domenica 30 novembre 2014

2 dicembre 2002: muore Ivan Illich

leggere alcune citazioni dalle sue opere è un invito a leggere i suoi libri, quantomai di attualità.

La scuola è l’agenzia pubblicitaria che ti fa credere di avere bisogno della società così com’è.

Il vocabolo crisi indica oggi il momento in cui medici, diplomatici, banchieri e tecnici sociali di vario genere prendono il sopravvento e vengono sospese le libertà. Come i malati, i paesi diventano casi critici. Crisi, la parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire «scelta» o «punto di svolta», ora sta a significare: «Guidatore, dacci dentro!». […]
Ma «crisi» non ha necessariamente questo significato. Non comporta necessariamente una corsa precipitosa verso l’escalation del controllo. Può invece indicare l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa. Ed è questa la crisi, nel senso appunto di scelta, di fronte alla quale si trova oggi il mondo intero.

Noi dobbiamo e, grazie al progresso scientifico, possiamo edificare una società post-industriale in maniera che l’esercizio della creatività di una persona non imponga mai ad altri un lavoro, un sapere o un tipo di consumo obbligatori.

L’uomo arriva a diffidare della parola, pende da un sapere presunto. Il voto rimpiazza la discussione, la cabina elettorale il tavolino del caffè. Il cittadino si siede dinanzi allo schermo e tace.

Già nella scuola materna il bambino viene preso in carico da tutto un gruppo di specialisti: l’allergista, il foniatra, il pediatra, lo psicologo dell’infanzia, l’assistente sociale, l’esperto di educazione psicomotoria, la maestra. Costituendo questa équipe pedocratica, i numerosi e vari professionisti tentano di dividersi quel tempo che è diventato il principale limite all’attribuzione di ulteriori bisogni.

La prevenzione della malattia mediante l’intervento di terzi professionisti è diventata una moda. La sua domanda cresce. Donne incinte, bambini sani, operai, vecchi, tutti si sottopongono a periodici check-up e a esami diagnostici sempre più complessi. Per questa via, ci si rafforza nella convinzione di essere macchine la cui durata dipende da un piano sociale. Le risultanze d’un paio di dozzine di studi attestano che questi esami non hanno alcuna influenza sull’andamento della mortalità e della morbilità. In realtà essi trasformano persone sane in pazienti angosciati, e i rischi per la salute che si accompagnano a queste campagne di diagnosi automatizzata sopravanzano i benefici teorici. Per ironia della sorte, i disturbi asintomatici gravi che si possono scoprire soltanto con questo tipo d’indagine sono spesso malattie inguaribili, nelle quali una cura precoce aggrava la condizione patologica del paziente.

Recentemente ho visto un rapporto affidabile secondo il quale 350 persone guadagnano, da sole, quanto guadagna il 65% degli appartenenti ai ceti più deboli. Ora, non è questo che soprattutto mi preoccupa. Sono molto più preoccupato del fatto che il 65% degli appartenenti ai ceti più deboli, che guadagnano, tutti insieme, meno di quanto guadagnano le 350 persone più ricche del mondo, trent’anni fa sarebbero stati capaci di vivere senza far ricorso al denaro. Molte cose, allora, non erano ancora monetizzate. L’economia di sussistenza funzionava ancora. Oggi, invece, non possono spostarsi senza pagare il biglietto dell’autobus. Non possono accendere il fuoco in cucina raccogliendo la legna, ma debbono comprare elettricità. Come spiegare questo male straordinario che non si è visto in altre società, ma solo là dove è stata importata la società occidentale?

sabato 29 novembre 2014

di papa Francesco ce n'è uno solo, tutti gli altri (statisti) sono nessuno

Quando Papa Francesco ha rivelato la sua personalità forte e tenera al tempo stesso, la sua attenzione verso i sofferenti e i piccoli della terra, il suo rifiuto delle ingiustizie e delle violazioni dei diritti umani, abbiamo cominciato a sperare in una sua presa di posizione contro la pena di morte. La nostra attesa non è stata vana. Anzi Papa Francesco ha superato le nostre aspettative: il 23 ottobre, in un importante lungo discorso all’Associazione Internazionale di Diritto Penale, egli non solo ha chiesto che la pena di morte venga abolita, ma ha anche condannato le esecuzioni extragiudiziali, l’ergastolo, la tortura. E non ha mancato di osservare come la giustizia penale si limiti a colpire i “pesci piccoli” lasciandosi scappare i grandi corruttori e i responsabili di crimini atroci contro gli esseri umani.
   Più di qualsiasi nostra sintesi, conviene leggere direttamente il testo dell'intervento papale, per­fettamente aggiornato sui problemi attuali del sistema penale, di cui riportiamo qui di seguito alcuni passi salienti:

