Se c’è una
cosa che può mettere a repentaglio ogni residua salute mentale è sentire i
supporter del Green Pass che rivendicano di parlare a nome della “Scienza”.
Ora, si può
comprendere, psicologicamente, che qualcuno abbia l’incontenibile desiderio di
credere alle rassicurazioni del governo per immaginare un “ritorno alla
normalità” e che perciò sia disposto a credere a qualunque cosa pur di
scrollarsi di dosso la vicenda pandemica.
Che questa
spinta psicologica conduca a un abbassamento delle difese critiche è umano,
dannoso per sé e per gli altri, ma umano.
Ma
rivendicare di essere “dalla parte della scienza” contro, si suppone, il
“pregiudizio antiscientifico”, questo è semplicemente troppo.
A ben veder
chi prende queste posizioni di solito si esprime dicendo di “Credere nella
scienza”, e già l’uso delle parole qui è significativo. Ciò che qui viene
invocato sotto il nome della “Scienza” ha più l’aspetto di una versione
aggiornata del vitello d’oro: un idolo enigmatico cui prosternarsi e tributare
onori nella più perfetta passività. La Scienza sembra essere immaginata come
dispensatore di verità rivelate, erogate da una sorta di clero remoto, etereo,
neutrale e biancovestito. Della natura reale della scienza, della sua
tormentata storia, del fatto che essa debba tutte le sue qualità migliori
all’adozione di un metodo critico, che include fallibilità, apertura alla
libera discussione e consolidamento solo nel lungo periodo, di tutto ciò non
sembrano sapere nulla.
Ecco, se già
sentire parlare di “fede nella scienza” appare un ossimoro indigeribile,
sentirla invocare a sostegno del Green Pass è cosa da uscirne pazzi.
Fede nella
scienza 1
Dall’inizio
di questa vicenda si sapeva che i percorsi di approvazione dei vaççini erano
stati semplificati e accelerati in modo straordinario e che i contratti di
fornitura dei medesimi da parte della case farmaceutiche erano stati secretati.
Già questo
per chiunque avesse uno straccio di coscienza scientifica avrebbe dovuto far puntare
i piedi, visto che i protocolli di approvazione hanno certe caratteristiche per
motivi non arbitrari, radicati nella passata esperienza scientifica; e visto
che la secretazione dei contratti (come è emerso successivamente) celava la
richiesta di uno scudo contro gli indennizzi da parte della case farmaceutiche,
che dichiaravano di non poter garantire per eventuali effetti collaterali a
lungo termine.
Eravamo
dunque di fronte sin dall’inizio ad un’infrazione della metodologia di
ricerca consolidata e a un’evidente opacità da parte
dei soggetti stessi che avevano svolto la ricerca.
Rispetto a
questi dati si è risposto con l’urgenza di provvedere all’emergenza
pandemica, urgenza che giustificava queste procedure “eccentriche”. Ora, questo
argomento è discutibile, ma può essere comprensibile, tuttavia è
troppo capire che si tratta di un argomento squisitamente politico e
non scientifico?
Fede nella
scienza 2
Pochi mesi
dopo le prime somministrazioni sono cominciati a emergere dati scientifici su
svariati effetti collaterali, effetti che non erano presi in
considerazione nei dati forniti dalla case farmaceutiche: trombosi
atipiche,[1]sindrome di Guillain-Barré,[2] miocarditi (specialmente nei
giovani) e pericarditi,[3] ADE (antibody-dependent
enhancement),[4] attivazioni o riattivazioni di
sindromi autoimmuni.[5]
Qui, il
minimo sindacale di buonafede e coscienza avrebbe richiesto di ammettere che
eravamo di fronte ad un prodotto farmaceutico di cui effettivamente ignoravamo
almeno in parte il livello di possibile nocività.[6]
Rispetto a
tutto ciò si è proceduto senza un tentennamento né un dubbio, limitandosi a
riversare sull’opinione pubblica tonnellate di rassicurazioni televisive a
costo zero. In sostanza le rassicurazioni governative si erano dimostrate
malriposte, visto che la sperimentazione pregressa non aveva portato alla luce
problemi che successivamente erano stati riconosciuti. Ma tutto ciò non ha
smosso foglia né sollevato dubbio.
