Sottotitolo: Decrescìta o barbarie
Crescita
Dice
Antoine Lavoisier: “Nulla si
crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Tutti sono d’accordo, a parte
i pazzi, che il petrolio, il ferro o il carbone non si creano (se non in milioni
di anni), e che il loro consumo si trasforma in inquinamento (con conseguenze
sul clima, ci dicono gli scienziati).
E
tutti possono capire quest’altro concetto, in parole semplici: “La terra è un sistema chiuso, le
risorse sono limitate, gli attuali ritmi di sviluppo dell'umanità stanno
rapidamente distruggendo il capitale naturale e, se non verrà invertita la
rotta, l'esito inevitabile sarà il collasso”. (da qui)
Proprio quando all’inizio degli anni ’70 del
secolo scorso l’Earth Overshoot
Day (QUI, in
italiano Giorno del Superamento
Terrestre, del sovrasfruttamento
della Terra o dello
sforamento) ha iniziato ad avere valori preoccupanti, sempre più preoccupanti,
tanto che ormai si arriva ormai a consumare ogni quasi due volte le risorse
disponibili sul pianeta, nel 1972 anche il Club di Roma (qui i dubbi sulle motivazioni
dei loro lavori) scriveva “I limiti alla crescita” (in italiano, chissà perché,
la parola crescita è stata sostituita con sviluppo).
Se
spiegassi a uno che non capisce d’economia la crescita direi che è come un
palloncino o un pallone che se viene gonfiato troppo scoppia, esattamente
quello che sta succedendo al pianeta pallone Terra.
La
crescita, oltre certi limiti, è una malattia, si pensi alla crescita di peso di
chi mangia troppo (stile McDonald, grassi, grassi e grassi) o alla crescita
delle cellule tumorali, per fare un paio d’esempi.
Se oggi volessimo trovare un’immagine che possa sintetizzare come siamo messi con l’Earth Overshoot Day in tempi di capitalismo - che se non è il pensiero unico, è comunque il sistema economico unico - sarebbe quella qui sotto.
Fino a che l’Earth Overshoot Day restava su valori “sostenibili” nessuno (o quasi) criticava la
crescita, la crescita era (ed è ancora) il Totem dell’umanità, oggetto
del desiderio di governi, imprese, sindacati, lavoratori, il numeretto che
misura la crescita si chiama PIL.
Negli ultimi 50 anni
tanti hanno criticato il Pil e la crescita che misura, proponendo altri indici
per misurare il benessere delle persone e del pianeta, la felicità, la
sostenibilità dell’economia (per esempio qui se ne trovano
alcuni).
Ricordo
il motto dei Giochi Olimpici, dal 1924, Citius altius fortius (è
un'espressione latina che significa "più veloce, più alto e più
forte"), elogio delle “magnifiche sorti e progressive”,
di cui Leopardi già diffidava nel 1836.
Gli antichi
Greci avevano una parola, hỳbris, che è la “personificazione della
prevaricazione dell’uomo contro il volere divino: è l’orgoglio che, derivato
dalla propria potenza o fortuna, si manifesta con un atteggiamento di ostinata
sopravvalutazione delle proprie forze, e come tale viene punito dagli dèi
direttamente” (qui)
Non c’è una parola più chiara per
descrivere il comportamento economico dell’umanità da quando il capitalismo è
la religione più diffusa urbi et orbi (leggi qui)
Se oggi volessimo trovare un’immagine simbolo della crescita,
un totem a cui inchinarsi, oggetto
del desiderio, potrebbe essere questa:
nave
da crociera, a Venezia, un’imbarcazione citius altius fortius.
Se volessimo misurare il settore delle crociere non solo dai
profitti di quelle imprese (cioè il mondo del PIL) sarebbe importante tenere in
conto un dato come questo:
“…la flotta di 47 navi della Carnival
Corporation,(prima compagnia di navi da crociera al mondo, che include
tra le altre anche Costa Crociere) emette ogni anno una quantità di ossidi
di zolfo (SOx) 10 volte superiore all'intero parco
auto circolante in Europa (oltre 260 milioni di veicoli)...” (da qui)
Sarà
chiaro che siamo messi male, o meglio, il pianeta per come lo abbiamo
conosciuto, anzi, le popolazioni a rischio, soprattutto i poveri, sono e
saranno messi male, NON siamo tutti sulla stessa barca, alcuni stanno sulla
nave da crociera, molti su una barchetta in balia delle onde (leggine qui)
Lo
capiscono anche i bambini, se si gonfia troppo un pallone alla fine scoppia, e
il pallone Terra sta scoppiando.
Stiamo
usando quasi due pianeti all’anno, da molti, troppi anni, vuol dire consumare le
risorse naturali, che da beni comuni da rispettare e proteggere, da usare in modo
sostenibile, sono diventate sempre più risorse economiche privatizzate, da
usare in modo insostenibile (nel senso di consumo e distruzione irreversibile).
Decrescita
Esiste
un’alternativa al motto olimpico, che Alex Langer (qui) ha pronunciato: lentius, profundius, suavius
ovvero più
lento, più profondo, più dolce, che dal punto di
vista economico non è altro che la decrescita.
Per
chi negli ultimo 50 anni era distratto rimando alla pagina di wikipedia,
su cosa è la decrescita.