   Introduzione: … “La vita in comune, strutturata intorno a comunità organizzate, ha bisogno di regole di convivenza la cui libera violazione richiede una risposta adeguata. Tuttavia, viviamo in tempi nei quali, tanto da alcuni settori della politica come da parte di alcuni mezzi di comunica­zione, si incita talvolta alla violenza e alla vendetta, pubblica e privata, non solo contro quanti sono responsabili di aver commesso delitti, ma anche contro coloro sui quali ricade il sospetto, fondato o meno, di aver infranto la legge.”
   Sui sistemi penali fuori controllo: … “Stando così le cose, il sistema penale va oltre la sua fun­zione propriamente sanzionatoria e si pone sul terreno delle libertà e dei diritti delle persone, so­prattutto di quelle più vulnerabili, in nome di una finalità preventiva la cui efficacia, fino ad ora, non si è potuto verificare, neppure per le pene più gravi, come la pena di morte. C’è il rischio di non conservare neppure la proporzionalità delle pene, che storicamente riflette la scala di valori tutelati dallo Stato.”
   Sulla pena di morte: “È impossibile immaginare che oggi gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena capitale per difendere dall’aggressore ingiusto la vita di altre per­sone. San Giovanni Paolo II ha condannato la pena di morte (cfr Lett. enc. Evangelium vitae, 56), come fa anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (N. 2267). Tuttavia, può verificarsi che gli Stati tolgano la vita non solo con la pena di morte e con le guerre, ma anche quando pubblici ufficiali si rifugiano all’ombra delle potestà statali per giustificare i loro crimini. Le cosiddette esecuzioni extragiudiziali o extralegali sono omicidi deliberati commessi da alcuni Stati e dai loro agenti, spesso fatti passare come scontri con delinquenti o presentati come conseguenze indesiderate dell’uso ragionevole, necessario e proporzionale della forza per far applicare la legge. In questo modo... la pena di morte, illegalmente e in diversi gradi, si applica in tutto il pianeta. Le stesse ese­cuzioni extragiudiziali vengono perpetrate in forma sistematica non solamente dagli Stati della co­munità internazionale, ma anche da entità non riconosciute come tali, e rappresentano autentici cri­mini. Gli argomenti contrari alla pena di morte sono molti e ben conosciuti. La Chiesa ne ha op­portunamente sottolineato alcuni, come la possibilità dell’esistenza dell’errore giudiziale e l’uso che ne fanno i regimi totalitari e dittatoriali, che la utilizzano come strumento di soppressione della dis­sidenza politica o di persecuzione delle minoranze religiose e culturali... Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono dunque chiamati oggi o a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà. E questo, io lo collego con l’ergastolo... L’ergastolo è una pena di morte nascosta.”
   Sulle condizioni di detenzione: … “Le deplorevoli condizioni detentive che si verificano in diverse parti del pianeta, costituiscono spesso un autentico tratto inumano e degradante, molte volte prodotto delle deficienze del sistema penale, altre volte della carenza di infrastrutture e di pianifica­zione, mentre in non pochi casi non sono altro che il risultato dell’esercizio arbitrario e spietato del potere sulle persone private della libertà.”
   Sulla tortura: … “Una forma di tortura è a volte quella che si applica mediante la reclusione in carceri di massima sicurezza... la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di contatti con altri esseri umani, provocano sofferenze psichiche e fisiche come la paranoia, l’ansietà, la depressione e la perdita di peso e incrementano sensibilmente la tendenza al suicidio. Questo feno­meno...  si verifica anche in altri generi di penitenziari, insieme ad altre forme di tortura fisica e psi­chica la cui pratica si è diffusa. Le torture ormai non sono somministrate solamente come mezzo per ottenere un determinato fine, come la confessione o la delazione – pratiche caratteristiche della dot­trina della sicurezza nazionale – ma costituiscono un autentico plus di dolore che si aggiunge ai mali propri della detenzione... Molti Stati sono anche responsabili per aver praticato o tollerato il sequestro di persona nel proprio territorio, incluso quello di cittadini dei loro rispettivi Paesi, o per aver autorizzato l’uso del loro spazio aereo per un trasporto illegale verso centri di detenzione in cui si pratica la tortura."
   Su alcune forme di criminalità lesive della persona: “La schiavitù, inclusa la tratta delle per­sone, è riconosciuta come crimine contro l’umanità e come crimine di guerra, tanto dal diritto inter­nazionale quanto da molte legislazioni nazionali. E’ un reato di lesa umanità. E, dal momento che non è possibile commettere un delitto tanto complesso come la tratta delle persone senza la compli­cità, con azione od omissione, degli Stati, è evidente che, quando gli sforzi per prevenire e combat­tere questo fenomeno non sono sufficienti, siamo di nuovo davanti ad un crimine contro l’umanità.”  
   Circa il delitto di corruzione:  La scandalosa concentrazione della ricchezza globale è possibile a causa della connivenza di responsabili della cosa pubblica con i poteri forti. La corruzione è essa stessa anche un processo di morte: quando la vita muore, c’è corruzione... La corruzione è un male più grande del peccato. Più che perdonato, questo male deve essere curato... La sanzione penale è selettiva. È come una rete che cattura solo i pesci piccoli, mentre lascia i grandi liberi nel mare. Le forme di corruzione che bisogna perseguire con la maggior severità sono quelle che causano gravi danni sociali, sia in materia economica e sociale – come per esempio gravi frodi contro la pubblica amministrazione o l’esercizio sleale dell’amministrazione – come in qualsiasi sorta di ostacolo frapposto al funzionamento della giustizia con l’intenzione di procurare l’impunità per le proprie malefatte o per quelle di terzi.”
   Conclusione: “La cautela nell’applicazione della pena dev’essere il principio che regge i sistemi penali, e la piena vigenza e operatività del principio pro homine deve garantire che gli Stati non vengano abilitati, giuridicamente o in via di fatto, a subordinare il rispetto della dignità della per­sona umana a qualsiasi altra finalità, anche quando si riesca a raggiungere una qualche sorta di uti­lità sociale. Il rispetto della dignità umana non solo deve operare come limite all’arbitrarietà e agli eccessi degli agenti dello Stato, ma come criterio di orientamento per il perseguimento e la repres­sione di quelle condotte che rappresentano i più gravi attacchi alla dignità e integrità della persona umana.  …”
   Ci auguriamo che queste parole così veritiere raggiungano le orecchie e soprattutto il cuore di tante autorità che hanno il potere di esaudire l’appello ad un totale rispetto della dignità umana, con tutto quello che ne consegue.

