venerdì 20 novembre 2020

GUARDATE TRUMP E VEDRETE GLI ISRAELIANI - Gideon Levy

 

Aspettando in fila, venerdì, nel sobborgo Ramat Aviv Gimel di Tel Aviv per prendere l'edizione del fine settimana di Israel Hayom, i residenti benestanti hanno discusso della probabile sconfitta di Trump. "Siamo rovinati", ha detto sconfortato un uomo; i suoi compagni annuirono concordando. È un giorno buio per Israele: Donald Trump ha perso le elezioni.

Nessun altro paese al mondo, con la possibile eccezione delle Filippine o del Nebraska, era così rattristato dalla sua sconfitta. Un sondaggio dell’istituto israeliano Mitvim ha rilevato che il 70% degli israeliani sostiene Trump. Un sondaggio del Centro di Statistica Pew con sede a Washington ha avuto risultati simili. Mentre il 75% degli europei occidentali è stanco del presidente degli Stati Uniti, in Israele una grande maggioranza, compresi i centristi e alcuni di sinistra, lo ammira.

Si può affermare, ovviamente, che questo sostegno è un modo per ringraziarlo di aver spostato l'ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan e ritirato dall'accordo nucleare iraniano. Ma questi eventi hanno suscitato poco entusiasmo in Israele. Nessuno ha festeggiato il riconoscimento di Majdal Shams come città israeliana, e solo poche persone si sono emozionate per il cambio di residenza dell'ambasciatore David Friedman.

La spiegazione della crescente popolarità di Trump in Israele va molto più in profondità; le sue radici sono molto più inquietanti. Israele ammira Trump non nonostante i suoi molti repellenti difetti, ma proprio per questi. Trump è l'incarnazione di tutto ciò che è orribile e terribile in Israele mentre lo normalizza e lo riqualifica per noi. Guardatelo e vedrete gli israeliani. Questo è quello che siamo o chi vorremmo essere. O almeno la maggior parte di noi.

Trump è l'incarnazione del peggiore Israele; potrebbe essere facilmente eletto Primo Ministro. La volgarità, la grossolanità, la belligeranza, l'ignoranza, gli intrighi e le bugie; il disprezzo per i deboli, per la legge, per la giustizia, i media, la scienza e l'ambiente: tutto questo ci rappresenta perfettamente.

Chi non vorrebbe un Primo Ministro condiscendente con tutti, qualcuno che sa sempre cos’è meglio, che farà di nuovo grande Israele? Chi non vorrebbe un Primo Ministro che non è secondo a nessuno, che ha fatto fortuna con astuzia e scaltrezza, proprio come piace a noi?

Chi non vorrebbe un primo ministro che si fa beffe della correttezza politica e ci restituisca i bei vecchi tempi del maschilismo non ostacolato dal femminismo; chi non ci infastidirà con tutte quelle minacce al pianeta e alla natura, chi ci restituirà anche il razzismo?

Chi non vorrebbe un vero uomo come lui? A chi non piacerebbe qualcuno che disprezza le istituzioni internazionali, i gruppi per i diritti umani e il Diritto Internazionale, che viola gli accordi firmati e deride l'arrogante Europa e i suoi valori liberali universali, proprio come nei sogni segreti di molti israeliani? Anche Benjamin Netanyahu, che è il più simile possibile a Trump, non può inseguire, raggiungere e realizzare una tale chimera.

Prendi il tipico autista israeliano. Non è Trump? La strada israeliana non è come quella di Trump? Attraversano all’improvviso, suonano il clacson, imprecano, infrangono il codice stradale, parcheggiano ovunque, non pensano a nessuno tranne che a loro stessi, il nostro è il più grande, il più forte e il più veloce; Ammirateci.

Prendiamo la politica israeliana, in particolare i politici di destra. Non sono come Trump? Non assomigliano lui?

Mettete assieme Avigdor Lieberman, Miri Regev, Osnat Mark, Miki Zohar e David Amsalem e si otterrà un Trump Israeliano. Combinate la loro prepotenza, ignoranza, populismo, superficialità e volgarità e si otterrà il trumpismo israeliano.

Come abbuono, aggiungiamo il modo in cui Trump ha umiliato i palestinesi, ignorando la loro stessa esistenza. I loro diritti non significavano nulla per lui, così come non significano nulla per la maggior parte degli israeliani, semplicemente perché sono svantaggiati. È un sogno.

È un sogno israeliano fermare gli aiuti ai deboli e darli ai forti, come ha fatto Trump; dall'agenzia per i rifugiati dell'UNRWA all'esercito israeliano, dai rifugiati alla forza che li ha espulsi. Ed è un sogno israeliano deportare i richiedenti asilo, come ha fatto Trump, tenendo centinaia di bambini separati dai loro genitori e terrorizzando decine di migliaia di adulti.

Questa è la giustizia Trumpiana, ed è la giustizia israeliana. Ecco perché lo abbiamo amato così tanto. Ecco perché ci dispiace che se ne vada.

 

Gideon Levy è editorialista di Haaretz e membro del comitato editoriale del giornale. Levy è entrato in Haaretz nel 1982 e ha trascorso quattro anni come vicedirettore del giornale. Ha ricevuto il premio giornalistico Euro-Med per il 2008; il premio libertà di Lipsia nel 2001; il premio dell'Unione dei giornalisti israeliani nel 1997; e il premio dell’Associazione dei Diritti Umani in Israele per il 1996. Il suo nuovo libro, La punizione di Gaza, è stato appena pubblicato da Verso.

Traduzione: Beniamino Rocchetto

Fonte: https://www.haaretz.com/.../.premium.HIGHLIGHT-look-at...

 

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