Il parka bordato di pelliccia, i jeans rossi, la
sciarpa maculata nera e beige, gli occhiali con la montatura scura. Se le
cercasse per le vie di Londra,Scotland Yard farebbe fatica a individuarle: tre
adolescenti inglesi uguali a tutte le altre. Tre ragazze dei quartieri
orientali, invece, che hanno riempito i borsoni della palestra, hanno salutato
i genitori con una scusa martedì presto al mattino, e sono salite sul volo
TK1966 delle Turkish Airlines , da Gatwick a Istanbul, atterraggio 18.40 ora
locale. Destinazione Siria.
Shamima Bergum, 15 anni, di origine bangladese come Kadiza
Sultana, che ne ha compiuti 16, assieme a una terza compagna quindicenne, di
cui non è stata diffusa l’identità su richiesta dei parenti. Si sa, però, che
come seconda lingua (dopo l’inglese) parla l’amarico: probabile sia di famiglia
etiopica.
Il
controterrorismo britannico (SO15) ha diramato un mandato di ricerche internazionale,
ieri, per tre studentesse di Bethnal Green, East London. Un appello, che non ha
precedenti, a fornire informazioni, e a convincerle a tornare da genitori
«devastati». «Stiamo cercando di raggiungere le ragazze attraverso i mezzi di
comunicazione turchi e i social media – ha spiegato in conferenza stampa il
comandante dell’SO15, Richard Walton -. Siamo molto preoccupati, speriamo che
Shamima, Kadiza e la loro amica ascoltino i nostri messaggi», prima di varcare
il confine con la terra dell’Isis e consacrarsi al jihad.
La paura è questa: le tre
sarebbero in viaggio per raggiungere una compagna quindicenne che si è unita ai «combattenti» già a dicembre. Gli investigatori le
avevano anche interrogate, a fine anno, sulla sorte dell’amica, «ma non erano
state considerate a rischio di lasciare la Gran Bretagna», riporta il sito del Guardian. Se dovessero riuscire nell’intento, però, se
si spingessero davvero fino a Raqqa, diventerebbe molto difficile riportarle
indietro. Walton e i suoi sperano di rintracciarle in questi giorni, oggi,
domani. Confidano nel tempo necessario per contattare i referenti, ultimare i
preparativi. Sperano che tre adolescenti inglesi in giro
da sole per Istanbul attirino
l’attenzione. E vengano fermate prima che sia troppo tardi...
Notizia simile anche per dei ragazzi tedeschi.
RispondiEliminaIl tema di questi giovani occidentali con background d'immigrazione e mussulmani (ma, a volte, anche no) che vanno a combattere per l'IS meriterebbe una profonda riflessione.
A me pare che si connetta fortemente con la crisi dello Stato contemporaneo: il modella del welfare che integrava attorno a sé cittadini disomogenei è messo terribilmente in crisi dall'attuale situazione economica. Così, tornano a rivivere istanze identitarie "forti" che diano un senso alle nostre esistenze.
la 'fuga' di questi giovani è dovuta al fatto che quello che perdono è molto meno a quello che sperano di guadagnare, la domanda è: perché non hanno niente (o molto poco) da perdere?
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