La stampa dovrebbe essere il “quarto potere”, quello che dovrebbe vegliare
sui tradizionali poteri legislativo, esecutivo, giudiziario.
Ma se poi la stessa stampa è controllata dalle holding degli editori, delle
banche, dai fondi di investimento finanziari, dagli sponsor pubblicitari,
nonché da contributi governativi, quanto può essere libera di vegliare sugli
altri poteri e criticare?
L'Italia non ha mai brillato per libertà di stampa, e lo sappiamo da anni
(attualmente rimaniamo al 41 posto nella graduatoria mondiale stilata da Rsf Report
senza Frontiere).
In Italia, il 53,29% delle copie vendute a gennaio 2021 sono controllate da
soli 4 gruppi editoriali: GEDI Gruppo Editoriale, RCS MediaGroup,
Caltagirone Editore e Editore Nazionale. Se consideriamo invece solo i giornali
che hanno una diffusione superiore a 50.000 copie (65,39% del totale delle
copie vendute) questi quattro gruppi ne controllano ben 10 su 13.
Questo accentramento mette a rischio la pluralità e l’indipendenza
dell’informazione.
E così nella maggior parte dei giornali e TG, si susseguono informazioni a
senso unico, neoliberismo spinto, qualche verniciata di verde, mito del
capitalismo e della crescita economica… e ovviamente nessuna critica alla
gestione governativa della pandemia.
Nel 2017 l'Antitrust ha autorizzato la fusione tra le società editrici dei
quotidiani La Repubblica e La Stampa, nonostante una concentrazione incredibile
e preoccupante; operazione tecnicamente avvenuta con l’acquisizione del
gruppo GEDI. Si tratta dell'editore che pubblica i quotidiani La
Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, diverse testate locali e poi anche
L'Espresso, HuffPost Italia ed è proprietario inoltre di Radio Deejay, Radio
Capital, Radio m2o e dell'emittente televisiva Deejay TV, e altre radio. John
Elkann possiede anche il prestigioso The Economist.
L'azionista principale (89% di compartecipazioni) di Gedi è Exor, società
di proprietà degli Agnelli-Elkann con sede in Olanda che nel 2021 ha registrato
ricavi per oltre 136 miliardi di dollari.
17 sono i miliardi di euro di capitalizzazione e il NAV (Net Asset Value) è
di 27 miliardi di euro (per avere un'idea di grandezza considerate che il
13/08/21 la Commissione europea, a seguito della valutazione positiva del PNRR,
ha erogato all'Italia 24,9 miliardi).
Alla luce della presunta truffa
all'INPS per circa 30 milioni di euro da parte del gruppo Gedi, mai
come oggi dovremmo seriamente riflettere sulla qualità dell’informazione nel
nostro paese e su quanto il conflitto d’interessi (di politici e Ministri
presenti e passati) e i grandi gruppi economico-finanziari impediscono e
condizionano la libertà di stampa mettendo in serio pericolo la democrazia con
pratiche tanto legali quanto illegittime.
Exor è la società finanziaria di John Elkan e oltre a controllare il gruppo
editoriale Gedi, controlla anche la PartnerRe, compagnia assicurativa che si
sta occupando molto di Covid.
Una società che vede tra i suoi grandi investitori anche la BlackRock Inc.
colossale fondo di investimento americano che ha la proprietà di 2.932.352
azioni di PartnerRe Ltd, e controlla il 6,1% della società. La Black Rock
partecipa stabilmente alle assemblee degli azionisti Exor e ne giudica
l'operato, consiglia e detta la linea dei futuri investimenti.
Black Rock, Vanguard e State Street sono i più grandi fondi di investimento
del pianeta, e sono (guarda caso) anche gli azionisti di punta di Big Pharma
(tali Pfizer, Moderna, Astrazeneca, ecc.).
BlackRock, Vanguard e Wellington, sono tra i più grandi fondi di
investimento che possiedono, rispettivamente, l’8,12%, il 7,46% e il 4,22%
della Pfizer. BlackRock è la più potente e ricca società d’investimenti al
mondo, gestisce un patrimonio di più di 8.000 miliardi di dollari ed è stata
definita “banca mondiale ombra”. Vanguard Group è un’altra società
d’investimenti statunitense, ha asset per oltre 5.000 miliardi e, in quanto a
negoziazione di fondi, è seconda sola a BlackRock.
Le azioni BlackRock sono aumentate del 70% dall’inizio della pandemia.
Diciamo che la pandemia sta fruttando più del petrolio e delle armi, altri settori
dove queste società hanno solide e cospicue partecipazioni azionarie.
Le azioni Vanguard sono invece aumentate del 62% dall’inizio della
pandemia.
