giovedì 28 febbraio 2013

dice Pippo Civati

…Non sarebbe auspicabile che nel breve volgere di qualche settimana si approvassero alcune norme per cui tutti si sono detti favorevoli in campagna elettorale, a cominciare dalla riduzione del numero dei parlamentari (che a guardare i programmi elettorali dovrebbe essere sostenuta dal 100% dei parlamentari stessi), dalla riduzione degli ‘stipendi’ degli stessi, dal tetto da individuare per la retribuzione dei manager della Pubblica Amministrazione, da una nuova legge elettorale uninominale con doppio turno (che, alla luce di alcune cose che sono successe negli ultimi mesi, potrebbe avere il sostegno di Pd e M5S), da una norma più avanzata sulla corruzione, da una misura sul conflitto d’interessi (che non riguarda Berlusconi soltanto, ma metà Paese)?
Non sarebbe, questo, il bene dell’Italia e della sua politica? E chi si sottraesse a un simile ‘pacchetto’, non farebbe una pessima figura? E chi non lo facesse, non sarebbe in contraddizione con le stesse promesse della propria campagna elettorale?
Perché, fatemi capire, se avessimo vinto davvero, non le avremmo fatte, queste cose?
Se così si farà, oltretutto, ogni scelta successiva apparirà meno emergenziale (se, come temo, oltre a queste cose non ci sarebbe una maggioranza per farne delle altre e torneremo al voto).
Così, chi si ripresenterà agli elettori lo farà muovendo da un punto di vista diverso, spostando l’asticella del confronto politico un chilometro più in alto.
Insomma, la realtà si può rimuovere, e andare avanti come se nulla fosse successo. Oppure della realtà si può prendere atto e fare il bene (e il meglio) che possiamo nelle condizioni in cui ci troviamo.

(fanta)politica?

C’è un proverbio cinese che dice: “Quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito”.
In un post famoso, con molte migliaia di commenti (qui), Beppe Grillo ricorda a Bersani che si dovrebbe dimettere, visto ha perso le elezioni, e ricorda alcune degli insulti, o mancanze di rispetto, che Bersani ha rivolto a Grillo e al M5S. Il grillo parlante qualche sassolino se lo è levato, come resistere?
Ecco quello che succederà (se succederà).
Su Repubblica un giornalista riferiva di una telefonata fra Prodi e Casalaggio, di sicuro ci sono i contatti, i ringraziamenti a Napolitano sono signorili e non finti, a brevissimo il PD scaricherà Bersani, che ha perso (ha perso anche a Bettola, paese natale babbo benzinaio) le elezioni, il nuovo segretario sarà o uno come Renzi o uno come Barca o Civati. 
Grillo presenterà almeno una decina dei suoi punti programmatici (magari anche quelli che stanno qui), quelli che nessuno che ha votato almeno una volta per Berlinguer o Pertini potrà mai rifiutare. Se il segretario sarà uno come Renzi, il Pd rifiuta, andrà con Berlusconi, la governabilità e lo spread saranno le parole magiche, tempo massimo un anno si rivota e Grillo e il M5S prenderanno il 51% dei voti e/o dei seggi, e il PD sotto il 20%, se gli andrà bene. Nel secondo caso, segretario uno come Barca o Civati, il Pd accetta quei punti e si andrà avanti. Certo che il Pd dovrà pensare che fiscal compact, pareggio di bilancio in Costituzione e permanenza nell’euro saranno da rinegoziare, nel migliore dei casi.
Credo che la seconda ipotesi abbia più probabilità.
Per 20 anni un Psi, col 10-12% è stato ago della Bilancia, oggi si può pensare di ignorare il primo partito?

un interesse comune

...la nuova Camera, come prima operazione, verifica i requisiti di eleggibilità degli eletti, e deve semplicemente dichiarare Berlusconi ineleggibile, applicando la legge vigente ed escluderlo dal Parlamento.
constatare l’ineleggibilità di Berlusconi non è affatto una decisione antidemocratica, perché non gli impedirebbe di svolgere attività politica fuori dal parlamento (fino alla legge sul conflitto di interesse da fare).
gli verrebbe solamente tolta l’immunità parlamentare (come del resto è già per Grillo, che si è autoescluso perché condannato in via definitiva per omicidio colposo, o per D’Alema, che non è stato ricandidato) e con questo sarebbe finalmente cancellata alla radice la possibilità stessa di nuove leggi dettate dal conflitto di interesse.
non vogliamo aspettare mesi: intanto che il Parlamento cercherà di definire norme ancora più chiare e stringenti, ci aspettiamo che cominciate ad applicare subito, nei prossimi giorni, senza incertezze, quel poco che c’è già.
* * *

la difesa della legalità, cari Grillo e Bersani, deve nascere per prima cosa dal fatto che la legge è uguale per tutti.
non deludete da subito gli elettori che vi hanno votato e che, pur nelle scelte diverse fatte, si aspettano da voi entrambi una convergenza nel ristabilire la legalità calpestata da Berlusconi per vent’anni.