La più
ferrea inamovibilità, sempre nel nome del primato della scienza, ça
va sans dire.
Fede nella
scienza 3
L’introduzione
del Green Pass è stata motivata con la clausola che lo si faceva per evitare la
diffusione del virus: la motivazione fondamentale dei divieti della
certificazione verde stava nell’impedire la trasmissione del contagio. Peccato
che già quando il Green Pass era in fase di discussione era perfettamente noto
che i soggetti vaççinati potevano trasmettere il virus in maniera o uguale, o
almeno comparabile, con i soggetti non vaççinati.[7] Ciononostante
si è continuato a propagandare senza pudore un immaginario da untore manzoniano
in cui il non vaççinato sarebbe una minaccia per il vaççinato, laddove in
effetti il vaççinato è parimenti una possibile minaccia sia per altri vaççinati
che, a maggior ragione, per i non vaççinati.
Ma
tranquilli, una volta di più era la Scienza a parlare per
bocca del governo.
Fede nella
scienza 4
Sempre
all’insegna della massima trasparenza scientifica si è continuato a negare (e
in parte si continua a negare) l’esistenza di cure per il Sars-Cov-2,
nonostante l’accumularsi di studi scientifici che dicono il contrario[8] e nonostante molte cure siano
entrate nei protocolli sanitari di altre nazioni.
È importante
capire qui che c’è un abisso tra l’affermazione che “esistono terapie efficaci”
e l’affermazione che “esiste una pillola magica” che fa scomparire il virus. Le
cure efficaci esistono, la pillola antivirale magica che fa sparire il virus no
(e per i virus in generale è raramente trovata). La trasparenza scientifica
avrebbe allora ammesso argomentazioni del tipo: il vaççino è una forma di
intervento “cost-effective”, che coinvolge di meno le strutture ospedaliere, e
che perciò è preferibile per certi gruppi di persone (ad esempio i soggetti più
fragili).
Ma anche qui
di trasparenza scientifica non ne abbiamo avuta nemmeno l’ombra: si è fatta una
campagna all’insegna del vaççino come sola ed unica salvezza e chi dice
altrimenti è un traditore.
Sempre nel
sacro nome della Scienza.
Fede nella
scienza 5
Successivamente,
visto che non volevamo farci mancare nulla, abbiamo cominciato non solo a
raccomandare, ma di fatto ad obbligare (con il ricatto del Green Pass) donne
incinte a inocularsi dei vaççini che riportavano esplicitamente nelle
indicazioni delle case farmaceutiche di non essere stati testati su
donne in stato di gravidanza. Anche questo all’insegna del principio di
precauzione e delle migliori pratiche scientifiche, senza dubbio. E a
coronamento di questa oscenità alcuni hanno avuto il coraggio di replicare ex
post che oramai le inoculazioni erano avvenute in gran numero, e che non era
successo nessuna apocalisse, dunque avevano ragione.
Chissà quale
manuale di deontologia medica raccomanda di testare dei vaççini sulla popolazione
generale, senza screening, senza seguire i pazienti testati, e con semplice
farmacovigilanza passiva per valutarne gli effetti collaterali.
Ma state
sereni, è sempre la Scienza che parla per bocca del governo, e voi dovete
tacere e fare penitenza.
Fede nella
scienza 6
E infine
abbiamo avuto un infinito balletto in cui:
a) ci si è
inventati di sana pianta con il GP che la durata dell’immunità da superamento
della malattia era inferiore a quella fornita dalla vaççinazione, laddove è
dimostrato essere esattamente il contrario;
b) ci si è
rifiutati di prendere in considerazione esami del sangue che mostrassero
l’ampia presenza di anticorpi anti-covid come ragione per posporre
l’inoculazione;
c) si è
cambiato in corso d’opera ripetutamente l’obiettivo della cosiddetta immunità
di gregge, aumentando costantemente il target (65%, 75%, 80% della
popolazione), salvo poi concludere ciò che in ambito scientifico era già stato
spiegato da tempo, ovvero che con questi vaçcini un’immunità capace di
eradicare un virus con queste caratteristiche semplicemente non era ottenibile;
d) si è
estesa d’ufficio di tre mesi la data di scadenza dei vaççini (perché le
indicazioni delle case farmaceutiche si venerano quando serve, si interpretano
liberamente altrimenti);
e) si sono
cambiate le condizioni di refrigerazione dei medesimi vaççini;
f) si è
estesa ad hoc la presunta durata ufficiale dell’immunità da 9 a 12 mesi,
proprio mentre si aggiornava continuamente la durata effettiva della copertura
conferita dai vari vaççini in un caleidoscopio di numeri (9 mesi? 6 mesi? 4? 2?
