Finora i pacchetti di
stimolo italiani sono stati pessimi dal punto di vista climatico: i peggiori in
Europa, e tra i peggiori del G20. Il Next Generation EU (in Italia chiamato
Recovery Fund) delineerà i prossimi 70 anni: non può essere scritto solo da chi
ora ha 70 anni. Ecco 7 punti che il governo deve includere. Fateci decidere sul nostro
futuro!
Le reazioni
di fronte alla pandemia ci hanno mostrato che la crisi climatica non è mai
stata trattata come una crisi. Eppure entrambe riguardano tutti quanti, colpendo
le categorie più fragili con maggiore violenza. E per entrambe le soluzioni
coincidono con grandi cambiamenti su scala globale.
Come per la
pandemia, l’inazione si paga duramente. La differenza è che, superato il punto
di non ritorno, non avremo nessun “vaccino” per salvarci. Ci troviamo quindi in
un momento cruciale; tuttavia, i
pacchetti di stimolo approvati dal nostro paese sono stati “i peggiori in
Europa” dal punto di vista climatico ed ecologico, e tra i quattro peggiori di tutto il G20.
Tra sette
anni, ai livelli di emissioni attuali, avremo finito il Budget di CO2 che ci dà
il 67% di possibilità di limitare il surriscaldamento globale entro 1.5°C
rispetto ai livelli preindustriali. La comunità scientifica ci dice chiaramente
che un mondo più caldo di oltre 1.5 mette a rischio le nostre stesse condizioni
di vita, e neanche le migliori tecnologie – che comunque non abbiamo ancora
sviluppato – potranno invertire i processi che si innescheranno.
Poche idee, ma ben confuse: Italia peggiore in Europa
È questo il
messaggio del Green Stimulus Index elaborato da Vivid
Economics, che analizza quanto i pacchetti di stimolo post Covid dei vari paesi
favorirebbero la transizione ecologica. Per l’Unione Europea il GSI è
relativamente alto, intorno ai 40 punti. Quello dell’Italia invece va addirittura sotto lo zero: meno
16 punti (il peggiore in Europa). I motivi principali sono tre: non sono stati
finanziati i settori della ricerca
e sviluppo nel campo delle tecnologie green; non si è investito
nelle “Nature Based Solutions” (“soluzioni
basate sulla natura”); si è concesso un salvataggio ad Alitalia senza condizionalità sulla decarbonizzazione.
L’ultima
occasione di invertire la rotta è data dal Next Generation EU (che in Italia ci ostiniamo a chiamare
Recovery Fund): a livello europeo il 37% dei fondi sarà destinato alla
transizione ecologica. Ma i primi progetti che trapelano sono la
rappresentazione più classica del “business as usual”. Si va dai 12 miliardi
chiesti da ENI per realizzare un impianto
di stoccaggio di CO2 nel Mar Adriatico con cui produrre idrogeno blu (cioè da fonte
fossile), alle nuove autostrade proposte
dal ministero dei Trasporti, fino addirittura alla realizzazione di nuovi inceneritori sul territorio,
come riportato da L’Espresso. Non
possiamo continuare così: investire nel fossile non solo non è più
accettabile, ma non è
nemmeno economicamente
vantaggioso!
7 punti che non devono mancare
La nostra
campagna Ritorno al Futuro condivide
molti degli obiettivi proposti da importanti associazioni italiane (Legambiente, Kyoto Club, Forum Disuguaglianze
e Diversità, tra le altre). Abbiamo individuato sette proposte
imprescindibili, senza le quali nessun Next Generation EU potrà
definirsi davvero tale.
- Energie
rinnovabili: i
finanziamenti del Recovery Fund vanno utilizzati per realizzare impianti
eolici offshore e solari a terra in aree dismesse, comunità energetiche e
autoproduzione da fonti rinnovabili. Bisogna eliminare i 18 miliardi annui di sussidi ambientalmente
dannosi e approvare una carbon tax redistributiva. L’obiettivo dev’essere
arrivare al 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030.
- Bisogna ridurre del 50% i consumi energetici del
patrimonio edilizio pubblico e privato, accelerando e promuovendo
gli interventi di efficientamento energetico su scuole, ospedali, uffici
pubblici, edilizia sociale.
- È ora di investire seriamente
sulla mobilità sostenibile,
finanziando l’elettrificazione delle linee ferroviarie per trasporto di
merci e persone e rilanciando le infrastrutture di mobilità sostenibile
(trasporto pubblico e sharing mobility) nelle città. Entro il 2030 ecco le
grandi opere che proponiamo: 200
km di metropolitane, 250 km di servizi tramviari metropolitani, 5.000 km
di percorsi ciclabili e nessuna infrastruttura stradale che
sia in competizione con queste per il trasporto di merci e persone.
- L’Italia ha inoltre bisogno di
un piano per la riconversione
industriale delle industrie inquinanti, che punti su settori
strategici della decarbonizzazione come automotive elettrico per la
mobilità pubblica, batterie, idrogeno verde, elettrificazione e
digitalizzazione dei porti e del trasporto pubblico locale.
- L’adattamento
al clima dei territori è cruciale, come vediamo sempre più spesso in seguito ad
alluvioni e fenomeni estremi: usiamo i fondi europei per investire
sull’adattamento climatico dei territori idrogeologicamente vulnerabili.
- Diamo sostegno alla ricerca pubblica e privata per nuove
produzioni bio circolari e lottiamo per ridurre i ritardi e i divari
digitali che ostacolano l’affermazione di attività economiche e
comportamenti sostenibili.
- Infine, è necessario
incentivare la transizione ad un modello agricolo che non alteri il clima, valorizzi le
risorse locali (filiera corta), il biologico e qualifichi l’agricoltura integrata,
promuovendo inoltre stili alimentari a base vegetale.
Il Next
Generation EU delineerà il futuro dei prossimi 70 anni: non può essere scritto
solo da chi oggi ha 70 anni. Saranno
i giovani a subire le peggiori conseguenze della crisi climatica causata
dall’inazione della politica, e per questo è nostro diritto essere
inclusi nella stesura del piano.
Inserire la
parola “green” nel Recovery Plan non significa agire per il clima. Non
ci importa quante volte la ripetete. Ciò che ci importa è vedere degli
obiettivi chiari, e che vengano raggiunti. D’altronde, quando noi studenti
facciamo un esame, non ci viene chiesto quante ore abbiamo passato sui libri,
ma di dimostrare che abbiamo raggiunto dei risultati e appreso gli argomenti.
Il tempo sta
scadendo. Questa è la nostra
ultima possibilità. Tutto il resto è propaganda.
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