venerdì 7 maggio 2021

RICORDANDO FRANCO SERANTINI - Peppe Sini

  

Il 7 maggio 1972 a Pisa moriva Franco Serantini, giovane militante anarchico, vittima della violenza degli apparati dello stato.
La sua storia, raccontata in un libro di Corrado Stajano che tutte e tutti leggemmo, ancora ci convoca alla lotta nonviolenta per salvare tutte le vite, per la liberazione comune dell'umanita' intera da ogni violenza, da ogni oppressione, da ogni ingiustizia, da ogni sfruttamento, da ogni barbarie.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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Anche nel ricordo di Franco Serantini ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Occorre opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

 

Viterbo, 7 maggio 2021

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it

 

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Per Serantini - Franco Fortini
[Da Franco Fortini, L'ospite ingrato. Primo e secondo, Marietti, Casale Monferrato (Al) 1985, p. 153. E' un testo del 1972. Ora anche in Versi scelti. 1939-1989, Einaudi, Torino 1990 (con due minime varianti); Non solo oggi, Editori Riuniti, Roma 1991; Saggi ed epigrammi, Mondadori, Milano 2003.

 

Il cinque di maggio del Settantadue nella citta'
di Pisa in Italia in mezzo alla citta'
alcuni miei concittadini armati
agenti della polizia repubblicana scatenati
coi fucili rompendogli le ossa del cranio hanno ammazzato
e a calci un giovane manifestante chiamato
Franco Serantini. A quelli che lo hanno ucciso
il governo ha benedette le mani con un sorriso.
Alla radio hanno parlato dei nostri doveri.
La gente ha altri pensieri.
Negli anni della mia vita le vittime innocenti
hanno coperto di corpi i continenti
e ogni giorno il potere squarcia e distrugge chi non
accetta chi non acconsente chi non si consuma con
rabbia o devozione. Lo so perché io
guardo dalle due parti come un ridicolo iddio.
Non voglio impietosire, non lo mostro denudato
con la fronte nera che i grandi gli hanno spezzato.
E potrei farvi piangere saprei farvi gridare
ma non serve al difficile lavoro che abbiamo da fare.
Per questo queste parole non sono poesia
se non per una rima debole che va via
di riga in riga sibilo e memoria
o augurio o rimorso di qualcosa che fu gloria
o pietà per nostra storia feroce
canto che serbò un nome voce che amò una croce.
Non c'e' ragione che valga il male né vittoria una vita.
La mia lo sa che fra poco sarà finita.
Ma se tutto e' un segno solo e diventano i destini
uno solo e noi portiamo Serantini
finche' possiamo.

 

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