mercoledì 27 febbraio 2013

una proposta pragmatica nei commenti del blog di Grillo

Caro Beppe sono un 59enne ex dirigente di multinazionale esodato nel 2008.
Durante la mia carriera professionale ho imparato che le difficoltà possono rappresentare una opportunità se si riesce ad osservare le cose da una angolazione diversa da quella da cui siamo spontaneamente spinti.
Credo che ti si stia offrendo in questo momento la migliore opportunità per cambiare veramente il paese: hai in pugno Bersani e puoi costringerlo a fare i grandi cambiamenti che tutti noi auspichiamo.
Offrigli il voto di fiducia in cambio di pochi punti programmatici da approvare immediatamente:
1 - riduzione del costo della politica come da programma M5S
2 - revisione della legge di non candidabilità: si applica quello che vale per qualsiasi comune cittadino ovvero che un soggetto si considera pregiudicato fin dal primo livello di giudizio. L'appello e la Cssazione sono diritti, altrimenti i primi due processi cosa li facciamo a fare ?
3 - cancellazione progetto TAV
4 - cancellazione acquisto F35
5 - rispetto della costituzione sulla scuola privata
6 - rapporto banche/imprese (primo fra tutto redistribuzione di quanto ricevuto dalla BCE)
7 - confisca dei beni alle multinazionali (e FIAT) che chiudono le produzioni italiane
8 - soluzione della questione Ponte sullo Stretto (come chiudere definitivamente il progetto senza pagare la penale a Impregilo)
9 - revisione del concetto di sussidiarietà della sanità pubblica: è ora che si smetta di far funzionare male gli ospedali pubblici per dirottare i cittadini verso strutture private finanziate con i nostri soldi
10 - istruzione, università e ricerca, abolizione delle malefatte dei governi SB
11 - legge sul conflitto di interessi e regolamentazione dell'informazione
12 - legge Fornero, tutto da rifare
A questo punto , solo dopo l'attuazione dei punti fondamentali, e solo a questo punto nuova legge elettorale per andare di nuovo alle elezioni ma avendo dato una bella ramazzata ad alcune storture con M5S vero comprovato coerente innovatore.

Siria

martedì 26 febbraio 2013

lunedì 25 febbraio 2013

ci sono delle novità (è la politica, bellezza)



Il 13 ottobre 2011, un mese prima della caduta del governo Berlusconi, Bersani (vedi l’intervista) parlava di affrontare l’emergenza e fare la legge elettorale, altrimenti voto subito. Anche senza avere la maggioranza del parlamento, il PD era in una posizione (morale, diciamo, in confronto a Berlusconi e al PDL di quei giorni) di forza, poteva pretendere da Monti una riforma e una legge elettorale molto meno schifosa, se il PDL non ci fosse stato si sarebbero state vuove elezioni  e il PD avrebbe preso il 40%, stravincendo le elezioni, con il PDL a una cifra. O poco più.
Il PD non ha preteso la legge elettorale, si può ipotizzare per “responsabilità” e “governabilità” o perché gli conveniva quella legge in quel momento.
In entrambi i casi tutti i calcoli sono stati sballati, e le illusioni del PD sono naufragate, il PD non aveva previsto né la resurrezione del Caimano, ne il boom del M5S (Grillo).
Adesso il PD (io personalmente ho già ricevuto delle telefonate di amici che hanno votato il PD attribuendomi colpe gravi, avendo votato Grillo) se la prenderà molto con Grillo e un po’ con Ingroia, visto che lo smacchiatore non ha funzionato.
Domanda: gli strateghi del Pd da 20 anni perdono tutte le partite, e sono sempre gli stessi, Moretti ha sempre ragione?



Non dico che i vertici del Pd dovrebbero fare un pensiero al seppoku, ma qualcosa dovranno fare, non si può dare sempre la colpa agli altri, ormai sono problemi loro.
Da oggi cambiano tante cose, chi non l'ha capito lo capirà - franz

Argilla – David Almond

David Almond non sbaglia un colpo. "Argilla" è un libro che ti tiene attaccato alle pagine fino all'ultima. Gli stessi ingredienti, messi in mano a un altro, non darebbero un prodotto così squisito. Davie e Stephen creano un golem, che semina qualche omicidio, forse. Stephen sparirà e Davie ha l'onere di raccontare la storia.
Non privatevi dei libri di David Almond, neanche di questo. Non ve ne pentirete, promesso - franz





Scritto in prima persona, sotto forma di racconto-confessione di Davie, il romanzo ha un ritmo che da lento diviene via via più incalzante man mano che la storia, con tutti i suoi molteplici e cupi rivolti, si dipana. Da racconto realistico si fa via via più onirico, quasi a confondere realtà e sogno e a gettare un dubbio nel lettore: è tutto vero ciò che Davie narra o si tratta di una grande allucinazione? Anche il tono si fa lentamente più intimo e riflessivo, come se la storia tracciasse un percorso interiore, fortemente doloroso, del protagonista. Così Argilla diventa anche un romanzo di formazione: dalla bambagia dell’essere bambini, protetti, sicuri nel proprio mondo, alla sofferenza di affacciarsi alla realtà con la crescita e tutto ciò che in termini di consapevolezza sul male e sul dolore essa comporta…


D. Argilla è un romanzo autobiografico? Quanto c'è di David Almond in questa storia? 
R. Molto. Davie, il protagonista, è forse il personaggio più autobiografico che abbia creato, a partire dal nome. Vive a Felling - on - Tyne, dove abitavo io alla sua età, e fa il chierichetto, come me in passato. Molte delle sue abitudini erano le mie di allora: il gironzolare per strada, fumando e pensando soltanto a divertirsi, ad esempio, l'immagine iniziale che è stata anche lo spunto da cui è partito questo libro. 
D. Le figure a cui fa riferimento Davie - l'insegnante, il parroco, i genitori - sono in qualche misura carenti verso di lui, segnando un distacco fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi. 
R. È vero, ma non del tutto. Davie apprende qualcosa dagli adulti che lo circondano, anche dal semplice osservarli. L'insegnante e anche il prete, pur nel loro distacco, sono personaggi positivi, da cui Davie impara molto. 
D. Come già accadeva nel suo precedente romanzo, l'influenza più importante sul protagonista viene esercitata da una figura femminile, sua coetanea. 
R. Effettivamente i personaggi femminili sono molto importanti in questi libri. Li vedo come un completamento del protagonista, perché in qualche modo lo aiutano a costruire una personalità, un pensiero. È quasi come se si trattasse di un unico personaggio, declinato in due forme, maschile e femminile. Eppure sono anche qualcos'altro. In Argilla, per esempio, Maria è un'ancora che tiene Davie a contatto con il mondo. 
D. Che cosa rappresenta Stephen Rose, l'altro protagonista di Argilla? 
R. In un certo senso Stephen Rose rappresenta il Male, qualcosa che esiste da sempre, con forme diverse. Nella realtà e nella finzione letteraria il male è una forza che non siamo in grado di controllare, è più potente di noi. Tengo però a precisare che nonostante io riconosca questa terribile forza, sono e resto ottimista nei confronti della vita…

