continueremo ad ascoltare le sue canzoni, nelle quali continuerà a vivere.
nel
1991 le forze armate italiane combatterono in Iraq, per difendere i nostri
sacri confini come sanno i cultori della geografia e della costituzione
(art.11).
nel
1992 Franco Battiato andò a Bagdad per fare un concerto:
"Quando mi hanno
chiamato dall'ambasciata irachena e mi hanno chiesto di fare un concerto ho
detto subito di sì, senza pensarci tanto. E non è da me, che penso molto prima
di fare una cosa, e che ho rifiutato altri concerti apparentemente più importanti
di questo. Inutile dire che mi sono trovato contro mille persone. Sei pazzo, mi
dicevano, vai cantare per il regime di Saddam Hussein. Non è così, ho sempre
risposto; tutti coloro che erano con me sanno che se avessi visto in platea una
divisa o un mitra non avrei cantato, se fosse arrivato Saddam Hussein mi sarei
trovato in grave imbarazzo. Ma per fortuna non è venuto. E' inutile ribadire
che lo scopo principe della mia visita in Iraq era umanitario, perché non trovo
giusto che un popolo debba soffrire per colpe non sue; ma è anche vero che
credo sia giusto dare a tutti una possibilità di redenzione, perché molti
assassini sono diventati santi. E ritengo sia stato altrettanto atroce l'uso
spettacolare che gli americani hanno fatto della guerra del Golfo, quel
costringerci a ritrovarci al mattino con i punteggi aggiornati, come fosse
stato un incontro di boxe. Io ho portato musica. La musica prescinde da tutto,
riunisce sul serio la gente, la musica è un'arte sublime, un importante momento
di aggregazione. Di questo viaggio ricordo la commozione dei musicisti
iracheni, che non hanno più nulla, e che hanno ricevuto spartiti, ance, corde
per i violini. Ricordo quel pianoforte che abbiamo dovuto accordare a 440
invece che a 442 per paura che saltasse tutto. Non ci sono libri, non c' è
possibilità di continuare a studiare, e se la cultura, le notizie non arrivano
è difficile che un regime si possa contrastare". F.B.
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