mercoledì 26 novembre 2014

ex procuratore generale israeliano esorta l'UE a riconoscere la Palestina

L'ex procuratore generale israeliano Michael Ben-Yair ha chiesto al parlamento dell'Unione europea di  riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.
Ben-Yair, in un  articolo pubblicato Venerdì nella EUobserver ,ha affermato che Israele ha imposto un "regime di apartheid"  ai  palestinesi in Cisgiordania e ha affermato che "il popolo palestinese ha diritto a uno stato.
"Il sionismo politico ha cercato di trovare una soluzione per la persecuzione del popolo ebraico attraverso la definizione di uno stato ... non però  a scapito di un'altra nazione," 
Il Parlamento europeo è convocato   Giovedi  per votare  su un disegno di legge che riconosca uno stato palestinese. Anche se la formulazione del progetto di legge deve ancora essere finalizzato, si ritiene che probabilmente riconoscerà uno stato palestinese lungo i confini del 1967 con Gerusalemme come sua capitale.
Oltre 700 israeliani artisti, celebrità e professionisti - tra cui ex ufficiali militari, ambasciatori e membri della Knesset - hanno firmato una petizione invitando i parlamentari dell'Unione europea a sostenere il disegno di legge..
L'ex procuratore generale  ha anche detto che il sionismo politico non "si è sforzato di stabilire uno stato entro i confini della biblica 'terra promessa'", né ha cercato di controllare i luoghi sacri, tra cui la Tomba dei Patriarchi, una struttura venerata nella città cisgiordana di Hebron 
La tomba è sacra sia per l'ebraismo e l'islam ed è un punto di infiammabilità per la violenza.Ben-Yair aderì a una petizione  diretta al primo ministro Yitzhak Rabin nel 1994 per sfrattare tutti coloni ebrei che vivevano a Hebron, dopo che  un estremista ebreo nato in America, Baruch Goldstein, uccisi 29 fedeli palestinesi all'interno del Santuario e ne  ferì altri 125.  Ben-Yair ha affermato, inoltre, che, con il pretesto della sicurezza, Israele ha trasformato la Cisgiordania in uno "stato coloniale," e ha aggiunto che la resistenza palestinese è una lotta per la "liberazione nazionale" che in ultima analisi  deve essere realizzata.
"L'unica domanda che rimane è questa: quale è il prezzo sanguinosa che entrambe le nazioni pagheranno fino alla liberazione del popolo palestinese?  Con l'occupazione prolungata non stiamo solo perdendo  Israele come società libera e giusta, ma stiamo minando notevolmente l'esistenza sostenibile dello Stato", ha scritto Ben-Yair . Ha elogiato il  Regno Unito , la Svezia , l'Irlanda  e Spagna per l'adozione di misure volte a riconoscere uno Stato palestinese: "Questo passo non è solo giusto, ma protegge anche gli interessi di sicurezza nazionali di entrambe le nazioni."
Nell' aprile del  2013 su   Ynet  l'ex procuratore generale aveva definito sulla sua pagina Facebook gli  insediamenti ebraici in Cisgiordania "gli atti più malvagi e folli dalla seconda guerra mondiale."
Alla domanda se pensava  che gli insediamenti della Cisgiordania fossero in realtà peggiori  del regime di Pol Pot in Cambogia  o  di Stalin in Unione Sovietica o del genocidio del Darfur, Ben-Yair  ha ribadito la sua dichiarazione, aggiungendo che "il movimento dei coloni è un atto politico  e rappresenta uno stato contro un altro popolo e come tale è atto più malvagio e immorale dalla fine della seconda guerra mondiale ".

due racconti letti da Julio Cortázar



Il Job Act, un'offesa al lavoro - Giulietto Chiesa

martedì 25 novembre 2014

La rivoluzione dello sguardo - Franco Arminio

Cari ragazzi,
abitate da poco una terra antica, dipinta con le tibie di albe greche, col sangue di chi è morto in Russia, in Albania. Avete dentro il sangue, il freddo delle navi che andavano in America, le grigie mattine svizzere dentro le baracche.
Prima il mondo filava le sue ore lentamente e ogni scena era per tanti, tutti insieme nel pochissimo bene che c’era e nel male che aveva il suono sotto le coppole e le mantelle nere. Era la terra dei cafoni e dei galantuomini, era il sud dell’osso, era un uovo, un pugno di farina, un pezzo di lardo. Ora è una scena dissanguata, ora ognuno è fabbro della sua solitudine e per stare in compagnia si è costretti a bere, a divagare nel nulla, a tenersilontani dal cuore. È uno stare che non contesta niente, ma è senza pace, senza convinzione. Ora non vi può convincere nessuno. Dovete camminare nel mistero di questa epoca frivola e dannata, in questa terra che muore e che guarisce, dovete stare nelle crepe che si sono aperte tra una strada e l’altra, tra una faccia e l’altra, tra una mano e l’altra.
Tutto è spaccato, squarciato, separato. Sentiamo l’indifferenza degli altri e l’inimicizia di noi stessi. È una scena che non si muta in un solo giorno, ma è importante sollevare lo sguardo, allungarlo: la rivoluzione del guardare. Uscite, contestate il vomito invecchiato su una mattonella a cui si è ridotta la politica. Contestate con durezza i ladri del vostro futuro: sono qui e a Milano e a Francoforte, guardateli bene e fategli sentire il vostro disprezzo. Siate dolci con i deboli, feroci coi potenti. Uscite e ammirate i vostri paesaggi, prendetevi le albe, non solo il far tardi. Avvolgete con strisce di luci le ombre in cui dimorano i vostri nonni.

Vivere è un mestiere difficile a tutte le età, ma voi siete in un punto del mondo in cui il dolore più facilmente si fa arte: e allora suonate, cantate, scrivete, fotografate. non lo fate per darvi arie creative, fatelo perché siete la prua del modo: davanti a voi non c’è nessuno. Il sud italiano è un inganno e un prodigio. Lasciate gli inganni ai mestieranti della vita piccola. Pensate che la vita è colossale. Siate i ragazzi e le ragazze del prodigio.