QUI David Almond parla del libro

sabato 23 febbraio 2013

E il prossimo Parlamento potrebbe già essere incostituzionale - Valerio Valentini

...Per oltre un anno la riforma del Porcellum e' stata un po' come la dieta: la settimana giusta per cominciarla era sempre "la prossima". Tutti criticavano la legge partorita dalla mente fervida di Calderoli, ma poi nessuno si decideva ad abolirla. Forse perché poter nominare deputati e senatori direttamente nelle segrete stanze dei partiti faceva comodi a tutti. Tuttavia, c'è stato qualcuno che ha capito fin dall'inizio che i balletti disgustosi dei politici, e le loro profusioni di "faremo", "provvederemo" e "valuteremo", non avrebbero portato a nulla se non ad un "sarà per la prossima volta". Quel qualcuno è Franco Ragusa, il curatore del sito www.riforme.info. Dopo molti e vani tentativi portati avanti da avvocati e attivisti (i primi risalgono a cinque anni fa), il 29 gennaio scorso il tentativo di Ragusa ha avuto esito positivo, e il suo ricorso è stato accolto. Finalmente un giudice sarà chiamato a rispondere, di fatto, a tre semplici domande: “1) È giusto votare con una legge incostituzionale? 2) Il Porcellum, è incostituzionale o no? 3) Chi se ne deve occupare?”. Ragusa è riuscito in questo intento evidenziando, nel suo ricorso, tutta una serie di argomenti che dimostrano come il giudice non può esimersi dal prendere posizione sul Porcellum in base ai difetti di giurisdizione.
Ma perché, fino ad oggi, c’erano stati tanti rinvii e tanti tentennamenti? Perché i giudici avevano sempre ribadito che la legge elettorale non è materia di loro competenza, invitando i cittadini che presentavano i ricorsi a rivolgersi alle Camere. Peccato che quando le Camere sono state interpellate, hanno sempre trovato il modo di non occuparsi della faccenda. La Giunta delle elezioni della Camera ha specificato che il suo compito è solo quello di vagliare proteste relative alla validità dei voti espressi, e che sulle altre questioni non è competente. L’unica speranza, allora, era che fosse la Camera dei Deputati stessa a sollevare la questione di incostituzionalità del Porcellum di fronte alla Consulta, ma anche in questo caso non se ne è fatto nulla, anche perché la Camera, essendo parte in causa in quanto organo estensore della legge elettorale, non poteva proporsi anche come giudice imparziale rispetto all’eventuale incostituzionalità della legge stessa.
Ora, finalmente, il TAR ha accolto il ricorso. E dunque non resta che attendere il verdetto del 4 aprile e poi, eventualmente, la pronuncia della Consulta. Resta comunque un oggettivo dato di fatto: che il Parlamento italiano, dopo aver permesso che un obbrobrio antidemocratico come il Porcellum venisse approvato, non ha saputo né voluto migliorare questa legge vergognosa. E questo nonostante proprio nel 2008 la stessa Consulta avesse sottolineato i difetti del Porcellum, definendo “l’assenza di una soglia minima per l’assegnazione del premio di maggioranza” come una “carenza riscontrabile […] nella normativa vigente”. In pratica, la Consulta denunciava il fatto che un partito, riscuotendo il 10% dei consensi elettorali, potesse vedersi assegnato il 55% dei seggi.
In cinque anni, dunque, nulla di fatto. A tutto vantaggio, neanche a dirlo, di Berlusconi. Il quale, dato ogni volta per morto e ogni volta puntualmente resuscitato dall’autolesionismo di sinistra, punta adesso a vincere al Senato in un paio di regioni per poter condizionare la stabilità dell’intero parlamento. Tutto questo perché il PD non ha voluto far la voce grossa, durante la permanenza di Monti a Palazzo Chigi, per cambiare la legge di Calderoli, convinto com’era di servirsene alle prossime elezioni. La logica bersaniana era semplice: il Porcellum fa tanto schifo, ma se può tornarmi utile, chissenefrega. Il PD ha così lasciato in vigore una legge antidemocratica e, per fingersi almeno "diversamente democratico", ha organizzato le primarie dei parlamentari. Tanto, poi, correzioni alla composizione delle liste sarebbero sempre state possibili nel chiuso delle stanze di Via del Nazareno.
Peccato che adesso sarà proprio il Porcellum a costringere il PD ad una non-vittoria e a rendere necessaria l’alleanza con Monti, con la benedizione di Napolitano e di Bruxelles. Il PD, prendendo spunto da Altan, dovrebbe chiedersi chi è il mandante di tutte le cazzate che fa.

