venerdì 31 maggio 2013

Lettera a The Guardian: "L'insensibilità della UEFA per il dramma dei palestinesi"

Venerdì, 24 maggio, delegati delle leghe calcio europee si sono riuniti in un albergo di Londra per il Congresso Annuale della UEFA. In tale sede hanno convenuto nuove, severe linee guida per affrontare il razzismo, il che suggerisce una determinazione encomiabile per combattere la discriminazione in questo sport.
Per questo troviamo sconvolgente che questa stessa organizzazione dimostri una totale insensibilità nei confronti della palese e radicata discriminazione inflitta a donne e uomini sportivi palestinesi da parte di Israele.
Nonostante gli appelli diretti da parte di rappresentanti di questo sport in Palestina e di organizzazioni antirazziste e per i diritti umani in tutta Europa, la UEFA premia il comportamento crudele e fuori legge di Israele conferendole l'onore di ospitare il campionato europeo Under 21 il prossimo mese.
UEFA non dovrebbe permettere a Israele di utilizzare un prestigioso evento del calcio per mascherare la negazione razzista dei diritti dei palestinesi e l’occupazione illegale di terra palestinese
Esortiamo UEFA a seguire l'esempio coraggioso dello scienziato di fama mondiale Stephen Hawking che, su consiglio di colleghi palestinesi, ha rifiutato di prendere parte a una conferenza internazionale in Israele. Invitiamo UEFA, anche in questa fase tardiva, a rivedere la scelta di Israele come paese ospitante.
Firmata da:
Archbishop Desmond Tutu, Frédéric Kanouté calciatore, John Austin MP, Rodney Bickerstaffe, Bob Crow, Victoria Brittain, Jeremy Corbyn MP, Caryl Churchill Drammaturgo, Rev Garth Hewitt, Dr Ghada Karmi, Bruce Kent, Roger Lloyd Pack Attore, Ken Loach regista, Michael Mansfield QC, Kika MarkhamAttrice, Luisa Morgantini già vice presidente, Parlamento Europeo, Prof Hilary Rose, Prof Steven Rose, Alexei Sayle Autore e comico, Jenny Tonge House of Lords, Dr Antoine Zahlan, Geoffrey Lee Red Card Israeli Racism, Tomas Perez Football Beyond Borders, John McHugo Liberal Democrat Friends of Palestine
da qui

…Ultima perla, la più insultante per ogni libera intelligenza: Israele si è ritirata dalla striscia di Gaza lasciandola al controllo delle varie autorità palestinesi. Ora secondo questa logica si dovrebbe poter liberamente esercitare l'amministrazione del proprio territorio avendo il controllo militare dell'occupante sullo spazio aereo, sul mare, sui confini, sulla terra e malgrado un embargo che impedisce di portare nella Striscia una lunga lista di prodotti, molti necessari alla vita, altri specificamente punitivi e arbitrari, malgrado l'impossibilità di libera circolazione sia degli abitanti di Gaza sia di chiunque voglia andarci. Se questo si chiama pace in cambio di territori, si sono dimenticati di aggiungere che la pace auspicata è la pace eterna per i gazawi. In realtà le colonie furono spostate da Gaza solo per poterle maggiormente espandere in Cisgiordania, perché per Israele era troppo dispendioso mantenerle e infine perché così le incursioni a tappeto come quella di “Piombo fuso” e molte altre non rischiavano di colpire neppure per sbaglio i coloni. Chiunque sia appena un po' informato sa bene che nessuna autorità palestinese esercita un vero controllo sia in Cisgiordania sia a Gaza e niente può fare che non voglia Israele. Per concludere non è chi è a capo di 5 stelle che deve mandare a lezione di storia i propri parlamentari, ma sono questo propagandisti di menzogne che devono convincersi che non si può nascondere sempre la verità sotto un tappeto sdrucito dal tempo e consumato dall'ipocrisia e dall'odio per la giustizia e per chiunque contrasti i loro interessi colonialisti.

giovedì 30 maggio 2013

I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto - Eric-Emmanuel Schmitt

non è un capolavoro, è solo uno di quei libri che non ti stacchi fino all'ultima pagina, non è poco.
convinti? - franz




Un occidentale single incallito che rifugge da rapporti stabili e naturalmente da impegni limitanti l’individualità (come una paternità) e una ormai anziana signora nella Cina proletaria avviata verso un capitalismo che garantisca qualcosa di più di un piatto di riso ad ognuno delle migliaia di figli sparsi in un territorio vastissimo. Lui negli alberghi di lusso per trattare affari e introdurre prodotti occidentali nel vastissimo mercato emergente. Lei, nello stesso albergo, addetta alle pulizie nel bagno riservato agli uomini. E per lui ogni occasione diventa buona per svicolarsi dai noiosi colloqui d’affari e scappare in quei bagni per parlare con quella donna che racconta dei suoi dieci figli, ognuno speciale, ognuno straordinario e tutti riusciti nella vita anche se lontano dalla madre, ognuno rappresentante un simbolismo filosofico…


“Agisci con gentilezza, ma non ti aspettare gratitudine”
“Mi piace molto ascoltarla parlare dei suoi figli (..) Sono della stessa razza di tigri e dragoni..”
“E’ normale… Ogni essere è unico. Se non appare così siamo noi che non riusciamo a vederlo”.
A ogni ritorno in Cina, il viaggiatore occidentale fa visita alla signora Ming  e si informa sempre sulla famiglia, si è appassoniato alla sua storia, al limite dell’incredibileOgni figlio ha un nome,un cognome diverso, una storia, un’occupazione. E tutto sembra talmente possibile  da sembrare vero. Inoltre, viene a sapere che la Signora Ming è stata licenziata dal suo precedente lavoro come operaria proprio perchè suscitava molte gelosie da parte delle colleghe e che chi le ha fatto visita a casa ha visto molte foto di tutti i figli.
“La verità è solo la bugia che preferiamo.
Sarà il finale inatteso, a metà tra un racconto moderno e massime di filosofia confuciana,a  restituire al lettore il senso della storia.
da qui

domenica 26 maggio 2013

la transizione secondo Uriel Fanelli

…tre fasi della Transizione dell' Italia:

·                     Le realtà che comprano e vendono con reciproco profitto per le altre nazioni europee saranno spinte a spostarsi altrove in Europa. Lo stesso dicasi per la manodopera qualificata.
·                     Le realtà che funzionano ma non sono così redditizie o fanno soldi solo in loco, senza benefici per altri paesi UE, saranno spinte a chiudere spontaneamente o a venire acquistate e poi chiuse.
·                     La rimanente componente parassitale (se preferite le rendite) o comunque inutile viene spinta in condizioni economiche tali da pagare un prezzo enorme in termini economici, ovvero a dover vendere le proprietà per un tozzo di pane.

Voi direte "ma possiamo uscire dall' Euro" oppure "Possiamo uscire dall' Europa". Forse credete di avere avuto l'intuizione geniale, o di avere di fronte la soluzione definitiva al problema, l'arma che se puntata su chi prende le decisioni potrà fargli cambiare idea.

Non funziona. Dal punto di vista del Transition manager questo problema e' "eseguire la transizione senza che il cliente vada dalla concorrenza". Se la UE e' l'azienda, NON-UE e' la "concorrenza".

Quello che fa il transition management e' osservare l'offerta della concorrenza e fare in modo che al cliente singolo , e ripeto singolo - perché qui e' il trucco - convenga di più rimanere col nuovo contratto.

Alla singola azienda che si trasferisce in Olanda, Svizzera, Germania, Austria, come sta succedendo in massa, viene comunque offerto di più di quanto potrebbe offrire l' Italia se anche uscisse dalla UE o dall' Euro. Del resto, che cazzo gliene frega ad un imprenditore di avere una moneta svalutata se poi deve sempre avere a che fare con una burocrazia mostruosa ed un fisco assassino?

Tutto quello che hanno da offrire i sostenitori dell' uscita dall' Euro o dalla UE e' di svalutare la moneta. Quello che hanno da offrire i paesi ove emigrare le aziende italiane e' una burocrazia più efficiente ed una tassazione minore e più semplice e più credito dalle banche. La concorrenza, cioè, NON HA un'offerta migliore.
Se anche svalutaste la moneta, sugli imprenditori italiani   rimarrebbe la scure del fisco, il cappio della mancanza di credito e il macigno della burocrazia. Forse venderebbe di più' all'estero, ma di quei soldi non gli rimarrebbe NULLA in tasca. Gli conviene molto di più muoversi e tenersi i clienti italiani…

La cucaracha - Lila Downs



En la misa y en la feria
Todo el mundo ya lo sabe
Los que llegan al gobierno
Porque se puede comprar

Del partido comunista
Ya no queda casi nada
Ahora todos van buscando
Como hacerse millonadas

Fue la junta de naciones
A poner sus opiniones
Todos no estaban de acuerdo
Donde y cuando bombardear

Se sientan los presidentes
En la silla del gobierno
Luego mandan a la guerra
A la gente de su pueblo

La cucaracha, la cucaracha
Que ya no puede caminar
Porque no tiene
Porque le falta
La marijuana que fumar

Huaracha muchacha que vamoa huarachar
Va una cucaracha que quiere comerciar,
Toca, loca cobreme la boca,

Buscame una coca que no quiero trabalear,
Mica, rica para zapatear,
Pido a Victor Jara no me vaya a doblegar,
Chama chama al Che Guevara,

Una peticiòn, una cucaracha,
Por culpa y omision,

La cucaracha, la cucaracha
Que ya no puede caminar
Porque no tiene
Porque le falta
La marijuana que fumar

Todos se pelean la silla
Que les deja mucha plata
En el norte Pancho Villa
Y en el sur viva Zapata!

Ya muriò la cucaracha
Ya la llevan a enterrar
Entre cuatro zopilotes
Y un ratòn de sacristàn

succede in Italia


La testimonianza telefonica di Obyad e Shopon, ragazzini del Bangladesh prelevati per la seconda volta dal Centro di accoglienza per minori non accompagnati "San Michele" di Roma e portati al Cie di Ponte Galeria, a seguito delle visite mediche forzose presso l'Ospedale militare del Celio disposte dal Comune di Roma nell'ambito dell'operazione sui cosidetti "finti minori stranieri". Una vergogna che non conosce fine.

da qui

La cucaracha soñadora - Augusto Monterroso

Era una vez una Cucaracha llamada Gregorio Samsa que soñaba que era una Cucaracha llamada Franz Kafka que soñaba que era un escritor que escribía acerca de un empleado llamado Gregorio Samsa que soñaba que era una Cucaracha.


C'era una volta uno Scarafaggio chiamato Gregorio Samsa che sognava di essere uno Scarafaggio chiamato Franz Kafka che sognava di essere uno scrittore che scriveva di un impiegato chiamato Gregorio Samsa che sognava di essere uno Scarafaggio.