Chi
l’ha messa al centro del dibattito economico, ignorato dal mainstream
neoliberale, sostenitore a oltranza della crescita, è Serge Latouche,
economista eretico, meriterebbe il premio Nobel per l’Economia, qui
una scheda su di lui.
Come
avete capito il tabù è la decrescita
(qui ne parla Lorenzo Guadagnucci).
La
differenza rispetto agli scorsi decenni (nei quali la decrescita veniva
considerata un capriccio dei radical-chic europei) è che sempre più la
decrescita viene vista come unica via d’uscita (cito cinque articoli che solo
negli ultimi giorni sono stati pubblicati, a sostegno della decrescita)
https://jacobinitalia.it/ecosocialismo-e-decrescita-parliamone/,
https://comune-info.net/la-decrescita-necessaria-2/,
https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2021/11/15/la-decrescita-e-possibile-e-necessaria/,
https://comune-info.net/chi-ha-paura-della-decrescita/
https://comune-info.net/leconomia-e-lultimo-giro-di-giostra/
Così
come il rimedio all’essere grassi è dimagrire, il rimedio alla pazza crescita è
la decrescita, ormai anche i giovani lo capiscono (o forse solo loro?)
Lo stato delle
cose
Con
Thatcher e Reagan, ma definitivamente dopo il crollo del muro di Berlino e lo
scioglimento dell’Unione Sovietica il neoliberalismo la fa da padrone. In quasi
tutte le università in quasi tutto il mondo da 30 anni si formano ormai solo
economisti che si muovono all’interno del pensiero unico neoliberale, meno
pubblico e più privato, privatizzazioni prima di tutto.
Contemporaneamente
dal punto di vista politico i poteri degli stati, in Europa di sicuro, sono
stati ridotti e svuotati, con una serie di trattati severissimi e spesso
irreversibili, svilendo il valore delle Costituzioni, in Italia di sicuro, a
pezzi di carta sempre più vuoti, e anzi cambiandone i contenuti (si veda
l’introduzione del pareggio di bilancio).
Segnalo che nel 2004 fu pubblicato “Confessioni di un sicario dell’economia”, di John
Perkins, libro nel quale l’autore spiega in dettaglio, in prima persona, come
costringere gli stati a vendersi e svendersi (qui un documentario tratto dal libro di
Perkins).
Dal
punto di vista fiscale i poteri degli stati sono stati svuotati, con la
possibilità di pagare le imposte (che per gli stati sono le risorse per
finanziare la spesa pubblica) dove si vuole, naturalmente per (grandi) imprese
e persone fisiche ricche. Quella che viene definita come una rivoluzione straordinaria,
il fatto di pagare imposte al 15% per le multinazionali, in Europa è una misura
regressiva, dal punto fiscale, visto che l’aliquota minima Irpef per i
lavoratori italiani è il 23%, cioè i lavoratori più poveri sono gravati da
un’aliquota molto superiore a quella che si applicherà alle multinazionali.
(ricordo che l’art.53 della Costituzione italiana impone imposte progressive,
articolo da cancellare a breve, troppo comunista, peccato d’invidia dei poveri contro
i ricchi, si cancellerà anche questo, tanto si applica poco o niente, si legga
qualcosa qui).
Che fare???
Come
passare alla decrescita, senza perdere tempo (sapendo che questo passaggio non
sarà un pranzo di gala)?
Non
avverrà per un regalo di quei ricchi che stanno distruggendo il pianeta (qui),
di quei ricchi che non pagano le tasse, sfruttano i lavoratori e nel tempo
libero fanno viaggi nello spazio (misteri del plusvalore).
È
necessaria una lotta fortissima.
Esistono
tante lotte, in tutto il mondo, importanti, necessarie, eroiche, ammirevoli, da
sostenere (faccio solo pochi esempi: Extinction Rebellion, NoTav, contro le
basi militari, ci vorrebbe una lista lunghissima).
Ecco
il modello di sviluppo perseguito dal sistema economico che si chiama
capitalismo, un tempo i confini, adesso i muri:
Ormai
i padroni del mondo hanno svuotato i poteri dei Parlamento sequestrando le vite
degli esseri umani. È necessario far nascere strutture, partiti, movimenti, che
siano universali, non solo per un unico obiettivo, con programmi davvero
alternativi, che riescano ad entrare nelle stanze dei bottoni, con idee davvero
forti, senza farsi comprare, come è successo troppo spesso, troppi nascono incendiari e muoiono
pompieri.
Quello
che sta succedendo è che le questioni ambientali e l’ambiente vengono gestiti
da chi l’ha distrutto, che la decrescita verrà gestita dai sostenitori della
crescita, senza regole è meglio.
Sarà
necessario fare la conta di chi vuol cambiare lo stato di cose presente, il
capitalismo, e poi iniziare il cambiamento, studiare strategie e tattiche per
conquistarlo, non l’ennesimo PNRR concesso, con cavallo di Troia incorporato.
Serve
gente molto antipatica, a loro, uno come Varouakis è il primo che mi viene in
mente, ma ce ne saranno migliaia, milioni, ma occorre unirsi, è un’impresa da
far tremare i polsi, ma non c’è altra scelta.
Qualche
idea?
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