Il mondo cattolico bresciano si fa
promotore di un’iniziativa che porta luce su un tema che si rivela fondamentale
per comprendere la realtà odierna.
Riprendendo le chiare parole di
Papa Francesco a Hiroshima “L’uso dell’energia atomica per fini di
guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi
atomiche” prende forma un documento su cui si chiede l’adesione alle
varie realtà del mondo cattolico bresciano in occasione del Mese
della Pace e che si sta diffondendo velocemente,
abbracciando ogni realtà sensibile ai temi della pace e del disarmo.
Il documento riporta la gravità
della situazione attuale sulla corsa agli armamenti e la totale assenza di
consapevolezza riguardo alle lezioni della storia e delle devastazioni di
Hiroshima e Nagasaki.
Ora le armi nucleari stoccate in
varie parti del mondo sono in grado di distruggere più volte l’intero pianeta.
Con una lettera alla quale si può
aderire i promotori chiedono al mondo politico locale e nazionale di attivarsi
affinché: l‘Italia ratifichi il Trattato Onu di
Proibizione delle Armi Nucleari; dal territorio del nostro
paese siano eliminate tutte le armi nucleari che vi sono stanziate; siano sospesi
i lavori di ampliamento della base di Ghedi.
Dispersione di risorse
Dal documento si apprende che oggi
nel mondo vi sono circa 14 mila testate
nucleari e nuove armi ancora più devastanti sono
in fase di sviluppo. Gli Stati dotati di ordigni atomici stanno anche
realizzando nuovi vettori e altri strumenti che rendano più facile il loro
utilizzo. Si è così creato un equilibrio del terrore,
sottile però come un filo che rischia di spezzarsi ogni giorno. Permane
inoltre il problema delle conseguenze sull’ambiente dei test di questi
micidiali strumenti di distruzione e di morte, mentre crescono pure i rischi
legati a un errore o a un incidente di ogni tipo, anche di natura terroristica.
A tali programmi militari sono
destinate enormi risorse finanziarie che in questo modo vengono sottratte al
loro uso per l’istruzione, per la sanità, per l’ambiente, per lo sviluppo dei
popoli più poveri.
Papa Francesco è tornato
sullo scandalo delle spese militari nell’enciclica Fratelli
Tutti (262) e anche nel Messaggio per la Giornata Mondiale della
Pace del 1° gennaio 2021, dove ha scritto: “Quanta dispersione di
risorse vi è per le armi, in particolare per quelle nucleari, risorse che
potrebbero essere utilizzate per priorità più significative per garantire la
sicurezza delle persone, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano
integrale, la lotta alla povertà, la garanzia dei bisogni sanitari. Anche
questo, d’altronde, è messo in luce da problemi globali come l’attuale
pandemia da covid-19 e
dai cambiamenti climatici.
Che decisione coraggiosa sarebbe quella di costituire con i soldi che si
impegnano per le armi e in altre spese militari un “Fondo mondiale” per poter
eliminare definitivamente la fame e contribuire allo sviluppo dei paesi più
poveri.”
Perché Brescia?
In Italia, nelle basi di Aviano
(Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una
quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando
le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno
dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni
atomici ancora più potenti (B61-12).
Il nostro paese si è impegnato
ad acquistare 90 cacciabombardieri F35 per una spesa complessiva di oltre 14
miliardi di euro, cui vanno aggiunti i costi di manutenzione e quelli relativi
alla loro operatività.
Il documento pone l’attenzione
sull’evidente contrasto tra la presenza di armi di distruzione di massa sul
nostro territorio e l’articolo 11 della Costituzione, che afferma che “l’Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Una goccia nell’oceano?
Appena un anno fa, insieme ad un meraviglioso
gruppo di italiani impegnati nella promozione di stili di vita nonviolenti, si
stava preparando il passaggio della Seconda Marcia Mondiale
per la Pace e la Nonviolenza, che come primo obiettivo si
poneva il disarmo nucleare, sostenendo Ican (International Campaign to Abolish
Nuclear Weapons – Campagna internazionale per la messa al bando delle armi
nucleari, realtà che ha ricevuto il Nobel per la Pace nel 2017). L’emergenza
Covid ha poi fermato il suo passaggio in Italia, ma non l’impegno per la sua
promozione. Numerosi enti locali hanno aderito al Trattato
di Proibizione delle Armi Nucleari, insieme ad associazioni e
realtà del mondo cattolico e della società civile. A tutti loro ci rivolgiamo
rinnovando l’appello a unirsi nuovamente per affermare la volontà di perseguire
la pace a ogni livello.
Una goccia nell’oceano? Forse.
E non è così scontato parlarne o scrivere.
Quando decidiamo di andare a fondo
a una notizia spesso non sappiamo cosa ci aspetti e capisco che a volte si
preferisca rimanere in superficie perché entrare, accendere la luce per vedere
meglio può far paura, può togliere il respiro. Il coinvolgimento italiano nei
conflitti internazionali con la vendita di armi a paesi in guerra o che violano
i diritti umani è impressionante, ma vi invito a guardarlo perché solo
affrontando la verità potremo scegliere quale sentiero prendere o quale goccia
essere.
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