Con rabbocchino o senza?)
g) si
prospetta serenamente la somministrazione di una terza dose di vaççino (e poi
basta?), senza che vi siano stati studi sistematici su efficacia e sicurezza
della somministrazione;
h) si è
chiusa la porta al riconoscimento di altri vaççini usati nel mondo, alcuni con
funzionamento tradizionale a virus inattivato, senza fornire spiegazioni di
sorta.
E si
potrebbe continuare in un perdurante sterminio di ogni buona pratica
scientifica, di ogni criterio di trasparenza, di ogni precauzione, di ogni
dubbio, di ogni libertà di dibattito.
In tutta
questa vicenda la “Scienza” ha fatto capolino soltanto nella veste di un
cappello retorico per conferire autorità a decisioni politiche arbitrarie.
Ecco, se
traete diletto dal ricattare il prossimo con una certificazione per vivere, se
godete nel bullizzare ragazzini e adolescenti, nel negare la libertà
fondamentale di autodeterminazione sul proprio corpo, benissimo, avete dietro
tutta la forza dello stato, dunque potete farlo. La storia vi giudicherà.
Ma la
scienza, la scienza per piacere lasciatela stare, perché la confondete
continuamente col principio d’autorità, e niente vi è di più estraneo allo
spirito scientifico.
Note
[1] • Pomara C., et al. Post-mortem findings in vaççine-induced
thrombotic thombocytopenia https://haematologica.org/article/view/haematol.2021.279075
• Perry et al., “Cerebral venous
thrombosis after vaççination against COVID-19 in the UK: a multicentre cohort
study”, in The Lancet
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01608-1/fulltext
[2] • Jane Woo, et al., “Association of Receipt of the Ad26.COV2.S
COVID-19 Vaççine With Presumptive Guillain-Barré Syndrome - February-July
2021”, JAMA,October 7, 2021, doi:10.1001/jama.2021.16496
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2785009
• Per un sunto giornalistico: https://quifinanza.it/info-utili/video/vaççino-covid-effetti-collaterali-johnson-astrazeneca/516937/?fbclid=IwAR3FwN0wn0hKUWDGpSw-fZXjCgD7mIdNj-0XTB6-Mr8GnvXkumfl-sfJ-mA
[3] • Saif Abu Mouch, et al., Myocarditis following COVID-19 mRNA
vaççination, in Vaççine (https://doi.org/10.1016/j.vaççine.2021.05.087);
• Supriya S. Jain et al., COVID-19
Vaççination-Associated Myocarditis in Adolescents, in Pediatrics, 2021
- doi: 10.1542/peds.2021-053427 https://pediatrics.aappublications.org/content/early/2021/08/12/peds.2021-053427
• George A. Diaz et al., Myocarditis
and Pericarditis After Vaççination for COVID-19
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2782900
• Montgomery et al., Myocarditis
Following Immunization With mRNA COVID-19 Vaççines in Members of the US
Military, https://jamanetwork.com/journals/jamacardiology/fullarticle/2781601
• Rose et al., A Report on Myocarditis
Adverse Events in the U.S. Vaççine Adverse Events Reporting System (VAERS) in
Association with COVID-19 Injectable Biological Products, in Current
Problems in Cardiology, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0146280621002267?via%3Dihub
• Aye et al., Acute myocardial
infarction and myocarditis following COVID-19 vaççination, in International
Journal of Medicine, 29 September 2021
https://academic.oup.com/qjmed/advance-article/doi/10.1093/qjmed/hcab252/6377795
[4] • Darrell, O. Ricke, Two Different Antibody-Dependent
Enhancement (ADE) Risks for SARS-CoV-2 Antibodies, in Front. Immunol.
