Immagina. Immagina con me, per un minuto, al massimo due. Immaginiamo insieme, per un breve istante,
che al posto del coronavirus l’invasore della nostra globale comunità –
già gravemente ammalata e disumanamente distanziata di suo – fosse una civiltà aliena. Già, proprio
loro, come li abbiamo quasi sempre descritti e temuti, tra romanzi e film di
fantascienza: gli extraterrestri
ostili, giunti sul nostro pianeta con il solo scopo di ucciderci, al meglio,
sfiancarci e soprattutto separarci l’uno dall’altro quale risultato
minimo, giacché la nota locuzione latina divide et impera pare
essersi diffusa dappertutto nell’universo, ovunque alberghi la brama di
dominare le vite altrui.
Sforzandoci di far aderire il più possibile l’alternativo scenario a quello
funestato dal Covid-19, mettiamo
che le navi stellari nemiche atterrino nella famigerata città di Wuhan, in Cina,
e che da lì abbia inizio l’invasione mondiale. Ebbene, presumo sia scontato quale sarebbe
l’inevitabile conclusione nella testa di molti, a cominciare dall’ormai
ex presidente degli Stati Uniti, lo dico senza scaramanzia, e con sentita
speranza. In ordine di tempo, secondo un climax delirante, con moto andante
giammai moderato: primo, la
Cina ci ha venduto agli alieni. Secondo, i cinesi sono gli alieni
stessi arrivati qui in tempi non sospetti, rimasti sino a ora in attesa
dell’istante propizio in cui lanciare l’attacco. Terzo, gli alieni
non esistono, sono solo i soliti cinesi che vogliono comandare il mondo.
Ispirata dall’ultimo momento di tale grottesca sinfonia,
nell’interpretazione di fatti così eccezionalmente evidenti, la fucina della negazione a prescindere
inizierebbe il suo infaticabile lavoro. Il tutto al seguente
motto: se non sai, nega. Se sai, nega quello che ignori. E se hai
capito che sei un’idiota, rinnega te stesso. In ogni caso, ovunque la voce
sia in grado di urlare il proprio ottuso scetticismo fine a se stesso, tra
piccoli schermi e grandi monitor, un solo pensiero unico si farebbe forte,
nutrendosi della propria capacità di serrare occhi, orecchie e cervello: “Gli
alieni ci hanno invaso, sterminando più di un milione di nostri simili, ma non
sono per questo pericolosi, anzi. Con le cavallette ne sono morti anche di più,
perché nessuno ne parla?”
Così inizierebbe il discorso ufficiale dei feticisti del no. E
continuerebbe con il medesimo tenore: “Si può convivere con gli extraterrestri nemici tranquillamente grazie
all’immunità di gregge, anche se ancora non siamo pecore, ma dateci
tempo e riusciremmo finalmente a belare all’unisono, in modo ordinato e
compatto. Loro, quelli, essi, mica noi – i quali avete avuto modo di
identificare tramite il nostro alacre servizio di disinformazione informata
come radical chic buonisti, immigrazionisti, relativisti e finto barra
pacifisti – vogliono rinchiuderci
nei nostri quartieri tramite zone dipinte con il pennello dei colori forti e in
casa per mezzo di lockdown senza cuore, imponendoci lucchetti e catenacci
prodotti ovviamente dai fabbri del nuovo ordine mondiale.”
Inutile dire quali esponenti della propria vanità e del personale
tornaconto, più che politici, sfrutterebbero tale condizione di incertezza
costruita a casaccio, più che ad arte. Il grido di Salvini diventerebbe: “Volete chiudere l’orbita terrestre
per impedire agli alieni di entrare e lasciate i porti aperti? Perché gli
alieni no e i migranti sì?” La Meloni, invece, inizierebbe a postare sui social foto a iosa –
ovviamente ritoccate digitalmente – di barconi ricolmi di viaggiatori africani mescolati a extraterrestri. “Ecco
come arrivano sulle nostre coste gli alieni, altro che astronavi…” la
conseguente accusa della Sorella d’Italia. E nelle giornate
annunciate con tempo gradevole dal meteo, la gente che in ogni stagione ha
bisogno di sfogare contro qualcuno, chiunque si trovi di mezzo, il proprio
atavico malessere, scenderebbe in piazza a protestare. Ma protestare contro chi? No, dico
sul serio. È la domanda che nascerebbe spontanea solo una volta in
strada: contro chi inveiamo oggi?
E mentre i rivoltosi si dispererebbero invano pur di trovare la
fondamentale risposta, ecco che arriverebbe la forza pubblica in tenuta anti
sommossa. E allora via alla pugna, che vedano a casa, on e off line quanto
siamo arrabbiati. Con noi stessi, prima di tutto. Sapete cosa penso? Che di fronte a un contesto del genere, gli alieni si
guarderebbero in faccia, e dopo averne discusso brevemente risalirebbero di
corsa sulle astronavi per non tornare mai più. “Non vale la pena cercare di conquistare
una specie come questa”, chioserebbe il capitano della nave
madre, con amarezza di palese flaiana memoria. “Per mettere questi umani
l’uno contro l’altro basterebbe un’influenza…” E via nello spazio infinito,
di cui indegnamente, per nostra immeritata fortuna, facciamo ancora parte.
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