La lettera
firmata dal capo dipartimento del ministero dell’Istruzione per il sistema
educativo di istruzione e di formazione, Stefano Versari, autorevolissimo
dirigente del dicastero, è inviata la sera dell’8 febbraio a tutte le scuole
d’Italia (anticipata da Repubblica.it).
L’oggetto è: «Giorno del Ricordo 2022, opportunità di apprendimento». Vero,
molto ancora c’è da divulgare su una sofferta pagina di storia troppo spesso
argomento di strumentalizzazione politica e a volte anche di manipolazione.
Peccato che
dopo citazioni di Shakespeare, Bauman e anche di Papa Francesco, una manciata
di righe sono diventate un macigno, anzi una valanga di pietre contro la storia
e la memoria. «In quel caso – c’è scritto nella circolare ministeriale – la
“categoria” umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella
italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla “categoria”
degli ebrei. Con una atroce volontà di annientamento, mai sperimentata prima
nella storia dell’umanità».
Insomma gli
italiani come le vittime della Shoah, gli oltre sei milioni di ebrei sterminati
dai nazifascisti in quell’unicum spaventoso della storia umana. Senza
contestualizzazione alcuna, senza dati e riferimenti storiografici alla vicenda
del confine orientale, con circa seimila morti, nata da un conflitto in cui le
aggressioni e le stragi di civili del regime fascista in terra jugoslava ebbero
gravissime responsabilità.
A sussultare,
incredulo, il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, che subito ha
chiesto lumi al ministro Bianchi «sulla comparazione che consideriamo
storicamente aberrante e inaccettabile».
La circolare
continuava: «Pochi decenni prima ancora era toccato alla “categoria” degli
Armeni. Eppoi? Sempre vicino a noi, negli anni novanta, vittima è stata la
“categoria” dei mussulmani di Srebrenica… Non serve proseguire». Non sappiamo
quali altri esempi sarebbero stati sottoposti agli studenti.
Il titolare del
dicastero, va detto, è immediatamente intervenuto con una nota diffusa sul sito
del Miur: «Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e
non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore».
Bianchi ha
voluto anche rendere pubblico di aver prima telefonato alla presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e al presidente
nazionale Anpi, per ribadire che sia il ministro sia il ministero da sempre
sono impegnati nella memoria della Shoah. «Il ministro Bianchi mi ha informato
– ha spiegato alla stampa il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo –
della nota che stava inviando alla stampa. Ha voluto leggermela. Ha
sottolineato l’unicità degli eventi e la mancanza di nessi tra l’uno e l’altro.
In sostanza Bianchi ha preso in maniera esplicita le distanze dalle
dichiarazioni del suo capo dipartimento. Sono soddisfatto. D’altro canto – ha
concluso il presidente nazionale Anpi – non avevo dubbi sull’equilibrio del
ministro rispetto alle tragedie che hanno toccato l’umanità».
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