sabato 25 maggio 2013

Intervista all'uomo della busta coi proiettili - Uriel Fanelli

Il sig de Bustis dirige da anni un'azienda che si chiama "Utile Allarme SrL", una piccola PMI leader del mercato nel mandare buste coi proiettili ai magistrati, piazzare bombe che non esplodono, nel fare contestazioni sistematiche in piazza, e con l'avvento di Internet ovviamente non poteva mancare la minaccia su twitter, l'attacco hacker e la pagina di Facebook chiusa.
U. Buongiorno signor de Bustis, e grazie per la disponibilità'.A cosa dobbiamo la sua decisione di rilasciare un' intervista?
G. Ho sentito il bisogno di difendere l'onorabilità' e l'immagina dell'azienda di famiglia, contro le calunnie che vengono dalla stampa. 
U. Per esempio?
G. innanzitutto, respingo ogni insinuazione circa i nostri standard di sicurezza. Sono vent'anni che inviamo buste coi proiettili, e mai nessuno si e' fatto male. Ma alcuni giornali continuano a scrivere che chi riceva una busta coi proiettili sia in pericolo.
U. E non lo e'?
G. Ma quando mai? Dico, andiamo ai fatti: lei ha mai saputo di un magistrato che ha ricevuto una busta coi proiettili e gli sia successo qualcosa?
U. Beh, che so, Falcone o Borsellino.
G. E qui la volevo! Perché' proprio Falcone e Borsellino non ricevettero mai buste coi proiettili! In genere chi vuole davvero uccidere il magistrato non si rivolge a noi. Anche perché'...
U. Anche perché'?
G. Anche perché' noi accettiamo commesse solo dal destinatario…

Winterreise, di Franz Schubert - canta Dietrich Fischer-Dieskau

un salto di civiltà

Il cartello è scritto a penna, a volte su un pezzo di cartone. "Qui non si effettuano più Ivg". Ossia interruzioni volontarie di gravidanza. Aborti cioè. Porte sbarrate, reparti chiusi, day after di qualcosa che c'era, funzionava, e adesso è in disuso, smantellato, abbandonato. "Tutti i medici sono obiettori di coscienza, vada altrove". Altrove è l'Italia che torna alla clandestinità: da Nord a Sud in intere regioni l'aborto legale è stato cancellato, oltre l'80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri non applica più la legge 194. Accade a Roma, a Napoli, a Bari, a Milano, a Palermo. Le donne respinte dalle istituzioni tornano al silenzio e al segreto, come quarant'anni fa. Alcune muoiono, altre diventano sterili, ma nessuno ne parla. Ventimila gli aborti illegali calcolati dal ministero della Sanità con stime mai più aggiornate dal 2008, quarantamila, forse cinquantamila quelli reali. Settantacinquemila gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall'Istat, ma un terzo di questi frutto probabilmente di interventi "casalinghi" finiti male. Cliniche fuorilegge, contrabbando di farmaci: sul corpo delle donne è tornato a fiorire l'antico e ricco business che la legge 194 aveva quasi estirpato…

…Pilar ha 50 anni, il cuore grande e le braccia forti. In Perù faceva l'ostetrica, qui assiste da oltre vent'anni le donne migranti. "Ma vent'anni fa  -  racconta  -  nel vostro paese si poteva abortire con sicurezza, e quando le donne venivano dimesse si insegnava loro la contraccezione". "L'ultima che ho accompagnato in ospedale mi ha detto di chiamarsi Soledad, di lei so poco altro, se non che fa la badante e ha già due figli in Ecuador. Per due volte aveva provato a cercare un reparto di Ivg, dopo aver scoperto che in Italia l'aborto è legale. Per due volte l'hanno rimandata indietro dicendole che non era il giorno giusto, che non c'erano i medici. Così ha fatto da sola  -  rivela Pilar  -  con le pasticche che ha comprato da un'amica, e quando mi ha chiamato aveva la febbre altissima e un'emorragia in corso. L'hanno salvata, non è stata denunciata, ma per mesi era così debole che non ha potuto lavorare, ha perso il posto di badante, e ora è disoccupata". E non è soltanto questione di donne immigrate. "L'aborto clandestino ormai riguarda tutti i ceti della società", aggiunge Silvana Agatone, ginecologa e presidente della Laiga, la lega italiana per l'applicazione della 194, che da anni denuncia l'incredibile dilagare dell'obiezione di coscienza nel nostro paese…

…"Ho tre figli, e la più piccola, Alice, è nata con la sindrome di down. Lo sapevo, l'ho voluta lo stesso. Poi è successo l'incredibile: a 44 anni sono rimasta incinta per la quarta volta. Mauro, Marco, Alice che assorbe ogni mio respiro. Non era possibile avere un altro bimbo, con il rischio di un nuovo handicap. Sono andata in un consultorio della mia città per iniziare le pratiche dell'aborto. Ho dovuto subire l'umiliante interrogatorio di alcuni volontari del Movimento per la Vita, lì collocati dalla direzione sanitaria, che per due settimane hanno cercato di farmi "riflettere", cercando di convincermi a non farlo, parlandomi apertamente di omicidio, mentre i termini stavano per scadere. Un vero abuso. Fuorilegge. Come se non soffrissi già abbastanza. Ho abortito in ospedale e poi ho denunciato il direttore della Asl..."

giovedì 23 maggio 2013

Sguardo su se stesso – Robert Walser

Poiché non vollero che fossi giovane, lo diventai.
Poiché dovevo impegnarmi a essere sofferente, mi apparecchiai gioie e piaceri.
Poiché la loro maggiore preoccupazione era mettermi di cattivo umore,
trovai il modo di fargli capire che non potevano essere più graditi di così.
Poiché mi instillarono paure e pignolerie, il coraggio rideva ed esultava intorno a me.
Proprio perché fui piantato in asso, imparai a dimenticarmi di me,
e mi lasciai andare a effimeri entusiasmi.
Tanto dissipai, eppure ero consapevole che ogni perdita è una vittoria,
e nessuno può ritrovare niente se prima non l’ha smarrito,
e rincontrare ciò che si è perso è una conquista più sublime di un possesso ininterrotto.
E mentre nessuno si interessava a me, fui io a fare la mia conoscenza,
e divenni medico garbato e comprensivo di me stesso.
Poiché nella vita ebbi degli avversari, attrassi anche degli amici,
e gli amici caddero, e perfino i nemici abbandonarono la loro inimicizia,
e Sfortuna è il nome dell’albero su cui crescono gli splendidi frutti della felicità.
Ciascuno porta con sé in tutte le cose il proprio percorso di vita: le peculiarità
che la nascita, le condizioni familiari e l’istruzione gli hanno dato;
e ha bisogno di essere salvato solo chi non riesce a fortificarsi mediante l’orgoglio.
Chi è in accordo con se stesso non ha necessità di alcun aiuto,
a meno che non gli capiti un incidente da doverlo trasportare all’ospedale.

