riesca a spezzare le drammaticità per
produrre speranza e cambiamento …
Lo spaesamento e la distruzione dei giovani è un fenomeno non
recente, da decenni si parla di crisi dell’uomo moderno … la letteratura ne è
ampia espressione. Io ero ancora al liceo quando scrivevo raccontini di cui mi
piace fornire, di seguito,
un assaggio… Ovviamente nulla di autobiografico ma la percezione di certe
realtà . Considero da sempre, il favorire l’uso della droga fra i giovani, un
mezzo per distruggerli, nei corpi e nella volontà per non averli come
antagonisti.
Arthur e il suo mondo
Loro, le ciminiere erano relegate esclusivamente nelle vie
principali del luogo ed emettevano fumi talmente densi da appiccicarsi ad ogni
cosa, come un secondo strato di pelle che imbruniva le superfici, creando un
manto scuro e oleoso su tutta la città e confinando ai vicoli labirintici il
flusso incessante di persone che ad ogni ora del giorno e della notte
consumavano le loro suole, con un via vai privo di senso e funzionalità.
Arthur passava molte giornate davanti al ceruleo vetro della sua “
camera” ad osservare la discarica a cielo aperto che gli si parava davanti e la
mandria di gente nevrotica smarrita fra le vie o immersa nei propri pensieri e
nel calcolo mentale del percorso più veloce da intraprendere,come topi in un
labirinto, spasmodici di raggiungere il loro pezzetto di formaggio. Arthur, suo
malgrado, non faceva eccezione, costretto a dovere uscire dalle mura domestiche
per potere soddisfare per lo più le sue dipendenze e per potersi cibare di
tutto ciò che fosse stato in grado di sottrarre abilmente dalla miriade di
negozi che costellavano gli argini delle strade. Questo non perché non avesse
soldi per pagare, né tanto meno per provare un minimo di adrenalina , che
comunque quel mondo aveva ormai annichilito, ma per il semplice auto-diktat di
combattere in ogni momento, con ogni singolo gesto, la fraudolenta società in
cui viveva e l’insieme di tutti i cerebrolesi che avevano permesso
l’affermazione di ciò.
Ore 6.00 la sveglia suona, inutile in settimane bagnate e suonanti
come queste, ma necessaria per riportare la mente lucida e cosciente. Arhur
spegnendola disattiva l’allarme ed attiva, al contempo,un susseguirsi di brani
particolarmente bruschi e metallici che accompagneranno la sua routine mattutina
“ cazzo – sono passati degli anni e questa roba mi manda ancora fuori di testa”. Descrizione più che
adeguata per i Prodigy, probabilmente incentivata dal miscuglio di eccitanti
ancora in corpo dalla sera prima.
Il volume della musica tanto alto sovrasta quello della
televisione che, nel suo appartamento come in ogni altro alla medesima ora
viene attivato, vomitando nei canali uditivi di tutti, pubblicità e
telegiornalismo di regime. Questo non stop sino al termine della giornata,
stabilito dal coprifuoco alle ore 22.00
I colori vividi dei vari spot che si susseguivano contrastavano
con il grigiume del telegiornale che, in tono solenne alternava notizie di
reati commessi, esemplificati per potere ripetere allo sfinimento le rigide
limitazioni imposte ed esaltare le nobili azioni dei cittadini più ligi ad
eseguirle.
Arthur li odiava, odiava incondizionatamente tutti; anche sua
madre , soprattutto sua madre , che mai era riuscita a superare l’abbandono del
padre, suo marito. Arthur le rimproverava di non essere cosciente di se stessa,
della sua condizione di donna autonoma e indipendente … ma Arthur era giovane ,
colmo di odio che però riusciva ad incanalare in voglia di cambiamento di un
sistema ancora agli albori ma già pronto ad annichilire tutti i valori e le
conquiste realizzate fino a quel momento;una vera regressione tra misoginia,
razzismo, omofobia basati soltanto sul lavoro che nobilita e sul principio
dello sfruttamento in virtù del profitto …
L’odio di Arthur ora è rabbia, dolore, rassegnazione, nichilismo.
Ciò che aveva attuato era una sorta di ascesi
materiale eliminando tutte quelle cazzate con le quali le altre
persone farcivano le loro minuscole stanze .Arthur no. Lui godeva soltanto di
ciò che riteneva strettamente necessario : MUSICA E DROGHE
Nessun commento:
Posta un commento