(grazie a Betti per la segnalazione)

lunedì 24 novembre 2014

26 novembre: Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day)

…I Padri Pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose piuttosto integraliste, decisero all’inizio del diciassettesimo secolo di abbandonare l’Inghilterra e andare nel Nuovo Mondo, l’attuale America del Nord. 102 pionieri (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) imbarcati a bordo della Mayflower, arrivarono sulle coste americane nel 1621, dopo un duro viaggio attraverso l’Oceano Atlantico; durante il viaggio molti si ammalarono e alcuni morirono.
Quando arrivarono, con l’inverno ormai alle porte, si trovarono di fronte ad un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall’Inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori. Per la natura del terreno e per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche l’anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani, che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco ed i tacchini…

I nativi americani erano dei sempliciotti e degli incoscienti, hanno aiutato quelli che poi li avrebbero sterminati.
E amavano gli animali, i nativi americani:
…L’uomo bianco deve trattare gli animali come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri.
Che cosa è l’uomo senza gli animali ? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali, presto capita all’uomo. Tutte le cose sono collegate.
 …Al bisonte venivano dedicate preghiere e danze di ringraziamento durante le battute di caccia, sia che cadesse sotto i colpi dei cacciatori sia che riuscisse a fuggire.
Mai avrebbero immaginato che quei poveracci di Pellegrini  avrebbero fondato i mattatoi industriali e Merdonald e le preghiere sono una finta per lo sfruttamento e lo sterminio degli animali.
E, en passant, anche l’agnello di Dio è un bel business.
Sembra che le religioni di origine biblica siano sponsorizzate dai grossisti di carne e dalle corporazioni dei macellai, business is business, Dio è amore, dicono dopo gli arrosti e tutti i secondi.




23 novembre 1980: terremoto dell’Irpinia

Del terremoto dell’Irpinia ricordo che una sera, alla casa dello studente, dopo cena (la mensa era lì), si passava un po’ il tempo, nella sala tv, due chiacchiere, uno sguardo distratto alla televisione.
Improvvisamente qualcuno aveva alzato il volume, c’era un’interruzione delle trasmissioni, iniziava a parlare Pertini, l’unico che tutti potevamo chiamare “il nostro Presidente”, la prima e unica volta.
Tutti ascoltammo in silenzio le parole di Pertini:

Ho anche un altro ricordo, del terremoto, un amico di 18 anni, come altri ‘angeli del fango’, era partito volontario a dare il suo contributo là dove c’era bisogno, confermando al ritorno le parole di Pertini.

Gli occhi di Mr.Fury - Philip Ridley

una storia che tiene incollati fino all'ultima pagina, impossibile non appassionarsi.
le cose non sono così semplici come sembravano, e il passato ha le risposte per il presente, e Concord e Cromwell troveranno le risposte.
un altro libro di Philip Ridley è certamente un libro da leggere, anche questa volta non delude - franz





“Gli occhi di Mr Fury”, romanzo di formazione, è opera di spessore – al di là di simbolismi piuttosto immediati (saremmo tentati di dire: elementari, considerando che si parla di maschere, di ombre e di specchi della verità), ha infatti il merito di proporre una denuncia per via d’un racconto sentimentale. 
E non si tratta d’un sentimentalismo spiccio, o melodrammatico – ma d’un tributo alla dolcezza e alla purezza delle emozioni, delle sensazioni e dei sentimenti: vergato solcando un passato che del dolore, dell’ipocrisia, della mistificazione e dell’adesione alla grettezza degli “standard sessuali” del sistema ha fatto ragione di sopravvivenza – incidendo sulle esistenze dei diversi, decidendone la morte, o l’infelicità. 
Influendo, sempre: determinando.
Ridley ha due straordinari talenti. Il primo è evidente nei dialoghi; il secondo nelle descrizioni dei personaggi…

resta un libro necessario, e un capolavoro. È un libro straordinariamente semplice, alla lettura, ma complesso nell’articolazione del narrato, con continui rispecchiamenti fra tempi e memorie diverse, fra personaggi, narratori, narrati.
È una storia d’amore a lieto fine, dove il lieto fine è raggiunto in virtù della capacità di fare i conti con la memoria, i propri desideri, le proprie paure. Il passato e il presente si confrontano continuamente lottando per influenzarsi, gli errori del passato sembrano vincere, ma –ecco il lieto fine- possono non essere ripetuti. L’amore fra Concord Webster, il narratore, e Cromwell Martin – ‘l’amore “diverso”’, come viene ancora scritto nel risvolto di copertina della 1.a edizione- riesce ad essere al contempo magico e estremamente realista, sia nell’inanellarsi degli eventi sia nel formarsi del sentimento amoroso. È un libro che ogni ragazzino dovrebbe leggere, e così ogni adulto, per imparare a lenire le ferite che, da piccolo, il perbenismo gli ha inferto.


