In effetti non è una lettera ai no
vax. I no vax sono un gruppo molto eterogeneo di persone che non si fanno
convincere da nulla. La lettera vuole solo cercare di fare chiarezza su una
moltitudine di tematiche portate all'attenzione in maniera confusa e
disordinata da questa pandemia.
Innanzi tutto una considerazione sul
trattamento mediatico riservato a questa categoria di persone che la sintesi
giornalistica ha etichettato superficialmente come no vax. Mai una così esigua
minoranza di persone ha ricevuto una così ampia esposizione mediatica. Certo a
favorirlo ci sono comportamenti spesso delittuosi che vanno giornalisticamente
riportati ma a me sembra che lo stesso risalto mediatico non sia mai stato dato
a minoranze che da sempre trattano di problemi molto importanti come
l’inquinamento ambientale, la stampa asservita al potere di turno, i diritti
umani negati soprattutto alle popolazioni migranti ecc…
Utilizzerò un fatto che mi è
capitato in ambulatorio recentemente. Un paziente passa il triage ed arriva
davanti a me con il suo foglio del triage compilato. C’è scritto che non ha
eseguito alcuna vaccinazione. Lo visito , faccio il referto, il paziente appare
anche soddisfatto della delucidazioni che gli do a proposito della sua salute.
Poi gli chiedo perché non ha fatto il vaccino. Mi risponde: attendo tempi
migliori. Mi scusi gli dico, quali sono i tempi migliori? Sono forse quelli che
a lei servono per sapere se il vaccino che io ho fatto mi procurerà qualche
problema di salute? Si, gli dico, certo che ho firmato una liberatoria, se così
non fosse non staremo qui a parlare e lei probabilmente avrebbe già fatto il
vaccino. Esiste, seppur remota, la possibilità che in un numero limitato di
casi il vaccino possa dare qualche problema, ma qui siamo in un momento
veramente emergenziale. Un anno fa una mia cugina e collega a Bergamo si è
ammalata di covid in corsia, ha rischiato la vita e quando le hanno detto che
era guarita è dovuta ritornare in corsia a rischiare di nuovo ed a vedere molti
suoi ammalati morire. Il paziente un poco scosso mi dice che non si fida delle
case farmaceutiche. Vede questa penna che ho sul tavolo, gli dico, è una
normale penna biro senza alcun richiamo ad aziende farmaceutiche. Il fatto è
caro signore, gli dico, che appartengo ad una associazione di medici che si
chiama “No Grazie”. Per farmi capire meglio gli dico il nome che questa
associazione aveva quando è nata “No Grazie pago io”. Uno dei principali temi
di cui si occupa questa associazione è proprio quello delle pressioni che le
aziende esercitano sui medici per promuovere i farmaci. Si va da piccoli gadget
tipo penne, calendari, libri, sino a viaggi (di aggiornamento e non). Si stima
che il marketing sul medico valga il 40% del prezzo del farmaco; e questo in
USA, le lascio immaginare il Italia! Nei casi più gravi si possono avere
anche falsificazioni di risultati di qualche ricerca scientifica.
Quest’ultima grave situazione è molto difficilmente documentabile ma qualche
anno fa una giornalista neozelandese si era messa sulle tracce di un cosiddetto
luminare della neurologia mondiale ed aveva accertato un pagamento milionario
di una casa farmaceutica per falsificare i dati di una ricerca cosa per cui il
professionista era stato condannato. Vede, caro signore, continuo, ci sono
persone che prima di lei si sono occupate del problema e che ora non lo
sollevano a vanvera. Questa volta poi, la ricerca di queste case farmaceutiche
per questi vaccini è pagata da noi con i famosi 10 miliardi di dollari
che la comunità internazionale ha versato, e questo rende completamente diversa
la fase di ricerca e da un poco più di garanzia per l’ approvazione del
vaccino. Certo mi farebbe più piacere sapere che vi arrabbiate perchè i
nostri miliardi per fare ricerca anziché servire a rendere il vaccino più
disponibile nei paesi che non possono permetterselo sono serviti ad aumentare
gli utili di quelle case da 7 ad 8 volte a seconda della casa farmaceutica
interessata! Mi sembra però che non siete molto sensibili al problema.