ricordo di Georges Moustaki







martedì 21 maggio 2013

"Dirigenti che pensano con i piedi", una storiella vera


“dirigenti che pensano con le scarpe” è un miglioramento rispetto a “dirigenti che pensano con i piedi”? - franz

L’anno scolastico è quasi finito ma a Nuoro, nell’Istituto comprensivo n. 2, la guerra per le scarpe antinfortunistiche è ancora in corso. A suon di carte bollate, visite mediche, accessi agli atti: una vicenda paradossale che dura da più di sei mesi e di cui non si vede la soluzione…

Special Olympics e Gigi Riva

lunedì 20 maggio 2013

Una domenica in cella – Patrick Chamoiseau


Chamoiseau sa come si scrive, e qui si tratta di cose molte dolorose, la schiavitù dei neri, e la memoria.
Se leggi il libro sappi che si soffre, ti ho avvisato, ma ne vale davvero la pena, promesso – franz



Come in molti scritti di Chamoiseau degli ultimi anni, la narrazione è inframmezzata da frequenti interventi del narratore, volti a togliere verosimiglianza alla vicenda regalando al lettore una distanza critica rispetto alla materia. Inoltre, anche sul piano strettamente narrativo, la vicenda principale trascende i propri limiti temporali dato il suo inserimento nella storia della bambina martinicana, ben ancorata nella contemporaneità e nell’esperienza quotidiana dell’autore. L’Oubliée e la bambina hanno molte cose in comune, e infatti la storia dell’una sarà terapeutica per l’altra. Poco importa se quelle rovine siano davvero le rovine di una cella: l’essenziale è altrove, forse nel rapporto tra i problemi sociali della Martinica di oggi e la storia dell’isola. D’altra parte «solo il romanzo può tentare di capire, o di far fronte tra luci e ombre».

Although the book cover indicates that Chamoiseau’s work is a « novel », the complexity of this text is such that any attempt at defining its genre would yield meager results. Unfolding the multiple strata of this compelling, audacious and, at times, puzzling patchwork, any patient reader will witness creativity-in-progress…

Bologna - Francesco Guccini


arriva anche il messaggio di Francesco Guccini a sostegno dei referendari: "Accompagno con il cuore la vostra campagna". Un sostegno non isolato, quello del cantautore, visto che il primo firmatario dell'appello per la "A" è Stefano Rodotà. Insomma, non è solo uno scontro politico ma anche uno scontro di simboli per Bologna, mentre l'atmosfera si fa incandescente…

domenica 19 maggio 2013

Venerare il dio denaro - Giorgio Agamben


1 - Vi sono segni dei tempi (Mt.16, 2-4) che, pur evidenti, gli uomini, che scrutano i segni nei cieli, non riescono a percepire. Essi si cristallizzano in eventi che annunciano e definiscono l’epoca che viene, eventi che possono passare inosservati e non alterare in nulla o quasi  la realtà a cui si aggiungono e che, tuttavia, proprio per questo valgono come segni, come indici storici, semeia ton kairon. Uno di questi eventi ebbe luogo il 15 agosto del 1971, quando il governo americano, sotto la presidenza di Richard Nixon, dichiarò che la convertibilità del dollaro in oro era sospesa. Benché questa dichiarazione segnasse di fatto la fine di un sistema che aveva vincolato a lungo il valore della moneta a una base aurea, la notizia, giunta nel pieno delle vacanze estive, suscitò meno discussioni di quanto fosse legittimo aspettarsi. Eppure, a partire da quel momento, l’iscrizione che  tuttora si legge su molte banconote (per esempio sulla sterlina e sulla rupia, ma non sull’euro): “Prometto di pagare al portatore la somma di …” controfirmata dal governatore della banca centrale, aveva definitivamente perduto il suo senso. Questa frase significava ora che, in cambio di quel biglietto, la banca centrale avrebbe fornito a chi ne avesse fatto richiesta (ammesso che qualcuno fosse stato così sciocco da richiederlo) non una certa quantità di oro (per il dollaro, un trentacinquesimo di un’oncia), ma un biglietto esattamente uguale. Il denaro si era svuotato di ogni valore che non fosse puramente autoreferenziale. Tanto più stupefacente la facilità con cui il gesto del sovrano americano, che equivaleva ad annullare il patrimonio aureo dei possessori di denaro, fu accettato. E, se, come è stato suggerito, l’esercizio della sovranità monetaria da parte di uno Stato consiste nella sua capacità di indurre gli attori del mercato a impiegare i suoi debiti come moneta, ora anche quel debito aveva perduto ogni consistenza reale, era divenuto puramente cartaceo. 
Il processo di smaterializzazione della moneta era cominciato molti secoli prima, quando le esigenze del mercato indussero ad affiancare alla moneta metallica, necessariamente scarsa e ingombrante, lettere di cambio, banconote, juros, goldschmith’s notes, eccetera. Tutte queste monete cartacee sono in realtà titoli di credito e vengono dette, per questo, monete fiduciarie. La moneta metallica, invece, valeva – o avrebbe dovuto valere – per il suo contenuto di metallo pregiato (peraltro, com’è noto, insicuro: il caso limite è quelle delle monete d’argento coniate da Federico II, che appena usate lasciavano scorgere il rosso del rame). Tuttavia Schumpeter (che viveva, è vero, in un’epoca in cui la moneta cartacea aveva ormai  sopraffatto la moneta metallica) ha potuto affermare non senza ragione che, in ultima analisi, tutto il denaro è solo credito. Dopo il 15 agosto 1971, si dovrebbe aggiungere che il denaro è un credito che si fonda soltanto su se stesso e che non corrisponde altro che a se stesso…