Nei poligoni sardi i danni dei tedeschi li paga l’Italia

Circa un mese fa Die Linke, il partito della sinistra tedesca, ha presentato un’interrogazione al governo guidato da Angela Merkel sull’incendio che il 4 settembre scorso ha mandato in fumo 26 ettari di macchia mediterranea a Capo Frasca. “Un fatto inconcepibile”, l’aveva definito il presidente della Regione Francesco Pigliaru, chiedendo la chiusura del poligono. Pochi giorni dopo, una grande manifestazione popolare aveva radunato di fronte all’ingresso della base migliaia di persone.
Il documento firmato tra gli altri dal segretario di Die Linke Gregor Gysi e dalla parlamentare Inge Höger, è articolato in 14 precise domande che sono state formulate a partire dall’esame di notizie di stampa provenienti da testate sarde. Si tratta esclusivamente di testate on line: Sardinia Post (di cui vengono citati due servizi), Cagliaripad (di cui viene citato un video), Videolina.it e il sito de la Nuova Sardegna.
Nell’interrogazione si chiede conto non solo del rogo ma pure dei problemi di salute riscontrati nelle zone sottoposte a servitù militare, da Quirra fino a Teulada e, appunto, Capo Frasca. Inoltre, la sinistra domandava qual è il tipo di armi utilizzato dall’esercito tedesco. Ora sono arrivate le risposte. E sono abbastanza interessanti, a partire dal fatto che il 4 settembre nel poligono c’erano esclusivamente caccia tedeschi. Quindi, la responsabilità dell’incendio è chiara. Ma c’è dell’altro.
Quando ad esempio i rappresentanti di Die Linke chiedono al governo quali provvedimenti siano stati presi “per la rimozione dei residui bellici e di quelli inesplosi dopo l’esercitazione”, la risposta è molto semplice: nessuno. E si spiega anche il motivo: tutto deriva dagli accordi tecnici tra il ministero della Difesa italiano e quello tedesco per l’uso del poligono di Capo Frasca, in base ai quali gestione, funzionamento e manutenzione, servizi di supporto, logistica e responsabilità della sicurezza sono in capo all’Aeronautica italiana. “Questo – svela il governo tedesco – comprende anche la bonifica dei terreni dalle munizioni”. Quindi, quando le forze Nato utilizzano i poligoni, gli eventuali effetti collaterali come decine di ettari di vegetazione in fumo, sono compresi nei ‘diritti di utilizzo’.
OVVIO! La pulizia di una palestra o campo da tennis o camera d’albergo non è carico dell’utente, è compresa nel prezzo (Gettiamo le Basi)
La conferma ulteriore arriva da una seconda risposta, in merito ad eventuali “risarcimenti” proposti dal governo tedesco “per indennizzare la Sardegna e il popolo sardo – scrivono i parlamentari di Die Link nell’interrogazione – per i danni subiti al proprio territorio e ai propri beni culturali”. La posizione del governo tedesco è semplice: non sono previsti indennizzi, anche perché “non esistono richieste in tal senso”. E non sembra che questo punto rappresenti per la Germania una priorità.
ANOMALO! Se l’utente manda a fuoco la palestra o l’albergo di norma deve  pagare il danno!
INCREDIBILE che il gestore/proprietario del bene rovinato, in questo caso il ministro italiano della Difesa,  non chieda il risarcimento danni e ancora peggio se si è impegnato formalmente a non richiederlo (Gettiamo le Basi)
Nessuna posizione sull’eventuale chiusura dei poligoni – in capo al governo italiano – e nemmeno sui problemi di salute riscontrati in prossimità delle servitù militari, se non una precisazione: “Su questo tema, le informazioni in nostro possesso non vanno al di là di ciò che si apprende dai media”. E in ogni caso, le forze armate tedesche “non hanno mai usato uranio impoverito”.
Infine, sul tipo di armi usato durante le esercitazioni, con particolare riferimento all’uso di sostanze tossiche, il governo precisa che si tratta di munizionamento conforme agli accordi internazionali. Nello specifico, per quanto riguarda l’esercitazione del 4 settembre scorso a Capo Frasca, sono stati impiegati proiettili uguali a quelli utilizzati dalle forze militari italiane, a basso rischio di incendio. Meno male.
Pablo Sole (qui)

(Nel testo sono inserite in corsivo due brevissime note di ‘Gettiamo le Basi’)

venerdì 21 novembre 2014

Uomo nel buio - Paul Auster

leggere un libro di Paul Auster è sempre un privilegio e una sorpresa.
Paul Auster disegna e scrive architetture di storie che si alternano, si sovrappongono, si sognano, si inventano, si intersecano, si contengono.
e non sai mai come andrà a finire.
lasciati portare per mano dove vivono i personaggi del libro, condividi la loro vita, i loro pensieri, le loro emozioni.
vivi con loro, non resterai mai deluso – franz



Questo libro deve esser letto essenzialmente per tre motivi: 1) le conversazioni tra August e Katya, prime fra tutte quelle sui film. Katya infatti è una studentessa di cinema, grande appassionata e critica di una rara finezza. Quando ha perso Titus ha momentaneamente lasciato la scuola per tornare a casa, e dopo un periodo in cui non faceva proprio niente, ha iniziato ad ordinare dvd da internet per poi guardarli uno dietro l'altro. August non ha molto di meglio da fare che tenerle compagnia sul divano, e affinché guardare film non diventi un semplice passatempo passivo, anestetizzante e quasi nocivo, tra una visione e l'altra stimola Katya a discutere dei simboli e dei significati. Le loro discussioni al riguardo sono brillanti, intelligenti, e fanno venir voglia di andar subito a vedere i film di cui parlano. 2) I ricordi di August, soprattutto il momento in cui racconta alla nipote, dall'inizio alla fine, la sua meravigliosa - ma non perfetta - storia con Sonia. 3) La potenza della parola di Auster. E' incredibile infatti pensare che in un romanzo così breve sia contenuto così tanto; i ricordi di August non sono solo quelli strettamente suoi, ma riguardano anche le vite di altri che hanno sfiorato o si sono intrecciate alla sua. Tra queste, alcune sono dolorose, altre atroci al limite del sopportabile. Mi ha stupito proprio questo: non esito a definirmi una lettrice dallo stomaco piuttosto forte, ho letto senza problemi sia scene schifosamente pulp che ogni genere di romanzo ambientato nei campi di concentramento, o di guerra, o di torture, o testimonianze di donne nei paesi arabi. Insomma, di cose sconcertanti e da far torcere le budella ne ho lette un bel po', sentendomi male certo, ma continuando senza grandi problemi. Ecco, a Paul Auster sono bastate poche righe per farmi sentire davvero male. In due momenti, per l'esattezza, cruenti e freddi come dev’essere realmente la guerra. Non è permesso dimenticarsi, in effetti, che il tema sempre nascosto dietro l'angolo è in effetti questo: l'intervento americano in Iraq. 
Spero che a questo punto abbiate già iniziato a cercare questo romanzo.

