Leggo su Assopacepalestina questo articolo, che mi ha fatto ripensare a una frase di Salvador Allende, “Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione” :
l’articolo inizia così:
A metà ottobre 2021, il Relatore Speciale per la Palestina della Commissione Diritti Umani dell’ONU, Michael Lynk, ha presentato il suo rapporto all’Assemblea Generale. Il rapporto comprende anche le ostilità Gaza-Israele del maggio scorso ed esprime severe critiche alle azioni di Israele.
Alla fine di ottobre, il rappresentante di Israele all’ONU Gilad Erdan ha respinto le accuse contenute nel rapporto, definendole antisemitiche e stracciando platealmente una copia del rapporto dinanzi all’Assemblea Generale dell’ONU.
Il gesto arrogante di Erdan è riprodotto in questo video:
Il 13 novembre, il rappresentante dello stato di Palestina all’ONU Majed Bamya ha risposto a Erdan pronunciando il discorso riprodotto in questo video:
Provate a vedere i due filmati (sono sottotitolati in italiano, a cura di Donato Cioli).
il rappresentante di Israele all’ONU Gilad Erdan è non è solo arrogante,
è altezzoso, presuntuoso, impertinente, impudente, insolente, prepotente, protervo, tracotante, irriverente, screanzato, sfacciato, sprezzante, cattivo, feroce, intimidatorio, truce, pericoloso, ostile, preoccupante, aggressivo, minaccioso, crudele, infernale, mostruoso, orrendo, sprezzante, prepotente, violento, nocivo orribile, terribile, ringhioso, sferzante, violento, livoroso, vendicativo, sgarbato, stizzoso.
Insomma un perfetto invasore e oppressore.
il rappresentante dello stato di Palestina all’ONU Majed Bamya invece è
cortese, deciso, beneducato, intelligente, mansueto, orgoglioso, umano.
Cosa avrà scatenato la furia del rappresentante di Israele all’ONU?
Negli ultimi anni è successo qualcosa da non dimenticare.
Nell’Operazione Piombo Fuso (dal 27 dicembre 2008 al 17 gennaio 2009) sono stati uccisi 3 civili israeliani e l’esercito israeliano ha ucciso almeno 900 civili palestinesi della Striscia di Gaza (qui )
Nell’Operazione Margine di Protezione (dall’8 luglio 2014 al 26 agosto 2014) sono stati uccisi 6 civili israeliani e l’esercito israeliano ha ucciso almeno 1462 civili palestinesi della Striscia di Gaza (qui, secondo il Comitato per i diritti umani della Nazioni Unite).
Durante le operazioni di maggio 2021 l’esercito israeliano ha ucciso 67 bambini palestinesi e ne ha feriti altri 685 durante gli undici terribili giorni degli attacchi devastanti contro l’impoverita Striscia di Gaza, iniziati il 10 maggio, secondo quanto riferito da un recente rapporto pubblicato dall’UNICEF, il fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia.
In questo ultimo documento sulla situazione umanitaria, l’UNICEF afferma inoltre che, dal 7 maggio al 31 luglio, le forze militari e della sicurezza hanno ucciso nove bambini palestinesi, ferendone altri 556, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. (qui).
il Relatore Speciale per la Palestina della Commissione Diritti Umani dell’ONU, Michael Lynk, ha solo scritto quello che è successo.
cerco e trovo su wikipedia le risoluzioni Onu su Israele e Palestina :
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha emesso una serie di dichiarazioni sul conflitto israelo-palestinese nel tempo, sia attraverso l’Assemblea generale che il Consiglio di sicurezza.
Risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite
Risoluzione 181
La risoluzione 181 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, votata il 29 novembre 1947, raccomanda la divisione della Palestina in uno stato ebraico, uno stato arabo e un’area sotto un particolare regime internazionale.
Risoluzione 273
La risoluzione 273 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha ammesso Israele come stato membro dell’organizzazione.
Risoluzione 67/19
La risoluzione dell’Assemblea Generale 67/19, adottata il 29 novembre 2012, ha accettato di ammettere la Palestina come Stato osservatore e non membro dell’Organizzazione.
Risoluzione 10/L22
Il 21 dicembre 2017, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione A/ES-10/L.22[14] che si occupa di “misure illegali israeliane nella Gerusalemme Est occupata e nel resto del territorio palestinese occupato” in cui ribadisce che tutte le decisioni e gli atti che cercano di modificare il carattere, lo status o la composizione demografica di Gerusalemme non hanno alcun effetto legale, sono nulli e devono essere revocati in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Invita inoltre tutti gli Stati ad astenersi dallo stabilire missioni diplomatiche nella Città Santa di Gerusalemme.[15][16]
Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Risoluzione 242
Adottata all’unanimità al Consiglio di sicurezza il 22 novembre 1967, sei mesi dopo la Guerra dei sei giorni, la risoluzione “chiede l’istituzione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente”, che includa “il ritiro del Esercito israeliano di territori occupati durante il recente conflitto” e il “rispetto e riconoscimento della sovranità e dell’integrità territoriale e dell’indipendenza politica di ciascuno Stato nella regione e il loro diritto a vivere in pace all’interno di confini riconosciuti e sicuri, al riparo da minacce e atti di forza”. Questa risoluzione è rimasta un riferimento in tutti i negoziati successivi.
