lunedì 1 aprile 2024

Ipocrisia nelle democrazie asimmetriche - Antonio Cipriani

I bambini di Gaza (e non solo) nel mirino delle armi ogni giorno, le loro urla di fame e paura nel massacro non hanno voce.

Sono meno di un danno collaterale. Sono il danno necessario perché funzioni il sistema. L’esercito israeliano non ha pietà. Gli americani ufficialmente chiedono il cessate il fuoco e altrettanto ufficialmente continuano a fornire armi su armi, anche quelle sperimentali, perché ammazzicchiare senza testimoni può avere un valore scientifico nell’evoluzione di nuovi sistemi di morte. Basta spendere un po’ di più in comunicazione e la narrazione tossica è fatta. Servono grandi dosi di obbedienza, una rete di vantaggi reciproci, il lobbismo, la suadente politica della dolce ipocrisia, per rendere la coscienza della democrazia come pattine da mettere ai piedi per non rovinare il parquet.

Strusciano e, mentre strusciano, lucidano il funzionamento.
I mercati festeggiano, le obbedienze acritiche rafforzano le alleanze, i produttori di armi fanno profitti enormi e ripagano nuove campagne elettorali, nuove carriere di perfetti democratici che, gira che ti rigira, agiscono e governano per noi, obbedendo a ciò che conviene a loro.

E più cresce dissenso nel mondo, soprattutto tra i giovani, e più occorre repressione per i non allineati. Mai si è visto un così compatto muro fascista contro il democratico e civile dissenso.

Abbiamo parlato di guerre, per fare un piccolo esempio in questi tempi ben chiaro.

Ma se vi soffermate ad analizzare come funzionano le multinazionali, quale potere hanno, dove pagano le tasse, perché pagano le tasse dove e quando vogliono, vi renderete conto che la questione riguarda il sistema. E il sistema funziona benissimo.

Siamo noi che non funzioniamo quando rinunciamo alla pace,
al futuro dei nostri figli, alla bellezza dell’ambiente, alla dolcezza della sapienza e alla cultura diffusa tra i cittadini, alla salute, in cambio di violenza, guerre, tagli alla sanità, distruzione dello stato sociale, devastazione della scuola pubblica.
Insomma pagando sulla pelle una sconfitta che è prima di ogni cosa culturale, che somiglia a una resa incondizionata dei nostri diritti sociali e civili in queste democrazie asimmetriche.

da qui

Nessun commento:

Posta un commento