mercoledì 19 novembre 2014

eroi del nostro tempo

dice Wikipedia che “un hacker  è una persona che si impegna nell’affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che le vengono imposte nel campo della tecnologia, non limitatamente ai suoi ambiti d’interesse , ma in tutti gli aspetti della vita. (da qui)
…Pekka Himanen, nella sua opera L’etica hacker e lo spirito dell’età dell’informazione…spiega che un hacker non è (come si crede comunemente) un criminale, vandalo o pirata informatico con grandi competenze tecniche (questo è il “cracker”), ma l’hacker è chiunque lavori con grande passione ed entusiasmo per quello che fa.
Gli hacker, condividendo risorse e formando community in cui si verifichi un continuo e costante scambio di informazioni e insegnamenti, recuperano valori tipici della società moderna europea, dando nuovo vigore all’etica della cittadinanza; in questa etica riveste un ruolo centrale il computer, che accresce la libertà di espressione e attraverso cui i valori della società taylorista e fordista vengono rivisti e stravolti. L’etica hacker è un’etica di tipo assiologico, ovvero è un’etica basata su una determinata serie di valori. Himanen ne elenca alcuni fondamentali:
  • Passione
  • Libertà
  • Coscienza sociale
  • Verità
  • Antifascismo
  • Anti-Corruzione
  • Lotta contro l’alienazione dell’uomo
  • Eguaglianza sociale
  • Accesso libero all’informazione (Cultura Libera)
  • Valore sociale (riconoscenza tra simili)
  • Accessibilità alla rete
  • Attivismo
  • Responsabilità
  • Creatività






La doppia vita dei numeri - Erri De Luca

un uomo passa controvoglia, senza niente da festeggiare, l’ultima serata dell’anno, a casa della sorella.
si beccano per un bel po’, poi, magia della tombola, iniziano a parlarsi e a rivedere la loro vita (e i loro fantasmi).
penso che a Eduardo la commedia di Erri De Luca non sarebbe dispiaciuta.
a me è piaciuta molto, senza troppe parole, però quelle giuste - franz




Protagonisti della pièce sono solo due personaggi, un uomo e una donna sulla sessantina (si verrà presto a sapere che sono fratello e sorella), riuniti per trascorrere insieme l’ultima notte dell’anno e l’inizio del nuovo. Nessun altro con loro, se non, più tardi, i fantasmi dei genitori, morti da anni. Si presenteranno, per così dire, nel corso della nottata, mentre i due fratelli, come già in passato, quando erano due ragazzi, attendevano il nuovo anno giocando a tombola in famiglia. Prenderà così vita un gioco delle parti carico di nostalgia per un tempo e persone amate che non torneranno più. Una nostalgia evocata in particolare dall’estrazione dei numeri per la tombola, ciascuno con il suo significato allegorico, e capace di mettere in campo ricordi, momenti e, soprattutto, storie che l’uomo inventa lì per lì sulla base dei numeri estratti….

In La doppia vita dei numeri, la poesia in prosa di Erri De Luca diventa teatro poetico. E non un teatrino di basso livello, ma quello napoletano, il teatro della tradizione di Eduardo De Filippo, abitato da “presenze” nostalgiche, ma estremamente preziose.
Lui e Lei si ritrovano a Napoli, a casa di Lei, per passare insieme la sera dell’ultimo dell’anno. Parlano molto, del passato e della loro città. La sorella accusa il fratello scrittore di non provare un vero affetto neanche per Napoli. La risposta è splendida: “Non ci ho mai pensato se voglio bene a Napoli. Come chiedermi se voglio bene alle mie unghie, ai capelli. Non so se voglio bene a delle parti del mio corpo… Ci sto dentro, tutto qua”.
Nel menù del cenone, a parte una favolosa genovese, ci sono anche i numeri per giocare a tombola. Quella di una volta, di quando erano vivi i loro genitori. Allora, durante i festeggiamenti per il capodanno, “accadeva il prodigio di estrarre, insieme ai numeri, una folla di storie in una lingua mista”. Ma questa volta il prodigio è ancora più straordinario: i genitori accettano l’invito della figlia a giocare. “I fantasmi”, afferma De Luca, “rispondono a chi ha bisogno di loro, come i santi”. Un piccolo gioiello. (Vanja Luksic)

La buona scuola (secondo maridasolcare)

Ieri, un ragazzo con grave disabilità (L.104/92, art.3, comma 3) veniva affiancato da un  insegnante di sostegno col massimo delle ore e alla scuola venivano fornite dal Comune le figure di supporto necessarie (assistente alla comunicazione, assistente personale).
Oggi i genitori dello stesso ragazzo devono fare un ricorso al TAR per avere riconosciuto questo diritto, spesso dopo un anno di lotte.
Ieri, nella mia scuola c’era ogni giorno la Preside: arrivava molto prima degli alunni e andava via molto dopo. Era un punto di riferimento per tutti.
Oggi nella mia scuola la Preside, quando va bene, c’è due giorni a settimana. Negli altri giorni gestisce un’altra scuola, con tre plessi.
Ieri, c’era la possibilità di scegliere un tempo scolastico più lungo, con mensa e attraenti laboratori pomeridiani. Nella mia scuola, c’erano nove classi a tempo prolungato: i ragazzi, oltre a poter recuperare in italiano e matematica, facevano corsi di teatro, cineforum, informatica, scienze sperimentali, fotografia, riciclaggio creativo.
Oggi nella mia scuola sopravvive una sola sezione a tempo prolungato, e le attività pomeridiane possono essere svolte solo da docenti di Lettere o Matematica.
Ieri esisteva il FIS (fondo integrativo d’Istituto): qualche migliaio di euro con cui si potevano incentivare attività aggiuntive.
Oggi, chi si ferma a scuola oltre l’orario  lo fa solo per volontariato e per spirito di abnegazione.
Ieri, la Vice Preside aveva nove ore di esonero dall’insegnamento per poter svolgere il suo ruolo: cruciale, importante e delicato.
Oggi  non ha alcun esonero, insegna in due classi e in più si pretende che svolga il suo ruolo come prima.
Ieri la mia scuola d’inverno era riscaldata.
Oggi geliamo dal freddo, perché due anni fa sono stati rubati i tubi esterni (per ricavarne forse un po’ di misero rame) e nessun ente ha mosso un dito per ripristinarli.
Ieri era possibile avere a scuola un operatore psicopedagogico che prestava la sua opera per fronteggiare la dispersione scolastica e favorire il successo formativo di tutti gli alunni.
Oggi l’operatore psicopedagogico non esiste più.
Ieri, l’indice di dispersione scolastico nella mia scuola era calato al 4%.
Oggi sfiora di nuovo il 10%.
Ieri l’insegnante di Lettere aveva a disposizione undici ore per ogni classe di scuola media e insegnava anche Educazione Civica.
Oggi di ore ne ha nove - dieci, quando va bene - l’educazione civica è stata “assorbita” dalla Storia.
Ieri alcuni insegnanti avevano ore a “disposizione”: ore impiegate anche per fare supplenze nelle classi dove c’erano colleghi assenti.
Oggi tutti i docenti sono impiegati in classe: se manca un docente per pochi giorni, nessuno lo sostituisce e la sua classe viene “divisa” tra le altre, creando confusione e scompiglio.

