Morra, la Santelli e l’antimafia:
chiedo aiuto – bortocal
io non so se valga più la pena di occuparsi della
minuta cronaca politica per sotto-sviluppati mentali di cui sono infarciti i
nostri media, ma la vicenda tuttora in corso di Morra, il
presidente della Commissione parlamentare antimafia, supera ogni mia capacità
di comprensione e credo anche di immaginazione.
viene arrestato il presidente del Consiglio Regionale
della Calabria, fatto eleggere da Forza Italia nonostante fosse stato già
segnalato tra gli impresentabili; e lo arrestano con l’accusa di concorso
esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso perché
pensano che abbia aiutato la cosca Grande Aracri a costituire una
società per la distribuzione di prodotti medicinali e sia stato ricambiato
con il sostegno alle elezioni regionali del 2014.
una cosetta da niente, vero?, in una Regione
commissariata più volte proprio per la totale inefficienza in campo sanitario,
e commissariata da questo governo e dal precedente (Salvini ministro
dell’Interno!) con persone la cui assoluta incompetenza è emersa alla luce del
sole in un modo tragico, se non fosse anche grottesco; al punto che, per
provare a venirne fuori, si ricorre a Gino Strada, uno che gli ospedali finora
andava a costruirli nel Terzo Mondo e nelle zone di guerra.
. . .
qualcuno pensa allora di intervistare il presidente
della Commissione antimafia, e lui dice il minimo indispensabile sulla
situazione.
a questo punto l’esercito dei professionisti della
distrazione di massa, a torto chiamati giornalisti, che deve
cancellare dalla testa della gente il fatto enorme di quell’arresto, si scatena
su una frasetta incidentale che Morra dedica alla presidente della Regione,
Santelli, candidata sempre da Forza Italia e fatta eleggere, nonostante si
sapesse che era gravemente malata di un cancro, che infatti l’ha stroncata e
costringe oggi a nuove elezioni.
così funziona l’informazione: la vera notizia diventa
che Morra ha infangato la Santelli, povera morta.
ha detto Morra: “Era noto a tutti che la
presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica.
Umanamente ho sempre rispettato la defunta Santelli, politicamente c’era un
abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno
dev’essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve
aiutare, perché sei grande e grosso”.
sono dichiarazioni un po’ vaghe, come succede nel
parlare a braccio, ma qualcuno saprebbe dirmi dove sta l’offesa alla memoria
della Santelli? la critica a me pare tutta a Forza Italia, che l’ha candidata,
non a lei, e soprattutto ai calabresi.
ma forse il vero delitto di Morra è appunto di avere
aggiunto poco dopo quello che molti pensano: che la Calabria è irrecuperabile.
. . .
Salvini, da che pulpito!, ha parlato di parole
vomitevoli; si è subito aggiunto al coro il vice della Santelli, Spirlì,
che ne esercita attualmente le funzioni, in via provvisoria, quello diventato
famoso – in una campagna di sdegno da cretini, analoga, ma rovesciata -, per
avere detto: Per poter dire negro io parlo calabrese e dico ‘mamma
passa u nigru’ e sapendo che in dialetto calabrese ‘u nigru’ è ‘u nigru e non
c’è altro modo per dirlo. Così come nessuno può venirmi a dire che non posso
utilizzare la parola ‘ricchione’ perché sei omofobo. Io lo dico e guai a chi me
lo vuole impedire! Per cui “dirò ‘negro’ e ‘frocio’ fino all’ultimo dei miei
giorni; libera opinione in uno che peraltro ha reso pubblica la sua
omosessualità, figurarsi.
ma perfino nei 5Stelle c’è chi ha criticato Morra con
toni sdegnati; giuro, io non riesco più a capirci una mazza.
non lo faccio per finta: davvero, qualcuno sa
spiegarmi dov’è il terribile errore di Morra?
. . .
invece io penso che questo sia invece tutto uno sdegno
per deficienti, che ha lo scopo di nascondere il fatto che Forza Italia è un
partito di delinquenti, a cominciare dal suo fondatore – ma ora si decide ad
appoggiare il governo, visto che questo gli offre uno scudo per mantenere
Mediaset, con la scusa dell’interesse nazionale.
come se la proprietà di Mediaset avesse qualcosa a che
fare con questo; anzi, personalmente penso che, se dovesse controllarla uno
straniero, forse certe manipolazioni politiche dell’opinione pubblica
diminuirebbero.
e dunque non si può più parlare male di lui, di Forza
Italia o di Mediaset, che sono una cosa sola.
questo lo capisco, sono nato ben prima dell’altroieri.
ma, perdio, non c’è qualche modo meno idiota di fare
propaganda? oppure dobbiamo pensare che gli italiani sono oramai un popolo di
dementi, politicamente parlando, e si lasciano manovrare da questi giochini
puerili?
. . .
anzi: colgo l’occasione per dire una cosa che mi sta
sul gozzo da tempo: quando un esponente politico così importante viene
coinvolto in episodi di malaffare e corruzione politica, una volta provata
definitivamente l’accusa, non dico di fucilarlo, come si faceva in Cina fino a
non poco tempo fa, ma non sarebbe giusto pensare a mettere fuorilegge quel
partito politico che era complice dell’azione delittuosa?
risorgerà sotto altro nome? probabile: ma stabiliamo
allora la perdita dei diritti politici per i dirigenti di quel partito.
introduciamo almeno un principio di responsabilità
politica collettiva: se tu candidi un mafioso e questo viene condannato, come
organizzazione politica ti assumi la responsabilità di un errore così
fondamentale che logicamente ti vieta di continuare a svolgere azione politica:
ma non solo al tuo nome astratto, anche ai tuoi dirigenti che si sono resi
complici.