Duilio del Prete spiega la speculazione edilizia


Quando il PCI era il PCI, con un grandissimo Duilio del Prete, istruttivo e imperdibile - franz



                                                  guarda    QUI


venerdì 22 febbraio 2013

George Carlin spiega perché non votare

Movimento 5 Stelle come Solidarnosc

un paragone interessante - franz

…Provo a fare una metafora paradossale, per capire il perché della “sorprendente” declinazione civile e democratica del 5 stelle: il movimento polacco Solidarnosc non era un movimento progressivo, a parte una venatura di teorici e sindacalisti trotzkisti, impregnato com’era di religiosità “arcaica”, primordiale, a petto della laicità di uno Stato socialista; a sinistra, con eccezione di qualcuno illuminato o interessato, se ne pensava tutto il male possibile, tra tonache, soldi della Cia e complotti destabilizzanti. Eppure, quel movimento era, nei risultati, non solo “storico”, presente nella storia — contrariamente all’antistoricismo delle sue componenti ideologiche — ma innovativo e democratico.
Voglio dire, il movimento 5 stelle è democratico perché ciò contro cui combatte — il sistema dei partiti diventato Stato — è retrogrado. E non ha molte opportunità di cambiamento ma un’inerzia di gravità che lo spinge a reiterarsi…

giovedì 21 febbraio 2013

Quattro soli a motore – Nicola Pezzoli

una storia di quando si hanno undici anni. 
sarà capitato a tutti, a quell'età, essere un po' Corradino, gli amici, i genitori, lo sport, i parenti, e il mondo che è là, e bisogna attraversare qualche prova per entrarci.
una serie di avventure, piccole per noi adesso, grandi e, a volte, grandissime per Corradino, che come un piccolo Ercole deve attraversare una serie di prove, per crescere.
si capisce che Nicola Pezzoli è uno scrittore che legge molto, echi di Paul Auster si percepiscono, echi di fantascienza, di mistero, ma tutto ben equilibrato.
un libro che si legge bene, merita - franz 


Inizia così:

Se non vi piace Corradino, chiamatemi come vi pare. Solo vi prego non chiamatemi Scrofa. Non è giusto chiamare Scrofa un ragazzino di undici anni. Tanti ne avevo nel 1978, l'estate che divenni un assassino. Quell'anno accaddero cose che ancora mi fanno tremare e che adesso proverò a confidarvi. Possano perdonarmi le anime delle persone che ho ucciso. Perché una parte di me continua a pensare che i fatti si sono svolti così, che non si è trattato di pure coincidenze, e nessuno mi convincerà mai del contrario…

voto utile

Ina-case, quando l’utopia divenne (quasi) realtà – Carlo Olmo


Cosa è stato il piano Ina-Casa? L’immagine forse più chiara la si ha da un aereo che atterra a Torino, Milano, Roma, Bari o, se fosse possibile, a Carbonia, a Capri o a Cannobio. Al di là della città storica, le uniche parti della città contemporanea, quella della dispersione insediativa, che, ancora oggi, hanno forma sono quelle pubbliche: e dentro queste ancor più i quartieri realizzati nei quindici anni (1949-1963) dell’Ina Casa. Approvata il 24 febbraio 1949, dopo un iter parlamentare di otto mesi, preceduta e accompagnata da molti, altri piani o proposte – da quella di Puggioni a quella di Miniati, da quella di Bottoni a quella di Diotallevi e Marescotti – il piano prende avvio il 7 luglio dello stesso anno con il primo cantiere a Colleferro. Nel maggio dell’anno successivo sono già avviati 414 cantieri. A pieno regime il piano realizzerà settimanalmente 2800 alloggi, assegnando ogni sette giorni casa a 560 famiglie. Dal 1950 a tutto il 1962 i 20 mila cantieri del piano hanno impegnato 102 milioni di giornate lavorative, corrispondenti a 40 mila lavoratori edili l’anno. Dei 17 mila architetti e ingegneri italiani attivi in quegli anni, un terzo è coinvolto nel piano. Numeri importanti che nascondono scelte e soluzioni ancor più interessanti. Perché dal nostro aereo in atterraggio si coglie così tanto la differenza tra città pubblica e città e se vogliamo, privata, il contrario dell’ideologia del mercato instillataci ormai da decenni?

Il piano Ina-Casa nasce da storie individuali e collettive di un’Italia in guerra: le storie di Amintore Fanfani e di Filiberto Guala, di Arnaldo Foschini e di Corrado Bozzoni, per non fermarsi che ai principali responsabili della legge e della sua attuazione. Ma anche le storie del cristianesimo sociale, del socialismo di impronta Fabiana, del comunitarismo Olivettiano, del collettivismo comunista, per non citare che i più importanti movimenti di pensiero coinvolti nel dibattito che precede e accompagna l’approvazione della legge. La gestione decentrata dei progetti individua poi su un’ipotetica carta d’Italia, dove e come le diverse matrici hanno maggiormente influenzato le realizzazioni. Con, però, alcune radici comuni.

