Ogni guerra ci sembra speciale. In realtà tutte le guerre moderne seguono approssimativamente le stesse fasi, a prescindere dalle cause o da quale sia il nemico. In questo breve saggio, non abbiamo alcuna pretesa quindi di dire se una guerra sia giusta o no, ma semplicemente come funzionano le società in guerra.
Fase Uno.
La guerra parte dall’informazione.
L’informazone dà l’allarme, che significa
insieme una notizia di pericolo, e un richiamo alle armi.
Quando l’informazione è inseparabile dalla mobilitazione, diventa propaganda. Siccome la
“propaganda” ha oggi una brutta nomea, precisiamo subito: la propaganda può
dire cose assolutamente vere e difendere cause giuste, ma sempre propaganda è.
Lo stato di mobilitazione pone fine alle dispute: in guerra tutti devono
essere solidali attorno a una figura umana, il Condottiero,
in grado di incarnare tutte le passioni.
I giovani corrono per arruolarsi volontari. Paura, eccitazione,
ottimismo. Andrà Tutto Bene!
Stringiamo i denti, ogni cittadino si igienizzi col
suo gel e smascheri i traditori, anzi li mascheri – ma vinceremo presto!
Gente che fino alla sera prima era pronta a sporgere denuncia perché non
gli servivano il cocktail come voleva lui, o perché l’aereo partiva con cinque
minuti di ritardo, si chiude mitemente in casa, mette fuori la bandiera
tricolore e si prepara a veder stramazzar al suolo il nemico.
I primi morti vengono celebrati: sia come vittime innocenti della
malvagità del nemico, sia come coraggiosi combattenti.
Ma ci sono anche le prime vittorie, un popolo unito, spalanchiamo le
finestre, è primavera!
Il nostro Condottiero ci sta portando al trionfo e balleremo in Sardegna
tutta l’estate!
Fase Due.
Arrivano autunno e buio, e si scopre che la guerra non l’abbiamo affatto
vinta e che dopo qualche mese, vivere nei rifugi antiarei perde di fascino.
Improvvisamente ci accorgiamo davvero del
costo della guerra, che non sono tanto i morti, quanto la possibile distruzione
di un intero ceto – la maggioranza scopre la scomoda verità, cioè che è inessenziale.
Improvvisamente, la società che sembrava così unita inizia a spaccarsi,
secondo linee nuove, che non erano quelle della recita politica precedente.
L’euforia è finita per tutti, ma la maggioranza ancora crede al
Condottiero.
Tanti però iniziano a dubitare persino della causa.
La propaganda onnipresente comincia a suonare stranamente vuota, quasi
ridicola.
Il dubbio sorge in mille modi diversi, ma soprattutto perché tutto ciò in
cui qualcuno aveva investito la propria vita sembra perso per sempre.
Poi basta un sopruso vero o presunto, una fola che gira, un ragionamento
ben fatto, il sospetto – non sia mai! – che qualcuno ne stia approfittando: il
segreto di ogni guerra sono i mercanti d’armi, e quando il mercante d’armi è
anche il proprietario del sistema di comunicazioni (non solo dei media, proprio
del sistema), è anche quello che decide cosa si consideri
la verità, i sospetti si scatenano.
E’ un momento di visioni: tutti conoscono la Madonna di Fatima che
brontolava i volontari portoghesi partiti in guerra, ma lo storico Cesare
Bermani ha scoperto una proliferazione di Madonne pacifiste anche in Italia,
sorvegliate dai Carabinieri e tenute segrete.
Crollano i mestieri, chiudono le aziende, il Condottiero inizia a stampare
soldi e lanciarli sulla testa della folla, che all’inizio applaude, grata.
Fase Tre
La società si spacca, in gran parte secondo la prospettiva che ognuno ha per
il proprio futuro. Chi si sente garantito, in genere resta con il Condottiero.
Una parte sempre più numerosa inizia a ribellarsi, perché non ha nulla da
perdere, ma nel ribellarsi, deve inventarsi una spiegazione propria del mondo.
Il Condottiero ha dalla sua il monopolio degli accademici, e chi non si allinea
rischia grosso.
Gente non abituata a concedersi il lusso del pensiero teorico viene
chiamata a darsi una ragione.
E persone senza precedenti politici, prendono le armi,
certo come possono farlo generazioni come le nostre.
Quelli rimasti fedeli reagiscono con rabbia: i ribelli, dicono, stanno spalancando le porte al Nemico, che ci massacrerà tutti.
All’inizio, i Traditori vengono soltanto derisi, o accusati di appartenere
a qualche setta malvagia: il Journal of American Medical
Association spiega seriamente che chi non si allinea è
probabilmente affetto da demenza fronto-temporale.
E all’inizio, potrebbero anche avere un po’ ragione. Siamo esseri
selezionati per il conformismo sociale; e i primi che rompono i ranghi possono
essere davvero un po’ matti. Il 14 maggio scorso:
Poi, quando si scopre che sono tanti, si cerca di dividerli: quelli buono
sono solo vittime dei Manipolatori. Sono dei sempliciotti, che si fanno
convincere dalla prima cosa che sentono.
Un po’ strano, che gli stessi non si lascino convincere dalla televisione,
dalla scuola, dagli avvisi affissi per strada, dai medici. In realtà, i ribelli
restano folgorati da affermazioni (non importa se fattualmente vere o false)
che rispondono a qualcosa che sentono già dentro: cioè che chi ha il potere non
la conta giusta, e che dietro una guerra che chiede enormi sacrifici, ci
possano essere interessi ancora più enormi.
O che governi che introducono leggi di emergenza non siano necessariamente
solo benintenzionati.
Parte così la guerra interna contro i Traditori: vanno censurati,
manganellati, processati, e si spulcia le cronache per trovare nelle parole dei
ribelli le frasi più assurde e confuse, che ovviamente non mancano.
Ma i Traditori sono potenzialmente un’intera società in disfacimento.
Il Condottiero raddoppia il lancio di soldi dalle finestre del palazzo, e
annuncia che la Wunderwaffe è quasi pronta.
Il Condottiero è ancora seguito dalla maggioranza, ma sa che anche chi oggi
lo incita a impiccare i traditori dai pali della luce, domani potrebbe chiedere
la sua di testa.
Perché proprio come la gente attribuisce erroneamente a un individuo le
vittorie, è prontissima ad attribuirgli le sconfitte.
Il Condottiero governa per decreto,
può imporre cose che si pensava impossibili, ma – come il Dittatore nell’Antica
Roma – poi deve comunque rendere conto a tutto un sistema politico, e sa che un
giorno dovrà andarsene.
Fase Quattro
La Wunderwaffe esiste davvero? E se sì, porterà la Vittoria?
La rivolta sarà schiacciata a suon di
multe, derisione, stroncature mediatiche, censure, o dilagherà ovunque prima
della Vittoria?
La maggioranza di solito resta alla finestra fin quasi all’ultimo momento,
sostenendo a parole il più forte, ma con le antenne dritte per percepirne ogni
debolezza, e le svolte possono avvenire in un istante.
Diamoci una data, in primavera, per vedere come sta andando. Diciamo
attorno al 25 aprile vi andrebbe bene?
Nota:
Ovviamente qui stiamo parlando di ciò che avviene all’interno di un sistema
chiuso. L’Italia di oggi fa parte di un sistema globale, da cui non può
prescindere. Ma anche il sistema globale è coinvolto in questa guerra, e probabilmente
questi ragionamenti valgono anche per diversi altri paesi.
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