dice Susan George


«L’austerità genera disoccupazione, fa peggiorare le politiche per la sanità, l’istruzione, spinge la gente al suicidio e non funziona neanche a livello economico, non genera crescita». Ne è convinta l’economista franco-americana Susan George, oggi a Terra Futura per il convegno sul tema «Come i banchieri stanno vincendo la guerra per l’Europa e come possiamo vincere di nuovo», nel quale è intervenuta insieme ad Andrea Baranes.
«L’austerità – ha detto ancora – non funziona, non può che ridurre il Pil e aumentare la disoccupazione, non voglio parlare di catastrofe umanitaria ma tutti sanno cosa sta succedendo». Il timore di Susan George è che i cittadini siano «cavie da laboratorio» in un «gigantesco esperimento per capire come si tolgono le conquiste sociali. Anche il Fondo monetario internazionale ha ammesso di aver sbagliato, ma le politiche non cambiano».
Per combattere contro questo sistema, secondo l’economista, «bisogna essere uniti, lavorare insieme come europei» su tre fronti. In primo luogo «a livello individuale, rafforzando le istituzioni non capitalistiche nella nostra societa», ma anche «’regolamentare il capitalismo, cercare di domarlo e questo negli Stati uniti ha funzionato per 70 anni e ha funzionato in Europa con il modello dello Stato sociale e per questo ci deve essere un movimento europeo».
La terza possibilità, «fare una rivoluzione, abbattere il capitalismo, non è possibile e non ha funzionato bene». «Le banche che hanno ricevuto fondi pubblici devono essere socializzate, gestite dai dipendenti e dallo Stato». Per le banche, ha aggiunto, serve «una transizione verde verso una società orientata al bene comune. I soldi ci sono ma le banche non danno prestiti alle piccole e medie imprese. Servono normative che sopprimano i paradisi fiscali e che incoraggino le banche socializzate» (fonte Asca).

Anna e Marco





una delle due è vera


 Ratzinger polemico con il Papa: “In piazza S.Pietro? La domenica è meglio al mare”



sabato 18 maggio 2013

cattocomunista


La crisi è «la gente che muore di fame», ma di questo «non passa niente», mentre «se calano gli investimenti delle banche si fa una tragedia». Alla folla variegata delle organizzazioni laicali il Papa sottolinea che è «contro questa mentalità che deve andare la Chiesa». E lo deve fare «con la testimonianza», perché al mondo – ha aggiunto citando i suoi predecessori – servono «testimoni e non maestri»

venerdì 17 maggio 2013

Videla non c'è più, era ora!



La presidente de Abuelas de Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, se refirió esta mañana a la muerte del exdictador Jorge Rafael Videla, quien murió hoy a los 87 años, condenado por múltiples crímenes de lesa humanidad.

"Podemos tener diferencias pero, en general, en absoluto es de alegría, no hay alegría porque la muerte no es alegría, no es costumbre nuestra festejar este tipo de acontecimientos pero si deja la faz de la tierra felizmente un genocida, a un hombre deshumanizado, que no tuvo ningún escrúpulo, ni él ni sus secuaces en idear un plan de extermino, y muchos años después, sentir jactándose de lo que hizo",destacó Carlotto, en una conferencia de prensa autoconvocada, desde la sede de Abuelas de Plaza de Mayo.

"No confesar, no arrepentirse, no tener un gesto de humanidad, y por el contrario, reivindicar lo que hizo y prometer volver a hacerlo si fuera necesario..., de manera que la muerte de este hombre nos deja aliviados", añadió.

"Él seguía diciendo que era una víctima y un preso político, en algunos puede quedar la duda o la lástima, nosotros sentimos un alivio pero a la vez el pesar de que no se haya arrepentido ni haya ayudado a encontrar a los desaparecidos que todavía seguimos buscando", continuó.

"Si alguno quiere llorar puede hacerlo pero que sepa que no llora a una buena persona, llora a un hombre que violentó y robó la constitución en todo momento",concluyó.

tutti i diritti acquisiti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri


Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, commenta: «Da quando sono arrivato abbiamo tagliato 240 milioni di costi della politica, e siamo solo all'inizio. Ci siamo diminuiti gli stipendi e tagliato i vitalizi. Per i vitalizi del passato c'è un problema di diritti acquisiti»…

e per quelli a cui cancellano gli scatti di anzianità, e per quelli che dovranno lavorare 42 anni anziché 35, ecc. ecc., c'era un problema di diritti acquisiti?

“E poi si stupiscono se il PD non lo voterà più nessuno”, potrebbe essere il titolo di un film con Bud Spencer e Terence Hill.