Il legame tra Exor, Gedi, e gli interessi della Big Pharma è dunque
evidente.
I fondi di investimento che stanno dietro agli immensi profitti della Big
Pharma, hanno tentacoli un po’ ovunque, dalle lobby delle armi alle lobby del
fossile, dai media, alle banche, ai social.
I maggiori investitori istituzionali di Facebook sono appunto Vanguard, a
seguire BlacRock e State Street. Fa quindi sorridere che proprio Facebook si
sia messo alla ricerca delle famigerate fake news (che di certo abbondando nel
web) Così, Facebook si avvale del servizio di "Fact-checking di Open,
(così come di altri) un progetto giornalistico indipendente che mira a
monitorare le notizie false o fuorvianti diffuse in Italia e all’estero,
fornendo un servizio di corretta informazione e degli strumenti necessari ai
cittadini per imparare a riconoscere le bufale, la disinformazione, la
misinformazione e tutte le altre falsità che minano la società e il
processo democratico."
Ottimo proposito, peccato che i social non censurano solo i contenuti
verificati come falsi ma anche quelli che esprimono critiche legittime sui
vaccini, o sulla gestione pandemica, a prescindere dal fatto che poggino su
notizie vere o false. Open, senza alcuna competenza/motivazione scientifica, ha
censurato perfino le critiche di Peter Doshi, redattore dell'autorevole British
Medical Journal, nel suo celebre discorso "Questa non è scienza".
D'altra parte è noto da tempo che la logica censoria di Facebook
Inc. sottostia anche a direttive politiche precise: un rapporto pubblicato da Human Right Watch,
ha messo in luce come le piattaforme di Zuckerberg abbiano sistematicamente
penalizzato o rimosso i post che sostengono la parte palestinese nell’eterno
conflitto contro l’occupazione israeliana.
In Italia c'è una forte presenza di BlackRock, come azionista di peso di
Intesa Sanpaolo (al momento la più grande banca italiana), controlla Banco
Popolare, è il maggiore investitore di Unicredit, Banca Popolare di Milano, ed
ha quote importanti in Rai Way, Telecom Italia, Fiat, Assicurazioni Generali,
ENEL ed è in trattativa per una partecipazione in ENI.
RCS MediaGroup è uno dei principali gruppi editoriali italiani,
(insieme a Gedi e alla Mondadori). Da solo, controlla 53 tra TV, giornali e
riviste. Tra i maggiori azionisti compaiono:
-Urbano Cairo, ricco industriale proprietario del Torino,
-Mediobanca (a sua volta compartecipata dal fondo di investimento BlackRock
che ha i suoi tentacoli su tutte le multinazionali del farmaco),
-Unipol,
-Intesa San Paolo (azionista di peso di Intesa Sanpaolo è Black Rock),
-e infine Vanguard
Anche qui, parlare di stampa indipendente è un paradosso.
La Mondadori, che da sola detiene un quarto dei media
italiani, della vendita libri e editoria scolastica, vede tra i suoi maggiori
investitori Fininvest S.p.A., holding finanziaria della famiglia
Berlusconi, che ovviamente ha solidi agganci con il partito di Forza
Italia (il ministro Brunetta in Consiglio dei Ministri, è uno dei più feroci
sostenitori della linea autoritaria).
Le riviste pubblicate dalla Mondadori sono numerosissime e spaziano su ogni
ambito (Chi, Farmaco e Cura, Focus, Nostro Figlio, Grazia..).
La Mondadori ha partecipazioni (18%) anche ne Il Giornale, testata di
centro destra che fa capo a Paolo Berlusconi (che a sua volta detiene il 78%
delle azioni).
La Monrif è invece una holding finanziaria della famiglia Monti
Riffeser ed è capogruppo del Gruppo Monrif, presente nel settore editoriale
attraverso Editoriale Nazionale S.r.l. con i quotidiani QN Quotidiano
Nazionale - il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Il Telegrafo
(solo online), QN Enigmistica e Cavallo Magazine.
Nel 2020, Monrif, Poligrafici Editoriale, Poligrafici Printing e le società
controllate (“Gruppo Monrif”) hanno sottoscritto con Intesa Sanpaolo, Banco
BPM, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, UBI Banca, BPER Banca e La
Cassa di Ravenna una nuova manovra finanziaria (“Manovra Finanziaria”) a
supporto della riorganizzazione societaria del Gruppo Monrif.
Come detto prima, Unicredit ha un saldo legale con Black Rock e un giornale
che dipende da questi accordi, non può dirsi davvero libero.