Pensare la città per quartieri non è certo un’idea originale. Nasce alla fine dell’Ottocento, ma si consolida, a partire soprattutto dalla Germania prenazista, attraverso l’esperienza che si chiamerà architettura razionalista. Al centro di quelle esperienze, come del Piano Ina, ci sono alcuni principi: la progettazione integrale di esterno ed interno, la centralità della distribuzione – che nasce dalle infinite discussioni sulla casa minima – l’importanza dell’integrazione tra casa e servizi per poter parlare di un abitare e non solo… di un posto per dormire, la centralità dello spazio pubblico, dei luoghi di incontro per realizzare davvero un’idea di cittadinanza e non solo di residenza. Idee tutte che si ritrovano, in maniera certo diseguale, nei progetti che l’ufficio, diretto sino al 1952 da Adalberto Libera, doveva insieme indirizzare con normative tipo e poi approvare. Idee che spiegano come al momento delle scelte dei responsabili del Piano, siano stati interpellati e cerchino di fare parte del gruppo che ne indirizzava gli esiti, personaggi forse inattesi come ad esempio Giò Ponti a Milano, Gabetti e Isola e Mollino a Torino, Quaroni a Matera e a Roma…

martedì 19 febbraio 2013

Louis Armstrong

con calma


148 anni dopo la messa al bando della schiavitù con il XIII emendamento della Costituzione americana, adottato nel 1865, lo Stato del Mississippi non l'aveva ancora ratificata. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, a causa di una svista storica. Fino al 7 febbraio 2013, il Mississippi non aveva mai presentato la documentazione necessaria.

A far scoprire l'errore, come si diceva, ha indirettamente contribuito il Lincoln di Spielberg. Ranjan Batra, professore dell'università del Mississippi, ispirato dalla visione della pellicola, ha deciso di fare alcune ricerche sul XIII Emendamento, scoprendo che proprio il suo Stato era l'unico dei 36 esistenti nel 1865 a non aver ratificato la normativa che metteva fuori legge la schiavitù. Nonostante il Mississippi avesse votato il provvedimento, la decisione non era mai stata notificata, ossia non è mai divenuta ufficiale. Fino ad oggi.

Prima della ratifica, una nota sul sito della Costituzione americana spiegava che il "Mississippi ha ratificato l'emendamento nel 1995, ma poiché lo Stato non ha mai ufficialmente notificato la ratifica all'archivio federale, la ratifica non è ufficiale"…

Celentano canta le elezioni

piccola dichiarazione

"Una delle mie tesi filosofiche preferite è che la gente sarà d’accordo con te solo se è già d’accordo con te. Non riesci a cambiare la mente degli altri", dice Frank Zappa.

semplice verità, ci vogliono i giovani e le nuove generazioni per cambiare un bel po' di cose.
e però, tornando a Frank Zappa, mi chiedo come mai un Grillo (parlante) riuscirà a diventare almeno il terzo partito (anche se penso il secondo) del parlamento. 

ammesso che sia vero il concetto espresso da Franz Zappa (ne sono convinto), il punto è che "la gente" era ed è d'accordo con le cose che dice Grillo, solo che nessuno le aveva sostenute prima, tutto qui.

uno dirà che è populismo e demagogia dire no agli F35, e che un'azione di governo seria e responsabile porta ad acquistarli (se il Canada rinuncia nessuno dice che la decisione di quel paese è guidata da populismo e demagogia);

uno dirà che è populismo e demagogia dire che un rappresentante eletto debba avere uno stipendio legato a quello dei cittadini, se c'è crisi si tagli anche lì, pensiamo tutti (tra l'altro il lavoro consiste, nei giorni in cui si lavora, nello schiacciare un pulsante, senza capire perché quello e non un altro, la maggior parte delle volte);

uno dirà che è populismo e demagogia dire che una persona che è negli ultimi anni di vita non debba prendere pensioni con importi che molti cittadini non sanno neanche come scrivere;

uno dirà che è populismo e demagogia dire che è una schifezza il vitalizio degli ex-eletti;

uno dirà che è populismo e demagogia dire che Monti (e il PD, tra gli altri) abbiano fatto troppe cose sbagliate (vedi qui).

tutti hanno Grandi Proposte, fanno Politica, se le tue proposte sono diverse, allora non sono proposte, se la tua politica è diversa, allora è antipolitica.

su un po' di cose che dice Grillo non sono d'accordo, ma sono ancora di più le cose che propongono tanti altri che non condivido.

pur con tutte le contraddizioni qualcuno doveva dire che l'imperatore è nudo e che dietro abbaglianti e fascinose costruzioni non c'è niente, solo il deserto, come nei set dei film, western e non solo.

dopo si ricomincia, con altre squadre e altri giocatori - franz

domenica 17 febbraio 2013

Grillo uguale Berlusconi. Una cazzata della sinistra senza memoria – Francesco Giorgioni

 l'equazione Grillo uguale Berlusconi che la propaganda di sinistra cerca di accreditare per arginare la raccolta di consensi del movimento Cinque Stelle mi pare senza alcun fondamento, così come l'allarme di chi vede nel comico genovese un nuovo demagogo pronto a ripetere le nefandezze del ventennio targato Mediaset.  Evidenzia però due aspetti strettamente legati alla scialba campagna elettorale del centrosinistra:
1. La scarsa sensibilità nel giudizio e la superficiale analisi dimostrata nel ritenere simili due leader con storia personale, argomenti e orizzonti del tutto antitetici;
2. La tendenza a rinnegare la carica rivoluzionaria e la spinta al cambiamento della sinistra, delegittimando ogni elemento di novità del quadro politico che potenzialmente potrebbe rappresentare un elemento di rottura e un possibile interlocutore.
Anch'io guardo con sospetto ai movimenti legati alla figura dell'uomo forte e diffido delle manifestazioni muscolari di Grillo, penalizzato peraltro da certi atteggiamenti da esagitato che nella politica-spettacolo possono essere un criterio di valutazione non secondario. Ma tra Grillo e Berlusconi vi è un abisso incolmabile e le differenze scaturiscono proprio dalla natura dei due personaggi e dalle ragioni, radicalmente diverse, del loro impegno politico. Tanto che a me, negli ultimi mesi, sembra più fieramente antiberlusconiano il messaggio di Grillo di quanto non lo sia quello del Partito Democratico…