giovedì 16 maggio 2013

dice Uriel Fanelli, sul mancato accordo fra PD e M5S


…Essendo un governo che dipende da Berlusconi, non cadrà' sinché Berlusconi non ne avrà tratto profitto. Farà bloccare l' IMU, farà fermare  gli ultimi processi che lo riguardano, farà tutto quanto serve per prendere voti, avendo cura di bloccare ogni iniziativa "di sinistra" che possa far prendere voti alla sinistra. 
Trascinerà in lungo le altre iniziative, in modo che cadano dopo una certa data X, data nella quale ha scelto di far cadere il governo e andare al voto. Le condizioni del paese precipiteranno ancora, e ovviamente tutta la colpa sarà' dell' Europa e della Merkel. 
Ah, si: e di Grillo. Così come gli alieni hanno costretto Sara Tommasi a girare un film porno, ultimamente sembra che Grillo abbia rapito quelli della sinistra e li abbia costretti a fare un governo con Silvio. Sembra di vedere quei mariti patetici che, lasciati dalla moglie, minacciavano "adesso vado sul marciapiede e mi prendo la prima che capita!", e poi tornavano dalla moglie dopo essersi sfogati con qualche bagascia, dicendole "e' tutta colpa tua se sono andato con quella". 
In realtà' , il fatto che M5S non si sia alleato col PD non ha mai obbligato nessuno a fare un governo col PDL, così come se una donna vi rifiuta non siete obbligati ad andare con un'altra. Questa scusa del PD e' patetica, e serve a nascondere il fatto che il PD si trovi sin troppo a suo agio col PDL. Fino a quando nessuno si degnerà' di far notare che un partito non deve comportarsi come un uomo patetico e andare con la prima che capita se una donna non lo vuole . 
Ma ovviamente, se un alieno può rapire la Tommasi, entrare nella sua testa e costringerla a fare porno, Grillo può entrare nella testa del PD e costringerlo ad allearsi con Silvio. E' credibile, suppongo.

mercoledì 15 maggio 2013

E' mai possibile che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane?


Esiste una legge, la 361 del 1957, che stabilisce che “non sono eleggibili (...) coloro che
(...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”(leggi qui).
Negli ultimi 30 anni, nei quali le economie si sono sempre più finanziarizzate, e i mercati dei derivati sono sempre più importanti, infinitamente di più del credito alle piccole imprese, le banche e gli istituti finanziari sono sempre più una controparte, per non dire avversari, per i bilanci degli Stati.
La proposta è questa, che non siano eleggibili (…) coloro che sono o siano stati nel consiglio d’amministrazione, o consulenti (o advisor), per banche e istituti finanziari.
Il motivo è sempre lo stesso, evitare il conflitto d’interesse. Politici come Amato (consulente in Italia per la Deutsche Bank, vedi qui) o Monti ( international advisor per Goldman Sachs, vedi qui), nell'azione di governo favoriscono lo Stato o i soggetti (privati) dai quali ricevono emolumenti?
Ecco un’interessante materia su cui si potrebbe intervenire.
Si attendono i legislatori.

anche QUI

Europa, il sonno della politica – Barbara Spinelli


Non resta quindi che lo Scisma: la costruzione di un'altra Europa, che parta dal basso più che dai governi. Un progetto già c'è, scritto dall'economista Alfonso Iozzo: secondo i federalisti, può divenire un'"iniziativa dei cittadini europei" (articolo 11 del Trattato di Lisbona), da presentare alla Commissione. L'idea è di munire l'Unione di risorse sufficienti per fare crescita al posto di Stati costretti al rigore. Una crescita non solo meno costosa, perché fatta insieme, ma socialmente più giusta e più ecologica, perché alimentata dalla tassa sulle transazioni finanziarie, dalla carbon tax (biossido di carbonio) e da un'Iva europea. Dalle prime due tasse si ricaverebbero 80/90 miliardi di euro: il bilancio comune rispetterebbe la soglia dell'1,27 concordata a suo tempo. Mobilitando Banca europea degli investimenti ed eurobond, avremmo un piano di 300/500 miliardi, e 20 milioni di nuovi posti di lavoro nell'economia del futuro (ricerca, energia). 
Per fare queste cose occorre tuttavia che la politica torni alla ribalta e ridiventi, come dice l'economista Jean-Paul Fitoussi, non un insieme di regole automatiche ma una scelta. Occorre l'auto-sovversione di Lutero, quando scrisse le sue 95 tesi e disse, secondo alcuni: "Qui sto diritto. Non posso fare altrimenti. Che Dio mi aiuti, amen".

martedì 14 maggio 2013

una (bellissima) lettera ad Alex Langer

Palermo, 12 luglio 2007
Caro Alex,
forse tu potresti capire perché non aziono il pulsante del semaforo pedonale e aspetto pazientemente, per attraversare la strada, che non ci siano automobili vicine. Quella che agli occhi di un passante può apparire una condotta civica poco adeguata è solo, da parte mia, il disperato tentativo di non aumentare i livelli di anidride carbonica nell'aria con la fuoriuscita dei gas di scarico della dozzina di macchine che, per qualche decina di secondi, si sarebbero dovute fermare per consentirmi di attraversare con sicurezza la via Oreto.
Ormai è quasi un’ossessione.
A Natale, mi rovina la festa il pensiero che la montagna infinita di panettoni, il tripudio di luminarie per tutta la città, la corsa ai regali infiocchettati non facciano che accrescere colpevolmente il logoramento del pianeta…Gli scaffali dei negozi, traboccanti di merci e cianfrusaglie, mi danno sconcerto e disgusto. Di ogni oggetto, più che il valore d’uso o quello di scambio, considero il peso dell’impatto ambientale. E soffro per la nostra Madre terra depredata, ferita, inquinata.
Ci manchi da 12 estati. Se fossi qui, avresti 61 anni. Saresti un poco più curvo, con i capelli grigi e qualche ruga in più sulla fronte. Sono certa che avresti sempre il tuo sorriso “da coniglio intelligente e affettuoso” e quell'aria ironica, buona, curiosa da eterno ragazzo, “quell'aria eternamente trafelata e provvisoria, i sandali francescani d’estate e il maglione norvegese d’inverno”.
Non saresti invecchiato: lo avrebbero impedito la tua coerenza, la tua pulizia, la tua capacità di guardare alle cose con occhi sempre nuovi. Per te, la fanciullezza non era un dato anagrafico, ma una condizione dell’anima.
All'alba del 3 luglio di dodici anni fa ci voleva una mano che ti sfiorasse, qualcuno che ti accarezzasse il ciuffo, che sapesse abbracciarti interamente. Che ti “tenesse” per intero, nella mente e nel cuore.
Due anni prima, avevi confessato “Vivo in un tale incrocio di dolori che non riesco né a dare né a ricevere quel che vorrei, e ho deciso di usare e rispettare più di prima le corazze difensive del caso”.
Bisognava abbattere quella corazza.
C’era una volta un bravo ragazzo: sveglio e curioso, con un’ intelligenza lucida e critica.
Era nato il 22 febbraio 1946, a Sterzing-Vipiteno, in SüdTirol-Alto Adige, una bellissima terra di confine. Che, austriaca sino al 1918, ospitava una maggioranza di lingua tedesca – tra cui la sua famiglia, il papà nato a Vienna - e una minoranza italiana.
Questo ragazzo per strada giocava a indovinare chi parlava tedesco e chi italiano, verificando col saluto. Non sbagliava quasi mai…