(Non sono una laudator temporis acti. Però lavoro da 30 anni nella scuola media di I grado e provo sulla mia pelle, e soprattutto sulla pelle dei miei alunni, il peso nefasto dei tagli operati dal 2000 ad oggi. Del questionario sulla buona scuola proposto dall'attuale governo m’importa poco, se non tiene conto di questi dati.)

Ieri = anno scolastico 1999/2000, prima delle scellerate riforme Moratti e Gelmini
Oggi = anno scolastico 2014/2015


martedì 18 novembre 2014

W RedHack

Il collettivo di hacker comunisti turchi RedHack nella giornata di ieri, venerdì 14 novembre, ha annunciato sul suo profilo Twitter di avere hackerato il sito della Turkey Electricity Transmission Company (tuttora in down) e di aver cancellato le fatture in sospeso di migliaia di cittadini per un importo di 1,5 miliardi di lire turche, pari all'incirca a 665mila dollari. RedHack ha inoltre fatto trapelare i nomi utente e le password appartenenti ai gestori dell'amministrazione della società elettrica.
Il debito cancellato è relativo a parte delle bollette del distretto di Soma, noto alle cronache soprattutto per il tragico massacro di 301 minatori nello scorso maggio, episodio che scatenò settimane di proteste contro il governo Erdogan. Il distretto, attualmente, è inoltre alle prese con la distruzione di terreni agricoli e uliveti nella cittadina di Yirca per la costruzione di una centrale elettrica a carbone, lo stesso carbone che veniva estratto nella miniera in cui sono morti i lavoratori….

Che anche quest'ultima sia stata un'azione fortemente politica è scritto nel suo obiettivo: la Soma Electricity Production company opera nella regione tristemente nota per la morte di 301 minatori nel maggio scorso a seguito di un incendio dovuto alle scarse condizioni di sicurezza. La sua popolazione è scesa più volte in piazza contro la distruzione di campi e foreste per far posto alla costruzione di un impianto per la lavorazione del carbone necessario alla produzione di energia elettrica, proprio il lavoro per cui i trecento minatori sono morti.
da qui

domenica 16 novembre 2014

Autunno polacco - Juri Giannini

Il mese scorso in Polonia sono state inaugurate ben due sale da concerto. Prima quella di Stettino, poi quella di Katovice. Entrambe all’avanguardia da un punto di vista acustico e architettonico. Vale la pena di perdere un po’ di tempo con i motori di ricerca per guardare immagini, video e progetti di queste due costruzioni. La Polonia sembrerebbe dedicare molte risorse alla cultura, o almeno questa è l’impressione che ha chi viene da fuori e non segue da vicino la politica culturale del paese. Una città come Cracovia, per esempio, investe moltissimo nei festival, con un ufficio distaccato e autonomo della municipalità che si occupa solo ed esclusivamente della loro organizzazione...
continua qui

in Italia si chiudono i teatri, in Polonia se ne aprono di nuovi, i polacchi devono essere poco furbi, non come noi, loro non sanno che la cultura non conviene e non rende - franz

Razzismo all'italiana

sabato 15 novembre 2014

un gran bel falso




Come si sospettava, è un falso il video che da lunedì scorso e per l'intera settimana ha catalizzato lo sguardo della Rete, attonito e ammirato davanti al coraggio e all'astuzia con cui un bambino salva la sorellina, imprigionata dietro un'auto dal tiro dei cecchini. Oltre sei milioni di visualizzazioni per quel filmato, caricato da sedicenti attivisti siriani su Twitter e sul canale YouTube Shaam News Network. 

Ma non si tratta di una diretta e straordinaria testimonianza di come il conflitto siriano, costato ad oggi oltre 195mila morti in quasi quattro anni, strappi i giovanissimi alla loro innocenza per esporli a prove inimmaginabili. Perché quel video ha un cast, una sceneggiatura e una regia. Ma l'intenzione con cui è stato girato non è la truffa.

Come rivela la Bbc, il video è stato realizzato da un troupe cinematografica norvegese agli ordini del regista Lars Klevberg. La location non è la Siria ma l'isola di Malta. "Lo abbiamo girato a maggio di quest'anno su un set impiegato per altri film famosi come Troy e Il Gladiatore", ha raccontato il regista alla tv britannica. 

I protagonisti, tutti attori professionisti. Anche l'eroe, quel bambino che entra in campo da sinistra, muovendo verso la bambina intrappolata al centro della scena dietro la carcassa di un'auto bruciata, l'unica protezione dai proiettili. Il bambino vuole raggiungerla ma una raffica lo sfiora, sollevando una nuvoletta di polvere. Lui crolla sulle ginocchia, quindi piomba a faccia in giù e resta immobile al suolo. 