…Grillo, non dimentichiamolo, viene dalla sinistra e ha avuto la tessera dei Ds. Ma poi, a suo modo, ha giudicato estinta in quell'apparato la reale volontà di un cambiamento. E ha deciso di andare per conto suo.
Rivoluzionando anche il rapporto col pubblico, tornato ad essere confronto fisico  nelle piazze. Amaramente, da giornalista, io l'atteggiamento del Grillo avverso ai media "istituzionali" lo comprendo: sono i mezzi attraverso cui il potere deforma spesso la realtà facendola apparire per quel che gli torna comodo. E, allora, meglio tornare ai vecchi comizi e al confronto diretto con il mondo.
Lo so, lo si faceva anche una volta e non c'è nulla di nuovo. Ma oggi non c'è nulla di più rivoluzionario del parlare con la gente faccia a faccia, senza il filtro di una telecamera o di un cronista che taglia e cuce. 

martedì 12 febbraio 2013

giovedì 7 febbraio 2013

Studiare costa, chi paga?

Durante il primo governo Blair venne proposta una riforma universitaria (aumento delle tasse per gli studenti e le loro famiglie). Un deputato laburista votò contro spiegando la sua contrarietà a qualsiasi aumento di tasse per gli studenti ( e le loro famiglie) con il fatto che lui, di famiglia operaia e quindi povera, aveva potuto studiare perché non esistevano tasse.

Si legge qui che le immatricolazioni degli studenti universitari sono diminuite, negli ultimi otto anni, di 58.000 unità (-17%).
“…confermando una volta ancora che in Italia l'ascensore sociale è ormai fermo da tempo. Se infatti il calo di immatricolazioni avesse colpito equamente tutti avremmo avuto meno immatricolati fra i diplomati di tutti gli indirizzi. Ma così non è stato. Dal 2003/2004 al 2011/2012, gli immatricolati all'università in possesso di un diploma di maturità liceale (classica o scientifica), anziché diminuire, sono aumentati dell'8 per cento. Mentre sono crollate le immatricolazioni di coloro che erano in possesso di un diploma tecnico o professionale: meno 44 per cento per i primi e meno 37 per cento per i secondi. E in Italia, si sa, gli istituti tecnici e professionali sono frequentati proprio dai figli delle famiglie meno abbienti…

Nella metà dei paesi dell’Unione Europea gli studi universitari sono gratuiti (vedi qui).

Esiste qualche partito politico italiano che considera la scuola e l’università qualcosa da non far pagare agli studenti (e alle loro famiglie), ma da porre a carico della fiscalità generale? O almeno esiste qualche politico che pensa che studiare possa e debba essere gratuito?

(anche qui)

mercoledì 6 febbraio 2013

anche gli ebrei sono bravi a scomunicare


«I Signori del Mahamad rendono noto che, venuti a conoscenza già da tempo delle cattive opinioni e del comportamento di Baruch Spinoza, hanno tentato in diversi modi e anche con promesse di distoglierlo dalla cattiva strada. Non essendovi riusciti e ricevendo, al contrario, ogni giorno informazioni sempre maggiori sulle orribili eresie che egli sosteneva e insegnava e sulle azioni mostruose che commetteva – cose delle quali esistono testimoni degni di fede che hanno deposto e testimoniato anche in presenza del suddetto Spinoza – questi è stato riconosciuto colpevole. Avendo esaminato tutto ciò in presenza dei Signori Rabbini, i Signori del Mahamad hanno deciso, con l'accordo dei Rabbini, che il nominato Spinoza sarebbe stato bandito (enhermado) e separato dalla Nazione d'Israele in conseguenza della scomunica (cherem) che pronunciamo adesso nei termini che seguono: Con l'aiuto del giudizio dei santi e degli angeli, con il consenso di tutta la santa comunità e al cospetto di tutti i nostri Sacri Testi e dei 613 comandamenti che vi sono contenuti, escludiamo, espelliamo, malediciamo ed esecriamo Baruch Spinoza. Pronunciamo questo herem nel modo in cui Giosuè lo pronunciò contro Gerico. Lo malediciamo nel modo in cui Eliseo ha maledetto i ragazzi e con tutte le maledizioni che si trovano nella Legge. Che sia maledetto di giorno e di notte, mentre dorme e quando veglia, quando entra e quando esce. Che l'Eterno non lo perdoni mai. Che l'Eterno accenda contro quest'uomo la sua collera e riversi su di lui tutti i mali menzionati nel libro della Legge; che il suo nome sia per sempre cancellato da questo mondo e che piaccia a Dio di separarlo da tutte le tribù di Israele affliggendolo con tutte le maledizioni contenute nella Legge. E quanto a voi che restate devoti all'Eterno, vostro Dio, che Egli vi conservi in vita. Sappiate che non dovete avere con Spinoza alcun rapporto né scritto né orale. Che non gli sia reso alcun servizio e che nessuno si avvicini a lui più di quattro gomiti. Che nessuno dimori sotto il suo stesso tetto e che nessuno legga alcuno dei suoi scritti».