Bar Sport Democratico – Emiliano Deiana

chiamala satira, se vuoi
fa ridere spesso a voce alta, in realtà dovrebbe stare nei reparti "Sociologia", negli scaffali delle librerie, anche in quelle online.
leggere, ridere e soffrire è un tutt'uno.
non perdetevelo, un gran bel libro, promesso - franz



Quando ero al Liceo scrissi in un tema che se avessi trovato un tizio tanto folle di pagarmi solo per scrivere lo avrei ringraziato per tutta la vita, ma non l'avrei considerato per questo meno folle.
Poi nelle scorse settimane è arrivato un folle che aveva letto alcune cose sul mio Blog e su Facebook e mi ha proposto di pubblicarle.
Non è che mi sono fatto pregare più di tanto e non sono stato lì a guardare gli aspetti burocratici della vicenda mi sono messo di buzzo buono ed è uscito questo libercolo qui. L'ho intitolato, per rimandare ad uno dei miei maestri, Bar Sport Democratico. Stefano Benni mi perdonerà, ma volevo da sempre citarlo indegnamente. Ce l'ho fatta.
Come si sa non sono uno scrittore, sono uno che scrive.
E ho voluto scrivere un libro su un partito politico nel momento di massima distanza di queste organizzazioni nella percezione comune. L'ho scritto per una specie di amore per la mia militanza che non dimentico mai.
Ma per parlarne seriamente ho deciso di riderne. O provare a farlo. Perchè so che far ridere, consapevolmente e responsabilmente, è forse la cosa più difficile al mondo.
Mi sono divertito molto a scrivere questo libro scritto in periodi diversi. Ogni volta che ne scrivevo un pezzo ridevo come un matto davanti al computer o la risata, l'immagine, la deformazione arrivava poco prima che prendessi sonno e mi stravolgeva la stanza e la notte…

La prefazione apocrifa di D’Alema
Scrivo la prefazione a questo libercolo che intimamente disprezzo perché in fondo, diciamo, è la rappresentazione plastica dell’impossibilità di un’intera generazione a farsi classe dirigente.
Chi come me già a tredici anni teneva discorsi davanti a un Togliatti stupefatto dalla purezza del mio eloquio – francamente – non può che leggere in queste pagine tutta la povertà culturale di ciò che viene dopo di me.
Una povertà culturale che si fa povertà politica e che non riesce a cogliere la complessità dell’artificio tattico che si estrinseca nelle alleanze più improbabili mantenendo tuttavia inalterata, sostanzialmente, la forza propulsiva della nostra storia.
Cosa sarebbe la politica senza un’alleanza con Buttiglione o con Mastella, diciamo?
Io sono cresciuto in un partito dove era impensabile chiamarsi per nome e adesso mi trovo a scrivere la prefazione di un anonimo.
Un’operazione francamente degradante per me che sono stato pure Presidente del Consiglio.
Ricordo, ad esempio, che una sera fui invitato a una cena a casa di Natta: la moglie lo chiamava il compagno Natta.
Altri tempi, diciamo…

domenica 12 maggio 2013

Quei pasticciacci brutti di viale Trastevere che si trova ad affrontare il ministro Carrozza

Qualche giorno fa Giorgio Israel scriveva così al ministro:
"...Il primo augurio che le si deve quindi fare è che riesca a esercitare pienamente la sua funzione di ministro, e a non farsi ridurre al ruolo di "re Travicello" dal prepotere di una burocrazia e di una dirigenza che ha sempre detto, neanche sottovoce, che "i ministri passano e noi restiamo"; e da enti cui è stato dato un ruolo smisurato e fuori controllo come l'Anvur, l'Invalsi e l'Indire. 
Quando si legge, sulle pagine di questo giornale, un'intervista al Commissario dell'Invalsi in cui si fanno proposte e si indicano soluzioni per l'esame di maturità ci si chiede: a che punto siamo arrivati? Non sono il ministro e la politica, il parlamento, che dovrebbero proporre e disporre, mentre l'intendenza dovrebbe seguire ed eseguire? Qui siamo ridotti al contrario. 
Non è quindi strano che, in un'opinione pubblica esasperata da un modo di governare poco trasparente, le poche istituzioni che conservino un prestigio elevato siano i carabinieri e la polizia, usi a obbedir tacendo, poiché ancora non si è dato il caso che neppure un altissimo ufficiale di quei corpi si sia presa la libertà di indicare pubblicamente al ministro dell'Interno quali scelte fare in tema di ordine pubblico..."

Aggiungo, se posso, un fatto riferito da chi era presente a un incontro al Miur, con queste parole:
"Fin da gennaio scorso la FLC ha posto al tavolo di confronto sugli organici e sulle tabelle di atipicità, la questione della incongruenza tra la nuova atipicità (A017 e A019) e le indicazioni previste dalle Linee guida in relazione all'insegnamento di "Diritto e tecniche amministrative della struttura ricettiva". La Direzione generale dell'istruzione tecnica e professionale concordava con noi. La risposta del dirigente che rappresentava al tavolo la Direzione Generale degli ordinamenti e quella del personale scolastico è stata perentoria: ad alta voce si è assunto la responsabilità della scelta nonostante le rimostranze nostre e di una parte dell'Amministrazione."