Tenta un poco timidamente una
replica dicendo che l’informazione è preconfezionata tutta orientata a
promuovere la vaccinazione ed a criminalizzare i “no vax”. E qui mi rallegro un
poco perché apre, per me, una sterminata prateria. Scusi, gli dico ci volevano
tutti questi milioni di morti per covid (al momento in cui scrivo 5,16 Mln) per
farle scoprire che siamo in mano ad una informazione manipolata non tanto dai
politici di turno che sono i manovali, quanto dai grossi interessi delle
compagnie petrolifere, dell’industria delle armi, del cibo e della produzione
farmaceutica? Le voglio fare un piccolo esempio della informazione manipolata
che stiamo vivendo ora in Italia e le parlerò di una questione che conosco
abbastanza bene e che seguo da anni. C’è una regione nel mediterraneo che si
chiama Palestina che ha una storia di più di 4000 aa fatta di convivenza
pacifica tra popolazioni di etnie diverse che si chiamavano e si chiamano
palestinesi . Recentemente, circa 80 aa fa, questa regione è stata occupata da
europei di origine ebraica che hanno avuto il permesso di occuparla da altri
europei (inglesi) per sfuggire all’olocausto perpetrato sempre da noi europei.
In tutto questo agevolati anche dagli americani che non volevano un’invasione
ebraica degli Stati Uniti D’America. Le cose in verità non sono andate proprio
così perché come gli storici hanno ampiamente documentato il disegno di
occupazione della Palestina è ampiamente precedente all’olocausto. Ma questo
non è l’argomento adesso. L’argomento è la manipolazione della informazione .
Bene, nella Palestina occupata si è instaurato uno stato che si chiama
israele popolato da israeliani. Badi bene, non si tratta di ebrei osservanti
si tratta di israeliani tra i quali ci sono ebrei osservanti e normali
cittadini atei che non professano alcuna religione come accade in molti paesi
che si stanno secolarizzando. Anzi molti ebrei osservanti, proprio in virtù del
messaggio della Torà (il loro libro sacro di riferimento) sono contrari
all’occupazione e sottolineano che l’ebraismo non è una ideologia politica ma
una religione. E’ un paese che non nasconde le mire di occupare interamente la
Palestina e per fare questo utilizza sistemi di deprivazione e degradazione
umana per cui è stato molte volte condannato da organismi internazionali.
La stampa italiana con i loro giornalisti cosiddetti di punta, i
vari R.Saviano, GB Battista, P.Mieli, F.Nirenstein, C.Cerasa ecc… (tanto per
coprire tutto l’arco ideologico dei giornali italiani) sostiene che in
israele ci sono gli ebrei, perseguitati dell’olocausto che devono essere
protetti da chiunque cerchi di discreditarli, e chiunque cerca di discreditarli
viene accusato di antisemitismo. Ebrei perseguitati dall’olocausto? Se gira per
le spiagge di Tel Aviv noterà che non si parla ebraico ma russo,
ungherese bulgaro. Vada negli insediamenti dei coloni israeliani in Palestina e
parli con i cosiddetti perseguitati ebrei, troverà degli uomini violenti, che
minacciano e bastonano uomini donne e bambini che raccolgono le olive della
loro terra, buttano letteralmente fuori dalle loro case intere famiglie
palestinesi, e questi ebrei provengono da altri paesi ed a stento possono
dimostrare ascendenze ebraiche magari con un nonno, bisnonno o con un
certificato fasullo che gli permette di avere una casa ed un lavoro su una
terra non loro. E’ vero che in Palestina c’è un intero popolo che viene
perseguitato, deportato, massacrato ma questi non sono gli ebrei ma sono i
palestinesi, ed i loro carnefici non sono gli ebrei ma sono gli israeliani. Si
può sovvertire così smaccatamente la realtà? Si si può e la manipolazione è
talmente evidente da sembrare paradossale. Il giorno dopo che israele dovesse
cessare di essere la portaerei nel mediterraneo degli USA tutta questa
solidarietà dei giornali italiani nei confronti di israele si squaglierebbe
come neve al sole.
Non sfondate quelle porte,
appoggiatevi e le troverete aperte. Qualcuno le ha aperte prima di voi e
sta lavorando con fatica e sudore perché non si chiudano mai. Una volta che
questa emergenza (perché è una emergenza epocale) sarà finita,
mi piacerebbe vedervi al mio fianco a combattere per una informazione più
giusta e meno asservita al potere, contro il comparaggio delle case
farmaceutiche, per una ricerca scientifica libera da interessi delle grandi
case farmaceutiche. Ho paura però che questo mio desiderio sarà disatteso.
PS: volevo tranquillizzare chi mi ha
letto sino adesso che fuori dell’ambulatorio non si è formata nessuna fila di
pazienti. Il fatto è che per tutta la mia carriera professionale che sta
volgendo al termine (fra due aa) ho lottato (e vinto) contro i burocrati delle
asl (spesso miei colleghi!!?) assillati dalle temporizzazioni delle visite. Il
tempo da dedicare al paziente per me è sacro ed è parte del momento terapeutico
anche per una materia pragmatica come la chirurgia.
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