12:640093. doi: 10.3389/fimmu.2021.640093
• Nouara Yahi et al., Infection-enhancing
anti-SARS-CoV-2 antibodies recognize both the original Wuhan/D614G strain and
Delta variants. A potential risk for mass vaççination?, in Journal
of Infection
https://www.journalofinfection.com/article/S0163-4453(21)00392-3/fulltext?fbclid=IwAR2At6Gy3AnLPHY4pWtKpJb3SmeQ1RljYplRz_oVopGew_YepQQLecA9X0Q
• Cheng et al., Factors Affecting the
Antibody Immunogenicity of Vaççines against SARS-CoV-2: A Focused Review
https://www.mdpi.com/2076-393X/9/8/869
[5] • Watad et al, Immune-Mediated Disease Flares or New-Onset
Disease in 27 Subjects Following mRNA/DNA SARS-CoV-2 Vaççination
https://www.mdpi.com/2076-393X/9/5/435
• Talotta, R., Do COVID-19
RNA-based vaççines put at risk of immune-mediated diseases? In reply to
“potential antigenic cross-reactivity between SARS-CoV-2 and human tissue with
a possible link to an increase in autoimmune diseases
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1521661621000024?via%3Dihub
[6] • Hernandez et al., “Safety of COVID-19 vaççines administered in the
EU: Should we be concerned?”, in Toxicology Reports, 8 (2021)
871–879.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214750021000792
• Jiping Liu et al., Comprehensive
investigations revealed consistent pathophysiological alterations after
vaççination with COVID-19 vaççines, in Cell Discovery (2021)
7:99.
https://www.nature.com/articles/s41421-021-00329-3.pdf
[7] • Griffin, Sh., Covid-19: Fully vaççinated people can carry as much
delta virus as unvaççinated people, data indicate, in BMJ 2021; 374:n2074 https://www.bmj.com/content/374/bmj.n2074?fbclid=IwAR1RfrBGtGkQlf_gxHLUzjCkVBlQNPrHiVsPoDcqXeQ49A9nggHyEBv07as
• Nidhi Subbaraman, How do vaççinated
people spread Delta? What the science says
https://www.nature.com/articles/d41586-021-02187-1
• Singanayagam et al., “Community
transmission and viral load kinetics of the SARS-CoV-2 delta (B.1.617.2)
variant in vaççinated and unvaççinated individuals in the UK: a prospective,
longitudinal, cohort study”, in The Lancet, 29 Ottobre 2021
https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(21)00648-4/fulltext
• Kasen K. Riemersma et al., Shedding of
Infectious SARS-CoV-2 Despite Vaççination,
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.07.31.21261387v5
• Nguyen Van Vinh Chau et al.,
Transmission of SARS-CoV-2 Delta Variant Among Vaççinated Healthcare Workers,
Vietnam
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3897733
[8] • Paul E. Alexander, et al. Early multidrug treatment of
SARS-CoV-2 infection (COVID-19) and reduced mortality among nursing home (or
outpatient/ ambulatory) residents, in Medical Hypotheses 153 (2021)
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34130113/
• Brian Procter, et al. Clinical
outcomes after early ambulatory multidrug therapy for high-risk SARS-CoV-2
(COVID-19) infection
• https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33388006/
Kory, P., et al., “Review of the
Emerging Evidence Demonstrating the Efficacy of Ivermectin in the Prophylaxis
and Treatment of COVID-19”, in American Journal of Therapeutics,
2021 May-Jun; 28(3)
• Santin et al., “Ivermectin: a
multifaceted drug of Nobel prize-honoured distinction with indicated efficacy
against a new global scourge, COVID-19”, in New Microbes and New Infections,
Volume 43, September 2021
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2052297521000883?via%3Dihub
• Biancatelli et al., “Quercetin and
Vitamin C: An Experimental, Synergistic Therapy for the Prevention and
Treatment of SARS-CoV-2 Related Disease (COVID-19)” https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fimmu.2020.01451/full
• Huet et al., Anakinra for severe forms
of COVID-19: a cohort study, The Lancet, July 2020
https://www.thelancet.com/journals/lanrhe/article/PIIS2665-9913(20)30164-8/fulltext
• Gautret et al. “Hydroxychloroquine and
azithromycin as a treatment of COVID-19: results of an open-label
non-randomized clinical trial”, in International Journal of Antimicrobial
Agents
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0924857920300996?via%3Dihub
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