Questa piccola analisi nasce da un articolo apparso sul
corriere.it e ripubblicato da osservatorio
repressione. Di seguito quello che ho trovato, che ho scoperto e che
mi sembra di aver capito. L’articolo originale era davvero molto carente, e io,
come al solito, ho bisogno di dati. Il giornalismo è una passionaccia: se ce
l’avete, tenetevela stretta. E sudate (JOLEK78)
I FATTI RACCONTATI
Nel gennaio del 2019 nella contea del New Jersey (USA) Nijeer Parks
veniva accusato di aver rubato delle caramelle dal Hampton Inn hotel a
Woodbridge. Pochi giorni dopo il sospettato veniva riconosciuto da un sistema
d’intelligenza artificiale, e veniva fermato da un agente che, durante la
perquisizione, trovava nella macchina appena noleggiata anche una bustina di
marijuana e un’arma, dopo aver verificato che fosse in possesso anche di un
documento d’identità falso. Il sospettato scappava speronando la macchina
dell’ufficiale. Veniva successivamente arrestato e passava 10 giorni in cella e
poi scarcerato per non aver commesso il fatto. La notizia mi sembrava assurda. Fermato per aver rubato
caramelle? E per questo avrebbe speronato una macchina della polizia? Davvero? Cosi’
mi è venuto in mente che forse era il caso d’indagare un pochino più a fondo. Ed ecco
cosa ho scoperto.
I FATTI
Nijeer Parks è un afroamericano
I miei bias culturali
mi portavano subito a dire che non era un problema di giustizia o
d’intelligenza artificiale ma di razzismo che portava un agente bianco ad
arrestare un sospettato di colore anche in assenza di prove concrete. Dov’era
la prova del DNA? Le immagini registrate erano cosi’ inequivocabili? E la
pistola? E la marijuana? Come la mettiamo con la marijuana?
La corte del New Jersey
I documenti sono pubblici, quindi doveva essere possibile trovare da
qualche parte anche la sentenza che aveva permesso di scarcerare Nijeer Parks.
E dunque in un rivolo del web – che non vi dirò quale – ho trovato la sentenza…
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