sabato 28 novembre 2020

Come funziona una guerra? - Miguel Martinez

Ogni guerra ci sembra speciale. In realtà tutte le guerre moderne seguono approssimativamente le stesse fasi, a prescindere dalle cause o da quale sia il nemico. In questo breve saggio, non abbiamo alcuna pretesa quindi di dire se una guerra sia giusta o no, ma semplicemente come funzionano le società in guerra.

 

Fase Uno.

La guerra parte dall’informazione.

L’informazone dà l’allarme, che significa insieme una notizia di pericolo, e un richiamo alle armi.

Quando l’informazione è inseparabile dalla mobilitazione, diventa propaganda. Siccome la “propaganda” ha oggi una brutta nomea, precisiamo subito: la propaganda può dire cose assolutamente vere e difendere cause giuste, ma sempre propaganda è.

Lo stato di mobilitazione pone fine alle dispute: in guerra tutti devono essere solidali attorno a una figura umana, il Condottiero, in grado di incarnare tutte le passioni.

I giovani corrono per arruolarsi volontari. Paura, eccitazione, ottimismo. Andrà Tutto Bene!

 

Stringiamo i denti, ogni cittadino si igienizzi col suo gel e smascheri i traditori, anzi li mascheri – ma vinceremo presto!

Gente che fino alla sera prima era pronta a sporgere denuncia perché non gli servivano il cocktail come voleva lui, o perché l’aereo partiva con cinque minuti di ritardo, si chiude mitemente in casa, mette fuori la bandiera tricolore e si prepara a veder stramazzar al suolo il nemico.

I primi morti vengono celebrati: sia come vittime innocenti della malvagità del nemico, sia come coraggiosi combattenti.

 

Ma ci sono anche le prime vittorie, un popolo unito, spalanchiamo le finestre, è primavera!

Il nostro Condottiero ci sta portando al trionfo e balleremo in Sardegna tutta l’estate!

 

Fase Due.

Arrivano autunno e buio, e si scopre che la guerra non l’abbiamo affatto vinta e che dopo qualche mese, vivere nei rifugi antiarei perde di fascino.

Improvvisamente ci accorgiamo davvero del costo della guerra, che non sono tanto i morti, quanto la possibile distruzione di un intero ceto – la maggioranza scopre la scomoda verità, cioè che è inessenziale.

Improvvisamente, la società che sembrava così unita inizia a spaccarsi, secondo linee nuove, che non erano quelle della recita politica precedente.

L’euforia è finita per tutti, ma la maggioranza ancora crede al Condottiero.

Tanti però iniziano a dubitare persino della causa. La propaganda onnipresente comincia a suonare stranamente vuota, quasi ridicola.

Il dubbio sorge in mille modi diversi, ma soprattutto perché tutto ciò in cui qualcuno aveva investito la propria vita sembra perso per sempre.

Poi basta un sopruso vero o presunto, una fola che gira, un ragionamento ben fatto, il sospetto – non sia mai! – che qualcuno ne stia approfittando: il segreto di ogni guerra sono i mercanti d’armi, e quando il mercante d’armi è anche il proprietario del sistema di comunicazioni (non solo dei media, proprio del sistema), è anche quello che decide cosa si consideri la verità, i sospetti si scatenano.

E’ un momento di visionitutti conoscono la Madonna di Fatima che brontolava i volontari portoghesi partiti in guerra, ma lo storico Cesare Bermani ha scoperto una proliferazione di Madonne pacifiste anche in Italia, sorvegliate dai Carabinieri e tenute segrete.

Crollano i mestieri, chiudono le aziende, il Condottiero inizia a stampare soldi e lanciarli sulla testa della folla, che all’inizio applaude, grata.

 

Fase Tre

La società si spacca, in gran parte secondo la prospettiva che ognuno ha per il proprio futuro. Chi si sente garantito, in genere resta con il Condottiero.

Una parte sempre più numerosa inizia a ribellarsi, perché non ha nulla da perdere, ma nel ribellarsi, deve inventarsi una spiegazione propria del mondo. Il Condottiero ha dalla sua il monopolio degli accademici, e chi non si allinea rischia grosso.

Gente non abituata a concedersi il lusso del pensiero teorico viene chiamata a darsi una ragione.

E persone senza precedenti politici, prendono le armi, certo come possono farlo generazioni come le nostre.

 

Quelli rimasti fedeli reagiscono con rabbia: i ribelli, dicono, stanno spalancando le porte al Nemico, che ci massacrerà tutti.

All’inizio, i Traditori vengono soltanto derisi, o accusati di appartenere a qualche setta malvagia: il Journal of American Medical Association spiega seriamente che chi non si allinea è probabilmente affetto da demenza fronto-temporale.

E all’inizio, potrebbero anche avere un po’ ragione. Siamo esseri selezionati per il conformismo sociale; e i primi che rompono i ranghi possono essere davvero un po’ matti. Il 14 maggio scorso:



Poi, quando si scopre che sono tanti, si cerca di dividerli: quelli buono sono solo vittime dei Manipolatori. Sono dei sempliciotti, che si fanno convincere dalla prima cosa che sentono.

Un po’ strano, che gli stessi non si lascino convincere dalla televisione, dalla scuola, dagli avvisi affissi per strada, dai medici. In realtà, i ribelli restano folgorati da affermazioni (non importa se fattualmente vere o false) che rispondono a qualcosa che sentono già dentro: cioè che chi ha il potere non la conta giusta, e che dietro una guerra che chiede enormi sacrifici, ci possano essere interessi ancora più enormi.

O che governi che introducono leggi di emergenza non siano necessariamente solo benintenzionati.

Parte così la guerra interna contro i Traditori: vanno censurati, manganellati, processati, e si spulcia le cronache per trovare nelle parole dei ribelli le frasi più assurde e confuse, che ovviamente non mancano.

Ma i Traditori sono potenzialmente un’intera società in disfacimento.

Il Condottiero raddoppia il lancio di soldi dalle finestre del palazzo, e annuncia che la Wunderwaffe è quasi pronta.

Il Condottiero è ancora seguito dalla maggioranza, ma sa che anche chi oggi lo incita a impiccare i traditori dai pali della luce, domani potrebbe chiedere la sua di testa.

Perché proprio come la gente attribuisce erroneamente a un individuo le vittorie, è prontissima ad attribuirgli le sconfitte.

Il Condottiero governa per decreto, può imporre cose che si pensava impossibili, ma – come il Dittatore nell’Antica Roma – poi deve comunque rendere conto a tutto un sistema politico, e sa che un giorno dovrà andarsene.

 

Fase Quattro

La Wunderwaffe esiste davvero? E se sì, porterà la Vittoria?

La rivolta sarà schiacciata a suon di multe, derisione, stroncature mediatiche, censure, o dilagherà ovunque prima della Vittoria?

La maggioranza di solito resta alla finestra fin quasi all’ultimo momento, sostenendo a parole il più forte, ma con le antenne dritte per percepirne ogni debolezza, e le svolte possono avvenire in un istante.

Diamoci una data, in primavera, per vedere come sta andando. Diciamo attorno al 25 aprile vi andrebbe bene?

 

Nota:

Ovviamente qui stiamo parlando di ciò che avviene all’interno di un sistema chiuso. L’Italia di oggi fa parte di un sistema globale, da cui non può prescindere. Ma anche il sistema globale è coinvolto in questa guerra, e probabilmente questi ragionamenti valgono anche per diversi altri paesi.

da qui

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