Risoluzione 338
Adottata dal Consiglio di sicurezza il 22 ottobre 1973, durante la Guerra del Kippur, la risoluzione conferma la validità della risoluzione 242 e raccomanda il cessate il fuoco e l’avvio dei negoziati al fine di “stabilire un giusto e durare in Medio Oriente”.
Risoluzione 446
Adottata dal Consiglio di sicurezza il 22 marzo 1979, questa risoluzione dichiara che la creazione di insediamenti da parte di Israele nei territori arabi occupati dal 1967 non ha validità legale e costituisce un grave ostacolo al raggiungimento di una pace completa, giusta. e durevole in Medio Oriente. Inoltre, chiede a Israele, in quanto potenza occupante, di rispettare scrupolosamente le Convenzioni di Ginevra relative alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, di annullare le sue misure precedenti e di “desistere dall’adottare qualsiasi misura che provocherebbe un cambiamento nello status giuridico e natura geografica e che influisce sensibilmente sulla composizione demografica dei territori arabi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme, e, in particolare, che non trasferisca parti della propria popolazione civile nei territori arabi occupati”.
Risoluzione 478
Fu adottato, con la sola astensione degli Stati Uniti, dal Consiglio di Sicurezza il 20 agosto 1980, dopo l’approvazione della Legge di Gerusalemme da parte del Parlamento israeliano il 30 luglio 1980, che proclamò la città di Gerusalemme, “intera e unificata”, come la capitale di Israele. La risoluzione “censura nei termini più forti” la Legge di Gerusalemme e afferma che questa legge è una violazione del diritto internazionale e non pregiudica la continua applicabilità a Gerusalemme della Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra. Inoltre, determina che la Legge di Gerusalemme e tutte le altre misure e gli atti legislativi e amministrativi adottati da Israele, il potere occupante, che hanno alterato o intendono alterare il carattere e lo status di Gerusalemme “sono nulli e devono essere lasciati senza effetto immediato”. La risoluzione “non riconosce” la Legge di Gerusalemme e altre misure israeliane e invita tutti i membri delle Nazioni Unite a rispettare questa decisione e a ritirare le rappresentanze diplomatiche che hanno istituito a Gerusalemme. La risoluzione afferma inoltre che la Legge di Gerusalemme costituisce un grave ostacolo al raggiungimento di una pace completa, giusta e duratura in Medio Oriente.
Risoluzione 2334
La risoluzione 2334 è stata adottata dal Consiglio di sicurezza il 23 dicembre 2016, che è stato pronunciata ribadendo che “la creazione di insediamenti da parte di Israele nel territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha validità legale” e esprimendo “grave preoccupazione per il fatto che il proseguimento delle attività di insediamento israeliano stia mettendo a repentaglio la fattibilità della soluzione a due Stati basata sui confini del 1967“.[17][18][19][20]
https://it.wikipedia.org/wiki/Conflitto_israelo-palestinese
Successivamente è successo quello che sappiamo tutti, Nakba, furto di terre e di acqua, colonialismo, apartheid, invasioni, detenzione amministrativa, e molto altro.
La risoluzione 181, con la quale l’Onu riconosce lo stato di Israele e quello della Palestina, è l’unica che lo Stato di Israele ha riconosciuto, solo per la nascita del loro stato, ma non quello palestinese.
Il mancato rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la 242, del 1967 (ritiro dai territori occupati) e la 2334, del 2016 “la creazione di insediamenti da parte di Israele nel territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha validità legale” sono uno scandalo a cui nessuno vuole mettere rimedio.
Eppure sarebbe bastato e basterebbe essere conseguenti: “la creazione di insediamenti da parte di Israele nel territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha validità legale” significa che tutto quello che Israele e i coloni hanno costruito, dalle strade ai palazzi, dalle infrastrutture alle città passerà allo stato palestinese e ai palestinesi.
Da noi funziona così, se uno costruisce nel terreno di un altro la legge prevede la confisca, che è un bel deterrente.
Ma le regole del diritto internazionale si sintetizzano nell’unica leggee della geopolitica, la legge del più forte.
qui un dossier su antisemitismo e antisionismo
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