Dichiarazione rabbinica autentica datata 27 luglio 1656 e firmata da Rabbi Saul Levi Morteira ed altri

martedì 5 febbraio 2013

Silencio - Carlos Gardel

Dio non esiste! - Bruno Kampel


Esto escribí la primera vez que visité Auschwitz...:

¡Dios es grande! exclamó
el diablo al sumar sus haberes.
 ¡Dios provee! festejó
el cardenal en su palacio.
 ¡Dios insiste! comprobó
el corresponsal de guerra.
 ¡Dios no existe! dijo
al mirar Dios su obra.


lunedì 4 febbraio 2013

Una modesta proposta - Jonathan Swift

(genio assoluto!) - franz


È cosa ben triste, per quanti passano per questa grande città o viaggiano per il nostro Paese, vedere le strade, sia in città, sia fuori, e le porte delle capanne, affollate di donne che domandano l’elemosina seguite da tre, quattro o sei bambini tutti vestiti di stracci, e che importunano così i passanti. Queste madri, invece di avere la possibilità di lavorare e di guadagnarsi onestamente da vivere, sono costrette a passare tutto il loro tempo andando in giro ad elemosinare il pane per i loro infelici bambini, i quali, una volta cresciuti, diventano ladri per mancanza di lavoro, o lasciano il loro amato Paese natio per andarsene a combattere per il pretendente al trono di Spagna, o per offrirsi in vendita ai Barbados.
Penso che tutti i partiti siano d’accordo sul fatto che tutti questi bambini, in quantità enorme, che si vedono in braccio o sulla schiena o alle calcagna della madre e spesso del padre, costituiscono un serio motivo di lamentela, in aggiunta a tanti altri, nelle attuali deplorevoli condizioni di questo Regno; e, quindi, chiunque sapesse trovare un metodo onesto, facile e poco costoso, atto a rendere questi bambini parte sana ed utile della comunità, acquisterebbe tali meriti presso l’intera società, che gli verrebbe innalzato un monumento come salvatore del paese.
Io tuttavia non intendo preoccuparmi soltanto dei bambini dei mendicanti di professione, ma vado ben oltre: voglio prendere in considerazione tutti i bambini di una certa età, i quali siano nati da genitori in realtà altrettanto incapaci di provvedere a loro, di quelli che chiedono l’elemosina per le strade.
Per parte mia, dopo aver riflettuto per molti anni su questo tema importante ed aver considerato attentamente i vari progetti presentati da altri, mi son reso conto che vi erano in essi grossolani errori di calcolo. 
E' vero, un bambino appena partorito dalla madre può nutrirsi del suo latte per un intero anno solare con l’aggiunta di pochi altri alimenti, per un valore massimo di spesa non eccedente i due scellini, somma sostituibile con l’equivalente in avanzi di cibo, che la madre si può certamente procurare nella sua legittima professione di mendicante; ma è appunto quando hanno l’età di un anno che io propongo di provvedere a loro in modo tale che, anziché essere di peso ai genitori o alla parrocchia, o essere a corto di cibo e di vestiti per il resto della vita, contribuiranno invece alla nutrizione e in parte al vestiario di migliaia di persone.
Un altro grande vantaggio del mio progetto sta nel fatto che esso impedirà gli aborti procurati e l’orribile abitudine, che hanno le donne, di uccidere i loro bambini bastardi; abitudine, ahimè, troppo comune fra di noi; si sacrificano così queste povere creature innocenti, io credo, più per evitare le spese che la vergogna, ed è cosa, questa, che muoverebbe a lacrime di compassione anche il cuore più barbaro ed inumano.
Di solito si calcola che la popolazione di questo Regno sia attorno al milione e mezzo, ed io faccio conto che, su questa cifra, vi possano essere circa duecentomila coppie, nelle quali la moglie sia in grado di mettere al mondo figli; da queste tolgo trentamila, che sono in grado di mantenere i figli, anche se temo che non possano essere tante, nelle attuali condizioni di miseria; ma, pur concedendo questa cifra, restano centosettantamila donne feconde. Ne tolgo ancora cinquantamila, tenendo conto delle donne che non portano a termine la gravidanza o che perdono i bambini per incidenti o malattia entro il primo anno. Restano, nati ogni anno da genitori poveri, centoventimila bambini. Ed ecco la domanda: come è possibile allevare questa moltitudine di bambini, e provvedere loro? Come abbiamo già visto, nella situazione attuale questo è assolutamente impossibile, usando tutti i metodi finora proposti. Infatti non possiamo impiegarli né come artigiani, né come agricoltori, perché noi non costruiamo case (intendo dire in campagna), né coltiviamo la terra; ed essi possono ben di rado guadagnarsi da vivere rubando finché non arrivano all'età di sei anni, salvo che non posseggano doti particolari; anche se, lo debbo ammettere, imparano i rudimenti molto prima di quell'età. Ma in questo periodo essi possono essere considerati propriamente solo degli apprendisti, come mi ha spiegato un personaggio eminente della contea di Cavan; il quale appunto mi ha dichiarato che non gli capitò mai di imbattersi in più di uno o due casi al di sotto dell’età di sei anni, pur in una parte del Regno tanto rinomata per la precocità in quest’arte.
I nostri commercianti mi hanno assicurato che i ragazzi e le ragazze al disotto dei dodici anni non costituiscono merce vendibile, e che anche quando arrivano a questa età non rendono piú di tre sterline o, al massimo, tre sterline e mezza corona, al mercato; il che non può recar profitto né ai genitori né al Regno, dato che la spesa per nutrirli e vestirli, sia pure di stracci, è stata di almeno quattro volte superiore.
Io quindi presenterò ora, umilmente, le mie proposte che, voglio sperare, non solleveranno la minima obiezione...