. . .
però se sono io oramai, che non capisco più il
presente come un garibaldino rincoglionito al tempo del trasformismo di
Depretis, e Morra ha davvero offeso la Santelli, e Berlusconi è un padre della
patria, ora che per qualche settimana e fino a che gli conviene appoggia un
governo che non ha più una linea politica, c’è qualcuno che gentilmente me lo
spiega?
L’«affaire» Morra e i
calabresi
Quanta ipocrisia per le parole del Presidente della Commissione
Antimafia. Da calabresi noi non ci
sentiamo offesi dalle sue dichiarazioni, perché ad esserlo lo dovrebbero
essere solo quei corregionali che per anni hanno contribuito, insieme alla
maggioranza dei politici nazionali e locali, a inserire la Calabria agli ultimi
posti in Europa per qualità di vita. E non ci si venga a dire che le cause
della sua arretratezza vadano individuate solo nella “struttura” del potere
finanziario-liberista, perché non si dimentichi che anche la “sovrastruttura”
delle idee e delle istituzioni ha la sua forza. I comportamenti individuali non
nascono solo per la lunga e oppressiva durata del potere padronale. Amiamo la
nostra terra, di vera straordinaria bellezza, ma ci sono anche troppi luoghi
lasciati all’incuria con boschi spesso colmi di rifiuti, con cemento ovunque,
con coste degradate dall’urbanizzazione selvaggia e dai mari sporchi, con
centri storici a pezzi. Troppi calabresi hanno chiuso gli occhi lasciando fare
a politici incapaci o corrotti. La sanità regionale è qui a dimostrarlo. Se la
‘ndrangheta pre-domina in intere aree della regione, lo può fare per gli spazi
vuoti che la (mala)-politica le ha lasciato. E’ necessario invertire lo stato
delle cose, non semplicemente recriminare sul grande capitale che affama i sud
del mondo, di cui a pieno titolo fa parte la Calabria, o prendersela con lo
Stato assente o complice delle risorse sottratte ai meridionali fin dai tempi
dell’unità d’Italia. E’ necessaria anche l’assunzione di responsabilità
personali più forti. Ecco, noi crediamo, appunto, che il cuore della questione
vada oltre le dure parole di Morra, che pur ci costringono a guardarci dentro.
Al di là della canea montata contro il senatore pentastellato dai politici di
ogni colore, compresi quelli del suo stesso movimento (che quasi nessuno di noi
ha mai votato prima), colpisce un classico espediente che serve a sviare
l’attenzione dalla sostanza delle sue parole. Giustapporre i fatti per
capovolgerne il senso costituisce una tecnica ben collaudata per il controllo
sociale e attraversa da sempre la politica italiana. Cancellare con un
rimpianto consolatorio quanto sentenziato e propagandato precedentemente mina
dalle fondamenta le ambizioni di una rivoluzione dei costumi civili. Piangere
per la prematura scomparsa di una giovane vita non esonera dall’evidenziare la
contraddittorietà tra vita privata e contesto politico in cui si è rimasti incagliati.
Impressiona che a fare questo non siano solo i politici ma anche molta stampa
locale e nazionale che si è concentrata sulla presunta offesa alla Santelli
malata e poi defunta, sottolineando la presunta figura ambigua di Morra, la sua
personalità, le beghe interne a Cinque Stelle, piuttosto che la centralità del
suo messaggio. La Rai, addirittura, si è permessa di cancellare la
partecipazione di una figura come la sua, comunque istituzionale, a un
programma televisivo. Nell’articolo Vietato
pensare? lo storico Angelo D’Orsi nel mostrarsi preoccupato per le
sorti della libertà d’espressione in Italia scrive tra l’altro: «Ebbene che
cosa ha dichiarato Morra? Ha ricordato che l’ultimo arrestato, Domenico
Tallini, era stato inserito nella poco onorevole lista degli “impresentabili”
dalla Commissione Antimafia. Naturalmente Forza Italia l’ha candidato e il
soggetto ha fatto il pieno di voti, pare sia stato il più votato nell’intera
regione, di sicuro della Provincia di Catanzaro. E che tra i suoi sostenitori vi
era stata la berlusconiana (accanitamente tale, devo rammentare) Jole Santelli,
divenuta poi presidente della Giunta Regionale, morta qualche tempo fa». Morra
(come D’Orsi) non punta l’indice su tutti i calabresi ma solo su quelli che
negli anni hanno delegato – per necessità, rapporti amicali e altro – il potere
a rappresentanti politici indegni. Lo scarso senso politico e morale di
moltissimi conterranei sta nelle condotte quotidiane. Non ci può essere
miglioramento senza una presa di coscienza individuale. La legalità non
riguarda solo la lotta alla mafia, ma innanzitutto il rispetto delle regole
civili, poiché sono le diffuse abitudini all’intrallazzo, alla raccomandazione,
alla clientela ad impedire la costituzione di una vera e giusta polis. Il virus sta scoperchiando
ogni contraddizione personale e collettiva e oggi appare paradossalmente una
imperdibile occasione per la rinascita della nostra regione. Abbiamo bisogno di
calabresi diversi per una nuova Calabria.
“Perdona
chi è sepolto” (Parce sepulto) siamo adusi seguire,
non dimentichi però del motto di Plauto: “Non è facile soffiare e bere nel
medesimo tempo” (Simul flare sorbereque haud facile factu
est).
(seguono le firme)
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