un gioiellino, ad essere sintetici - franz
…un giallo assolutamente atipico, un omaggio tanto alla
letteratura fantastica quanto alle “finzioni in giallo” in cui amò misurarsi
Borges. La trama è un sottile filo teso nel vuoto letterario solo per
giustificare un percorso acrobatico ed equilibristico in cui il protagonista,
rappresentante di un divertito circo narrativo, ha come unici contrappesi la
verità e la finzione: saperle distinguere non è fra i poteri del lettore.
Verissimo — il cui cognome è davvero tutto un programma! — fonde il Borges persona (nel senso attuale del termine) fino a creare un Borges persona (nel senso latino del termine, cioè una maschera teatrale): appare dunque naturale parli in modo molto diverso da come il poeta argentino usava parlare. Il Borges di Verissimo non si diverte a citare versi dei poeti amati o brani delle antiche letterature germaniche, non parla di Chesterton o di Carlyle, né di Stevenson né di Lugones, né della Commedia né delle Mille e una notte: parla invece di Poe, autore amato da tutti molto di più di quanto lo amò il poeta di Buenos Aires, che raramente lo citava preferendogli tutt’altri narratori…
Verissimo — il cui cognome è davvero tutto un programma! — fonde il Borges persona (nel senso attuale del termine) fino a creare un Borges persona (nel senso latino del termine, cioè una maschera teatrale): appare dunque naturale parli in modo molto diverso da come il poeta argentino usava parlare. Il Borges di Verissimo non si diverte a citare versi dei poeti amati o brani delle antiche letterature germaniche, non parla di Chesterton o di Carlyle, né di Stevenson né di Lugones, né della Commedia né delle Mille e una notte: parla invece di Poe, autore amato da tutti molto di più di quanto lo amò il poeta di Buenos Aires, che raramente lo citava preferendogli tutt’altri narratori…
…La narrazione è molto serrata e lo stile criptico costringe il
lettore a una continua e ferma attenzione volta alla scoperta degli indizi
disseminati anche nelle più piccole sfaccettature: nei dialoghi, nella
descrizione dei luoghi e dei personaggi. Ogni traccia costituisce così un
ulteriore pezzo del puzzle che pian piano si compone, fino ad arrivare a un
risultato del tutto inaspettato e imprevedibile.
Verissimo ci ha dunque regalato un romanzo che
potremmo definire “allucinante”: il grottesco e l’occultismo, insieme anche
all’umorismo e all’ironia, si intrecciano tessendo una trama surreale e unica.
… Seguendo una linea
narrativa borgesiana il finale non è affatto scontato, anche se una volta
chiuso il libro il lettore si accorgerà che aveva tutti gli elementi per
concludere il caso rimanendo nel mondo reale. Ciononostante, quando prima
dell'epilogo questi è ormai convinto di avere la soluzione (o meglio la non
soluzione) tra le mani ecco che Verissimo inserisce uno scambio epistolare con
Borges in cui lo scrittore argentino risolve mirabilmente, e pragmaticamente il
caso. E pare averla sempre saputa la soluzione. È qui che lo scrittore
brasiliano raggiunge il massimo grado di intertestualità con il collega
argentino. Come nell'Examen de la obra de Herbert Quain il lettore
«inquieto, rivede i capitoli pertinenti e scopre un'altra soluzione,
che è quella vera. Il lettore di questo libro è più perspicace del detective»
(Borges,Ficciones).
Borges e gli oranghi è un romanzo d'antan scritto
con il gusto per l'indagine ragionata e la soluzione di enigmi che
rappresentano una sfida all'intelletto umano. Sfida lanciata direttamente
dall'autore stesso che fin dall'inizio sa benissimo chi è l'assassino e quali
sono state le circostanze che hanno portato all'omicidio. Verissimo gioca con
il lettore, ma anche con Borges che arriva laddove la polizia -e Cuervo- non
sono riusciti ad arrivare. Quasi a dimostrare che, come sosteneva Sciascia, la
letteratura porta alla verità. E quest'ultima deve essere l'obiettivo ultimo
dell'agire umano.
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