Tutti, gli sniper come il pubblico dietro il computer, lo credono morto. Pochi istanti e il ragazzo si alza in piedi e prende per mano la sorellina, che dopo una certa ritrosìa a lasciare il suo rifugio lo segue allo scoperto e con lui raggiunge la salvezza. Ma non sono bambini siriani: "Il bambino e la bambina sono due attori professionisti maltesi. Le voci in sottofondo sono quelle di rifugiati siriani che vivono a Malta", ha spiegato ancora Klevberg.

Il regista, 34 anni, ha dichiarato alla Bbc che era sua intenzione sollevare un dibattito sui bambini nelle zone di guerra. "Se puoi fare un film e fingere che i fatti siano veri, allora le persone lo condividono e reagiscono con speranza". Il film è stato finanziato dall'istituto del film norvegese (NFI). Secondo la Bbc, nella richiesta di finanziamento i produttori non hanno mai nascosto di voler diffondere il video su internet senza precisare che si sarebbe trattato di un falso.

venerdì 14 novembre 2014

gli apprendisti stregoni al gioco del risiko

la NATO sostiene l'inviolabilità delle frontiere dell'Ucraina.

pochi anni fa ha sostenuto, con le armi, la violabilità delle frontiere della Serbia, ed è nato il Kosovo.

se qualcuno volesse la terza guerra mondiale non potrebbe agire meglio.

giovedì 13 novembre 2014

dice Theodore Sturgeon


Il novanta per cento della fantascienza è spazzatura (in inglese, crud o crap, letteralmente merda, molto più forte), ma in effetti il novanta per cento di tutto è spazzatura.

mercoledì 12 novembre 2014

gli avvoltoi non riposano mai

 …le Pmi raggruppate in Unimpresa parlano di "finanze pubbliche consegnate agli avvoltoi della speculazione", qualificati osservatori temono che il potere negoziale del Tesoro si riduca, e ne segua un drenaggio miliardario di liquidità pubblica altrimenti non dovuta. L'emittente pubblico di solito si tutela da rischi di cambio e di tasso con derivati tipo swap, con cui lascia alle banche le cedole fisse sui Btp e in cambio riceve tassi variabili. E il derivato è una scommessa finanziaria per cui se un tasso - o un cambio, o altro - sale il Tesoro guadagna e la controparte perde. Più spesso, nella realtà, accade il contrario: anche perché in passato - quando le norme lo consentivano, oggi non più - il meccanismo fu utilizzato per anticipare entrate di cassa, che vent'anni fa contribuirono a introdurre l'Italia nell'euro con il primo treno…
Fabrizio Saccomanni, titolare del Tesoro nel giugno 2013, quando uscì la relazione della Corte dei Conti disse al Parlamento: "Faremo trasparenza sui derivati della Repubblica". Lo stesso refrain usarono Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, all'insediamento del governo. Ma negli androni di Via XX settembre non sembra di annusare la stessa aria.

…mentre loro quotidianamente attraverso i media distraggono l’attenzione su riforme e leggi elettorali varie, zitto, zitto senza fare rumore Padoan ha pensato bene di dare l’ennesimo aiuto agli amici della politica italiana…
Nella legge di Stabilità c’è una norma che potrebbe comportare l’obbligo per l’Italia di versare miliardi di euro su conti esteri come garanzia per le grandi banche d’affari con cui il Paese a metà anni novanta ha sottoscritto derivati per un valore di 160 miliardi di euro. (…)  Quell’articolo stabilisce infatti che il Tesoro sia autorizzato “a stipulare accordi di garanzia in relazione alle operazioni in strumenti derivati. La garanzia è costituita da titoli di Stato di Paesi dell’area dell’euro denominati in euro oppure da disponibilità liquide (…)”. Si tratta in pratica, spiegano Gli Stati Generali, di una clausola “che obbliga la parte su cui grava la perdita potenziale a garantire i pagamenti futuri sui contratti derivati… Il favore di Padoan a banche d’affari...

…è il caso che ce ne facciamo una ragione perchè oggi, gatti e volpi, stanno amministrando il nostro fallimento, come dice il saggio principio di Peter.
Pensate che sia finita qui? Ebbene vi sbagliate…
…“E’ una super-operazione – dichiarò l’allora amministratore delegato Corrado Passera– l’effetto sui conti e sulla nostra patrimonializzazione è importante, qualcuno pensava che in questo caso non avremmo rispettato gli impegni, ma come sempre li abbiamo rispettati”.
A fronte di una plusvalenza lorda di 740 milioni anche il fisco italiano era pronto a fregarsi le mani e invece è rimasto sostanzialmente a bocca asciutta…  LuxLeaks, l’affare di Intesa SanPaolo firmato da Corrado Passera
Chi è Corrado Passera? Un ex banchiere e ministro che ha riscoperto un ideale patriotico, uno dei tanti gatti e volpi che stanno passeggiando allegramente nel pollaio Italia, addirittura un partito ci hanno fondato, pronto a presentarsi alle prossime elezioni.
Ah…dimenticavo! Credo fosse il mese di giugno dello scorso anno … Ft: l’Italia rischia 8 miliardi di perdite
…In quel periodo “Mario Draghi, attuale presidente della Bce, era direttore generale del Tesoro” afferma il Financial Times, sottolineando che il rapporto di 29 pagine non specifica le potenziali perdite dell’Italia sui derivati ristrutturati.
Su coraggio non fate così, una parte della finanza si sta occupando amorevolmente di Voi, del Vostro futuro in ogni dettaglio, loro sanno quello che è meglio per Voi … in fondo una passera non fa primavera!
Inoltre non c’è alcun pericolo dicono loro, i derivati in fondo sono sotto controllo Il rischio sistemico più grande di tutti i tempi
da qui