Viviamo un momento drammatico della storia umana. Siamo sotto la minaccia dell’“inverno nucleare” e dell’“estate incandescente”. La prima provocata da una guerra nucleare e la seconda dalla paurosa crisi ambientale. In questo momento, per la crisi Ucraina, siamo terrorizzati dalla minaccia di una guerra nucleare. Tutto questo è il frutto amaro di una folle corsa mondiale al riarmo, soprattutto atomico. Stiamo infatti militarizzando il cielo e la terra.
Il cielo è diventato anch’esso teatro di scontro. L’uomo più ricco della
terra, Elon Musk, ha già inviato nello spazio 1.900 satelliti, ma ha già
intenzione di spedirne altri 42.000. La Cina lo ha già accusato di spionaggio a
favore degli Usa e ha testato il suo razzo ipersonico che elude ogni difesa.
Siamo ormai alle “star wars” (le guerre stellari), come le
chiamava Ronald Reagan. Ma non contenti di militarizzare il cielo, stiamo
super-militarizzando il Pianeta Terra che è diventato una discarica di armi.
Non dimentichiamo che le armi sono, insieme allo stile di vita di pochi, la
causa del disastro ambientale.
Nel 2021 la spesa militare mondiale si aggira sui duemila miliardi di
dollari (nel 2020 eravamo a 1.981 miliardi). Quasi metà di queste assurde
spese sono da attribuirsi a Usa/Nato, seguiti a grande distanza da Russia e
Cina. E questo riarmo è contagioso. La notevole militarizzazione della
Cina, per esempio, spinge ora le nazioni del Pacifico: Giappone, Indonesia,
Corea del Sud, Malesia e Taiwan a fare altrettanto. Ma anche l’Africa è
sempre più militarizzata. Nel 2020 le spese per le armi hanno superato i 43
miliardi di dollari, con una crescita esponenziale nei paesi del Sahel. Ma
ancora più agghiacciante è la corsa al riarmo nucleare, da parte delle grandi
potenze, soprattutto Usa, Russia e Cina. Gli Usa, già con
l’amministrazione Obama, avevano stanziato mille miliardi di dollari per
modernizzare il loro armamentario atomico. Così ora abbiamo le nuove e più
micidiali bombe atomiche, B61-12 che arriveranno presto anche in Italia per
rimpiazzare una settantina di vecchie B61. La Cina, che ha oggi circa 200
testate nucleari, vuole entro il 2030, arrivare a circa mille. Gli Usa ne hanno
già pronte al lancio 3.750. Il nuovo accordo militare tra Usa, Gran Bretagna e
Australia (AUKS) per la difesa della zona del Pacifico, incrementerà questa corsa
al riarmo nucleare. Infatti gli Usa hanno già venduto all’Australia i
‘sottomarini atomici’. Lo scontro fra Usa /Nato e la Russia sull’Ucraina ha già
portato la Russia a siglare un’alleanza con la Cina. E siamo di ritorno ai
blocchi Est-Ovest, alla Guerra Fredda e al nuovo riarmo mondiale.
Gli scienziati atomici hanno già posto le lancette dell’“Orologio
dell’Apocalisse” a cento secondi dall’inverno nucleare. E il nostro
paese partecipa allegramente a questa corsa al riarmo. Lo scorso anno per
armare l’Italia, il governo Draghi ha investito in armi circa trenta miliardi
di euro. Non solo, il ministero della Difesa (Guerini) e dello Sviluppo
Economico (Giorgetti) hanno presentato progetti per trenta miliardi presi dal
Recovery Fund. Per di più le Forze Armate italiane stanno armando i droni
Reaper, i sottomarini, le fregate Fremm con i missili Cruise, permettendole
così di condurre missioni di attacco in qualsiasi parte del mondo. Così i
nostri droni passeranno da semplici vedette a killer di precisione (in barba
alla Costituzione italiana!). Non solo, ma il ministro Guerini ha
trasformato il ministero della Difesa nel ministero della Guerra facendo del
suo dicastero un agente di commercio dell’industria bellica nazionale. Le
grandi aziende belliche, Leonardo (ex-Finmeccanica) e Fincantieri (a
partecipazione statale) sono in piena attività. L’Italia vende armi a tutti:
l’importante è fare affari. Sta perfino vendendo armi all’Egitto del
dittatore Al-Sisi: un giro di affari del valore di 9-10 miliardi di dollari
(Giulio Regeni chi? Patrick Zaky chi?). Il governo italiano sta finanziando
sempre più missioni militari con lo pseudonimo di “missioni di pace”. L’esempio
più clamoroso è la missione in Afghanistan: vent’anni di guerra a
fianco della Nato che ci è costata sette miliardi di dollari e agli alleati
tremila miliardi di dollari, per produrre quella vergognosa ritirata (altro che
esportare democrazia!). Non contenta, l’Italia ha accettato il comando del
contingente Nato in Iraq, dopo che abbiamo distrutto quel paese,
con una spaventosa guerra costruita su bugie!
Ora l’Italia si sta cimentando con le missioni in Africa. In Niger sta
costruendo una base militare con la presenza di oltre duecento militari e ha
inviato soldati in Mali per partecipare all’operazione anti-jihadista
Takuba (mentre la Francia si ritira). Invece di soldati e di armi, la disperata
popolazione del Sahel ha bisogno di aiuto per risollevarsi, non di armi. E tutto
questo sta avvenendo nell’indifferenza e nel silenzio del popolo italiano. È scandaloso
il silenzio del Parlamento davanti a un governo Draghi che investe
sempre più in armi e taglia i fondi alla sanità pubblica e alla scuola. In un
tale contesto non dovremmo meravigliarci se la crisi Ucraina in Europa o su
Taiwan in Asia, potrebbero farci precipitare in una guerra nucleare con la
Russia o con la Cina. Basta un incidente ed è la fine. È questa
militarizzazione mondiale che ci porterà nel baratro dell’inverno nucleare!
“La pandemia è ancora in pieno corso – ha detto recentemente papa Francesco – la crisi sociale ed economica è ancora pesante, specialmente per i più poveri. Malgrado questo, ed è scandaloso, non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. E questo è lo scandalo”.
Siamo una specie stupida e folle.
RispondiEliminae sapendo di esserlo:(
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