venerdì 25 febbraio 2022

Dall’ipnotismo dell’inciucio di Draghi alla guerra voluta - Gianni Gatti

 

Quindi questa guerra va ormai su binari preparati da anni e raccoglie i frutti di un dispendio di risorse importante da parte americana.

Partono da Sigonella (Italia) gli aerei per controllo e guerra elettronica

Un aereo ha volato sopra l’Ucraina, attraversandola da Est a Ovest. Da Nord a Sud. Un aereo decollato dalla base di Sigonella, vicino Catania, parte degli Stati Uniti e parte della Nato. Traiettoria e altri dati del velivolo sono pubblici a chiunque: basta accedere al sito Flightradar24.

E anche gli enormi aerei detti Black Howk per il controllo e la guerra elettronica . Pare tutto normale: hai dato agli americani l’uso di 54 basi militari su territorio italiano e loro li sfruttano senza problemi.

Però mi pare una situazione simile a quella che precedette la guerra in Libia e la fine di Gheddafi di cui fu protagonista Berlusconi allora P d C , ma con il consenso di tutti i partiti (a quel tempo solo il M5S votò contro mi pare).

E come mai oggi dietro all’ambiguità dell’ossequio atlantista, saltano a piè pari ogni dibattito parlamentare appunto per decidere se partecipare o no e danno il via alle operazioni militari in quell’area?

C’è un piccolissimo problema di democrazia e anche di senso logico che tradotto in volgare significa: cosa azzo ci fa l’Italia in Ucraina con i militari?

Cominciamo a dire che la stessa domanda sarebbe da estendere a molte nazioni : Afganistan, Iraq, Libano, Libia, Nigeria, Qatar, ecc. Saranno missioni di pace, ma se vanno armati avere dubbi è lecito.

Spesso hanno la doppia ragione della dipendenza Nato per alcune aree e per altre di protezione ai domini di sfruttamento di petrolio o gas da parte dell’ENI

Questa è la sintesi di un distacco politico fra il sentire della comunità, della popolazione italiana che non vuole nessuna guerra e non ha nessun motivo di farla . La politica dei partiti ormai collusi ci sta trascinando nel baratro senza un perché serio.

Con Gheddafi che anche se non era un angioletto in patria (Libia) era venuto 20 gg prima a Roma a dialogare e tre gg dopo una discussione di due ore in parlamento tutti tuonarono contro il dittatore andando a bombardarlo per no perdere diritti energetici e per ossequio alla Nato appunto.

Oggi con la situazione dell’Ucraina, hanno deciso Draghi e Di Maio (un finanziere ed un democristiano) Con Letta scatenato guru democratico del PD (un aquila spennata pericolosa) che invoca risposte dure a Putin.

Hanno trovato il capro espiatorio del loro comportamento economico-politico: il nemico russo!

Va per la maggiore fra i media, il concetto : costerà cara all’Italia ed alla Europa l’energia se la Russia chiude i rubinetti. Facile rispondere che ancora ieri hanno bloccato il Nord Stream 2 fra Russia e Germania, ma che da venti anni mentre si blatera di autonomia energetica con il sostegno alle energie rinnovabili non c’è ad oggi un vero progetto di costruzione di questa possibilità, continuando con l’accordo di tutti a sostenere le energie fossili.

Se metti paletti e regole insuperabili, se complichi le cessioni credito con i vari bonus per energia, mentre rilasci concessioni per fracking sulle coste adriatiche, tirreniche e mediterranee pare lecito che da alcuni mesi sia GIA’ salito il prezzo dell’energia e le bollette relative con un mercato caotico in cui neppure la competitività ha senso, dato che le differenze sono davvero minimali fra ditte diverse per lo stesso prodotto.

Allora non menatecelo cari epigoni della guerra santa. Vedremo cosa costerà in termini politici ai vari partiti se l’onda piena delle manifestazioni di piazza ovunque in preparazione in Italia (ma non solo) avranno successo. Anche se per la parte economica sarà crisi tutta pagata dalla gente comune, ammesso che non bastassero i vari lockdown da due anni, mentre le spese del PNRR sono controllate e gestite dai condizionamenti EU (la prossima trance di prestiti dalla UE è accompagnata da 68 condizioni di modifiche e cambiamenti polico-sociali come prezzo)

Questo è il momento di sperimentare forme di convergenza dell’opposizione reale su un unico obiettivo per dire NO alla Guerra e fuori la NATO dall’Italia e fuori l’Italia dalla Nato

da qui

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