sembra che Aidan Chambers arrivi dalle ultime pagine di "Fahrenheit 451", difendere e diffondere la lettura (nel suo caso anche la scrittura) è la sua missione, perché credo ci ci potrebbe dire, come dice Flaubert, "non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere".
a me questo libro è proprio piaciuto, non è un romanzo, ma lo si legge (o lo si legga) come se lo fosse - franz
…Giovane dislessico,
proveniente da una famiglia modesta con pochi libri, un “non lettore” a tutti
gli effetti, Aidan comincia a leggere verso i 9 anni e poco dopo, grazie al suo
amico Alan con cui sperimenta il piacere della condivisione di un testo, impara
a frequentare la biblioteca pubblica. “A 13 anni ho letto il primo libro da
solo, non obbligato dalla scuola. Era la storia di un ragazzo che stava
diventando adulto e aveva il mio stesso problema di non riconoscersi in ciò che
era per gli altri. Si intitolava Figli e amanti,
capolavoro di D. H. Lawrence. È stato allora che ho pensato che avrei voluto
scrivere e ho iniziato a provarci, anche se il primo libro che conti l’ho
pubblicato che avevo già quarant’anni”.
All’istituto secondario per ragazzi problematici fa la conoscenza di
un insegnante di inglese che gli aprirà la via al Ginnasio. Lì incontrerà il
professor Jim Osborne che darà un impulso alla sua crescita come lettore: per
Osborne infatti “la lettura di letteratura era la chiave dell’educazione”. Aidan
quindicenne scopre così la lingua “come un fiume sacro”, scopre il piacere di
scegliersi un libro da solo, in concomitanza con lo sviluppo e diffusione in
Inghilterra dei popolari “Penguin books”. Nell’ultimo biennio delle superiori
fa l’esperienza di bibliotecario alla “Grammar school”, occupandosi anche della
scelta degli acquisti…
"Le storie sono la forma attraverso la quale
usiamo la lingua per creare e ricreare noi stessi - le nostre idee su chi
siamo, da dove veniamo, che cosa possiamo diventare. La lingua è il dio che ci
crea. Non sono le esperienze che viviamo a cambiarci e a formarci, come
comunemente si crede, ma le storie che noi raccontiamo di quelle esperienze.
Finché non abbiamo ridato forma alle nostre vite in un racconto strutturato in
narrazione, non possiamo trovare e contemplare il significato delle esperienze
che abbiamo vissuto. Sono le storie a cambiarci, non gli eventi che
viviamo"
…Nel convegno “Tantestorie” del novembre 2011 a Torino,
pensando alla triste situazione di molti paesi, tra cui l’Inghilterra, che
spendono in modo insensato il denaro pubblico e dove si chiudono i luoghi di
cultura, come le biblioteche pubbliche, Chambers osservò:
“Non so come usciremo da questo vicolo cieco, ma so che bisogna mantenere viva la propria speranza, ma come si fa? Si mantiene la propria speranza nel momento in cui la si dona agli altri. Ogni volta che siete con un bambino/ragazzo a cui permettete di leggere più di quanto non farebbe da solo, gli state dando una speranza. Gli state offrendo una scala per uscire dal buco in cui si trova. Primo Levi ripeteva l’antico detto ebraico: “salva una sola persona e salverai il mondo”. Ogni volta che qualcuno permette a un bambino/ragazzo di diventare un lettore consapevole e qualificato non sta dando una speranza solo a lui ma, attraverso questo atto, sta salvando il mondo.”
“Non so come usciremo da questo vicolo cieco, ma so che bisogna mantenere viva la propria speranza, ma come si fa? Si mantiene la propria speranza nel momento in cui la si dona agli altri. Ogni volta che siete con un bambino/ragazzo a cui permettete di leggere più di quanto non farebbe da solo, gli state dando una speranza. Gli state offrendo una scala per uscire dal buco in cui si trova. Primo Levi ripeteva l’antico detto ebraico: “salva una sola persona e salverai il mondo”. Ogni volta che qualcuno permette a un bambino/ragazzo di diventare un lettore consapevole e qualificato non sta dando una speranza solo a lui ma, attraverso questo atto, sta salvando il mondo.”
Post stupendo. Condivido parola per parola.
RispondiEliminail mondo salvato dai ragazzini, no?
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