qui un figlio sta con il padre vecchio, e l'incontro dei due (ci) regala delle pagina vertiginose, sembra non succeda nulla, e poi certe pagine sono vette altissime, a volte manca il fiato.
ci sono personaggi che appaiono e poi non ci sono più, storie minime, a volte senza nessun legame col resto, ma sarà poi così?
(naturalmente) è uno di quei libri così ricchi, che arrivati alla fine viene voglia di rileggerlo - franz
…“Percival
Everett di Virgil Russell” è un romanzo che sposta, confonde e mescola il piano
narrativo e lo stesso io narrante attraverso la citazione, diretta e indiretta
(ma mai velata) di autori e opere: il Virgil è ovviamente un Virgilio di natura
dantesca. Plateale è l’esempio dell’ormai classico capolavoro di William
Styron, “Le confessioni di Nat Turner” (vincitore del
Premio Pulitzer nel 1968), che fu oggetto di critica proprio dall’establishment
intellettuale afro-americano per certi suoi toni razzisti, che Everett cita più
volte, ribaltando il racconto: il nero Nat Turner, schiavo che guidò nel 1831
una nota insurrezione nella contea di Southampton in Virginia, racconta del
bianco Bill Styron vissuto oltre un secolo più tardi. Il caro Everett mescola i
mezzi culturali mettendo in rapporto cinema e letteratura in modo piuttosto
ironico e facendo giocare a backgammon lo schiavo nero condannato a
morte, Nat Turner appunto, e il guerrafondaio
repubblicano Charlton Heston.
Virgil, il protagonista, parla con le parole e il linguaggio letteralmente.
Everett cita Dante, Ariosto, Dickens, Schopenhauer, la Bibbia, Eratostene, la
matematica e altre discipline, usa la fotografia, Mark Twain e il suo Huck
Finn. “Percival Everett di Virgil Russell” è un romanzo che è molto più che
post-moderno. È, più semplicemente, un capolavoro.
da qui
…Non capire tutto ma riuscire ad accogliere, le braccia aperte sono un modo per accogliere tra le proprie braccia. Percival Everett di Virgil Russell è un romanzo nel quale ci si diverte, ci si perde, ci si disperde, ci si ritrova, e corrisponde a queste braccia aperte che un padre schiude per chiarirci che cosa può accadere, che cosa c’è da fare come compito umano nella vita di tutti.
da qui
…in questo gioco chiamato linguaggio, e chiamato anche narrare, che
poi in ultima analisi puoi chiamare anche vita, ha davvero importanza quale
nome abbia il protagonista? Esiste poi davvero un protagonista? O sono due? O
sono di più? E nella vita reale, ha davvero importanza il tuo stesso nome?
Forse no, se ci pensi su l'attimo che basta a superare te stesso. Allora
torniamo a questo linguaggio, che se va bene è una struttura "che regge la
farsa del significato", se va male è una trappola, la sensazione che ti dà
quando le parole sono disposte secondo un principio se non logico almeno
estetico, è quella del piacere puro. Quando non hai capito esattamente quello
che ti sta passando sotto gli occhi, ma ti piace lo stesso. Che non
necessariamente implica un Ti piace proprio per quello. Perché chi l'ha
detto che una storia debba offrirti in pasto un ordine logico,
sequenziale, una trama compiuta con un inizio e una fine, e in definitiva un senso
che nel mondo non c'è?
Poi trovi certi paragoni da far venire le lacrime agli occhi. Ti
sfido lettore a non sentire un brivido se qualcuno ti dice che lo scatto
dell'otturatore di una Leica del '63 fa lo stesso rumore “che produrrebbe un
neonato se fosse in grado di schioccare le dita”. Lo senti,
sì? Allora che sia fiction o non fiction, storia o non storia, uno studio sul
linguaggio o sul significato o sull'inaccessibilità della realtà oggettiva o un
intruglio di tutto quanto, a un certo punto perde importanza…
…Che
questo Percival Everett di
Virgil Russell sia un libro
non comune lo si capisce sin dall’insolito titolo, che non potrà non suscitare
perplesse alzate di sopracciglia nei frequentatori delle librerie. Tranquilli:
è solo l’inizio. A una serie di sottotrame che l’autore segue in parallelo (il
rapporto sentimentale tra il burbero proprietario di un ranch e una veterinaria
che si sviluppa in seguito al misterioso ferimento di un cavallo, i dubbi di un
celebre pittore nei confronti di una giovane che afferma di essere sua figlia,
le riflessioni e i tormenti di uno scrittore nero negli anni ’60 sono le
principali, ma non le uniche) si alternano sperimentalismi vari (un
capitolo costituito solo da verbi all’infinito, versi, digressioni filosofiche,
metaletteratura e così via)…
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