Rispetto a questo panorama nazionale, lo schema di accentramento e
di poca indipendenza non cambia molto a livello locale a danno della
libertà di stampa. Le testate minori, quando non appartengono a grandi holding,
stanno in piedi grazie alla pubblicità di banche e sponsor (Eni, Benetton,
Enel, multinazionali dell’acqua in bottiglia, ecc...), come è noto questo
condiziona le linee editoriali e non li rende completamente indipendenti.
A frenare ulteriormente il lavoro indipendente dei giornalisti, dalla
politica arrivano segnali sempre più inquietanti e repressivi, che hanno messo
in allerta anche Reporter Sans Frontieres:
Pd e tutti i partiti attaccano Report il giorno dopo la puntata il
"business della terza dose". Il 4/11 Anzaldi Capo Vigilanza Rai dice
"i giornalisti devono essere "collaborativi" con la linea
dettata dal governo, non instillare dubbi, non fare inchieste su ciò che ha a
che fare con i vaccini."
Anche Monica Maggioni neo direttrice del TG1, ha recentemente affermato che
la TV pubblica non deve dare spazio a chi pone dubbi sulla campagna vaccinale
perché "non tutte le idee sono uguali", Mario Monti a sua volta ha
auspicato: "Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella
somministrazione dell'informazione, in una situazione di guerra si devono
accettare delle limitazioni alle libertà"
Affinché la propaganda sia più pervasiva e capillare, radicata nel
territorio, nel 2020 e nel 2021 sono stati stanziati in tutto 70 milioni di
euro, come contributo straordinario in favore
delle emittenti radiotelevisive locali. In cambio dei soldi le piccole TV e
radio locali si impegnano "a trasmettere messaggi di comunicazione
istituzionale relativi all'emergenza sanitaria Covid-19 attraverso la
trasmissione quotidiana di informazione locale a beneficio dei
cittadini." (art. 195 del DL 19 maggio 2020, n. 34).
E' bene chiedersi se il beneficio dei cittadini sia la
comunicazione ossessiva governativa o una stampa libera e indipendente, che
sappia all'occorrenza criticare le scelte governative.
Conclusioni:
Mentre le organizzazioni internazionali sollecitano i governi a proteggere
i lavoratori freelance e a garantire la trasparenza delle fonti, in Italia
assistiamo a un accentramento del potere e a un sempre maggior precariato della
categoria, intimidazioni e pressioni.
Da condannare anche le aggressioni ai danni dei giornalisti nelle piazze e
durante le manifestazioni di protesta antigovernative, certamente, che
riflettono un clima di lacerazione sociale preoccupante, ma forse più gravi
(benché meno plateali ed evidenti) le pressioni sulla stampa dai potentati
economici e politici.
Lo European
Centre for Press and Media Freedom (ECPMF) (1), Piattaforma
per la “protezione del giornalismo” istituita dal Consiglio
d'Europa, ha lanciato un appello per difendere il lavoro giornalistico
indipendente e affinché non sia sfruttata la crisi del Coronavirus per limitare
ulteriormente il libero accesso all'informazione.
Alla luce dell’infodemia e della informazione di pessima qualità che ha
segnato questi anni di pandemia, è' sempre più urgente un dibattito libero e
plurale, che vada oltre le polarizzazioni, il terrorismo mediatico, i titoli
clickbait, la spettacolarizzazione e prostituzione della morte (di vaccinati e
non vaccinati) e la guerra tra poveri che divide e distrae le masse.
Non solo per quel che riguarda la salute ma a rischio è anche la denuncia
dei crimini ambientali.
Come possono continuare a fare informazione singoli cittadini e blogger
indipendenti? Visto che spesso dopo aver denunciato colossi economici, si
ritrovano davanti a una persecuzione giudiziaria, dovendo affrontare da soli
esose richieste di risarcimento economico o cause dai tempi elefantiaci.
Non c'è solo il caso eclatante e pazzesco del povero Assange, perseguitato
dalla più grande "democrazia" del pianeta (USA). Anche qui in Italia,
tanti piccoli Assange sono nel loro piccolo perseguitati: è il caso di due
cittadini sentinella: l’ambientalista
Davide Fabbri e il suo blog “CollegaMenti” vittima di denunce per i suoi vari
articoli inchiesta; Giorgio Santoriello, ambientalista
dell’associazione “Cova Contro” che denuncia
l’inquinamento aziendale (ENI ma non solo) in Basilicata che minaccia la salute
pubblica mentre regna sovrano l’omertoso silenzio delle istituzioni e della
stampa locale.
"In un periodo in cui i diritti fondamentali dei
nostri cittadini vengono sospesi in tutta Europa, la necessità di un controllo
da parte dei media per garantire che non ci siano abusi di questi nuovi poteri
è più forte che mai".Barbara Trionfi, direttore dell'International
Press Institute
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