In realtà si sta dicendo che la contabilità in un certo tipo di scuole potrà essere insegnata da chi non ha gli strumenti, in termini di studi e di abilitazione, per poterlo fare. Forse anche al Miur la contabilità e il budget sono gestite da laureati in legge e non in economia?

Mi chiedo come è possibile che, nella forma e nella sostanza, dei dirigenti tecnici vengano smentiti da chi sta sopra di loro, un dirigente generale, in una questione di dettaglio e tecnica. Cosa spinge a una posizione di questo genere, cui prodest?

anche qui

venerdì 10 maggio 2013

I pois dell'ispettore - Giuseppe Aragno


Statemi a sentire e datemi una risposta se vi riesce. Vediamo che idea vi siete fatti della valutazione e, per favore, non fate quella faccia. Sono discorsi all'ordine del giorno. Partiamo dalla cronaca e stiamo ai fatti. Com'è andato lo sciopero dei Cobas per boicottare il primo giorno dei test Invalsi? Non lo sapete? Ma allora non leggete l'Huffington Post! Se l'aveste letto, il 10 maggio, lo sapreste: "Invalsi, boicottaggio fallito a scuola". E' così, credeteci, basta coi dubbi e non tirate fuori la storiella dei punti di vista e del sistema di valori di riferimento. Il valore di riferimento lo decide il valutatore e se v'hanno insegnato a leggere i fatti in un contesto, se avete imparato che esistono obiettivi minimi e massimi, che si può avere i numeri contro e vincere moralmente, se state appresso alla favola di Silvio Pellico che con le "sue prigioni" costò all'Austria quanto Waterloo a Napoleone, beh, snebbiatevi il cervello e prendete atto: Pellico era un "perdente", un contestatore da tre soldi che non seppe evitare la galera. E anche con Gramsci, piantatela per favore. Gramsci era un "sovversivo" ed ebbe quello che si meritava. Il sistema di valori di riferimento era all'epoca quello fascista e conta quel conta. La verità la dicono i vincitori e c'è una gerarchia. Se i vostri insegnati non l'hanno capito, cercate di ricordare: al test che vi chiede se Gramsci finì in galera perché era un delinquente, perché lottava per la giustizia sociale o, che ne so, perché era un illuso sognatore, scartate l'illuso perché romantico non si porta, non optate per la giustizia sociale, perché di questi tempi come valore di riferimento è un disastro e andate sul sicuro: un volgare malfattore. Non potrete sbagliare. 
Torniamo al dunque. Stabilito il punto - il disastro dei Cobas - la domanda che logicamente si pone è il perché della Caporetto. Badate, però, che a usarle bene le parole, nel "modo" si può leggere la causa e, quindi, la risposta che vi si domanda è un giudizio di valore. Se vi chiedo com'è fallito e decido che la risposta esatta è "in modo naturale" - così sostiene l'indiscutibile Huffington Post - non c'è dubbio: non si tratta del modo, ma della causa. Era naturale che fallisse, lo era perché negava il "valore" di riferimento. Voi potete pensarla molto diversamente, ma nel sistema di valori del valutatore "i test Invalsi fanno parte della natura della scuola" e "i docenti lo sanno, gli studenti lo sanno, i genitori lo sanno"…

giorni di test

mercoledì 8 maggio 2013

Siamo alla follìa - La Sardegna non è zona sismica ma deve svuotare i suoi invasi


La Sardegna ha già diversi elementi fortemente critici per la gestione dell’acqua, ma ora rischia di perdere circa la metà della sua capacità idrica per un’assurda disposizione in corso di emanazione.
Infatti, è in corso di completamento la revisione ai fini della sicurezza sismica del decreto Ministero dei Lavori Pubblici 24 marzo 1982 (Norme tecniche per la progettazione e la costruzione delle dighe di sbarramento): il testo in discussione, aggiornato più volte (qui laversione coordinata non definitiva del 18 dicembre 2009:) presenta carenze conoscitive e dispositive profonde, denunciate da più parti, in particolare per quanto concerne il territorio della Sardegna.
La Sardegna rientra ai fini della pericolosità sismica nella zona 4 – sismicità molto bassa(ordinanza Presidente Consiglio Ministri 20 marzo 2003, n. 3274 e successive modifiche e integrazioni), ma come tale non è assolutamente considerata nel testo in via di adozione definitiva delle predette Norme tecniche.
La Sardegna possiede ben 32 invasi di grandi/medie dimensioni aventi unacapacità massima attuale di 2 miliardi e 280 milioni di mc. di acqua, di cui 1 miliardo e 904 milioni di mc. conautorizzazione all’invaso (dati Registro Italiano Dighe – Ufficio periferico di Cagliari, 2011).
Però, se le citate Norme tecniche venissero approvate definitivamente nel testo attuale, dovrebbero essere svuotati e resi inutilizzabili tutti gli invasi aventi “dighe a volta” (sbarramenti ricurvi, sono 5 invasi in Sardegna per una capienza complessiva pari a 705 milioni di metri cubi di acqua), mentre gli invasi con dighe a gravità (12 invasi, per una capienza complessiva pari a 757 milioni di metri cubi di acqua) potranno contenere soltanto la metà della capacità invasabile: complessivamente 1,490 miliardi di metri cubi disponibili in meno, pur non rivestendo sostanzialmente caratteristiche geofisiche di pericolosità sismica.
Roba da psicopatia tecnico-amministrativa.
Cercasi urgentemente rappresentanti istituzionali sardi che facciano cambiare idea al nuovo Governo Letta.