mercoledì 15 gennaio 2014

Chi era Edward Snowden? - Peter Van Buren

C’è un qualcosa di così profondamente e moralmente ripugnante nel far sparire un altro essere umano, non importa come, dove o perché, che è difficile da esprimere. Tuttavia, nell’America del XXI secolo, la possibilità di far sparire persone in modalità nuove sta trovando nuovi spazi online.

Benvenuti nel buco della memoria
http://imageceu1.247realmedia.com/0/default/empty.gifE se Edward Snowden fosse stato fatto sparire? No, non sto suggerendo una ricostruzione da parte della CIA o una teoria cospirativa del tipo chi-ha-ucciso-Snowden, ma qualcosa di più sinistro.
E se tutti i materiali fatti emergere da un informatore fossero fatti semplicemente sparire? Se ogni documento dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA) pubblicato da Snowden, ogni sua intervista, ogni traccia di informazione sulla sicurezza nazionale trapelata al pubblico fosse fatta sparire in tempo reale? Se qualsiasi pubblicazione di queste rivelazioni fosse trasformata in un tentativo vano e senza alcuna traccia?
Sto per caso suggerendo la trama di un romanzo sul XXI secolo di George Orwell? Niente affatto. Mentre ci avviciniamo ad un mondo sempre più digitale, cose del genere saranno probabilmente possibili a breve, non nei romanzi ma nel mondo reale – e semplicemente premendo un bottone. Di fatto, i primi prototipi del nuovo tipo di “sparizione” sono già stati testati. Siamo vicini ad una realtà sconvolgente, distopica, che una volta avrebbe potuto rappresentare la trama di un romanzo futuristico. Benvenuti nel buco della memoria.
Anche se alcuni futuri governi oltrepassassero una delle ultime linee rosse del nostro mondo, semplicemente assassinando gli informatori al loro apparire, ne emergerebbero sempre degli altri. Nel lontano 1948, nel suo romanzo 1984, Orwell suggeriva una soluzione del problema molto più diabolica. L’autore concepì un dispositivo tecnologico per il mondo del Grande Fratello che chiamava il buco della memoria. Nel suo oscuro futuro, gli eserciti di burocrati che lavoravano in quello che Orwell soprannominava ironicamente il ministero della Verità, trascorrevano la propria vita distruggendo o modificando documenti, giornali, libri o altri documenti al fine di creare una versione accettabile della Storia. Quando una persona cadeva in disgrazia, il ministero della Verità lo inviava insieme alla sua documentazione nel buco della memoria. Ogni storia o resoconto in cui la sua vita era annotata o registrata veniva riscritta per rimuoverne ogni traccia.
Nell’era pre-digitale di Orwell, il buco della memoria era un tubo di aspirazione in cui i documenti scomparivano per sempre. Le modifiche alle carte esistenti e la distruzione di altre facevano sì che anche l’improvviso cambiamento di nemici o alleanze non sarebbe mai stato un problema per i guardiani del Grande Fratello. Nel mondo immaginario di Orwell, grazie all’esercito dei burocrati il presente era sempre uguale a ciò che era stato prima – grazie anche ai documenti modificati a fungere da prova, e soltanto ricordi incerti ad affermare il contrario. Chiunque avesse espresso dubbi sulla veridicità del presente era emarginato o eliminato in quanto colpevole di psicoreato.

Censura digitale governativa e aziendale.
Sempre di più, la maggior parte di noi acquisisce notizie, libri, musica, tv e film, comunicazioni di ogni tipo, in forma elettronica. Oggi, Google guadagna più introiti dalla pubblicità di tutti i media stampati degli Stati Uniti. E in questo mondo digitale si stanno esplorando nuovi tipi di “semplificazione”. I Cinesi, gli Iraniani e altri Paesi, per esempio, stanno già sperimentando strategie di infiltrazione nella Rete per il blocco dell’accesso ai siti e al materiale online che i loro governi non approvano. Analogamente, il governo degli Stati Uniti (anche se parzialmente senza successo) impedisce ai propri dipendenti l’accesso a Wikileaks, al materiale di Edward Snowden eai siti web come TomDispatch nei loro computer aziendali – anche se naturalmente non su quelli domestici. Non ancora…

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