venerdì 21 novembre 2014

Uomo nel buio - Paul Auster

leggere un libro di Paul Auster è sempre un privilegio e una sorpresa.
Paul Auster disegna e scrive architetture di storie che si alternano, si sovrappongono, si sognano, si inventano, si intersecano, si contengono.
e non sai mai come andrà a finire.
lasciati portare per mano dove vivono i personaggi del libro, condividi la loro vita, i loro pensieri, le loro emozioni.
vivi con loro, non resterai mai deluso – franz



Questo libro deve esser letto essenzialmente per tre motivi: 1) le conversazioni tra August e Katya, prime fra tutte quelle sui film. Katya infatti è una studentessa di cinema, grande appassionata e critica di una rara finezza. Quando ha perso Titus ha momentaneamente lasciato la scuola per tornare a casa, e dopo un periodo in cui non faceva proprio niente, ha iniziato ad ordinare dvd da internet per poi guardarli uno dietro l'altro. August non ha molto di meglio da fare che tenerle compagnia sul divano, e affinché guardare film non diventi un semplice passatempo passivo, anestetizzante e quasi nocivo, tra una visione e l'altra stimola Katya a discutere dei simboli e dei significati. Le loro discussioni al riguardo sono brillanti, intelligenti, e fanno venir voglia di andar subito a vedere i film di cui parlano. 2) I ricordi di August, soprattutto il momento in cui racconta alla nipote, dall'inizio alla fine, la sua meravigliosa - ma non perfetta - storia con Sonia. 3) La potenza della parola di Auster. E' incredibile infatti pensare che in un romanzo così breve sia contenuto così tanto; i ricordi di August non sono solo quelli strettamente suoi, ma riguardano anche le vite di altri che hanno sfiorato o si sono intrecciate alla sua. Tra queste, alcune sono dolorose, altre atroci al limite del sopportabile. Mi ha stupito proprio questo: non esito a definirmi una lettrice dallo stomaco piuttosto forte, ho letto senza problemi sia scene schifosamente pulp che ogni genere di romanzo ambientato nei campi di concentramento, o di guerra, o di torture, o testimonianze di donne nei paesi arabi. Insomma, di cose sconcertanti e da far torcere le budella ne ho lette un bel po', sentendomi male certo, ma continuando senza grandi problemi. Ecco, a Paul Auster sono bastate poche righe per farmi sentire davvero male. In due momenti, per l'esattezza, cruenti e freddi come dev’essere realmente la guerra. Non è permesso dimenticarsi, in effetti, che il tema sempre nascosto dietro l'angolo è in effetti questo: l'intervento americano in Iraq. 
Spero che a questo punto abbiate già iniziato a cercare questo romanzo.

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