l'università che ci meritiamo


…Un sistema politico di ampie vedute sa che un'università ben finanziata, capace di lavorare non solo per le aziende ma anche per lo sviluppo culturale dei suoi abitanti in campi non immediatamente remunerativi, non è solo un lusso. È un investimento sul futuro. Permette alle giovani generazioni sia di competere in campo scientifico e linguistico, sia di aprirsi la mente, di godere di capacità critica e di indipendenza di pensiero. Di giudicare le scelte politiche ed economiche di chi li governa, di arricchire le proprie esperienze non solo in tema di listini di borsa e nuovi software, ma magari di arte, letteratura e altri mondi. Se tutto questo sembrasse un'utopia andate a dare un'occhiata ai corsi di laurea in Germania o negli Usa. Certo, anche lì si taglia e si riduce, ovviamente, ma nessuno si sognerebbe di dire, come il mitico Oscar Giannino, che la diminuzione degli immatricolati è una buona cosa. O che è meglio rinunciare ai corsi di antropologia o letteratura per quelli di economia aziendale, come se questa fosse un'alternativa razionale.
Un'università fatta di Bocconi e politecnici in sedicesimo - a vantaggio dei privati, ma a spese dei contribuenti - è stato l'obiettivo costante dei governi di centrosinistra e centrodestra negli ultimi 25 anni. Un'università di questo tipo è perfetta per un'economia di servizi, di piccole aziende, di una Fiat che chiacchiera in Italia e investe in America, di speculazioni finanziarie e banche allo sbando. Questo è oggi il nostro paese e questa è la sua università.

venerdì 1 febbraio 2013

La tigre - John Vaillant

un reportage nel quale la volontà di vendetta della tigre le è fatale, le ammazzano lo stesso, ma qui è sicuro.
a metà strada fra Derzu Usala e Moby Dick, l'impressione a caldo è quella di un grande animale che occupa le menti degli uomini.
io faccio il tifo per le tigri, gatti selvatici cresciuti.
una storia che non si dimentica - franz




... È un libro di confine, difficilmente definibile, che al medesimo tempo ci parla dell' animale totemico per eccellenza, di una wilderness surreale ("giungla boreale", viene definita), di un pezzo di mondo del quale ignoriamo tutto: storia, economia, geografia, composizione umana. Senza contare che durante la presidenza Eltsin quel pezzo di mondo fu messo in vendita al miglior offerente, con devastazioni sociali e ambientali inimmaginabili. Ci stiamo riferendo alla regione estremo-orientale russa del Primorje, grande più o meno come il doppio dell' Austria e che si affaccia sul mar del Giappone. La straordinaria durezza dell' habitat naturale rende la vita quotidiana degli uomini altrettanto dura e pericolosa. Uniche ricchezze il legname, le miniere e la pesca,a cui si aggiunge- in un contesto di generalizzata corruzione - il mercato nero e la caccia di frodo del felino più grande del mondo: la tigre dell' Amur…

Volete leggere una storia in cui una spietata volontà di morte e vendetta degna di Moby Dick si amalgama con un definitivo e duro paesaggio simile al Grande Nord cantato da Jack London? Volete leggere una storia in cui la saggezza tramandata da Dersu Uzala vive a contatto con le schegge dell’ex impero sovietico e con ambienti degni di un’inchiesta dell’ispettore Arkady Renko? Volete leggere una storia che fonde i piani narrativi della docufiction letteraria, del reportage giornalistico di ampio respiro e del romanzo d’avventura? Allora dovete leggere La tigre, un’avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza

La apariencia de este libro resulta engañosa; tanto el título, como el subtítulo, como el diseño de la portada, como el apellido de su desconocido escritor idéntico al de una marca de calentadores de agua, te hacen pensar que estás ante un libro de vete tú a saber qué. Pero tras esa apariencia se encuentra uno de los mejores libros que he leído en mi vida. Hay libros buenos y malos, largos y cortos, que contienen información, desinformación, conocimientos, paparruchas y pamplinas. Sin embargo pocos libros hay que contengan sabiduría. La palabra sabiduría proviene de la palabra saborear y en su origen no tenía relación con el saber sino con el gustar, el paladear y gozar la verdad. La socorrida Wikipedia dedica una extensa entrada a esta palabra, copio y pego aquí las primeras líneas: «La sabiduría es una habilidad que se desarrolla con la aplicación de la inteligencia en la experiencia, obteniendo conclusiones que nos dan un mayor entendimiento, que a su vez nos capacitan para reflexionar, sacando conclusiones que nos dan discernimiento de la verdad, lo bueno y lo malo». Creo que lo deja bastante claro…

Butch Morris

 

povera chiesa


In Galizia la Chiesa cattolica pagherà l'Imu
 La cifra è bassa, ma è il valore simbolico è altissimo: 329 euro che segnano un precedente giuridico e che la diocesi galiziana di Ourense dovrà versare al comune di Allariz per regolarizzare il pagamento dell'Ibi (l'equivalente della nostra Imu) su quattro terreni edificabili di proprietà della curia. Così ha deciso il tribunale amministrativo respingendo il ricorso dell'arcivescovato, che aveva rispedito al mittente quattro rate della tassa municipale sui beni immobili, appellandosi all'esenzione di cui godono, secondo la legge spagnola, gli edifici appartenenti ad entità senza fini di lucro. Una categoria in cui, evidentemente, la diocesi di Ourense contava di rientrare, come peraltro accreditato in un rapporto stilato (non senza un velo di faziosità) dal ministero del Tesoro e ribaltato dalle autorità amministrative. 
Il giudice ha infatti rilevato nella sentenza (inappellabile) che la Chiesa «non ha dimostrato di essere un'entità senza scopo di lucro» e ha inoltre sottolineato che i quattro terreni «non rientrano in nessuna delle tipologie contemplate dagli accordi tributari tra lo stato spagnolo e la Santa sede», i quali stabiliscono l'esenzione dall'Ibi solo per i luoghi adibiti al culto e per gli edifici annessi…