lunedì 3 novembre 2014

meno male che tutti i genitori non sono uguali

Sino al secolo scorso, quindi in un tempo che risale ai nostri nonni (oppure ai nostri padri, dipende dall’età di chi legge, dipende dalla nostra memoria) cartelli come questi si trovavano in molte zone della Germania e della Svizzera.  In particolare nella foto (la scritta dice “Vietato l’ingresso agli italiani” e lo diceva sia in tedesco – la lingua di casa – che in italiano – la lingua degli ospiti sgraditi) è scattata nel 1958 a Saarbrucken, stava alla finestra di ingresso in un bar.  Il divieto d’ingresso per gli italiani era bilingue, affinché fosse più chiaro il messaggio: puzzavamo, non sapevamo parlare, non lavoravamo quanto gli operai tedeschi.
Si tratta solo di un esempio: forse (anzi, quasi sicuramente) poco attinente a quello che è successo la settimana scorsa nelle nostre scuole, ma certamente molto vicino alla rappresentazione che di noi si è data nelle notizie apparse su stampa e giornali nazionali e regionali (leggete qui e poi qui ma anche qui per la cronaca regionale, e ad esempio qui per la cronaca nazionale).
Non abbiamo scritto niente a caldo, per scelta, su questo nostro Blog.  Abbiamo però vissuto il caso da genitori e ne abbiamo parlato, confrontandoci.  Non c’è (non può esserci) una nostra posizione unica su questi fatti: dipende dalla percezione, dal vissuto, dalla sensibilità, dall’approccio. Scordatevi quindi di leggere nelle righe che seguono una verità assoluta ed una sola affermazione che rappresenti il sentire di tutti. Impossibile.   Doveroso invece sarà parlarne nella nostra assemblea generale aperta ai genitori il 12 novembre prossimo, già convocata per parlare delle nostre scuole (dei problemi risolti in un anno di lavoro, e di quelli da risolvere…e questo sembra piccolo piccolo rispetto a tanti altri!). Questa piuttosto è una ferita, una lacerazione che la nostra comunità scolastica ha patito nei giorni addietro.  Non contano le nostre singole opinioni (non siamo qui per far cambiare idea a nessuno).  Ognuno ha legittimamente esposto le proprie (in alcuni casi, in modo sgradevole ai più, ma è una questione di memoria…come abbiamo detto sopra).
La scuola è un luogo sacro per la convivenza civile, ovunque e anche per la nostra comunità monserratina. Parlando e confrontandoci ancora dovremmo capire chi siamo e dove vogliamo andare, piuttosto!
Alcune considerazioni generali, di seguito. Di più non si può fare, questo è un blog, per tutto il resto occorrerà parlarci, guardandoci negli occhi!

TUTTO E' INIZIATO DA UN BANDO EUROPEO

Una storia come tante altre: un bando europeo, una ONLUS ed un’amministrazione comunale che partecipano per avere qualche fondo in più da investire nel territorio. Niente di male, anzi, complimenti al nostro Comune! La fondazione Anna Ruggiu, ha intercettato questi finanziamenti comunitari per l’inserimento dei Rom in ambienti di lavoro dove vivono con le proprie comunità (tra cui Monserrato, Selargius, Cagliari) che hanno aderito all’iniziativa. Nel nostro comune, così come a Selargius, si pensa di trasformare questa risorsa in un supporto alle scuole che ultimamente soffrono per la carenza di personale ATA (bidelli).   Il nostro istituto è una di questi: si è sempre detto che c’è penuria di bidelli, anche per tenere le scuole aperte il pomeriggio (vedi doposcuola ed altri progetti…)...

Nessun commento:

Posta un commento