Un distretto scolastico del Tennessee a ridosso del Giorno della Memoria ha bandito il fumetto Maus dal programma: non è il primo esempio di rigetto di testi che affrontano temi spinosi come razzismo, sessualità, violenza
Il tempismo è stato perfetto: all’inizio di gennaio un
distretto scolastico del Tennessee, Contea di McMinn (49000 abitanti circa), ha
deciso di rimuovere dal programma dell’ottava classe (equivalente alla terza
media) Maus, la graphic novel di Art Spiegelman
vincitrice del Premio Pulitzer nel 1992, primo e finora unico fumetto a essersi
aggiudicato questo riconoscimento.
Non è la prima volta che un libro viene bandito dai
programmi scolastici, anzi in diversi Stati Usa sono stati segnalati vari casi
di “messa al bando” di testi, anche classici della letteratura, che affrontano
temi cruciali quali il razzismo, o le questioni Lgbtqi o in genere la
sessualità: dai governatori di Texas, Nord e Sud Carolina, a consigli
scolastici in Wyoming, Kansas, Utah, e l’elenco potrebbe continuare. A finire
sul banco degli imputati, per esempio, Il buio oltre la siepe di
Harper Lee, ma anche la trilogia Queste oscure materie di
Philip Pullman, un classico della letteratura fantasy, o il romanzo distopico
di Margaret Atwood Il racconto dell’ancella.
La decisione (presa all’unanimità) del consiglio
scolastico della contea di McMinn (il cui capoluogo Athens, conta circa 13.000
anime), però, ha fatto particolarmente discutere perché giungeva poco prima del
Giorno della Memoria (International Holocaust Remembrance Day, o International
Day in Memory of the Victims of the Holocaust).
Inoltre, proprio il 27 gennaio il Consiglio diffondeva
un comunicato in cui, ribadendo l’importanza di «insegnare ai nostri bambini le
lezioni storiche e morali e la realtà dell’Olocausto» e ricordando che «abbiamo
tutti il dovere di fare in modo che le generazioni più giovani imparino questi
orrori per fare in modo che eventi di questo genere non si ripetano mai più»,
spiegava la propria decisione di rimuovere il libro «a causa del suo uso non
necessario di parolacce e nudità e la sua rappresentazione della violenza e del
suicidio», definendo il libro «semplicemente troppo orientato su un pubblico
adulto per essere utilizzato nelle nostre scuole».
La motivazione sarebbe il “linguaggio inappropriato” e
l’immagine di un nudo femminile nel libro, che racconta la tragedia della Shoah attraverso
la storia dei genitori dell’autore, ebrei polacchi, ma in una forma del tutto
particolare. Lo fa infatti usando una metafora “zoologica”: i nazisti sono
rappresentati come gatti, gli ebrei come topi (da cui il titolo, Maus,
in tedesco appunto “topo”; per inciso si può ricordare che il “nudo femminile”
incriminato appartiene proprio alla categoria dei topi-ebrei), i polacchi
maiali, i francesi rane, gli americani cani… un’allegoria che riporta subito
alla mente La fattoria degli animali di George Orwell,
ambientata nella Russia di Stalin.
E proprio “orwelliana” ha definito la vicenda l’autore
in un’intervista alla CNBC, commentando la decisione del Consiglio scolastico,
che è stata ancora ribadita pochi giorni fa, nonostante le numerose reazioni
negative.
Tra le reazioni più costruttive, quella della chiesa
episcopale di Athens, circa 200 membri comunicanti, che ha organizzato il 3
febbraio un incontro online per discutere sul libro, sull’educazione dei più
giovani sul tema della Shoah, sulla narrazione delle storie e della Storia con
diversi strumenti, e su come i cristiani possono legare questo testo alla loro
propria storia, teologia e vocazione spirituale. I partecipanti sono stati 95,
a un certo punto nei giorni precedenti gli organizzatori hanno dovuto chiudere
le iscrizioni perché moltissimi, anche esterni alla chiesa, volevano
partecipare, e l’incontro era invece pensato per i membri della chiesa.
Il dibattito ha ospitato diverse testimonianze e
domande, nonché gli interventi del fumettista Nate Powell, del prof. Jack
Seitz, docente di Storia della Shoah all’università Wesleyana del Tennessee,
della reverenda Lauren Winner, docente associata di Spiritualità cristiana
alla Duke Divinity School, che ha portato i presenti a
riflettere anche sul ruolo del Cristianesimo nella diffusione
dell’antisemitismo.
Il video dell’incontro si può vedere su YouTube sul
canale della St. Paul Episcopal Church.
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